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DISPERSO IN UNA REALTÀ ALTERNATIVA?

Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/disperso-in-una-realta-alte...

Tre ragazzi, all’epoca dell’episodio diciottenni, di nome Mikhail Babkin, Nikolay Leontyev e Vitaliy Kravchenko, si trovavano in una stanza di una struttura sportiva locale chiamata “Oktyabryonok“. Stavano festeggiano il passaggio dal vecchio anno a quello nuovo con bicchieri di champagne e godersi bagni di vapore in sauna e nuotate in piscina, mangiando e mescolando il tutto, anche, con un pò di vodka. Alle ore 6 del mattino (ora locale), il guardiano del posto consigliò ai giovani di recarsi a casa, accompagnandoli verso l’uscita posteriore del palazzo, attraverso un lungo corridoio con pareti di cemento senza finestre. Il corridoio era situato nel seminterrato vicino alle pareti della piscina. Stavano camminando lungo il corridoio nel seguente ordine, il guardiano che camminava davanti, seguito da Leontyev, poi Babkin seguito da Kravchenko. Il corridoio era molto stretto.

Improvvisamente Babkin sembrò inciampare, nonostante il corridoio stretto e senza alcun motivo evidente. Il pavimento di cemento liscio non aveva buche. La gamba sinistra di Babkin inciampò…in una sorta di “buco“. Urlò e Leontyev si voltò stupito.

Non riusciva a credere ai suoi occhi quando vide la spalla di Babkin penetrare il muro di cemento e in un attimo tutto il corpo di Babkin svanì nel muro. Scomparve, a quanto pare, dissolvendosi nel muro (!). Gli attoniti testimoni cominciarono ad esaminare il muro con le mani alla ricerca di eventuali porte o crepacci, ma le loro mani toccarono solo cemento. Babkin disse poi ai suoi amici che lui era improvvisamente entrato in una piccola e buia stanza. Alla sua sinistra vide un oggetto, che somigliava a una sedia da visita medica. Di fronte a lui vide una porta leggermente aperta. C’era una stretta finestra sulla parete destra della stanza. Poteva vedere cime degli alberi completamente coperti, in modo folto, di foglie verdi, che si muovevano in un forte vento. Babkin era stupito, si trovava in pieno inverno, ma fuori da questa “finestra” sembrava essere estate e con ampia luce solare. Fino a pochi secondi prima stava camminando in un corridoio sotterraneo e qui guardava un fiabesco ambiente. Babkin si mosse come se fosse in uno stato di trance, verso una porta leggermente aperta e la aprì. Poi entrò in un’altra stanza, anch’essa avvolta nel buio. C’era una piattaforma rotonda che emanava una debole luce e non c’erano finestre nella stanza.

Un qualcosa simile ad “una sedia medica” si trovava vicino al muro. Si sentiva molto stordito e si muoveva come un robot, camminò avanti e aprì un’altra porta entrando in una stanza ancora più strana. Era completamente buia, con alcune zone luminose visibili nel buio come inchiostro. Le luci sembravano influenzare ipnoticamente Babkin. Divenne insensibile e incapace di distogliere lo sguardo dalle luci.

Improvvisamente notò alcune figure umanoidi, di colore nero, che apparivano di fronte a lui, debolmente illuminate da macchie di luce pulsante. Le loro teste apparivano di forma rettangolare. Cinque di esse si fermarono immobili di fronte a lui. Uno degli umanoidi, in piedi nella parte anteriore, era leggermente chinato e sembrava essere al lavoro in una sorta di dispositivo che emanava luce. Il dispositivo non era grande, simile ad una “pannocchia“, con una estremità a punta, che era puntato direttamente verso Babkin. L’oggetto emanava una luce molto brillante, ma stranamente non illuminava la zona circostante. Poi Babkin udì una voce maschile dentro la sua testa, che diceva: “Questo?” Un’altra voce, sempre nella testa di Babkin, rispose, “No, non lui“. Poi la prima voce disse subito, “è necessaria la cancellazione della memoria“.

Questa frase spaventò Babkin terribilmente. Si rese conto con fragorosa chiarezza che la memoria da cancellare era la sua. Babkin, inorridito, sembrò uscire di scatto da quello stato di confusione, corse fuori dalla porta e, improvvisamente, saltò di nuovo nel corridoio del complesso sportivo, urlando commenti balbettando. Sentì una porta chiudersi, con un forte sbattere, dietro di lui. Quando si voltò, la porta non c’era più. I suoi amici lo avevano cercato per circa un’ora, attraversando la struttura in completa disperazione. Ma secondo Babkin aveva trascorso solo cinque minuti in quest’altro strano mondo parallelo.

Lo strano episodio sarebbe accaduto il 14 gennaio 1978, a Rostov-on-Don (Russia), alle ore 06:00 a.m. (ora locale)



Nota a margine di Antonio De Comite: leggendo questa storia si potrebbe pensare ad uno scherzo, ad una esternazione “inquinata” da litri di vodka, ad un racconto di fantascienza. Può essere per davvero che non ci sia nulla di concreto, ma non ci scordiamo che il concetto di realtà è dibattito di accesa discussione nell’ambito della complessa fisica quantistica, e non solo tra i filosofi. Esistono “realtà altre“? Se la storia di sopra fosse reale, chi erano quegli strani esseri, dalle caratteristiche che oggi – molti ufologi – definirebbero “extraterrestri” e con lo stesso “modus operandi” dei presunti alieni “colpevoli” di supposti rapimenti e fenomeni di “missing times“? Qui siamo nella “fiera dell’assurdo” tanto cara a Jacques Vallée o John Keel. E non solo a loro…