IL MONDO UFO Lo spazio di UFOONLINE per parlare di misteri ufo, alieni , rapimenti e casi di incontri ravvicinati.

Antichi Dipinti

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    Alex1304
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    00 17/11/2011 16:07
    Re: Re: Re: Re: Re:
    Andrea.ufoonline, 17/11/2011 15:40:



    Scusami Alex! Era tuo il post, mi sono confuso... Si molto strano




    Tranquillo hai ragione il post era di AlyxVance , io gli ho solo aggiunto qualcosina
    (richard), 17/11/2011 15:36:

    Alex1304, 17/11/2011 15.31:



    Scusa eone abbiamo messo l'articolo nello stesso momento [SM=g1420771]

    Che dire su queste testimonianze ? Bhe ... La nostra storia é piena di indizi , chissa che in questi reperti non ci sia la verita' , a noi tutti l'ardua ricerca [SM=g10034]




    La verita' sta' sempre nel mezzo fuffa o verita' che sia!



    bhe richard che dire hai ragione ! Pero tentar non nuoce
    Perche non partiamo dalla teoria di Darwin , teoria che fa oggi come oggi acqua da tutte le parti
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    bix01
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    00 18/11/2011 11:04
    grazie per la raccolta
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    Alex1304
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    00 18/11/2011 14:54
    Re:
    bix01, 18/11/2011 11:04:

    grazie per la raccolta




    Figurati [SM=g1950677]
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    Alex1304
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    Utente Veterano
    00 18/11/2011 15:30
    Vi vorrei far leggere,, un articolo che ho trovato molto interessante, dove vi é la spiegazione razionale a tutte queste opere d'arte!
    Vi starete chiedendo perche' posto questo articolo? Bhe perche' ho imparato , insieme a voi a trovare indizi ,spiegazioni ,prove e poi tirare conclusioni, anche andando contro il proprio ( credo) [SM=g1950687]
    L'articolo e le spiegazioni sono abbastanza lunghe , scusatemi vi posto l'inizio ed il link per visionare il tutto
    www.sprezzatura.it/Arte/Arte_UFO.htm



    Diego Cuoghi

    ARTE E UFO?
    no grazie, solo arte per favore...



    "Intanto l'uomo comune aveva perduto la capacità di riconoscere i soggetti dell'arte antica e di comprenderne i significati. Erano sempre meno le persone che leggevano i classici greci e relativamente poche quelle che conoscevano la Bibbia come l'avevano conosciuta i loro nonni. Le persone di una certa età oggi restano sgomente nel vedere quanti riferimenti biblici siano ormai incomprensibili alle ultime generazioni."

    Kenneth Clark
    (dall' introduzione a "Dizionario dei soggetti e dei simboli nell'Arte" di James Hall)

     

    Con la sigla U.F.O. si definisce un "oggetto volante non identificato" (Unidentified Flying Object).

    Ovviamente se l'oggetto volante viene identificato non può più essere definito UFO. In queste pagine prenderò in esame una serie di "oggetti volanti" che secondo alcuni si troverebbero raffigurati in opere d'arte antica. In molti libri, ma soprattutto nelle sezioni di"paleoastronautica" o "clipeologia" di molti siti web, questi dipinti vengono portati come prove di avvistamenti di UFO nel passato. A un attento esame però queste opere d'arte si rivelano simili a moltissime altre dallo stesso soggetto, quindi non incongrue rispetto alla tradizione. In ultima analisi gli "oggetti volanti" risultano facilmente identificabili all'interno della iconografia cristiana medievale e rinascimentale.

    Questi sono solo alcuni dei tanti siti web in cui si trova questo materiale:

    www.edicolaweb.net/edic042a.htm - www.edicolaweb.net/nonsoloufo/arte_i.htm- www.zonamagica.net/clipeodipinti.htm - www.ufoartwork.com/ - www.geocities.com/jilaens/renai.htm - www.crystalinks.com/ufohistory.html- www.bibleufo.com/anapaint1.htm - www.igap.dk/bibelske.htm - www.shirleymaclaine.com/articles/ufos/article-328 - conspiration.cc/sujets/ovni/ovnisdessiecles.html - perso.club-internet.fr/gegecast/ovnisite/histoire/histo... - ovni.science.free.fr/dossiers/mysteres/archeologie/princi...

    Più o meno le immagini che vengono pubblicate sono sempre quelle; se una nuova figura viene inserita in un sito o in un libro si può stare sicuri che entro breve tempo la si vedrà comparire anche negli altri, spesso con gli stessi identici commenti. Il sito più conosciuto e citato è quello di Matthew Hurley, autore che di recente ha pubblicato il libro "Alien Chronicles". Uno dei libri italiani più recenti su questo argomento è invece “Narrano antiche cronache” di Roberto Volterri. L’autore passa in rassegna decine di “casi” invitando più volte e con insistenza i lettori a dare la caccia, in libri, musei e pinacoteche, a «piccoli e grandi elementi, dettagli, spunti che potrebbero suggerire anche interpretazioni... ufologiche.».

    Purtroppo il metodo seguito dai “cacciatori di UFO” è proprio questo, e non richiede assolutamente la minima conoscenza in campo storico-artistico. Basta prendere un libro con riproduzioni d'arte, meglio se opere precedenti al secolo XVII, e cominciare a ricercare in tutti i quadri i particolari strani, soprattutto a forma lenticolare, ovvero di "disco volante". In questo modo non è difficile trovare elementi che a prima vista appaiono bizzarri e si può dichiarare questo o quell'oggetto incongruo rispetto all'ambiente o all'epoca dell'opera d'arte, e quindi sicuramente "alieno" o "non identificato".
    Nessuno di questi autori si preoccupa di documentarsi sul possibile significato simbolico di quegli strani elementi nell'arte di quel periodo, così li prendono per raffigurazioni realistiche di oggetti volanti non identificati visti dal vero. Come se un autore del '400 italiano o un anonimo pittore di icone bizantine avessero davvero potuto inserire in un dipinto a soggetto religioso qualcosa di non "canonico" e codificato. Chi sceglieva i soggetti e ne controllava puntigliosamente l'esecuzione era infatti la committenza (in molti di questi casi istituzioni religiose) che mai avrebbe permesso all'autore di rappresentare altro da ciò che era stato in precedenza concordato con precisi contratti, soprattutto nel caso di soggetti sacri che dovevano rispettare regole e dogmi ben definiti.
    Chi sostiene le teorie sugli UFO nell'arte rinascimentale probabilmente si immagina quell'epoca come misteriosa e lontana, e vede i dipinti come uniche testimonianze criptiche delle esperienze o dell'immaginario personale degli artisti, liberi di esprimersi come meglio pareva loro. Esistono però archivi storici pieni di documenti ben conosciuti, di pugno di questi pittori o scultori e dei loro committenti: lettere, diari, fatture, inventari, contratti, suppliche, ingiunzioni, resoconti di viaggi, note di spese... e sono questi documenti che testimoniano cosa e come veniva dipinto e per chi. E tra i motivi non c'erano certo i rovelli esistenziali o le esperienze concrete della vita che siamo abituati a immaginare oggi come fonte di ispirazione degli artisti.
    In queste pagine elencherò alcune di queste opere d'arte, tratte da molti siti web ufologici italiani ed esteri, e cercherò di spiegare in modo semplice quali sono il soggetto e il significato. Lo scopo è quello di dare una risposta decisa a chi pubblica in maniera superficiale immagini d'arte antica e relativi commenti come si trattasse di figurine che vengono scambiate, riciclandole e copiandole l'uno dall'altro senza fare nessun approfondimento né verifica. [SM=g1420769]

    Fonte www.sprezzatura.it/Arte/Arte_UFO.htm
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    eone nero
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    Utente Master
    00 18/11/2011 15:57
    Culti Cargo e Clipeologia

    Un mito offre un modello standard per interpretare il mondo, che non può essere ignorato, perché guardando attraverso il mito, ci si rende conto che la realtà esalta l'evidenza del mito stesso.

    Edward De Bono

    Nel sempre presente dibattito tra “creazionisti” ed “evoluzionisti”, nato dai tempi delle asserzioni di Charles Darwin sul presunto sviluppo umano, negli ultimi scorci del ‘900, si è intromessa un’altra corrente di pensiero, quella cui fanno capo coloro i quali considerano l’evoluzione umana come il punto culmine ultimo di un intervento alieno.Presunti sbarchi di popoli extraterrestri che avrebbero aiutato l'evoluzione della nostra civiltà , se non, addirittura, "creato" l'uomo con ardite operazioni di biogenetica.Visitatori spaziali che avrebbero fornito ai terrestri le conoscenze necessarie per iniziare il loro lungo cammino verso la civiltà; poi, compiuta la missione, sarebbero tornati al loro mondo sperduto nella Galassia. Come considerare queste asserzioni, sempre più presenti nelle opere letterarie degli esploratori della nuova frontiera scientifica, quella mai riconosciuta dagli studiosi dogmatici, e cioè la fanta-archeologia? Ipotesi senza fondamento per il felice proliferare di centinaia di riviste specializzate del settore, che hanno come cavallo di battaglia ardite tesi che propongono una soluzione extraterrestre a molti degli enigmi insoluti della Storia? Abili manipolazioni di antichi resoconti e nuove riletture di antichi testi da parte di abili speculatori letterari il tutto per vendere milioni di copie di libri a poveri lettori che hanno la sola colpa di viaggiare troppo con la fantasia e di credere anche all’impossibile? Possibile che il tutto sia riconducibile a soli voli pindarici della fantasia, magari a solo scopo lucrativo, o si potrebbe incanalare il discorso anche su basi più scientifiche?

    Di certo è che l’argomento, oltre ad interessare vari autori come Von Daniken,Sitchin e quant’altri, più o meno attendibili, ha fatto nascere un fenomeno che nel corso degli ultimi anni ha dato la vita a migliaia di libri venduti per tutto il mondo, milioni di copie sparse ai quattro angoli della terra, miliardi di soldi incassati e molti conti in banca che sono lievitati da un giorno all’altro. Tra l’altro ha dato i natali ad una nuova pseudo-scienza, la clipeologia , che, sebbene contrastata dagli ambienti accademici “puritani”, raccoglie, man mano che il tempo trascorre, sempre più adepti sia fra i sostenitori attivi (scienziati, fisici, letterati etc) sia fra quelli passivi ( la massa potenzialmente cliente di tali arditi Indiana Jones della ns epoca).Ma cos’è la clipeologia, in effetti? E su quali basi fonda la sua stessa esistenza? Ed è tutto oro quello che luccica o sono solo puerili affermazioni senza alcuna base scientifica? Ed è possibile riscontrare i suoi temi in altre tematiche molto più approfondite sia scientificamente che umanisticamente? Ora vedremo di dare una risposta a questi quesiti, incominciando a definire in cosa consiste la clipeologia e le tesi in cui affonda le proprie radici. La clipeologia è la ricerca di eventuali manifestazioni UFO nel passato. Il termine deriva da «clipeus», lo scudo rotondo dei guerrieri romani, e trova giustificazione nel fatto che gli antichi scrittori latini, come ad esempio Plinio il Vecchio, descrissero come «clipei ardentes» (scudi infuocati) certe strane apparizioni celesti dell'epoca.Un esempio per tutti potrebbe celarsi dietro la presunta visione dell’imperatore Costantino che, di fatto, cambiò i connotati della storia.Per una volta tanto pare che possiamo affrancarci da stereotipi di discipline o altro nati oltre oceano, e, anzi, possiamo “orgogliosi” gonfiare il petto e affermare che, sì, la parola clipeologia abbai avuto i suoi natali in Italia; infatti, pare che sia stata coniata da Umberto Colazzi, alla fine degli anni’50, e che abbia incominciato subito dopo a percorrere la nostra penisola grazie alla rivista “Clypeus” E , per una volta tanto, possiamo persino “vantarci” di essere copiati, perché la clipeologia, non è un fenomeno prettamente italiano, anzi, in più parti del mondo ha trovato seguacitanto che nel 1973 venne fondata la Ancient Astronaut Society, organizzazione fondata da Gene Philips, il cui scopo consiste nel produrre le prove del contatto con intelligenze extraterrestri, verificatosi millenni orsono e che per certi aspetti si manifestò con un massiccio intervento nella storia e nei destini dell'uomo.

    Nel corso della storia pare che siano state molte le testimonianze dipresunti avvistamenti ufologici nei cieli del nostro pianeta e l’esame stesso dei numerosi rapporti su quelli che possono essere stati UFO prima dell’epoca dell’aeroplano fa nascere l’idea che la Terra sia da molto tempo osservata e visitata da altre civiltà.Tuttavia consideriamo che l’uomo ha da sempre rivolto il naso verso il cielo, cercando di carpirne i segreti o cercando segni e portenti a lui favorevoli o meno ( e quasi sempre trovati), rendendo quindi difficilefare una distinzione fra “veri” avvistamenti e altri prodigi celesti, interpretati di volta in volta, e a seconda dei bisogni e delle circostanze, come ammonizioni, incoraggiamenti o profezie.Non è mia intenzione assolutamente disquisire sulla fondatezza o meno dell’argomentazione extraterrestre su tali fatti, ma, bensì, a semplice scopo illustrativo, fornire un adeguato elenco e sottolineare come, al di là di tutto, stiamo parlando di fenomeni che colpirono, e molto, gli osservatori dell’epoca, tanto da far sì che il loro ricordo venisse tramandato ai posteri, sopravvivendo all’usura del tempo.Ecco quindi i casi più clamorosi, partendo dal più conosciuto argomentato.Nel papiro egizio, noto col nome di “Papiro Tulli", si narra una serie di avvistamenti di oggetti misteriosi nel cielo. Protagonisti della vicenda il Faraone Thuthmosis III (1504-1450, circa a. C.) e molti suoi sudditi. Lo studio del professor Solas Boncompagni portò alla traduzione in italiano del testo geroglifico.In alcuni passi è addirittura sorprendente la chiarezza della descrizione che pare lasciare il lettore senza alcun dubbio:“Nell’anno 22, nel terzo mese dell’inverno, nella sesta ora del giorno, gli scribi della Casa della Vita notarono che un circolo di fuoco stava arrivando dal cielo: il suo corpo era lungo una pertica e largo una pertica.Essi si distesero bocconi e andarono dal Faraone a riferire la cosa.Sua Maestà stava riflettendo su quanto accadeva allora, queste cose diventavano sempre più frequenti di prima nel cielo, scintillavano più brillanti del lucente sole e si estendevano fino ai limiti dei quattro sostegni del cielo.I soldati dell’esercito stettero a vedere insieme al Faraone.Fu dopo il pasto della sera che quei cerchi di fuoco salirono più in alto nel cielo,verso il sud.Il faraone fece bruciare dell’incenso per ristabilire al pace nel paese e ordinò che quanto accaduto fosse trascritto negli annali della Casa della Vita” Sempre da uno studio condotto dal professor Solas Boncompagni, in una scena tratta dal Libro dei Morti, nella riproduzione del Papiro di Torino, si possono osservare chiaramente in cielo tre corpi volanti di forma circolare. La scena presenta una imbarcazione con offerte.

    Nel Libro dei Morti la descrizione, che fa parte del Capitolo CX, conclude: «Io approdo al momento (...) sulla Terra, all'epoca stabilita, secondo tutti gli scritti della Terra, da quando la Terra è esistita e secondo quanto ordinato da (...) venerabile».Secondo Tito Livio, nella sua Storia di Roma, il secondo re di Roma, Numa Pompilio, fu testimone personale della caduta dal cielo di uno di questi scudi volanti e che lo avesse annoverato tra gli oggetti di culto delle pratiche religiose che stava promuovendo.Tali oggetti furono osservati anche in futuronei cieli non solo di Roma, ma per tutto l’Impero.A confermare al tesi dello storico Tito Livio ecco altri illustri storiografi dell’epoca romana. Cicerone, nel suo De Divinatione, nel Capitolo 43, parla di quando Plinio il Vecchio, nelle Historiae Naturales, nei capitoli 25 e 36, racconta di Clipeus Ardens visti sfrecciare nel cielo dell'antica Roma. Giulio Ossequente, nel De Prodigiis narra di avvistamenti, effettuati sia di giorno che di notte, riguardanti "Scudi di fuoco", "torce", "più soli", più lune", "ruote luminose" ecc., apparsi su Roma e su altri luoghi. Dal "De Prodigiis", il disegno di due Soli che apparvero su Alba nel 204 a. C. Esiste la cronaca di identici avvistamenti anche nelle opere di Plutarco, Eschilo e Valerio Massimo.

    Nel suo trattato di scienze naturali, Seneca racconta, con numerose osservazioni, di inspiegabili "travi luminose" che comparivano all'improvviso nei cieli delle città antiche. Le "travi" rimanevano immobili per giorni, per poi sparire all'improvviso, così come erano arrivate. Senofonte, nel suo "Anabasi", fa una classifica degli oggetti volanti avvistati in base alla loro forma; li descrive nelle forme a conchiglia, piatti, a campana, triangolari.Alessandro Magno e il suo esercito, essendo abili nell’ambito della guerra, paragonarono a grandi scudi di argento scintillante quella che potrebbe essere un incursione UFO del 329 a.C., che sorprese l’esercito greco mentre attraversava il fiume Jaxartes, in India.Persino Aristotele trovò l’occasione di parlarne, paragonandoli ai dischi lanciati dai lanciatori di disco dell’antica Grecia.E’ interessante notare come la descrizione usata per descrivere questi fenomeni si adatti perfettamente alle conoscenze dei posti e dei tempi dove tali avvistamenti avevano atto.Nell’era delle scoperte e delle esplorazioni, i corpi che viaggiavano nel cielo assunsero, agli occhi degli osservatori, forme simili a navi e più tardi, dopo l’invenzione della mongolfiera, gli oggetti volanti furono descritti, in Francia, come scintillanti palloni di fuoco.Nel Vermont del XIX secolo, gli osservatori dediti alla tessitura chiamarono ciò che vedevano un fuso aereo.Insomma gli osservatori di tutti i tempi hanno sempre avuto la tendenza a definire gli oggetti in movimento nel cielo con i termini che salivano più spontaneamente alle loro labbra. Corrado Lychostene, nel suo libro "Prodigiorum ac Ostentorum Chronicon", stampato a Basilea nell'anno 1557, ci descrive gli avvistamenti di oggetti strani che solcavano il cielo nel Medio Evo e nel Rinascimento. Oltre a croci greche e cristiane, nel libro si descrive il passaggio nel cielo d'Arabia, nell'anno 1479, di un oggetto definito "trave". Accanto alla notizia è stampato anche il disegno di tale “trave", che è identica ad un moderno missile.Eccone un’immagine: Nel 1290, un enorme oggetto circolare di colore argenteo sorvolò lentamente l'Abbazia benedettina di Amplefort, in Inghilterra, sotto gli occhi terrorizzati dei monaci che interruppero le loro preghiere già iniziate nella cappella, per accorrere a vedere il prodigio. Benvenuto Cellini (1500-1571) nella sua autobiografia descrive lo strano fenomeno di cui fu testimone lui stesso assieme a un suo compagno di viaggio. I due stavano ritornando da Roma, a cavallo, verso Firenze, quando giunsero su una collina da cui si vedeva la città.

    Poterono così vedere una enorme "trave luminosa" stagliarsi nel cielo sopra Firenze. Gli abitanti di Norimberga, il 14 aprile 1561, furono testimoni di un fenomeno inspiegabile. Nel cielo della città comparvero numerosissimi oggetti cilindrici che rimasero immobili, in alto. Subito dopo, dall'interno degli oggetti cilindrici uscirono moltissimi altri oggetti, a forma di sfera e di disco, che si misero a compiere evoluzioni nel cielo. Nel cielo di Basilea, in Svizzera, il 7 agosto 1566, apparvero numerosi oggetti di forma sferica e di colore chiaro e scuro. Gli oggetti si affrontarono in una specie di combattimento aereo, davanti agli abitanti della città che, con lo sguardo rivolto al cielo, osservavano la scena.Sorvoliamo, solamente per motivi di spazio, all’innumerevole casistica ufologia che pare permeavi tutta la tematica biblica, citando solo a mò di appunti il rapimento di Enoch, la visione di Ezechiele,la stessa ascesa al cielo di Ezechiele, la caduta di Gerico , il tramutarsi in una statua di sale della moglie di Lot e tanti altri ancora.Così come rimando ad altri articoli sul sito ACAM (vedi “I misteri dell’Antica India”) le disquisizioni sui Vimana dell’India protostorica e sulle probabili catastrofi nucleari di Mohenjo Daro e Harappa.Cosa ancora più interessante è quando questi presunti avvistamenti ufologici del passato sembrano dar vita a dei veri e propri movimenti religiosi e di pensiero che condizionarono sia il presente che il futuro delle popolazioni venute a contatto di tali fenomeni, di qualunque natura siano essi stati.Infatti molte antiche tradizioni religiose, in varie parti del mondo e per diversi popoli antichi, parlano di dei discesi dal cielo a governare e istruire l’umanità, divinità dotate di grandi poteri ed eccezionali mezzi.È il caso del mito dell’uomo-pesce Oannes, della tradizione sumera, il quale sarebbe sceso dal cielo a bordo di una enorme perla luccicante, per portare la conoscenza agli uomini. Si tenga presenta a questo proposito un dato estremamente interessante: la civiltà sumera, di fatto la più antica del mondo, si sviluppò repentinamente, quasi da un giorno all'altro.Nelle Anderiscontriamo il mito della donna-pesce ( o donna tapiro, a secondo delle tradizioni) Orejona,anch’essa discesa dal cielo nei pressi del lago Titicaca, e al cielo ritornata, dopo aver compiuto il suo compito.Vorremmo poi dimenticare i Nefilim biblici o i Kjappas di alcune culture nipponiche, o lo strano Bep Kororoti, strano essere dall’ambigua tenuta (una tuta spaziale?), dalla cui mani scaturivano fulmini e che discese in Amazzonia presso la tribù di indios Kajappos? Insommapotremmo citare molti altri esempi, ma non è la lunghezza dell’elenco che definirebbe l’importanza dell’argomento o la sua veridicità.La ragione ci trae in inganno più spesso della natura.L. de C. de V. Vauvenargues Piuttosto è interessante notare come queste tradizioni religiose siano nate attraverso la sicura interferenza di un qualcosa che dovette almeno sembrare meritevole di catalizzare l’attenzione di quei antichi osservatori.

    Da cosa nasce il bisogno interiore di quei popoli di divinizzare quei strani fenomeni? E ne abbiamo un riscontro documentato ai giorni nostri di una possibile coercizione di pensiero di fronte ad avvenimenti che hanno per lo meno dello strano? Ebbene tutti queste antiche nascite di movimenti di pensiero religioso hanno un riscontro in una fenomenologia molto documentata e ben studiata: i culti cargo.I culti cargo sorgono nel momento in cui una data cultura, tecnologicamente avanzata, entra in contatto con un'altra più arretrata. I “culti del cargo” fanno parte della tradizione culturale-religiosa di gran parte della popolazione indigena dell'Oceania, dove, le navi dei primi colonizzatori europei venivano considerate dei carichi di doni loro inviati dagli Dei. Un ulteriore recrudescenza di questi culti si ebbe durante la Seconda Guerra Mondiale, stavolta dovuti prevalentemente agli aerei da trasporto militari, visti come “uccelli celesti” che trasportavano doni.Testimonianze importanti di questi culti cargo riguardarono grandi esploratori come in una delle isole dell'arcipelago delle Bahamas, scrisse nel suo diario di bordo:Ci accolsero riverendoci come se fossimo stati dei discesi dal cielo.Alla stessa maniera di Colombo anche Sir Francis Drake, e vi è testimonianza nel suo libro di bordo, fu scambiato per un entità divina e ultraterrena dai nativi americani stanziati nella zona dove attualmente sorge San Francisco:Cercammo di spiegare loro che non eravamo degli dei, ma inutilmente.I Conquistadores spagnoli, capeggiati prima da Cortes e poi da Pizzarro, ebbero facilmente la meglio sulle popolazioni locali (Aztechi ed Incas), benché in numero nettamente inferiore, poiché, per via del loro aspetto fisico, vennero scambiati per antichi semi-dei civilizzatori (Kukulkan, Quetzalcoatl) tornati in quei luoghi.I loro stessi cavalli e le loro armi apparvero agli occhi stupefatti di quei popoli come elementi prodigiosi di divinità.Basta pensare che gli stessi Spagnoli, per infoltire la credenza popolare che i loro cavalli erano animali immortali, ne nascondevano il corpo quando una della cavalcature rimaneva uccisa.Jean Rimbault, capitano, nel 1565 fece erigere in Florida una colonna monumentale raffigurante l'emblema della propria nazione. Dopo qualche anno, la popolazione indigena del luogo iniziò a venerare tale colonna, rendendola centro del culto religioso, adornandola con ghirlande e ponendole davanti sacrifici come dono.

    L’idealizzazione di tali culti personalizzò talmente la filosofia religiosa di alcuni di questi popoli che essi arrivarono persino ad estremizzare tali culti, al punto tale di compiere vere proprie nefandezze.James Cook fù propriouna delle vittime dei culti cargo in quanto la sua storia è un sciagurato susseguirsi di coincidenze che, viste dalla parte del retroterra culturale e religioso dei nativi del posto, lo porteranno alla morte. Il 17 gennaio 1779, il capitano James Cook, al comando del suo Discovery, raggiunge le isole Tahiti accolto generosamentedagli indigeni . Una volta sbarcato, con i suoi uomini, Cook fu avvolto da un sacerdote con una stoffa rossa mentre la gente lo acclamava chiamandolo “Lono!”. Tutta questa adorazione aveva un motivo ben fondato nella liturgia spirituale-religiosa del posto; infatti,ogni anno, tra novembre e dicembre, , nell'isola di Hawaii iniziavano le celebrazioni del Makahiki, la festa della rigenerazione della natura lacui divinità protettriceera Lono, il dio della fertilità, la cui vela compariva quando le Pleiadi si affacciavano all'orizzonte. Secondo il mito locale, Lono era stato esiliato dall'isola per altri mesi dell'anno e percorreva un lungo viaggio circolare, in senso orario, attorno all'isola per fecondarne tutti paesi. Cook era arrivato proprio quando gli hawaiani attendevano Lono e lui era stato accolto come una divinità. Il cerimoniale prevedeva che dopo trentatré giorni Lono inscenasse un combattimento rituale con il re dell'isola e ne venisse ucciso. Il suo corpo, caricato su una canoa, avrebbe ripreso la via dell'esilio, per fare ritorno l'anno successivo. Cook ripartì da Kealakekua il 4 febbraio, al termine delle celebrazioni, ma una tempesta danneggiò le sue navi e lo costrinse a fare ritorno alla baia. Era il 14 febbraio, quando la nave inglese riapparve agli isolani. Nessuna festa, nessun canto, ma un atteggiamento di ostilità. L'improvviso ritorno di Lono, peraltro in direzione opposta, aveva turbato gli indigeni. Era un segno di disordine, una sfida all'autorità regale.

    Occorreva il sacrificio del dio per risanare una rottura dell'equilibrio cosmico. Fu così che Cook cadde sotto i colpi dei capi hawaiani, subendo il destino del dio con cui era stato divinizzato, un altro orizzonte lo aveva condannato.Altri movimenti di culti cargo nacquero spontaneamente nel periodo della seconda Guerra Mondiale, quando spesso i soldati americani e i loro mezzi venivano scambiati per dei venuti da lontano a combattere gli invasori nipponici e a portare doni.Similmente al linguaggio pastorale adottato da Ezechiele per descrivere la sua visione , e al linguaggio, adattato ogni volta sia all’estrazione culturale che sociale dell’osservatore dei presunti fenomeni ufologici nel lontano passato, come è stato precedentemente affermato, è sorprendente notare come anche nel caso dei culti cargo il lessico usato per descrivere gli cavi Proviamo a confrontare dunque questi culti cargo con le religioni a noi note. Non possiamo fare a meno di notare sorprendenti comunanze. Le leggende tramandateci oralmente che narrano di dei scesi dal cielo sulla terra su carri di fuoco per punire i peccatori, per ricompensare gli uomini o per esigere servigi da loro, sono presenti indubbiamente presso tutte le culture, le tradizioni e le religioni del mondo, come abbiamo visto sopra.Ma, mentre gli;Dei appartenenti ai detti culti cargo,esponenti di un periodo (XVI-XIV secolo) vicino a noi e quindi ben documentato,sono ben noti a noi, dobbiamo domandarci, invece, chi o cosa furono quelli che in epoche remote determinarono la formazione degli attuali culti ormai fortemente radicati nelle culture di tutti i popoli del pianeta?In entrambi i casi è comunque importante constatare come ci sia la necessità impellente di divinizzare elementi tecnologici estranei alla collettività socialedel popolo che veniva in contatto con queste nuove realtà.Così come molti popoli polinesiani costruivano veri e propri “totem” o simulacri di immagini sacre rappresentanti le navi dei primi esploratori europei prima o gli aerei delle milizie americane dopo, così spesso, nello studio di antiche civiltà, ci troviamo di fronte ad elementi culturalmente estranei a quelle entità.Basta ricordare i presunti alianti egiziani o i monili a forma di aeroplano appartenenti alle culture incaiche, spesso, e forse erroneamente, indicate come raffigurazioni fantasiose o al più di volatili.

    Se prendiamo per vera l’ipotesi che vuole la Terra oggetto di visite extraterrestri nel lontano passato, e di come queste visite siano diventate, nell’immaginario collettivo dei popoli di allora, come elementi formativi di primi ancestrali culti-cargo ante litteram, ecco che molte rappresentazioni su pareti, scritti su pergamena, citazioni di oggetti volanti, conoscenze astronomiche e quant’altro, potrebbero aver un fondamento e una spiegazione.Quindi la clipeologia, oltre a fenomeno mediatico a semplice scopo lucrativo, potrebbe essere molto più presa in considerazione, partendo dal presupposto che essa si basa su due fondamenti:1)il fenomeno UFO non è esclusivo del nostro tempo: esso affonda le proprie radici nella storia, fino alle epoche più remote;2) il suo manifestarsi attraverso i secoli è rimasto documentato, sotto forma di descrizioni, allusioni, riferimenti, nelle mitologie, nei testi sacri, nei libri degli antichi autori, nelle cronache medioevali, nei diari di viaggio, nei libri di bordo ecc.Riassumendo possiamo affermare che lo scopo della clipeologia è quindi quello di scoprire queste presunte tracce e di presentarle come tali dopo averle spogliate della veste mitica, religiosa o leggendaria, sempre tenendo conto comunque che essa può dare una nuova chiave di lettura ma non imporre che tale interpretazione sia quella giusta. Insomma, se da un lato inventarsi falsi resoconti e false prove, come hanno fatto alcuni autori dissennati, veri discreditatosi della fenomenologiaufologia, può sembrare solo un misero tentativo di far “cassetta”, bisogna comunque ammettere che eliminare a priori tali evidenze storiche e non considerarle in una diversa luce è un tantino come voler essere cavalli con paraocchi, con schemi erroneamente configurati e prestabiliti solo dalla nostra cecità conoscitiva ed interpretativa.

    E' il destino comune delle nuove verità cominciare come eresie e finire come superstizioni.

    Thomas Henry Huxley

    Articolista e collaboratore del Centro Ricerche Leonardo da Vinci Cosenza1 e Calabria

    Antonio Mattera cojmat@tin.it



    Fornte:

    www.leonardodavincics1.it/civilta.htm
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    Alex1304
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    00 18/11/2011 16:11
    @ eone
    Grazie per questo stupendo articolo!
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    (richard)
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    00 18/11/2011 16:14
    Re:
    Alex1304, 18/11/2011 15.30:

    Vi vorrei far leggere,, un articolo che ho trovato molto interessante, dove vi é la spiegazione razionale a tutte queste opere d'arte!
    Vi starete chiedendo perche' posto questo articolo? Bhe perche' ho imparato , insieme a voi a trovare indizi ,spiegazioni ,prove e poi tirare conclusioni, anche andando contro il proprio ( credo) [SM=g1950687]
    L'articolo e le spiegazioni sono abbastanza lunghe , scusatemi vi posto l'inizio ed il link per visionare il tutto
    www.sprezzatura.it/Arte/Arte_UFO.htm



    Diego Cuoghi

    ARTE E UFO?
    no grazie, solo arte per favore...



    "Intanto l'uomo comune aveva perduto la capacità di riconoscere i soggetti dell'arte antica e di comprenderne i significati. Erano sempre meno le persone che leggevano i classici greci e relativamente poche quelle che conoscevano la Bibbia come l'avevano conosciuta i loro nonni. Le persone di una certa età oggi restano sgomente nel vedere quanti riferimenti biblici siano ormai incomprensibili alle ultime generazioni."

    Kenneth Clark
    (dall' introduzione a "Dizionario dei soggetti e dei simboli nell'Arte" di James Hall)

     

    Con la sigla U.F.O. si definisce un "oggetto volante non identificato" (Unidentified Flying Object).

    Ovviamente se l'oggetto volante viene identificato non può più essere definito UFO. In queste pagine prenderò in esame una serie di "oggetti volanti" che secondo alcuni si troverebbero raffigurati in opere d'arte antica. In molti libri, ma soprattutto nelle sezioni di"paleoastronautica" o "clipeologia" di molti siti web, questi dipinti vengono portati come prove di avvistamenti di UFO nel passato. A un attento esame però queste opere d'arte si rivelano simili a moltissime altre dallo stesso soggetto, quindi non incongrue rispetto alla tradizione. In ultima analisi gli "oggetti volanti" risultano facilmente identificabili all'interno della iconografia cristiana medievale e rinascimentale.

    Questi sono solo alcuni dei tanti siti web in cui si trova questo materiale:

    www.edicolaweb.net/edic042a.htm - www.edicolaweb.net/nonsoloufo/arte_i.htm- www.zonamagica.net/clipeodipinti.htm - www.ufoartwork.com/ - www.geocities.com/jilaens/renai.htm - www.crystalinks.com/ufohistory.html- www.bibleufo.com/anapaint1.htm - www.igap.dk/bibelske.htm - www.shirleymaclaine.com/articles/ufos/article-328 - conspiration.cc/sujets/ovni/ovnisdessiecles.html - perso.club-internet.fr/gegecast/ovnisite/histoire/histo... - ovni.science.free.fr/dossiers/mysteres/archeologie/princi...

    Più o meno le immagini che vengono pubblicate sono sempre quelle; se una nuova figura viene inserita in un sito o in un libro si può stare sicuri che entro breve tempo la si vedrà comparire anche negli altri, spesso con gli stessi identici commenti. Il sito più conosciuto e citato è quello di Matthew Hurley, autore che di recente ha pubblicato il libro "Alien Chronicles". Uno dei libri italiani più recenti su questo argomento è invece “Narrano antiche cronache” di Roberto Volterri. L’autore passa in rassegna decine di “casi” invitando più volte e con insistenza i lettori a dare la caccia, in libri, musei e pinacoteche, a «piccoli e grandi elementi, dettagli, spunti che potrebbero suggerire anche interpretazioni... ufologiche.».

    Purtroppo il metodo seguito dai “cacciatori di UFO” è proprio questo, e non richiede assolutamente la minima conoscenza in campo storico-artistico. Basta prendere un libro con riproduzioni d'arte, meglio se opere precedenti al secolo XVII, e cominciare a ricercare in tutti i quadri i particolari strani, soprattutto a forma lenticolare, ovvero di "disco volante". In questo modo non è difficile trovare elementi che a prima vista appaiono bizzarri e si può dichiarare questo o quell'oggetto incongruo rispetto all'ambiente o all'epoca dell'opera d'arte, e quindi sicuramente "alieno" o "non identificato".
    Nessuno di questi autori si preoccupa di documentarsi sul possibile significato simbolico di quegli strani elementi nell'arte di quel periodo, così li prendono per raffigurazioni realistiche di oggetti volanti non identificati visti dal vero. Come se un autore del '400 italiano o un anonimo pittore di icone bizantine avessero davvero potuto inserire in un dipinto a soggetto religioso qualcosa di non "canonico" e codificato. Chi sceglieva i soggetti e ne controllava puntigliosamente l'esecuzione era infatti la committenza (in molti di questi casi istituzioni religiose) che mai avrebbe permesso all'autore di rappresentare altro da ciò che era stato in precedenza concordato con precisi contratti, soprattutto nel caso di soggetti sacri che dovevano rispettare regole e dogmi ben definiti.
    Chi sostiene le teorie sugli UFO nell'arte rinascimentale probabilmente si immagina quell'epoca come misteriosa e lontana, e vede i dipinti come uniche testimonianze criptiche delle esperienze o dell'immaginario personale degli artisti, liberi di esprimersi come meglio pareva loro. Esistono però archivi storici pieni di documenti ben conosciuti, di pugno di questi pittori o scultori e dei loro committenti: lettere, diari, fatture, inventari, contratti, suppliche, ingiunzioni, resoconti di viaggi, note di spese... e sono questi documenti che testimoniano cosa e come veniva dipinto e per chi. E tra i motivi non c'erano certo i rovelli esistenziali o le esperienze concrete della vita che siamo abituati a immaginare oggi come fonte di ispirazione degli artisti.
    In queste pagine elencherò alcune di queste opere d'arte, tratte da molti siti web ufologici italiani ed esteri, e cercherò di spiegare in modo semplice quali sono il soggetto e il significato. Lo scopo è quello di dare una risposta decisa a chi pubblica in maniera superficiale immagini d'arte antica e relativi commenti come si trattasse di figurine che vengono scambiate, riciclandole e copiandole l'uno dall'altro senza fare nessun approfondimento né verifica. [SM=g1420769]

    Fonte www.sprezzatura.it/Arte/Arte_UFO.htm




    Interessante non poco quest'articolo pensa che comprai a suo tempo il libro di Roberto Volterri "Narrano antiche cronache" edizioni Hera nel quale venivano presentati tutti questi soggetti religiosi identificati come OVNI dell'epoca mentre alla fine venivano ulteriormente giustificati e spiegati sotto un altro profilo quello artistico dei pittori del periodo.

    Ognuno poi puo' trarre le proprie conclusioni e considerazioni a me alcuni senza ombra di dubbio rappresentano ufo ad altri possono rappresentare il sole che irraggia la campagna o lo spirito santo ......
    In conclusione ad ognuno il suo! [SM=g8884]
    [Modificato da (richard) 18/11/2011 16:15]
  • fabik
    00 18/11/2011 16:21
    Molto bello, di sicuro l'amiico Cazz@ro lo adorerà^^
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    eone nero
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    00 18/11/2011 16:27
    Alex1304, 18/11/2011 16.11:

    @ eone
    Grazie per questo stupendo articolo!




    Il ringraziamento va agli autori che trovi in calce [SM=g1420767]

    (richard), 18/11/2011 16.14:




    Interessante non poco quest'articolo pensa che comprai a suo tempo il libro di Roberto Volterri "Narrano antiche cronache" edizioni Hera nel quale venivano presentati tutti questi soggetti religiosi identificati come OVNI dell'epoca mentre alla fine venivano ulteriormente giustificati e spiegati sotto un altro profilo quello artistico dei pittori del periodo.

    Ognuno poi puo' trarre le proprie conclusioni e considerazioni a me alcuni senza ombra di dubbio rappresentano ufo ad altri possono rappresentare il sole che irraggia la campagna o lo spirito santo ......
    In conclusione ad ognuno il suo! [SM=g8884]



    "Narrano antiche cronache" [SM=g8362] lo ho qua.

    Ottimo lavoro quello di Volterri.

    Sono indizi che aiutano a formulare la teoria, purtroppo non sono prove.


    fabik, 18/11/2011 16.21:

    Molto bello, di sicuro l'amiico Cazz@ro lo adorerà^^



    Shhhhhhh non svegliamolo [SM=g6794] [SM=g10034]
    [Modificato da eone nero 18/11/2011 16:28]
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    eone nero
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    00 18/11/2011 16:35
    Clipeologia: "Madonna con bambino e San Giovannino"



    Questo dipinto rinascimentale realizzato da Jacopo del Sellaio nel 1450, è forse quello che più ha dato da discutere agli ufologi. Attualmente è esposto nella Sala di Ercole presso i Musei di Palazzo Vecchio, a Firenze. Nella parte superiore destra del quadro, alle spalle della Madonna, si può scorgere quello che è lecito definire un oggetto volante non identificato osservato da una piccola figura (probabilmente un pastore) e dal suo cane.
    L'attribuzione di questo dipinto è incerta: nonostante la targhetta del museo attribuisca l'opera a Jacopo del Sellaio (1442-1493), nella scheda del catalogo (numero 00292620) si legge che il dipinto è piuttosto attribuibile a Sebastiano Mainardi (1466-1513), pittore della scuola del Ghirlandaio attivo a Firenze verso la fine del '400. Vengono inoltre sottolineate evidenti somiglianze con opere di Lorenzo di Credi (1458-1537), soprattutto per quanto riguarda la rappresentazione della Madonna.
    Le particolarità di quest'opera sono molteplici: la più vistosa è certamente quella riguardante la presenza nella parte superiore destra del dipinto di un'oggetto aereo di forma ovoidale dal color grigio plumbeo. Tale oggetto sembrerebbe dotato di una cupola nella parte superiore e di numerosi raggi di luce o folgore che si propagano tutto intorno.



    L'oggetto è osservato da una piccola figura, probabilmente un contadino, che si protegge gli occhi con la mano destra, forse a causa della forte luminosità. A fianco del contadino vi è un cane, rappresentato nell'atto di abbaiare che, come qualcuno ha fatto notare, è molto frequente nei casi di avvistamenti di U.F.O. odierni.




    Altra particolarità si può osservare nella parte superiore sinistra e consiste nella presenza della Stella della Natività accompagnata da altre tre piccole stelle o fiammelle.
    Se si analizza il dipinto da un punto di vista artistico si possono spiegare le strane apparizioni in modo diverso: lo strano oggetto ovale, infatti, potrebbe essere identificato come la rappresentazione del cosiddetto Annuncio ai pastori.
    In molte altre opere del '400 e del '500 raffiguranti la Natività si possono osservare rappresentazioni simili. Nella foto a sinistra possiamo osservare un particolare di un'opera di Vincenzo Foppa dove l'annuncio ai pastori è rappresentato come un angelo che esce da una nube scura. Anche se è raro vedere rappresentata la nube senza l'angelo, è quari certo che questo tipo di rappresentazioni si rifacciano ai racconti della Natività nell'apocrifo Protovangelo di Giacomo, conosciuto solo in lingua greca fino alla traduzione latina di Guillaume Postel della metà del sec. XVI. Ai racconti contenuti in questi testi Giotto si ispirò per le storie dell'infanzia di Maria della Cappella degli Scrovegni. Proprio nel Protovangelo di Giacomo troviamo una descrizione della natività in cui non compaiono angeli ma una "nube luminosa", come in molti altri brani biblici.


    fonte: www.inspiegabile.com
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    Delta.Force
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    Utente Illuminato
    00 18/11/2011 18:56
    Tutto molto interessante.Proprio l'ufo del dipinto del Ghirlandaio,quello che raffigura la Madonna con S.Giovannino,è il più eclatante.Il sito sprezzatura in questo caso si arrampica sugli specchi,perchè l'oggetto ritratto non è una nuvola(per Sgarbi poi sarebbe una macchia)ma proprio un.....tipico ufo anni'50 con tanto di sferette alla base.
  • cazz@ro6502
    00 18/11/2011 19:02
    Re:
    AlyxVance, 17/11/2011 13.49:

    la seconda immagine (l'illustrazione giapponese) è connessa a una testimonianza trascritta per la prima volta sul libro Hyouryuukishuu (Racconti di Naufragi), nel periodo Edo nipponico; storia che in seguito è stata riportata su altri scritti, con talune varianti (probabilmente per non passare per copioni di prima categoria!!). sulla spiaggia di Harashagahama, si arenò un vascello di piccole dimensioni, apparentemente fatto di ferro e con oblò di vetro (ipotesi: una capsula di salvataggio lanciata da un'astronave??). strane lettere, un alfabeto sconosciuto, furono osservati sia all'interno e sia all'esterno della nave. a bordo c'era una ragazza dai capelli rossi e con la carnagione molto chiara (ipotesi 2: una 'nordica'? ma solitamente quei tipi sono biondi!!). tale donna si esprimeva in un linguaggio sconosciuto e stringeva una scatola quadrata (ipotesi 3: un computer di qualche tipo?? qualche altra diavoleria tecnologica aliena??)

    ricordo di aver visto un documentario a riguardo, tempo fa. a quanto pare, i giapponesi son notevolmente affascinati da questa storia.. [SM=g8320]



    periodo Edo giapponese 1600dc>1500dc
    it.wikipedia.org/wiki/Giappone#Periodo_Edo

    non di puo' applicare la normale metodologia di ricerca, contando i paleocontatti con gli indici 1,2,3,4.
    Non dico che non possa essere un paleocontatto, ma dico che bisogna contestualizzare bene, anche se e' vero che il giappone ha vissuto un lungo periodo di isolaziolanismo. Le cose che "stonano" non sono poche in codesto racconto:

    [ ? ] dove e' la navicella?
    [ ? ] che fine ha fatto la rossa?
    [ ? ] lo shape della presunta razza aliena, sarebbe umanoide e questo e' contrario ai postulati della teoria del paleocontatto, dato che e' impossibile entrare in contatto con culture umanoidi cugine, a causa del ritardo comune dei 65milioni di anni circa, per la caduta dei meteoritoni che deviino l'evoluzione da razze saurico/insettoidi a mammiferi.

    [ ? ] nel 1600 la fantasia e l'arte umana era gia' bella e sviluppata, assai forte, queste contraddizioni farebbero pensare ad un mito storpiato magari di qualche nave europea che fece naufragio (per altro il mare e maremoti in giappone, sono frequenti e violenti)

    [ ? ] l'iconografia ricorda si un disco volante, ma potrebbe essere anche una sorta di cesto/zattera per navigare in acqua! E di bambu' in giappone ce n'e' parecchio! come in cina.

    [ ? ] il fatto che la ragzza parlasse una lingua "aliena" e' ovvio, dato che i lineamenti europei sarebbero alquanto diversi dai lineamente giapponesi e le culture per lungo tempo sono state molto distanti, anche perche' il giapponese ha un alfabeto per ideogrammi come il cinese AFAIR, mentre le lingue indoeuropee hanno i fonemi con vocali e consonanti.

    Non si sa altro di questa storia? [SM=g8297]


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    eone nero
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    Utente Master
    00 18/11/2011 19:28
    Cazz@aro cosa pensi dell'articolo su Clipeologia e Cargo?

  • cazz@ro6502
    00 18/11/2011 19:28
    Re:
    Otitmo post eone, come al solito sei un pozzo di scienza paleoufologica! ;-)



    eone nero, 18/11/2011 15.57:

    Culti Cargo e Clipeologia

    [ ... ]

    Nel corso della storia pare che siano state molte le testimonianze dipresunti avvistamenti ufologici nei cieli del nostro pianeta e l’esame stesso dei numerosi rapporti su quelli che possono essere stati UFO prima dell’epoca dell’aeroplano fa nascere l’idea che la Terra sia da molto tempo osservata e visitata da altre civiltà.Tuttavia consideriamo che l’uomo ha da sempre rivolto il naso verso il cielo, cercando di carpirne i segreti o cercando segni e portenti a lui favorevoli o meno ( e quasi sempre trovati), rendendo quindi difficilefare una distinzione fra “veri” avvistamenti e altri prodigi celesti, interpretati di volta in volta, e a seconda dei bisogni e delle circostanze, come ammonizioni, incoraggiamenti o profezie.Non è mia intenzione assolutamente disquisire sulla fondatezza o meno dell’argomentazione extraterrestre su tali fatti, ma, bensì, a semplice scopo illustrativo, fornire un adeguato elenco e sottolineare come, al di là di tutto, stiamo parlando di fenomeni che colpirono, e molto, gli osservatori dell’epoca, tanto da far sì che il loro ricordo venisse tramandato ai posteri, sopravvivendo all’usura del tempo.Ecco quindi i casi più clamorosi, partendo dal più conosciuto argomentato.Nel papiro egizio, noto col nome di “Papiro Tulli", si narra una serie di avvistamenti di oggetti misteriosi nel cielo. Protagonisti della vicenda il Faraone Thuthmosis III (1504-1450, circa a. C.) e molti suoi sudditi. Lo studio del professor Solas Boncompagni portò alla traduzione in italiano del testo geroglifico.In alcuni passi è addirittura sorprendente la chiarezza della descrizione che pare lasciare il lettore senza alcun dubbio:“Nell’anno 22, nel terzo mese dell’inverno, nella sesta ora del giorno, gli scribi della Casa della Vita notarono che un circolo di fuoco stava arrivando dal cielo: il suo corpo era lungo una pertica e largo una pertica.Essi si distesero bocconi e andarono dal Faraone a riferire la cosa.Sua Maestà stava riflettendo su quanto accadeva allora, queste cose diventavano sempre più frequenti di prima nel cielo, scintillavano più brillanti del lucente sole e si estendevano fino ai limiti dei quattro sostegni del cielo.I soldati dell’esercito stettero a vedere insieme al Faraone.Fu dopo il pasto della sera che quei cerchi di fuoco salirono più in alto nel cielo,verso il sud.Il faraone fece bruciare dell’incenso per ristabilire al pace nel paese e ordinò che quanto accaduto fosse trascritto negli annali della Casa della Vita”



    questo pezzo IMHO si riferisce alla patacca del papiro di Tulli AFAIR, ne ricordo piu' o meno il testo e temo che la citazione del tizio che ha scritto il libro... sia una patacca! [SM=g8243]

    eone nero, 18/11/2011 15.57:

    Culti Cargo e Clipeologia

    Sempre da uno studio condotto dal professor Solas Boncompagni, in una scena tratta dal Libro dei Morti, nella riproduzione del Papiro di Torino, si possono osservare chiaramente in cielo tre corpi volanti di forma circolare. La scena presenta una imbarcazione con offerte.



    ecco questo e' un altro paio di maniche e probabilmente a che fare con le 3 barche solari ;-) il cui mito migra in india e diviene Vimana. Ma siamo sempre intorno ai soliti frammenti del 6000ac - 4100ac e quindi niente di nuovo che emerge dal setaccio [SM=g8297]

    eone nero, 18/11/2011 15.57:

    Culti Cargo e Clipeologia
    Nel Libro dei Morti la descrizione, che fa parte del Capitolo CX, conclude: «Io approdo al momento (...) sulla Terra, all'epoca stabilita, secondo tutti gli scritti della Terra, da quando la Terra è esistita e secondo quanto ordinato da (...) venerabile».


    ecco sono daccordo con te, i testi dei libro dei morti, li sto leggendo a tempo perso in inglese, li ho trovati tradotti che parlano della barca solare e di Rah, sono molto interessanti in effetti. Secondo me, sono tutti da rileggere ed investigare bene, se e solo se, riusciremo a chiudere il cerchio attorno a Sekhmet. Se infatti dal 6000 - 4100 ac gia' c'era la cultura saurica assieme a quella insettoide, allora la parte del libro dei morti e del ciclo di Rah, sono probabilmente (ammesso e non concesso che esista la cultura saurica gia dal 6000-4100) a narrazioni tra lo scontro tra la cultura insettoide e saurica contro la cultura saurica.apopi la quale non voleva tenere un atteggiamento neutro nei confronti della terra, che poteva essere considerata una risorsa preziosa (come gli europei ad es, considerarono l'america).

    [SM=g8909] Ma qui' c'e' da vedere bene, ma prima s'ha da chiudere il cerchio attorno a Sekhmet che potrebbe essere comunque un mito, dato che manca tutta l'iconografia di Apopi. Infatti se questo fosse vero le implicazioni in termini paleoufologici sarebbero enormi. Entreremmo in uno scenario di guerre stellari in cui la fenomenologia UFO CRASH di navi insettoidi/sauriche da impossibile potrebbe diventare in parte possibile. Anche se certamente, dato che la razza umana e' sempre in vita, se mai vi fossero mai stati UFO CRASH avrebbero dovuti essere tutti di navi sauriche classe apopi e non sauro.Sekmet/insettoidi.


    eone nero, 18/11/2011 15.57:

    Culti Cargo e Clipeologia

    Secondo Tito Livio, nella sua Storia di Roma, il secondo re di Roma, Numa Pompilio, fu testimone personale della caduta dal cielo di uno di questi scudi volanti e che lo avesse annoverato tra gli oggetti di culto delle pratiche religiose che stava promuovendo.Tali oggetti furono osservati anche in futuronei cieli non solo di Roma, ma per tutto l’Impero.A confermare al tesi dello storico Tito Livio ecco altri illustri storiografi dell’epoca romana. Cicerone, nel suo De Divinatione, nel Capitolo 43, parla di quando Plinio il Vecchio, nelle Historiae Naturales, nei capitoli 25 e 36, racconta di Clipeus Ardens visti sfrecciare nel cielo dell'antica Roma. Giulio Ossequente, nel De Prodigiis narra di avvistamenti, effettuati sia di giorno che di notte, riguardanti "Scudi di fuoco", "torce", "più soli", più lune", "ruote luminose" ecc., apparsi su Roma e su altri luoghi. Dal "De Prodigiis", il disegno di due Soli che apparvero su Alba nel 204 a. C. Esiste la cronaca di identici avvistamenti anche nelle opere di Plutarco, Eschilo e Valerio Massimo.

    Nel suo trattato di scienze naturali, Seneca racconta, con numerose osservazioni, di inspiegabili "travi luminose" che comparivano all'improvviso nei cieli delle città antiche. Le "travi" rimanevano immobili per giorni, per poi sparire all'improvviso, così come erano arrivate. Senofonte, nel suo "Anabasi", fa una classifica degli oggetti volanti avvistati in base alla loro forma; li descrive nelle forme a conchiglia, piatti, a campana, triangolari.Alessandro Magno e il suo esercito, essendo abili nell’ambito della guerra, paragonarono a grandi scudi di argento scintillante quella che potrebbe essere un incursione UFO del 329 a.C., che sorprese l’esercito greco mentre attraversava il fiume Jaxartes, in India.Persino Aristotele trovò l’occasione di parlarne, paragonandoli ai dischi lanciati dai lanciatori di disco dell’antica Grecia.E’ interessante notare come la descrizione usata per descrivere questi fenomeni si adatti perfettamente alle conoscenze dei posti e dei tempi dove tali avvistamenti avevano atto.Nell’era delle scoperte e delle esplorazioni, i corpi che viaggiavano nel cielo assunsero, agli occhi degli osservatori, forme simili a navi e più tardi, dopo l’invenzione della mongolfiera, gli oggetti volanti furono descritti, in Francia, come scintillanti palloni di fuoco.


    ecco qeusti avvistamenti "romani" sono interessanti, infatti ne avevo gia' trovate tracce, discutendo assieme ad un altro appassionato di ufo su questo forum in unthread che e' da qualche parte in questa folder, circa l'accreditamento di un avvistamento di UFO in epoca romana, sul litorale di Ostia AFAIR di scudi volanti e fiammeggianti che volavano da Sud Est verso Nord Ovest.


    eone nero, 18/11/2011 15.57:

    Culti Cargo e Clipeologia
    Nel Vermont del XIX secolo, gli osservatori dediti alla tessitura chiamarono ciò che vedevano un fuso aereo.Insomma gli osservatori di tutti i tempi hanno sempre avuto la tendenza a definire gli oggetti in movimento nel cielo con i termini che salivano più spontaneamente alle loro labbra. Corrado Lychostene, nel suo libro "Prodigiorum ac Ostentorum Chronicon", stampato a Basilea nell'anno 1557, ci descrive gli avvistamenti di oggetti strani che solcavano il cielo nel Medio Evo e nel Rinascimento. Oltre a croci greche e cristiane, nel libro si descrive il passaggio nel cielo d'Arabia, nell'anno 1479, di un oggetto definito "trave". Accanto alla notizia è stampato anche il disegno di tale “trave", che è identica ad un moderno missile.Eccone un’immagine: Nel 1290, un enorme oggetto circolare di colore argenteo sorvolò lentamente l'Abbazia benedettina di Amplefort, in Inghilterra, sotto gli occhi terrorizzati dei monaci che interruppero le loro preghiere già iniziate nella cappella, per accorrere a vedere il prodigio. Benvenuto Cellini (1500-1571) nella sua autobiografia descrive lo strano fenomeno di cui fu testimone lui stesso assieme a un suo compagno di viaggio. I due stavano ritornando da Roma, a cavallo, verso Firenze, quando giunsero su una collina da cui si vedeva la città.

    Poterono così vedere una enorme "trave luminosa" stagliarsi nel cielo sopra Firenze. Gli abitanti di Norimberga, il 14 aprile 1561, furono testimoni di un fenomeno inspiegabile. Nel cielo della città comparvero numerosissimi oggetti cilindrici che rimasero immobili, in alto. Subito dopo, dall'interno degli oggetti cilindrici uscirono moltissimi altri oggetti, a forma di sfera e di disco, che si misero a compiere evoluzioni nel cielo. Nel cielo di Basilea, in Svizzera, il 7 agosto 1566, apparvero numerosi oggetti di forma sferica e di colore chiaro e scuro. Gli oggetti si affrontarono in una specie di combattimento aereo, davanti agli abitanti della città che, con lo sguardo rivolto al cielo, osservavano la scena.Sorvoliamo, solamente per motivi di spazio, all’innumerevole casistica ufologia che pare permeavi tutta la tematica biblica, citando solo a mò di appunti il rapimento di Enoch, la visione di Ezechiele,la stessa ascesa al cielo di Ezechiele, la caduta di Gerico , il tramutarsi in una statua di sale della moglie di Lot e tanti altri ancora.Così come rimando ad altri articoli sul sito ACAM (vedi “I misteri dell’Antica India”) le disquisizioni sui Vimana dell’India protostorica e sulle probabili catastrofi nucleari di Mohenjo Daro e Harappa.Cosa ancora più interessante è quando questi presunti avvistamenti ufologici del passato sembrano dar vita a dei veri e propri movimenti religiosi e di pensiero che condizionarono sia il presente che il futuro delle popolazioni venute a contatto di tali fenomeni, di qualunque natura siano essi stati.Infatti molte antiche tradizioni religiose, in varie parti del mondo e per diversi popoli antichi, parlano di dei discesi dal cielo a governare e istruire l’umanità, divinità dotate di grandi poteri ed eccezionali mezzi.È il caso del mito dell’uomo-pesce Oannes, della tradizione sumera, il quale sarebbe sceso dal cielo a bordo di una enorme perla luccicante, per portare la conoscenza agli uomini. Si tenga presenta a questo proposito un dato estremamente interessante: la civiltà sumera, di fatto la più antica del mondo, si sviluppò repentinamente, quasi da un giorno all'altro.Nelle Anderiscontriamo il mito della donna-pesce ( o donna tapiro, a secondo delle tradizioni) Orejona,anch’essa discesa dal cielo nei pressi del lago Titicaca, e al cielo ritornata, dopo aver compiuto il suo compito.Vorremmo poi dimenticare i Nefilim biblici o i Kjappas di alcune culture nipponiche, o lo strano Bep Kororoti, strano essere dall’ambigua tenuta (una tuta spaziale?), dalla cui mani scaturivano fulmini e che discese in Amazzonia presso la tribù di indios Kajappos? Insommapotremmo citare molti altri esempi, ma non è la lunghezza dell’elenco che definirebbe l’importanza dell’argomento o la sua veridicità.La ragione ci trae in inganno più spesso della natura.L. de C. de V. Vauvenargues Piuttosto è interessante notare come queste tradizioni religiose siano nate attraverso la sicura interferenza di un qualcosa che dovette almeno sembrare meritevole di catalizzare l’attenzione di quei antichi osservatori.

    Da cosa nasce il bisogno interiore di quei popoli di divinizzare quei strani fenomeni? E ne abbiamo un riscontro documentato ai giorni nostri di una possibile coercizione di pensiero di fronte ad avvenimenti che hanno per lo meno dello strano? Ebbene tutti queste antiche nascite di movimenti di pensiero religioso hanno un riscontro in una fenomenologia molto documentata e ben studiata: i culti cargo.I culti cargo sorgono nel momento in cui una data cultura, tecnologicamente avanzata, entra in contatto con un'altra più arretrata. I “culti del cargo” fanno parte della tradizione culturale-religiosa di gran parte della popolazione indigena dell'Oceania, dove, le navi dei primi colonizzatori europei venivano considerate dei carichi di doni loro inviati dagli Dei. Un ulteriore recrudescenza di questi culti si ebbe durante la Seconda Guerra Mondiale, stavolta dovuti prevalentemente agli aerei da trasporto militari, visti come “uccelli celesti” che trasportavano doni.Testimonianze importanti di questi culti cargo riguardarono grandi esploratori come in una delle isole dell'arcipelago delle Bahamas, scrisse nel suo diario di bordo:Ci accolsero riverendoci come se fossimo stati dei discesi dal cielo.Alla stessa maniera di Colombo anche Sir Francis Drake, e vi è testimonianza nel suo libro di bordo, fu scambiato per un entità divina e ultraterrena dai nativi americani stanziati nella zona dove attualmente sorge San Francisco:Cercammo di spiegare loro che non eravamo degli dei, ma inutilmente.I Conquistadores spagnoli, capeggiati prima da Cortes e poi da Pizzarro, ebbero facilmente la meglio sulle popolazioni locali (Aztechi ed Incas), benché in numero nettamente inferiore, poiché, per via del loro aspetto fisico, vennero scambiati per antichi semi-dei civilizzatori (Kukulkan, Quetzalcoatl) tornati in quei luoghi.I loro stessi cavalli e le loro armi apparvero agli occhi stupefatti di quei popoli come elementi prodigiosi di divinità.Basta pensare che gli stessi Spagnoli, per infoltire la credenza popolare che i loro cavalli erano animali immortali, ne nascondevano il corpo quando una della cavalcature rimaneva uccisa.Jean Rimbault, capitano, nel 1565 fece erigere in Florida una colonna monumentale raffigurante l'emblema della propria nazione. Dopo qualche anno, la popolazione indigena del luogo iniziò a venerare tale colonna, rendendola centro del culto religioso, adornandola con ghirlande e ponendole davanti sacrifici come dono.

    L’idealizzazione di tali culti personalizzò talmente la filosofia religiosa di alcuni di questi popoli che essi arrivarono persino ad estremizzare tali culti, al punto tale di compiere vere proprie nefandezze.James Cook fù propriouna delle vittime dei culti cargo in quanto la sua storia è un sciagurato susseguirsi di coincidenze che, viste dalla parte del retroterra culturale e religioso dei nativi del posto, lo porteranno alla morte. Il 17 gennaio 1779, il capitano James Cook, al comando del suo Discovery, raggiunge le isole Tahiti accolto generosamentedagli indigeni . Una volta sbarcato, con i suoi uomini, Cook fu avvolto da un sacerdote con una stoffa rossa mentre la gente lo acclamava chiamandolo “Lono!”. Tutta questa adorazione aveva un motivo ben fondato nella liturgia spirituale-religiosa del posto; infatti,ogni anno, tra novembre e dicembre, , nell'isola di Hawaii iniziavano le celebrazioni del Makahiki, la festa della rigenerazione della natura lacui divinità protettriceera Lono, il dio della fertilità, la cui vela compariva quando le Pleiadi si affacciavano all'orizzonte. Secondo il mito locale, Lono era stato esiliato dall'isola per altri mesi dell'anno e percorreva un lungo viaggio circolare, in senso orario, attorno all'isola per fecondarne tutti paesi. Cook era arrivato proprio quando gli hawaiani attendevano Lono e lui era stato accolto come una divinità. Il cerimoniale prevedeva che dopo trentatré giorni Lono inscenasse un combattimento rituale con il re dell'isola e ne venisse ucciso. Il suo corpo, caricato su una canoa, avrebbe ripreso la via dell'esilio, per fare ritorno l'anno successivo. Cook ripartì da Kealakekua il 4 febbraio, al termine delle celebrazioni, ma una tempesta danneggiò le sue navi e lo costrinse a fare ritorno alla baia. Era il 14 febbraio, quando la nave inglese riapparve agli isolani. Nessuna festa, nessun canto, ma un atteggiamento di ostilità. L'improvviso ritorno di Lono, peraltro in direzione opposta, aveva turbato gli indigeni. Era un segno di disordine, una sfida all'autorità regale.

    Occorreva il sacrificio del dio per risanare una rottura dell'equilibrio cosmico. Fu così che Cook cadde sotto i colpi dei capi hawaiani, subendo il destino del dio con cui era stato divinizzato, un altro orizzonte lo aveva condannato.Altri movimenti di culti cargo nacquero spontaneamente nel periodo della seconda Guerra Mondiale, quando spesso i soldati americani e i loro mezzi venivano scambiati per dei venuti da lontano a combattere gli invasori nipponici e a portare doni.Similmente al linguaggio pastorale adottato da Ezechiele per descrivere la sua visione , e al linguaggio, adattato ogni volta sia all’estrazione culturale che sociale dell’osservatore dei presunti fenomeni ufologici nel lontano passato, come è stato precedentemente affermato, è sorprendente notare come anche nel caso dei culti cargo il lessico usato per descrivere gli cavi Proviamo a confrontare dunque questi culti cargo con le religioni a noi note. Non possiamo fare a meno di notare sorprendenti comunanze. Le leggende tramandateci oralmente che narrano di dei scesi dal cielo sulla terra su carri di fuoco per punire i peccatori, per ricompensare gli uomini o per esigere servigi da loro, sono presenti indubbiamente presso tutte le culture, le tradizioni e le religioni del mondo, come abbiamo visto sopra.Ma, mentre gli;Dei appartenenti ai detti culti cargo,esponenti di un periodo (XVI-XIV secolo) vicino a noi e quindi ben documentato,sono ben noti a noi, dobbiamo domandarci, invece, chi o cosa furono quelli che in epoche remote determinarono la formazione degli attuali culti ormai fortemente radicati nelle culture di tutti i popoli del pianeta?In entrambi i casi è comunque importante constatare come ci sia la necessità impellente di divinizzare elementi tecnologici estranei alla collettività socialedel popolo che veniva in contatto con queste nuove realtà.Così come molti popoli polinesiani costruivano veri e propri “totem” o simulacri di immagini sacre rappresentanti le navi dei primi esploratori europei prima o gli aerei delle milizie americane dopo, così spesso, nello studio di antiche civiltà, ci troviamo di fronte ad elementi culturalmente estranei a quelle entità.Basta ricordare i presunti alianti egiziani o i monili a forma di aeroplano appartenenti alle culture incaiche, spesso, e forse erroneamente, indicate come raffigurazioni fantasiose o al più di volatili.

    Se prendiamo per vera l’ipotesi che vuole la Terra oggetto di visite extraterrestri nel lontano passato, e di come queste visite siano diventate, nell’immaginario collettivo dei popoli di allora, come elementi formativi di primi ancestrali culti-cargo ante litteram, ecco che molte rappresentazioni su pareti, scritti su pergamena, citazioni di oggetti volanti, conoscenze astronomiche e quant’altro, potrebbero aver un fondamento e una spiegazione.Quindi la clipeologia, oltre a fenomeno mediatico a semplice scopo lucrativo, potrebbe essere molto più presa in considerazione, partendo dal presupposto che essa si basa su due fondamenti:1)il fenomeno UFO non è esclusivo del nostro tempo: esso affonda le proprie radici nella storia, fino alle epoche più remote;2) il suo manifestarsi attraverso i secoli è rimasto documentato, sotto forma di descrizioni, allusioni, riferimenti, nelle mitologie, nei testi sacri, nei libri degli antichi autori, nelle cronache medioevali, nei diari di viaggio, nei libri di bordo ecc.Riassumendo possiamo affermare che lo scopo della clipeologia è quindi quello di scoprire queste presunte tracce e di presentarle come tali dopo averle spogliate della veste mitica, religiosa o leggendaria, sempre tenendo conto comunque che essa può dare una nuova chiave di lettura ma non imporre che tale interpretazione sia quella giusta. Insomma, se da un lato inventarsi falsi resoconti e false prove, come hanno fatto alcuni autori dissennati, veri discreditatosi della fenomenologiaufologia, può sembrare solo un misero tentativo di far “cassetta”, bisogna comunque ammettere che eliminare a priori tali evidenze storiche e non considerarle in una diversa luce è un tantino come voler essere cavalli con paraocchi, con schemi erroneamente configurati e prestabiliti solo dalla nostra cecità conoscitiva ed interpretativa.

    E' il destino comune delle nuove verità cominciare come eresie e finire come superstizioni.

    Thomas Henry Huxley

    Articolista e collaboratore del Centro Ricerche Leonardo da Vinci Cosenza1 e Calabria

    Antonio Mattera cojmat@tin.it



    Fornte:

    www.leonardodavincics1.it/civilta.htm



    WOW ce n'e' parecchio di roba da parlare e ragionare!. Ci vorra' almeno un mese per discuterne di tutto cio'. Cmq aull'avvistamento in Germania a Norimberga nel 1500 ho sospeso il giudizio in quanto se e' vero che vi sono elmenti alieni quali frecce nere volanti (che ricordano le piramidi) ;-) oltre alla fenomenologia Foo Fighters, e' anche vero che nel disegno di Norimberga si vede un cascinale in fiamme e quindi potrebbe trattarsi di caduta di meteoriti. Bisognerebbe che qualcuno che conosce il tedesco di germania [SM=g6794] andasse a vedere nel giornale di Norimberga se nei giorni precedenti e susseguenti, il libro dei fatti di Norimberga ha registrato incendi nei boschi oppure no? Cosa che taglierebbe la testa al toro imho.


    [Modificato da cazz@ro6502 18/11/2011 19:45]
  • cazz@ro6502
    00 18/11/2011 19:33
    Re:
    eone nero, 18/11/2011 19.28:

    Cazz@aro cosa pensi dell'articolo su Clipeologia e Cargo?




    E' un discorso lungo ;-) ed interessante! e non di puo' fare di tutta un' erba un fascio.

    Occorre fare una coda [SM=g6794] di argomenti ed impilarli per data, prima ragioniamo e filtriamo gli avviestamenti piu' vecchi citati e poi scaliamo piu' avanti.

    Ad esempio, la madonna di san giovannino ecco quello e' un UFO al 99% poi ne parlero' del mio punto di vista (mi sono pure scornato con Diego Cuoghi via email, ed anche se non l'ho convinto, come argomenti pro ufo ne avuti piu' io di lui) [SM=g6794] magari copincollo la cosa e scrivo le varie note religiose anche relative alla errata tesi della crosta scrostata oppure al simbolo religioso nero di fuoco e fiamme (di solito associato al demonio) che non e' un simbolo che puo' stare in alto ma sempre in basso e sotto i piedi della vergine Maria [SM=g6794] quindi poiche' nel quadro ci sono almeno 3 soggetti che interagiscono con il disco nero fiammeggiante (il cane e 2 pastori) l'oggetto e' reale ed e' una citazione di un evento accaduto (forse nei pressi della casa del commissionario del quadro) che fu ricondotto a ragioni religiose. [SM=g1950677]


  • cazz@ro6502
    00 18/11/2011 19:36
    Re:
    eone nero, 17/11/2011 15.40:

    ASTRONAUTI E DISCHI VOLANTI NEL GIAPPONE ANTICO



    La storia del Giappone non finirà mai di stupirci. Il Giappone ha una storia antichissima e originale che ha inizio attorno al 10.000 a.C., con la nascita del primo e più importante nucleo paleolitico, quello Jomon, così denominato dal particolare decoro di un certo tipo di vasi sui quali è possibile ammirare strane cordicelle denominate appunto "Jomon". Sappiamo del ritardo della nascita dell’archeologia nipponica, eppure già dal VIII secolo ci si preoccupava di registrare gli eventi che accadevano in una sorta di annale. Si tratta del famoso Nihongi inizialmente conosciuto come Kojiki, traducibile in italiano con “cronache delle cose antiche”, che riportava fatti vecchi di secoli; è un opera letteraria molto complessa e decisamente affascinante quanto le sue vicende memorabili e fantastiche. Tra clipeologia e paleoastronautica, il Nihongi ci porta verso un mondo sconosciuto, conteso da forze soprannaturali e invisibili. Il libro fa un elenco delle apparizioni di presunti dischi volanti nei cieli del Giappone; il più memorabile resta quello accaduto nel 637:

    Nel testo è scritto: "Una grande stella viaggiò da Oriente a Occidente e vi fu un rombo simile a quello del tuono".

    Quando si verificò questo fenomeno la gente pensava che si trattasse del rumore di una stella cadente o di un tuono, ma un dotto, un certo monaco Bin, disse che si trattava del "cane celeste" il cui richiamo è come quello di un cane, appjnto. Il noto autore britannico Drake identificò il cane celeste con la stella Sirio anche se all’epoca il dotto monaco di cui abbiamo parlato voleva intendere l’apparizione di un altro cane celeste, come quello intravisto in Cina e registrato sull’antichissimo libro cinese "dei monti e dei mari". In questo antico libro si narra della presenza di qualcosa di misterioso:

    "Sui Monti delle Porte Celesti c’è un cane rosso chiamato il cane celeste; il suo splendore vola attraverso il cielo, e quando lo solca diviene una stella lunga parecchie decine di pertiche. Esso è rapido come il vento, e come tuono è la sua voce, come lampo il suo fulgore”.

    Analizzando quindi il passo possiamo più facilmente scoprire il segreto che dimora dietro il cane celeste. Alcuni, viste le caratteristiche associate quali tuono, lampo e cielo hanno pensato ad esso come ad un astronave proveniente da un altro mondo e precisamente dalla stella di Sirio visto che comunque per Cane celeste è da identificare la stella Sirio. Quindi nell’antica Cina arrivò a un certo punto un astronave da Sirio? Essa stessa giunse poi presso i giapponesi qualche anno più tardi?
    Curioso che numerose popolazioni parlino dell’arrivo in tempi memorabili di esseri giunti da altri mondi, per lo più rettili o anfibi, e proprio da Sirio; curioso che anche le leggende asiatiche, giapponesi anche, parlino dell’arrivo di genti rettiliane pronte per mescolarsi con gli indigeni. Possiamo vedere in tutti questi lontani ricordi un'unica e lontana storia persa nel tempo? Ancora più sensazionale è la leggenda che vuole questi esseri arrivare da un continente sommerso nel Pacifico. Come collegare quindi le cose? Forse questi rettiliani costituirono un potente impero nel Pacifico e da qui si mossero per la conquista del pianeta? Forse giunsero dal continente di Mu, in seguito sommerso dal diluvio?
    Non possiamo sapere cosa effettivamente accadde; certo che leggende comuni ci fanno sospettare che qualcosa del genere, sebbene in modo diverso, possa essere avvenuto veramente.

    Proseguendo, il Nihongi ci racconta ancora dell’apparizioni di misteriosi oggetti:

    640 d.C. “Nel 7° giorno del 2° mese di primavera, una stella entrò nella Luna”;
    642 d.C. “In autunno, 9° giorno, 7° mese, durante il regno dell’imperatrice Ame-Toyo-Tokaro-Ikashi-hi-Tarashi-Hime, una stella ospite entrò nella Luna”;
    681 d.C. “9° mese, 16° giorno: apparve una cometa. Nel 17° giorno il pianeta Marte entrò nella Luna;
    682 d.C. “8 ° mese, 3° giorno…al tramonto, una grande stella passò da Oriente a Occidente”;
    692° autunno, 28°mese, regno dell’imperatrice Tokama-No-Ara-Hiro-No-Hime. Il carro imperiale stava tornando al palazzo, nella notte, quando Marte e Giove s’avvicinarono e si ritrassero quattro volte, sino alla distanza d’un passo, risplendendo e scomparendo alternamente”



    I passi in questione sono molto chiari e andando al di là dei nomi mitologici quali "stella", "fulmine" e "tuono", capiamo come gli antichi giapponesi abbiano probabilmente avvistato strani oggetti celesti, forse astronavi di altri mondi. Singolare che ci siano molti parallelismi con uguali fenomeni in Cina accaduti in tempi remoti: l’avvistamento dei cosiddetti dragoni volanti nel cielo, ad esempio; è anche il caso delle “monarchie celesti”, i più antichi manoscritti cinesi; essi ci narrano di imperatori-dèi vissuti per 18.000 anni, fino ad estinguersi.

    Rimanendo in campo clipeologico citiamo la comparsa di misteri soli nel cieli del Giappone del 9 a.C., interpretato dagli adoratori del sole (questo culto era molto popolare anche nelle Americhe, e si rifaceva alla presunta venuta di dèi solari), come un segno di presagio negativo verso la dinastia Yamato, accusata di schiavizzare i suoi sudditi.
    Anche nell’antico mondo mediterraneo si parla di qualcosa di simile: un semplice caso?

    Dalla clipeologia alla paleoastronautica il passo è breve, ed è chiaro che se dei "signori celesti" ebbero l’ardire di farsi vedere sui propri veicoli è probabile che decisero anche di prendere contatto con i terrestri, fondando colonie, creando famiglie celesti e dinastie reali in quello che era il Giappone più antico e più enigmatico. Il Nihongi ci lascia credere che questi incontri fossero frequenti e connessi con le famiglie più importanti della Nazione.
    Il primo racconto è una leggenda diffusa in Hokkaido che parla della discesa dal cielo di Okiku - rumi - kammi a Maiopira a bordo di una "luce shinta": una sorta di veicolo usato da quelle genti. Il racconto prosegue con gli insegnamento del dio agli Anui, la più antica popolazione giapponese, sul giusto modo di vivere. Segue poi l’eliminazione di un demone malvagio. Sembra uno di quei tanti racconti sudamericani che parlano di come fantastiche genti giungessero su "conchiglie di luce" e insegnassero agli indigeni tutta la loro scienza. Ecco come il mito della presenza di esseri extraterrestri torna ancora una volta e come ebbero un ruolo importante nella vita dell’uomo antico. La leggenda, come abbiamo visto, accenna anche a demoni: esseri extraterrestri che già si aggiravano nell’antico Arcipelago.

    Vi è poi una leggenda del 667 a.C. che racconta di come l’imperatore Kami-Yamato-Iharo-Biko parlasse con i suo antenati celesti, che sarebbero ritornati poi al loro luogo di residenza a bordo di un oscillante vascello celeste, retrocedendo nel tempo per oltre 1.792.470.
    Ricordiamo anche un racconto che si dovrebbe collegare al primo anche se il libro non è molto chiaro in merito. La leggenda dice che:

    "Prima che il nipote di Amaterasu, Ninigi-no-Mikoto, discendesse dal cielo sul suo ponte galleggiante, gli si narrò che al crocicchio del cielo si trovava una strana divinità, il cui naso era lungo sette mani e dalla cui bocca, come dalla sua parte posteriore, splendeva una vivide luce. La dea Uzumenhime avvicinò lo straniero, il quale, presentandosi come Saruthe-hiko, le rivelò che anche egli si proponeva di prendere terra in Giappone, e le offrì un "ponte voltante" o un "vascello uccello-celeste".

    Sia come sia è chiaro che in tempi antichi il Giappone fu visitato da numerosi esseri celesti, extraterrestri che avrebbero dato il via ad importanti quanto segreti nuclei culturali, portandoli verso un avanzato livello tecnologico, tanto che quanto giunsero altre razze simili si trovarono di fronte ad indigeni con una certa tecnologia, che permise loro di affrontarli.



    Quanto detto finora è di un epoca più recente rispetto al Paleolitico Jomon, anch'esso probabilmente segnato dall’arrivo di extraterrestri di altri mondi. Le note statue doju del primo periodo Jomon, che riproducono in tutto e per tutto esseri scafandrati e con tutte spaziali, fanno pensare che veramente già in tempi molto antichi il Giappone sia stato visitato da esseri di altri mondi. E se in questa loro visita questi esseri giunti dalle stelle avessero deciso di modificare geneticamente l’antico abitante del Giappone, magari ibridandolo con i rettiliani, così da creare la stirpe mongola, che non ha affinità con nessun gruppo etnico nel resto del mondo? E se una civiltà con queste specifiche caratteristiche somatiche giunse nel Giappone antico stabilendosi lì per sempre? Con i secoli gli antichi astronauti naturalizzati terrestri avrebbero perso il ricordo della loro provenienza e sarebbero ritornati barbari, uomini primitivi al pari di tanti gruppi nati sulla Terra, forse in seguito a guerre devastanti. C’è tuttavia di più, infatti in tutto l’arcipelago sono state ritrovate misteriose spirali dipinte su rocce, piccole piramidi nel nord del Giappone, enigmatiche tavolette recanti glifi tanto simili a quelli Maya, disegni che mostrano uomini ballare davanti a spirali e soli argentei (dischi volanti?); ricordiamo le leggende della baia di Yatsushiro, che parlano dell’arrivo in tempi memorabili di esseri straordinari su lucenti vascelli; da essi gli indigeni appresero un'infinità di cose. Ricordiamo poi l’improvviso manifestarsi di strane luci nelle acque di Kumamoto, interpretato come segnale extraterrestre atto a celebrare l'antica venuta sulla Terra degli dèi.
    Al VI sec. d.C. risale la vicenda di Gran Kamu (noto conquistatore divenuto poi Jimmu Tenno) che invadeva le isole giapponesi guidato niente che poco di meno dal “Corvo del Sole”, inviato dalla dea Amaterasu sulla Terra. Un veicolo cosmico in suo aiuto nelle campagne militari? Tutto è possibile e da qui si capisce come questi antichi dèi giapponesi, in realtà extraterrestri, non solo fondarono un importante centro culturale nel Gippone antico ma furono anche aiutanti nelle decisione quotidiane dai loro discendenti terrestri, semidei forse. Spesso gli imperatori dicevano di discendere dal cielo oppure di essere figli della dea del Sole; visto in chiave moderna il significato non può che avere una sola spiegazione.
    Infine, una leggenda ci parla di Hitokotonusi, il dio della saggezza, il quale sarebbe sceso sulla Terra per istruire gli uomini e farsi consegnare tutte le armi. Un altro generoso cosmonauta che si fermò sulla Terra per istruire gli uomini, portandoli in questo caso alla non violenza. La leggenda in questione può essere paragonata a tanti altri casi simili della storia antica. Che dire poi degli dèi del pantheon schinthoista e dei numerosi demoni protagonisti delle fiabe giapponesi, forse anch'essi di origine extraplanetaria. È possibile, stando ancora al fatto che ebbero un legame con le dinastie locali, che decidessero di aiutare gli antichi abitanti del Giappone a vivere meglio divenendo loro governanti.


    È possibile anche che arcipelago giapponese facesse parte di antichi imperi scomparsi (ammettendo sempre la loro esistenza); tracce di questi sarebbero dei simboli ricorrenti, quali la piramide e la spirale. Inoltre, ritroviamo qui la presenza di un'antica popolazione dagli occhi chiari e dal colorito biondo che adorava l’orso e il serpente: gli Anui. Come giustificare l'esistenza di questa popolazione ariana nelle isole giapponesi? Drake ci parla di biondi lemuriani giungere in questo paese e diventare re: si tratta forse delle stesse genti imbarbaritesi in seguito ad attacchi cosmici, a tal punto da diventare poi i moderni Anui? Di questi si dice che usassero caratteri simili all’antico sumerico e di come utilizzassero un linguaggio pre-anui introdotto secondo alcuni da visitatori cosmici.

    Combinando gli elementi in nostro possesso ne ricaviamo un quadro decisamente interessante:
    "Questi antichi e biondi signori in fuga dal mondo di Mu, che avevano precedentemente abitato, si rifugiarono in Giappone dando vita a un forte impero testimoniato da simboli quali la piramide e la spirale; il Giappone, così simile ad altre terre da loro colonizzate. Si mescolarono poi alla gente locale, visto che Drake ci dice che si imposero agli Anui, trasmettendo loro nozioni culturali. Una volta estintisi gli antichi padroni, gli Anui dovettero rimanere gli ultimi rappresentati di una razza antica, che con il tempo perse valore fino a rifugiarsi nelle zone più aspre, sotto l’invasione di altre dinastie precedentemente fondate da altri dèi giapponesi. Nella loro antica cultura tuttavia gli Anui continuano a disegnare i simboli dei loro antichi signori e a raccontare dell’età dell'oro in cui gli dèi solari vivevano sulle loro terre".

    Abbiamo detto diverse volte che questi imperi perduti potrebbero essere stati popolati da una razza di giganti supertecnologici e di come a un certo punto essi sarebbero potuti arrivare alle periferie del mondo costruendo misteriosi megaliti. Anche nel Giappone si parla di un'antica razza di giganti e anche qui sono stati ritrovati misteriosi megaliti. Leggende locali ci parlano chiaramente di uomini colossali che si diedero la briga di innalzarli. Quello che successe nel Giappone antico non è che una storia planetaria simile a tante altre. A seguito della scomparsa di questi giganti il ricordo si sarebbe cristallizzato in leggende. Qualche secolo più tardi con l’introduzione del Buddhismo in Giappone si decide di dedicargli un tempio: ed ecco il tempio Todaiji a Nara dove si ergono due minacciosi giganti vestiti di tutto punto e brevemente chiamati "guardiani del tempio", antichi custodi delle tradizioni nipponiche. Il ricordo di questi esseri sopravvisse e fu facile per i giapponesi dell’epoca stilizzare le forme di questi esseri in statue di legno. Rimanendo sempre nel campo delle arti notiamo che sono soliti esseri ritratti dragoni, e in misura minore anche leoni; basandoci sul fatto che le arti vennero comunque importate dalla Cina e dalla Corea, si nota che antiche leggende cinesi parlano di draghi di fuoco sfrecciare nel cielo in tempi remoti. Cosa videro realmente gli antichi cinesi tanto da poter stilizzare la figura del drago così massicciamente nella loro cultura, esportandolo poi in Giappone? Si tratta di astronavi aliene come il famoso serpente di fuoco delle tradizioni americane? È anche possibile che questi stessi draghi celesti furono visti dagli antichi abitanti del Giappone che, come nel caso dei giganti, stilizzarono tutto in leggende o secondo i canoni culturali dell’epoca. Qualche secolo dopo, gli artisti nipponici, basandosi forse sulle leggende dei loro villaggi, decisero di ritrarli in appositi quadri. Rappresentarono antiche astronavi occultate nella figura del dragone?
    Cosa ha ancora da svelarci il Giappone, cosa ci possono ancora dire i testi antichi e religiosi e cosa ci possono svelare gli antichi monaci del buddhismo zen, anche loro così connessi per mezzo del loro culto con probabili esseri di altri mondi?
    La storia del Giappone come abbiamo detto all’inizio non finirà mai di stupirci: leggende, misteri e anacronismi favolosi continuano a sorprenderci e a farci immaginare tempi immemorabili e imperi contesi da forze soprannaturali, sorprendenti, dèi persi nel tempo, nei ricordi e nella storia.

    PASQUALE ARCIUOLO

    Fonti:

    W. Raymond Drake, Extraterrestri nell'antico Oriente, Edizioni Mediterranee, 1975;
    Peter Kolosimo, Non è terrestre, Arnoldo Mondatori editore;
    Baxter J. & Atkins T., Il fuoco venuto dal cielo, Sperling & Kupfer, Milano, 1978;
    Blumrich Joseph F., E il cielo si aprì, MEB, Torino, 1976;
    Sendy Jean, Gli dei venuti dalle stelle, Dellavalle, Torino, 1971;
    Shuichi Kato, Storia della letteratura giapponese, Marsilio;
    T. Takeshita, Lineamenti di storia della cultura giapponese, Bologna,Clueb, 1994;
    A. Tamburello, Archeologia del Giappone;
    G. J. Groot, The Prehistory of Japan, New Yoek 1951;
    E. J. Kidder Jr, The Jomon Pottery of Japan, Ascona 1957;
    Helen Foreman, Japanese Ghosts and Demons: Art of the Supernatural;
    Kokusai Bunka Shinkokai, 2000 years of Japanese Art, London 1958;
    I. Yoshikawa, Major Themes in Japanese Art, Wheterhill/Heinbonsha, Tokyo-New York 1976;
    S. Kadowa, A pictorial Enciclopedia of the Oriental Arts: Japan;
    K. Suzuki, Early Buddhist Architecture in Japan;
    M. N. Parent, The roof in Japanese Buddhist Architecture, John Wheatherhill Inc., New York – Tokyo 1983;
    Gernet, J., La Cina antica. Dalle origini all'impero, Luni, Milano 1994;
    Sickman, L.; Soper, A. L'arte e l'architettura cinese, Einaudi, Torino 1969;
    Jacques Ndrè Lvier, Medicina cinese Medicina totale;
    Harry L. Shapiro, L’uomo di Pechino;


    www.croponline.org/astronauti_giappone_antico.htm






    prima di passare al secondo post ;-) sulla clipeologia, vorrei ragionare di questo e pesare caso per caso per verificare quali possibilita' ci siano di altri paleocontatti, ad un'analisi dei miti e del retino insettoide ;-) L'altro bell'articolo, con i vari argomenti mettiamoli in coda [SM=g8320] nello stack pointer [SM=g1420767] it.wikipedia.org/wiki/Stack
    al momento ho registrato uno

    [SM=g8884] ?STACK OVERFLOW ERROR
    it.wikipedia.org/wiki/Stack_overflow [SM=g8320]
    [Modificato da cazz@ro6502 18/11/2011 19:40]
  • cazz@ro6502
    00 18/11/2011 20:41
    Secondo me il caso giapponese del cesto UFO e' in realta' un pezzo di un galeone (spagnolo) magari il cesto dell'albero maestro su cui si era rifugiata la naufraga con tanto di vela [SM=g6794]



    www.foto.genova.it/z04cGaleone.htm



    www.webalice.it/cherini/galeoni/I%20galeoni.html
    www.foto.genova.it/z04cGaleone.htm
    notizie.it.msn.com/fotostory/gallery.aspx?cp-documentid=1...
    [Modificato da cazz@ro6502 18/11/2011 20:42]
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    AlyxVance
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    Utente Veterano
    00 18/11/2011 20:49
    Cazz@ro,

    temo che nessuno potrà mai fornire risposte adeguate ai quesiti da te posti. ti riporto qui sotto (qualora ti interessasse) un articolo più dettagliato, al contrario di ciò che ho digitato in precedenza (nozioni che ricordavo a memoria dal documentario TV che ho visto). aggiungo anche un video, si parla di questo caso da 6:00 in poi.

    La Biblioteca Iwase Bunko è in possesso di un documento intitolato Hyouryuukishuu ( “Diario e racconti dei naufraghi”), che è stato stampato nel corso del tardo periodo Edo (1603-1868).Il documento racconta le storie di marinai giapponesi che si trovarono in terre straniere dopo essersi persi in mare, così come stranieri naufraghi approdati sulle spiagge del Giappone. Per il popolo giapponese, che all’epoca viveva in un prolungato periodo di isolamento nazionale, questi racconti esotici devono essere sembrati molto fantastici.Ma oggi queste storie sono state ristudiate e tra queste storie vi è il racconto di una nave naufragata, con un aspetto molto misterioso.Secondo il documento, questa nave è spiaggiata a Harashagahama a Hitachi-no-kuni (l’attuale prefettura di Ibaraki).

    Il corpo della nave, descritta come 3,3 metri di altezza e 5,4 metri di larghezza, era stato costruito da materiale simile al colore del legno di sandalo rosso e ferro ed era dotato di finestre di vetro o cristallo. Personaggi misteriosi ed un alfabeto sconosciuto sono stati trovati in iscrizioni all’interno della nave.A bordo della nave alla deriva fu trovata una donna giovane elegantemente vestita con un viso pallido con sopracciglia e capelli rossi , f u stimatao essere tra i 18 ei 20 anni. Fu scritto che parlava una lingua sconosciuta, metallica , tanto che quelli che aveva incontrato non erano in grado di determinare da dove fosse venuta. Tra le sue braccia stringeva una semplice cassa luminosa simil legno che sembrava essere di grande valore per lei, alpunto da non permettere a nessuno di avvicinarvisi. Il documento mostra una porzione di testo che si trova all’interno della nave (foto).

    Altri documenti del periodo Edo descrivono le varianti dettagliate di questo misterioso incontro. Toen Shousetsu (1825), nel libro Kyokutei Bakin (che è più famoso per i suoi 106 volumi di epica samurai Nansou Satomi Hakkenden) racconta la storia dell’incontro stesso, riferendosi alla strana imbarcazione come il utsuro-fune ( “nave lievitante vuota”). Un’altra variante di questo racconto appare in Ume no Chiri (1844), scritto da un autore relativamente sconosciuto chiamato Nagahashi Matajirou. ” Un’analisi approfondita di queste due varianti della storia si possono trovare in un articolo tradotto da Kazuo Tanaka intitolato “Incontro ravvicinato su una spiaggia giapponese nel 1803.Questo racconto è il secondo ufficiale che sta riscuotendo un interesse nazionale per i sui dettagli sul fenomeno ufo giapponese.

    fonte:
    http://www.youkosoitalia.net/2010/01/13/hyouryuukishuul%E2%80%99ufo-nella-storia-giapponese/







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    eone nero
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    Utente Master
    00 18/11/2011 21:34
    Re: Re:
    cazz@ro6502, 18/11/2011 19.33:



    (mi sono pure scornato con Diego Cuoghi via email, ed anche se non l'ho convinto, come argomenti pro ufo ne avuti piu' io di lui)



    Grazie della risposta [SM=g8320]

    Diego è veramente in gamba, oltre che persona disponibilissima oltre che ultra preparata.

    Spero abbia visitato i suoi siti, ne ha uno lavorativo ed è veramente bravo nel suo lavoro.




  • cazz@ro6502
    00 18/11/2011 22:32
    Re:
    AlyxVance, 18/11/2011 20.49:

    Cazz@ro,

    temo che nessuno potrà mai fornire risposte adeguate ai quesiti da te posti. ti riporto qui sotto (qualora ti interessasse) un articolo più dettagliato, al contrario di ciò che ho digitato in precedenza (nozioni che ricordavo a memoria dal documentario TV che ho visto). aggiungo anche un video, si parla di questo caso da 6:00 in poi.

    [ ... ]



    [SM=g1420769] paleocontatto.blogs.it/2010/03/24/oopart-analisi-8237044/#...

    [SM=g8909] la cava di yonaguni!

    Le piramdi di yonguni non sono piramidi, [SM=g8884] sono cave!

    a)le rocce di arenaria, quelle sommerse sono sparse a 360 gradi, si notano le isole di lavoro sparse qua' e la' con tagli in orizzontale ed in verticale.
    www.mellowmonk.com/images/yonaguni2.jpg

    b) ci sono evidenze di tagli in orizzontale ed in verticale, ma non in diagolane questo e' logico dato che il giacimento affiora per intero senza problemi.

    c)ci sono dei camminamenti e dei gradini
    elbauldejosete.files.wordpress.com/2008/01/yonaguni0202...
    www.dvorak.org/blog/wp-content/uploads/2006/11/yonaguni_3.jpg

    d)a quanto pare, ci sono pure dei graffiti, e/o pare una faccia? questo links lo riporta google.images con la stringa yonguni
    www.crystalinks.com/lemuriajapan.jpg

    e)c'e' una sorta di porta artificiale
    www.ancientmoons.net/imagessea3/mailedD33.jpg

    f)i blocchi che generano il muro e la volta della porta sono megalitici, quindi stiamo parlando di strutture con architettura megalitica www.ancient-wisdom.co.uk/underwater.htm
    images.google.it/images?q=cava+marmo

    nella cultura giapponese si parla dei Kappa [SM=g2201354]

    en.wikipedia.org/wiki/Kappa_(folklore)
    gominekobooks.blogspot.com/2010/05/kappasa-little-of-text-from-upcom...

    mitici esseri che in effetti che potrebbero ricordare un po' Orus


    [ x ] Da notare il becco presente in entrambi le figure!



    [ x ] da notare le scaglie e l'indole rettiloide che potrebbe correlarsi con Sekhmet (qualora fosse dimostrata la esistenza in modo certo)

    [SM=g8909] Difficile dire quale siano dei 2 tipi, anche perche' la misurazione del gradiente alieno sulla cultura giapponese non porta buoni risultati e ci sono gravi incompatibilita'.
    Non c'e' un fermatempo in giappone, non ci sono dei (dominanti) con teste a pinolo, non ci sono dei dominanti con il becco, la figura della donna nella societa' e' totalmente incompatibile con la posizione egizia, non c'e' mummificazione, non c'e' culto per le teste a pinolo... Quindi l'analisi si sospende anzi si ferma per assenza di gradiente alieno da misurare nella cultura giapponese.


    Direi che considerando il fatto che

    -non c'e' gradiente alieno da misurare in giappone
    -lo shape della presunta aliena e' contrario agli assiomi della paleoufologia razionale
    -ci sono incongruenze storiche circa la nave spaziale? (dov'e? perche' la storia dell'aviazione giapponese non ne ha beneficiato?)
    -considerando la lingua "aliena" per i giapponesi rispetto alal fisiologia europea
    -considerando i galeoni del 1600dc
    -considerando la somiglianza del pontile di albero maestro con la roba naufragata dipinta

    direi che la storia in giappone non si tratta di UFO o razze aliene! [SM=g1950677]


    [Modificato da cazz@ro6502 18/11/2011 22:32]
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