ma guardiamo sotto il nostro naso

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zoran15
00mercoledì 11 agosto 2010 16:45
.....altro che extraterrestri
Dalle scarpate alle montagne sottomarine, fino alle fosse di acqua salmastra e ai canyon: nelle acque profonde del Mediterraneo esiste un mondo ricco di vita, ancora da esplorare, che ospita vermi millenari, così come organismi multicellulari che vivono senza ossigeno. È questo uno dei dati emersi dal lavoro dei ricercatori impegnati nel Census of marine Life (Coml), un progetto che negli ultimi dieci anni ha visto impegnati 360 studiosi di tutto il mondo e che ha censito 230mila diverse specie nelle 25 aree studiate. Fra questi scienziati c'è anche Roberto Danovaro, dell'università Politecnica delle Marche, che ha tracciato un quadro delle miniere di vita degli abissi del Mare Nostrum.

Ma questo spettacolo anche così in profondità non sfugge all'impatto dell'uomo, a partire dall'immondizia. «Anche a mille, duemila metri di profondità, è comune vedere buste e piatti di plastica» afferma Roberto Danovaro. La minaccia deriva da una concentrazione di diversi fattori. «Innanzitutto pesa la pesca eccessiva - spiega Danovaro - e poi la contaminazione, di varia natura, dalle plastiche all'inquinamento da pesticidi e altri composti tossici». Sostanze chimiche, come il mercurio, sono presenti in quantità superiori rispetto agli altri mari del Pianeta. «Il Mediterraneo è la regione, insieme all'Artico - continua l'esperto - dove il riscaldamento dell'acqua non ha precedenti per la sua rapidità. Dal '90 ad oggi, il tasso di riscaldamento è raddoppiato». Un'impennata della velocità che ha riguardato anche le acque profonde.

Gli oceani del Pianeta nascondono ancora migliaia di specie sconosciute: si stima che siano fra il 39 e il 58% di quelle che abitano nella regione Antartica, il 38% in Sud Africa, fino al 70% in Giappone, il 75% nelle acque profonde del Mediterraneo e l'80% in Australia.

Scarpate continentali. Ospitano banchi di coralli profondi, in genere di colore bianco. È il caso di quelli di Santa Maria di Leuca, in Puglia, oppure della costa catalana di fronte a Barcellona, ma anche di Malta. Battezzati «coralli delle acque profonde», si pensava vivessero solo nei mari atlantici e della Norvegia, «invece abitano anche nel Mediterraneo - afferma Danovaro - fra i 300 e i 1.000 metri di profondità, quindi pur sempre ad una temperatura di 14 gradi, decisamente più calda delle acque norvegesi». Il problema per queste scarpate è comune a quello di altri habitat: il grande sfruttamento da parte della pesca.

Montagne sottomarine Non esiste un censimento. «Si tratta di vere e proprie montagne - spiega lo studioso - che sono alte oltre mille metri. A volte si trovano a 50/60 metri dalla superficie, ma anche a tremila metri di profondità. Ce ne sono tante nel Tirreno e nel Mediterraneo orientale: probabilmente sono una cinquantina, ma sicuramente non sono state scoperte tutte. Di minore dimensione e profondità, di montagne sottomarine ne esistono anche fra Canale di Sicilia, Ionio e basso Adriatico». Ricche di specie che abitano solo in queste zone, interessano sia la pesca, sia le multinazionali a caccia di minerali, come il manganese. «Un paio di montagne nel Tirreno - racconta Danovaro - interessano due multinazionali, per lo sfruttamento di metalli, che si stanno esaurendo nelle miniere terrestri». Per la gestione di queste risorse sottomarine esiste la «International seabed authority».

Sorgenti Altri habitat singolari degli abissi sono i «cold seeps», sorgenti fredde oltre i mille metri di profondità, in genere di idrocarburi naturali, come il metano. «In queste sorgenti naturali - spiega Danovaro - sono presenti forme di vita che ospitano batteri, che a loro volta si alimentano degli idrocarburi». Qui abitano forme di vita sorprendenti, come un tipo di verme particolarmente longevo. «Un singolo individuo di questi - afferma l'esperto - vive anche mille anni».

Fosse senza ossigeno Sembrerebbero assolutamente inospitali i «bacini ipersalini anossici profondi», pozze di 550 metri a 3.000, 3.500 metri di profondità, piene di sale, acqua e acido solfidrico, senza ossigeno. «Si tratta di strutture uniche al mondo - racconta lo studioso - che contengono batteri e virus, ma anche i primi animali multicellulari che vivono senza ossigeno. Craig Venter, il pioniere della mappa del genoma umano e delle ricerche sulla vita artificiale, si è offerto di fare la sequenza genomica di questi organismi, per capire come riescano a vivere senza ossigeno».

Canyon. aree di grande interesse, si trovano al di sotto dei 600 metri e fino a 1.500 metri di profondità. Caratterizzati da forti correnti e con una biodiversità straordinaria, non sono solo le zone predilette dai cetacei, ma anche dalla pesca intensiva, che ad esempio cattura il pregiato «gamberone rosso».
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