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GLI APPORTI: TESTIMONI DEL CERCHIO FIRENZE 77

Fonte: www.cerchiofirenze77.org/Articoli/05%20Enrico%20Gli%20app...

Il fenomeno per eccellenza e stato l'apporto, ovvero la materializzazione tra le mani del medium o nel luogo dove avviene la seduta, di un qualcosa, generalmente un oggetto, che non era presente prima nella stanza e che può essere "prelevato"mediante una smaterializzazione in uno spazio-tempo diverso da quello della seduta e quindi rimaterializzato all'interno della cerchia, o può essere invece costruito appositamente per l'occasione.
Nel caso di Roberto Setti, a presiedere ai vari fenomeni era generalmente la Guida fisica del Cerchio, ovvero Michel, il quale accompagnava le varie materializzazioni con pochi cenni esplicativi, talvolta semplicemente chiamando a se colui al quale era destinato in dono l'apporto, altre volte rivelando succintamente le meccaniche del fenomeno e introducendo elementi di chiarezza sulla formazione atomica e subatomica della materia, con questo anticipando di molti anni le successive scoperte della moderna fisica di quark, particelle, corpuscoli, quanti, etc..







Michel spiega cosi come la materia condotta allo stato di energia possa essere ricombinata quale era utiiizzando una sorta di intelaiatura astrale che ogni oggetto possiede e che permane anche dopo la sua smaterializzazione, sulla quale intelaiatura vanno poi riamalgamate le particelle atomiche e subatomiche, fino a modellarle di nuovo nella forma che l'oggetto aveva; oppure in quella forma che si desidera ottenere e per la quale va predisposta una apposita intelaiatura.
Da una relazione del fisico dott. Alfredo Ferraro, più volte intervenuto alle sedute del Cerchio Firenze 77:

"...rivolsi la seguente domanda mentale alla Guida fisica: "Ammesso che nelle manifestozioni implicanti smaterializzazione e rimaterializzazione, la materia divenga energia, dove viene immagazzinata l'informazione della forma.?... Se si fonde una moneta, essa non si puo piu riottenere se non se ne e conservato lo stampo. E mai possibile che la materia divenga energia e poi ancora materia, senza un "quid" che la riconformi quale era...." Ecco il riscontro della Guida fisica alla mia domanda solo pensata: "... possiamo dire a livello atomico, un... come chiamarlo... un'armatura... una intessitura... ecco, quando noi apportiamo un oggetto, dobbiamo su questa intessitura riportare la materia che prima abbiamo smaterializzato. Adesso questo oggetto ha la sua armatura... ".

La produzione di apporti durante le sedute del Cerchio fiorentino e stata per molti anni a dir poco frequente nella cadenza degli incontri, ma negli ultimi dieci anni di vita di Roberto Setti era diventata addirittura una consuetudine che scandiva con regolarità lo svolgersi delle riunioni; ed anzi, con la vorticosa accelerazione dell'Insegnamento negli ultimi anni, parve accrescersi anche l'importanza delle materializzazioni; ad esempio, se nei primi anni, pure occasionalmente in presenza di apporti di un certo rilievo e valore, gli oggetti materializzati erano perlopiù significativi affettivamente per colui al quale erano destinati (e si poteva trattare di un vecchio orologio regalato al figlio prima che questi partisse per la guerra del '15-'18 e smarrito nella zona di Caporetto 50 anni prima; oppure del bottone di un'alta uniforme militare del padre trapassato, gia ufficiale dei Carabinieri; o ancora di una medaglietta commemorativa acquistata anni prima in una occasione particolare insieme alla fidanzata, poi prematuramente scomparsa, e cosi via...), in quell'ultimo lungo periodo gli apporti avevano, oltre che la consueta significanza affettiva, anche per un intrinseco valore non solo per i materiali di cui erano composti, ma soprattutto per la rarità dell'oggetto, o per la sua antichità, o per la sua raffinata lavorazione.





Si poteva trattare di un frammento di codice miniato, di una coppetta cinese in porcellana della dinastia Tang, di un ex-voto d'argento bulinato, di una spilla in oro o in madreperla, di una reliquia in filigrana e pietre, di un raffinato cammeo, di una miniatura incorniciata in filigrana d'argento, di un pendaglio in oro e pietre, di un cucchiaino d'argento con rose a sbalzo sul manico, in preziosi delle piu varie forme e grandezze, spesso realizzati in epoche storiche e aree geografiche lontane.
Queste materializzazioni potevano avvenire tramite un processo lento di manipolazione di una sostanza luminescente, tale da poter essere largamente constatato dai presenti, tra i quali vi era spesso un osservatore studioso di fenomeni parapsicologici, o un fisico, o un ricercatore scientifico; in alcuni casi l'oggetto veniva consegnato non del tutto formato all'interessato, il quale ne sentiva completare la formazione tra le proprie mani; in altri casi l'oggetto poteva completarsi nei giorni successivi con l'aggiunta di intere parti.
Dalla relazione di una seduta redatta dall'ing. Silvio Viezzoli: "... pur essendo la stanza al buio, le mani del medium emanavano la luce necessaria per vedere materializzarsi l'oggetto a poco a poco... una materia fluida gli si dipanava tra le dita, fuoriuscendo in lingue luminescenti ed emananti odore di ozono... Ia sostanza fluida si faceva sempre piu consistente, mentre la Guida spiegava:

"Sto rivestendo di materia l'intelaiatura fissa astrale che ogni oggetto possiede: adesso e trasparente, vedete?".

Infatti l'oggetto, simile a un piccolo sasso, appariva come di onice luminescente, di colore tra il verde e l’azzurro pallido…l’apporto prendeva corpo e si delineava, delimitato da una linea nera tra la massa luminescente che componeva l’oggetto e le luminosità emananti dalle mani del medium. Le fasi della materializzazione sono durate più di dieci minuti. Quando l'apporto e stato consegnato era ancora luminoso e la persona che l'ha ricevuto tra le mani ne ha percepito il "pulsare". E' una graziosa scatola rotondeggiante a forma d conchiglia, in porcellana bianca con trasparenze azzurrine. Porta la data 1785 e la scritta "Vive le Roi"; vi è disegnato il giglio di Francia, una corona gentilizia ed alcune volute di ornamento. E’ chiusa con una delicata cerniera metallica un po'annerita...".

Gli oggetti pervenuti con questo tipo di materializzazione, mantenevano sempre per circa mezz'ora un nucleo luminoso nel centro. Un'altra modalità con la quale potevano avvenire gli apporti era l'improvvisa materializzazione dell’oggetto in un punto qualsiasi della stanza o con la sua caduta dall'alto.





In questo caso avveniva talvolta che, cadendo nel buio, l'oggetto trascinasse una scia luminosa nell'aria visibile ai presenti; inoltre, nell'urto sul pavimento, di cui tutti avvertivano il rumore, gli oggetti, per pesanti o delicati che fossero, non riportavano alcun danno; sempre con caduta dell'oggetto, materializzato nella parte alta della stanza, vi sono stati apporti realizzati a luce accesa come nel caso descritto dall'ing. Viezzoli: 

Mentre sulle mani del medium sono ben visibili le luminescenze, per ordine della Guida fisica, viene accesa la luce al centro della stanza: il medium è seduto sulla poltrona, il busto piegato in avanti, ginocchia e piedi uniti, i gomiti appoggiati alle ginocchia e le mani, protese in avanti, ci vengono mostrate aperte con le dita leggermente divaricate. Dove un attimo prima, col buio, era visibile la luminescenza, ora, alla luce, non riesco a scorgere niente. Poi le mani, senza serrarsi, lasciano trasparire uno stato di tensione, come se stessero per afferrare saldamente qualcosa... 
Il fatto di essere seduto lontano dal medium, mi consente di avere un'ampia visuale, così da abbracciare quasi per intero il gruppo dei partecipanti e l'ambiente. Improvvisamente odo un leggero sfrigolio in alto: subito sotto la calotta di vetro del lampadario scorgo una breve scia verticale della lunghezza di circa dieci centimetri: potrebbe essere polvere di alluminio se la sua caduta non fosse così rapida: un attimo dopo il silenzio è rotto dal suono metallico come di una monetina che cade a terra {altri partecipanti hanno addirittura osservato l'oggetto in formazione al di sopra del lampadario). Più tardi vedrò che l'apporto è costituito da una barretta piegata a forma di cuore di metallo bianco con una sottile striscia di smalto verde; nel punto più largo misura circa due centimetri e mezzo...".

Nell'identico modo fu prodotto l'apporto di una moneta della dinastia provenzale dei conti Thibault, della contea di Provins, coniata intorno al 1100. La moneta, detta "denaro", e nella lega conosciuta in Francia come "lega Billon". Altro apporto a luce accesa con tutti i componenti del cerchio seduti intorno al medium e tutti con le mani in catena, fu un dono per i presenti: si trattava di un lavoro a sbalzo del 1600, costituito di una placca di bronzo dorato, di forma ovale, della dimensione di ben diciassette centimetri per tredici: la lavorazione in rilievo raffigura dei corpi umani in mezzo alle fiamme che si protendono a ricevere l'acqua versata da un calice sorretto da un angelo che si libra sopra di loro.
In più occasioni, per dare prova della formazione dell’oggetto in un punto della stanza, veniva fatta accendere a più riprese la luce e gli astanti potevano verificare le varie fasi di formazione dell'oggetto, prima mancante di qualche sua parte e poi via via sempre più completo. Quindi, più e più modalità per il medesimo fenomeno adattandosi alle esigenze del caso o dei presenti, così che sempre gli apporti fossero significativi per chi li riceveva in dono e al contempo, in presenza di veri ricercatori scevri da pregiudizi e disposti con animo franco all'osservazione del fenomeno, risultassero ampiamente soddisfacenti e totalmente credibili e convincenti.
Testimoniare qui tutti gli apporti avvenuti per il tramite di Roberto Setti occuperebbe pagine intere, se si considera la quasi regolarità dell'apporto per ogni seduta e la quantità delle sedute, anche volendo prendere in considerazione solo quelle avvenute nel corso degli ultimi dieci anni, dal '73 ai primi dell'84; ma ci preme ricordare che per tanti doni e tanta meraviglia, di gran lunga enormemente superiore al già cospicuo valore materiale delle decine e decine di apporti regalati a tanti amici (come pure a molti sconosciuti, magari intervenuti per un'unica volta alle sedute del Cerchio Firenze 77) mai e stato chiesto denaro! Mai sono circolati soldi ed anzi sono state decisamente respinte tutte le offerte pervenute, talora molto generose, e scaturite sempre da un moto di amore e di gratitudine per i doni e per le emozioni vissute; mai sono state fatte richieste di alcun genere a chi interveniva o poste condizioni se non quell'unica di predisporsi con animo sereno e intenti limpidi alla straordinaria esperienza che gli veniva offerta.