Alan Turing può essere considerato uno dei fondatori dell’informatica come scienza. Matematico e ersperto in logica, diventò un abile crittografo. Teorizzò la macchina ideale, capace di risolvere problemi complessi e non esclusivamente di calcolo, sulla base di una serie di regole, in pratica degli algoritmi.
Su questo modello venne realizzato Colossus, l’antesignano dei computer. Fu proprio grazie a Colossus che Turing, durante la seconda guerra mondiale, lavorando al Dipartimento delle comunicazioni inglese, riuscì a rompere il codice Enigma, il codice segreto con il quale i nazisti comunicavano tra loro.
Finita la guerrà studiò le relazioni tra computer e sistemi organici, e in particolare l’iintelligenza umana, dando il via a tuttò ciò che è servito a sviluppare l’intelligenza artificiale ma anche il mito del cyborg.
Turing, che viveva in Inghilterra, venne arrestato nel 1952 con l’accusa di omosessualità. Condannato, anche perché aveva dichiarato che non riteneva che le scelte sessuali fossero un reato, venne castrato chimicamente.
A causa di questo il suo corpo ebbe degli effetti evidenti: lo sviluppo del seno. Si tolse la vita, avvelenandosi con una mela drogata con cianuro di potassio, nel 1954. Il governo inglese proprio in questi giorni ha rifiutato ancora una volta di concedere delle scuse ufficiali, in base al fatto che aveva comunque violato le leggi vigenti all’epoca, nonostante numerosi gruppi abbiano fatto delle petizioni per chiedere il perdono, in vista del centenario della nascita, che ricorre il 12 giugno di quest’anno. Per conoscere i dettagli della vita di Turing, nel 1996 la Bbc ha prodotto il film Breaking the code, che è stato rilasciato pubblicamente.
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