00 30/05/2012 19:15

L’antitesi della delocalizzazione del processo produttivo dell’agroalimentare: Urban Food Jungle, un progetto visionario elaborato dal designer James Haig Streeter della AECOM, che si propone di trasformare la città in una giungla rurale.

Un luogo in cui frutta e verdura crescono ai lati delle strade sotto gli occhi dei cittadini, permettendo ai consumatori di osservare l’intero percorso dalla pianta alla tavola e di consumare in bar e ristoranti i prodotti locali a km zero. Un modo per sopperire alla riduzione delle risorse alimentari, reinventando gli spazi agricoli e perseguendo una maggiore sicurezza alimentare.

Non semplici orti urbani e fattorie verticali: il sistema disegnato da AECOM si basa sull’acquaponica, la coltivazione integrata di acqua e pesci.



L’acqua ricca di sostanze nutritive per le piante prodotte dal materiale di scarto dei pesci circola e ricircola dagli stagni fino ai pilastri su cui cresce la vegetazione urbana, ritornando filtrata e pulita agli organismi acquatici. Le piante alimentate dai nutrienti dei pesci vanno a costituirsi in colonne commestibili.

Un po’ spinto come progetto di agricoltura urbana ma interessante il concetto da cui è nato: occorre non solo ridurre l’impatto ambientale delle nostre azioni ma fornire un contributo positivo all’ecosistema. Dal momento che sempre più persone migrano dalle campagne alla città, il cibo che consumiamo è sempre più lontano dal luogo in cui è stato prodotto. Per ridurre le emissioni del trasporto e riavvicinarci al processo produttivo del cibo la migrazione dell’agricoltura nel tessuto urbano è una soluzione che ritroviamo sempre più spesso in diversi progetti, a testimonianza del bisogno sempre più avvertito di riaccostarsi alla terra e ai suoi frutti.



Fonte: www.ecoblog.it/post/15935/agricoltura-urbana-acquaponica-urban-foo...