00 25/01/2015 20:17
E' pazzesco questo studio.

Aggiungo un articolo pubblicato oggi che parla di Giulio Tononi che è citato nello studio sulla coscienza che hai linkato:

Giulio Tononi ha spiegato come la coscienza venga generata dal cervello e come sia possibile misurarla, attraverso la sua teoria dell’informazione integrata (IIT).
“Ogni notte, quando ci addormentiamo, la nostra coscienza svanisce e, con essa, svanisce l’universo privato di ciascuno di noi – persone e cose, suoni e colori, piaceri e dolori, pensieri ed emozioni, persino il nostro io – finché non ci svegliamo, o finché sogniamo. Cos’è la coscienza, e cosa significa? Che relazione ha con il mondo attorno a noi? Di cosa è fatta, e com’è generata dal cervello? E’ cosciente un neonato? Sono coscienti gli animali, quanto, e come? Si possono costruire macchine coscienti? Su questi temi l’umanità si è da sempre interrogata e continua a farlo” ha spiegato il medico psichiatra Tononi.

La teoria dell’informazione integrata (IIT) parte dall’esperienza stessa e ne identifica le proprietà essenziali (esistenza, composizione, informazione, integrazione, esclusione). Di qui deriva le caratteristiche necessarie e sufficienti affinché dei sistemi fisici possano generare la coscienza e dà loro una veste matematica. Ma andiamo per ordine.
«Per spiegare il fenomeno della coscienza occorrono non solo dati clinici e sperimentali, ma anche dei principi teorici. Siamo partiti dunque dall’osservazione che la coscienza è frutto della capacità di integrare un’enorme quantità di informazione. Infatti, nei soggetti coscienti l’attività neurale di una parte del cervello, chiamata sistema talamo-corticale, è caratterizzata da integrazione tra le varie aree e da differenziazione delle attività locali. Abbiamo calcolato il valore matematico di queste due caratteristiche fondamentali, che definiscono appunto l’attività cosciente, e siamo giunti ad una scala di riferimento validata su soggetti temporaneamente non coscienti per ragioni fisiologiche (nel sonno) o farmacologiche (anestetici). Il valore ottenuto, che abbiamo chiamato indice di complessità perturbativa (PCI), è una misura del livello di coscienza e permette una accurata previsione relativa alla presenza di coscienza in pazienti in stato vegetativo, per definizione non coscienti e molti dei quali male diagnosticati».


Fonte: La coscienza spiegata da Giulio Tononi