Re:
sindaco_74, 06/12/2009 14.48:
Non avete mai sentito parlare dell'esperimento Philadelfia?
E' conosciuto come “Philadelphia Experiment” o “Rainbow Project”. Tengo a precisare che non si è ancora giunti ad una sua fondatezza certa ed alcune speculazioni sorte sul caso, lasciano alquanto imbarazzati.
La storia in questione pare avere inizio nel ’55 con la pubblicazione del libro “The case for the Ufo’s” (il primo di quattro volumi) ad opera di Morris K. Jessup. In questo volume si parlava di fenomeni misteriosi nel campo dell’astronomia, meteorologia e problematiche varie dei viaggi spaziali. Ma il 13 gennaio del ’56 al professor Jessup arrivò una lettera di un certo Carl M. Allen, spedita dal Texas. Egli commentava in modo confuso su vari argomenti che il professore aveva trattato nel suo libro, lasciando frasi interrotte a metà e scritte con un misto di minuscole e maiuscole. Ad un certo punto veniva menzionato un presunto esperimento segreto avvenuto nell’ottobre del 1943 ad opera della Marina militare Usa, durante il quale una nave ed il suo equipaggio sarebbe stata resa invisibile. Carl M. Allen (che si scoprì in seguito chiamarsi Carlos Miguel Allende) affermò di aver fatto parte di quello sfortunato equipaggio, ma in modo “indiretto e distaccato”. Jessup inviò una richiesta di maggior informazioni al mittente, che peraltro aveva fornito un indirizzo della Pensylvania; quattro mesi dopo arrivò una seconda lettera in cui Allende (o Allen) si diceva disposto a sottoporsi al siero della verità per garantire la genuinità delle sue affermazioni. Nel ?56 il professore, con sua grande meraviglia, venne convocato nientemeno che dall’ONR (Office of Naval Research), Ufficio delle Ricerche Navali; quest’ultimo è un centro di ricerca in cui vengono studiate e testate nuove tecnologie navali militari. Qui il dottor Jessup incontrò alcuni alti ufficiali, tra cui il capitano Sidney Sherby ed il comandante G. Hoover che gli mostrarono una copia del suo libro, in formato economico, che sarebbe stata inviata da persone anonime all’ammiraglio Furth. Se la storia fin qui risultasse vera bisognerebbe chiedersi il motivo di tanto interesse della Marina Usa per un libro che tratta di argomenti dal contenuto alquanto spinosi. In effetti, sarebbe stato molto più normale venisse cestinato, o quantomeno apparentemente snobbato. Da una prima analisi veloce, Jessup si rese conto che il libro era passato attraverso le mani di tre persone diverse: ai margini delle pagine vi si trovavano molte annotazioni scritte con colori diversi, rivolte a particolari passi del libro. L’esterrefatto dottore, decise di approfondire il mistero collaborando con la Marina militare, fino ad arrivare alla conclusione che uno dei tre stili usati per le annotazioni era uguale a quello di Allende (Allen) nelle lettere speditegli l’anno precedente. Questa conclusione divenne certezza, quando ci si accorse che una delle note a margine accennava ad un presunto esperimento segreto effettuato dalla Marina Usa nel ’43. In altri riferimenti si affermava che la nave era stata resa invisibile per alcuni minuti, con effetti drastici per l’equipaggio a bordo. Jessup confidò così agli ufficiali di essere in possesso delle due lettere ricevute da Allende/Allen; questi ne richiesero immediatamente le copie.
Che dire? Se l’interesse della Marina militare Usa per questa storia aumentava di giorno in giorno, un motivo doveva pur esserci… Voleva tentare un esperimento simile? Oppure nascondere le tracce di un “errore storico”? Certo è che le spese sostenute per le indagini al caso, furono elevate e molti si chiesero il motivo. Evidentemente ne valeva la pena ….
Poco tempo dopo, Jessup spedì le due lettere all’ONR. D’accordo con la Marina militare, la “VARO Manufacturing Company” di Garland (TEXAS), riprodusse in tiratura limitata il libro “The Case for the Ufo’s” con le annotazioni e le due lettere come appendice, distribuendone le poche copie ( si dice circa 25, secondo altri 127) ciclostilate di 200 pagine agli alti ufficiali che si occupavano del caso. Da notare che la prima stesura, estremamente difficoltosa a causa del modo di scrivere dei tre individui, fece perdere molto tempo e portò ad una spesa di denaro non indifferente.
Ancora una volta l’ostinazione della Marina Usa lasciava sconcertati! E perché una tiratura limitata e distribuita ad una ristretta cerchia di ufficiali?
Una copia di esso fu consegnata anche al dottor Jessup. Nel 1958 egli si recò per un viaggio di lavoro a New York ed approfittò per andare a trovare il suo amico e scrittore I.T. Sanderson, un zoologo interessato di UFO. Qui Jessup volle consegnare il libro originale (quello con le annotazioni a margine …) al suo amico pregandolo di tenerlo al sicuro nel qual caso gli fosse accaduto qualche cosa. In quel periodo a detta degli amici a lui più vicini, Jessup appariva nervoso e stranamente preoccupato; ma proprio per questo il modo di fare del dottore appariva esagerato ed inutile. Ma a sentire Sanderson, dopo la lettura dell’originale, lui stesso si sentì sopraffatto da un sentimento piuttosto sgradevole. Poco tempo dopo, il 20 aprile 1952, il dottor Jessup venne trovato morto nella sua automobile, in Dade Conty Park, presso Coral Gaves, in Florida. Un tubo di gomma collegava lo scappamento con l’interno dell’abitacolo: morì per avvelenamento di monossido di carbonio. In poche parole, stando al certificato di morte, si trattò di suicidio! Secondo “persone ben informate”, il dottor Jessup avrebbe compiuto questo insano gesto a fronte di problemi famigliare e a causa del diminuito credito all’interno della comunità scientifica. Ma non tutti la pensano così, anzi la maggioranza crede che Jessup sia stato “eliminato” dal governo. Fra questi un certo G. Barker, che raccolse per primo gli scritti del dottore nel volume “The strange case of Dr. M.K.Jessup” (Lo strano caso del Dr. M.K.Jessup); egli cita Richard Ogden, il quale è convinto che in realtà il suicidio sia un omicidio. Jessup sarebbe stato ipnotizzato da onde sonore; gli sarebbe stato recapitato un nastro musicale che conteneva suggestioni ipnotiche, inducendolo così al suicidio.