00 24/04/2014 19:04
Riporto anche questa parte di articolo tratta dal sito del CICAP (non lapidatemi)

Conoscendo le caratteristiche di HAARP, non è difficile per chiunque abbia una conoscenza dell’elettromagnetismo valutare la plausibilità di queste affermazioni. Il punto fondamentale è capire qual è la densità di potenza che HAARP è in grado di immettere nella ionosfera. Per far questo, il metodo più sicuro è partire dai dati indicati all’inizio dell’articolo e applicare i principi base della fisica, facendo meno assunzioni possibile. Chiaramente questo metodo consente di ottenere un risultato approssimato, perché la densità di potenza effettiva dipende in modo complicato da molti dettagli, come la frequenza di lavoro, la spaziatura precisa delle antenne, la loro struttura, eccetera. Ma esso ha il vantaggio di basarsi su pochi elementi che non possono essere cambiati, o falsificati. E comunque il risultato che si ottiene non è lontano dal dato reale. Ad esempio, usando antenne differenti si può cambiare la forma del fascio emesso, ma non quello complessivo, visto dalla ionosfera. La potenza totale emessa non può essere molto superiore a quella indicata, in quanto non può superare la potenza fornita dal generatore.

Un insieme di 180 antenne concentra l’emissione di onde radio in un fascio 180 volte più stretto e potente rispetto a una singola antenna che trasmette con la stessa potenza complessiva. Una singola antenna di quel tipo illumina un’area pari circa al quadrato della distanza. Quindi HAARP illumina un’area di ionosfera, a 100 km, pari almeno a (100x100/180) = 55 km quadrati, o 55 milioni di metri quadri. La densità di potenza è quindi al massimo 3,6 MW/55 km2 = 0,08 W/mq[8], sotto i limiti di protezione per la popolazione in Italia (0,1 W/mq). In confronto l’energia solare che colpisce la ionosfera ha una densità di potenza di circa 1350 W/mq (anche se solo una piccola frazione ne viene assorbita).
Ma non si potrebbe focalizzare il fascio in una regione più piccola? No, non si può. Le leggi dell’elettromagnetismo non lo consentono, è possibile focalizzare delle onde solo nella cosiddetta regione di “campo vicino”, che per HAARP si estende a circa 1-2 km di quota. Le leggi della fisica dicono che dopo questa distanza l’impianto viene visto come un punto, che emette onde che si espandono circolarmente.
Quindi la potenza di 3,6 milioni di watt, anche se appare enorme, è in realtà diluita su un’area altrettanto enorme e gli effetti sulla ionosfera non possono essere grossi. Un decimo di watt per metro quadro non può sicuramente creare “buchi”, o cambiare in modo apprezzabile la temperatura locale.
Parte delle onde viene riflessa, ma la ionosfera è turbolenta e la riflessione è tutt’altro che focalizzata. Ecco perché, nelle condizioni giuste, un ricevitore radio può rilevare il segnale di HAARP in tutto il mondo; del resto i ricevitori radio sono fatti proprio per captare debolissimi segnali elettromagnetici a grande distanza.
In pratica, le onde riflesse al suolo sono diluite su un’area di decine di migliaia di km quadrati, con densità di potenza che si misurano in milionesimi di watt per metro quadro. Questi segnali sono molto più deboli dei campi emessi dalla miriade di apparecchi elettrici che ci circondano e quindi non ha semplicemente senso ipotizzare che vengano percepiti da organismi viventi. Anche se penetrano nel suolo, non ha senso utilizzarli per prospezioni geologiche perché non abbiamo nessuno strumento abbastanza sensibile da rilevarne l’eco.


HAARP non può neppure funzionare come radar “oltre l’orizzonte”, per lo stesso motivo: il fascio riflesso dalla ionosfera è troppo sparpagliato per fornire immagini sufficientemente nitide.[9]
Anche sfruttando la riflessione, è possibile dirigere il fascio a terra solo nelle regioni geografiche attorno all’impianto e le potenze del fascio, una volta riflesso e disperso, saranno talmente piccole da non riuscire a disturbare neppure il più delicato degli apparecchi elettronici. Pertanto HAARP non può in nessun caso essere utilizzato come arma a impulsi elettromagnetici. Oltretutto la prima vittima di un’arma di questo tipo sarebbe HAARP stesso, visto che la potenza di gran lunga maggiore è quella presente sulle antenne.

HAARP e i terremoti

Secondo alcune voci presenti sulla rete, HAARP causerebbe terremoti modificando il campo magnetico terrestre (questa teoria è sostenuta anche dal sito Cospiracynews.org).[10] La cosa non ha fisicamente senso: il campo geomagnetico è generato nel nucleo terrestre, a molte migliaia di km di profondità, dove i segnali di HAARP non hanno la minima possibilità di arrivare. La più piccola tempesta geomagnetica, innescata dalle particelle del vento solare, ha energie che sono migliaia di volte quella di HAARP e questi fenomeni non hanno nessun effetto sui terremoti.
In molti siti si trova citato un brevetto del dott. Bernard J. Eastlund[11] che propone l’utilizzo di apparecchiature a onde corte per spingere parti della ionosfera a quote più alte, creando una sorta di “scudo” in grado di abbattere missili o satelliti nemici. Il brevetto è molto scarno e non contiene i dettagli necessari per capire se l’idea possa funzionare. Ma si riferisce, molto chiaramente, a densità di potenza almeno 100 mila volte maggiori di quelle prodotte da HAARP. Per poter fare una cosa del genere servirebbe quindi una potenza radio di 360 gigawatt, e quindi un migliaio di gigawatt elettrici, diverse centinaia di grosse centrali nucleari. Non sembra certo trattarsi di qualcosa di facile da nascondere. Il brevetto di Eastlund viene citato (ad esempio sul sito Luogocomune.net)[12] per sostenere che vi sono centinaia di potenziali applicazioni di HAARP come arma, ma evidentemente, anche se fosse qualcosa di più di una vaga idea, non si può applicare ad HAARP più di quanto non si possa applicare a un telefono cellulare utilizzato come cannone letale a microonde. Considerazioni analoghe si possono riferire alle preoccupazioni del fisico Richard Williams (uno degli inventori del display a cristalli liquidi), che si riferiscono non al progetto attuale, ma ad un suo ipotetico (grosso) potenziamento.[13]
Il libro sopra citato[5] avanza l’idea che HAARP possa servire a trasmettere grosse quantità di energia facendola rimbalzare sulla ionosfera, per alimentare i campi di estrazione di gas in Alaska. Sarebbe però necessario spiegare come si possa raccogliere ed utilizzare dell’energia che, una volta riflessa a terra, probabilmente è dell’ordine dei microwatt per metro quadro. Un pannello fotovoltaico illuminato dalla Luna produce più potenza.


www.cicap.org/new/stampa.php?id=273694