Usa: la Nasa per esplorare lo spazio progetta astronavi senza ritorno

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_Thomas88_
00sabato 6 novembre 2010 15:00
Con la Darpa studia una nave spaziale guidata da una nuovo tipo di motore per arrivare su Marte e oltre.

Sarà, se realizzata, la prima astronave destinata ad atterrare su un pianeta dello spazio profondo. Anche se è forte il rischio che, una volta lanciata e percorsa una distanza significativa dalla Terra, non ne sapremo più nulla. Perché è destinata fin dall'inizio a non tornare mai indietro. Gli astronauti infatti sono destinati a diventare coloni.
Il progetto - Simon Worden, il direttore del centro ricerche della Nasa di Ames negli Stati Uniti, ha reso noto nel corso di un seminario della Long Now Foundation tenutosi il 16 ottobre scorso a San Francisco, l'esistenza di un progetto, fino ad ora segreto, che vede collaborare insieme la stessa Nasa e la Darpa (la sigla sta per Defense Advanced Research Projects Agency), l'agenzia scientifica del Pentagono. Il progetto si chiama 100-year Starship, ovvero l'astronave dei prossimi cento anni, questo sarebbe l'arco di tempo in cui la nave spaziale dovrebbe diventare realtà. Sarebbero già stati stanziati dei soldi per tracciare la fattibilità del progetto (100mila dollari da parte della Nasa e un milione di dollari da parte della Darpa) che prevederebbe la creazione di un nuovo tipo di propulsione per rendere possibile il viaggio interstellare. Una delle idee allo studio attualmente, prevederebbe lo sviluppo di una propulsione termica a microonde per permettere alla nave di lasciare il suolo terrestre. Secondo l'idea accennata da Worden, la nave dovrebbe essere alleggerita al decollo del suo carburante che dovrebbe essere lanciato separatamente nello spazio per poi essere agganciato una volta fuori dall'orbita. Ovviamente in caso di un viaggio estremamente lungo bisognerebbe pensare a un numero sufficiente di astronauti per dare continuità alle generazioni che si succederebbero sulla nave, oltre a fornire loro le possibilità di sopravvivere una volta raggiunto il pianeta prescelto. Il primo obiettivo concreto però ipotizzato da Worden e sicuramente prima del passo verso pianeti extrasolari, sarebbero le due lune di Marte, per cui si ipotizza anche una data, il 2030 circa. Le parole di Worden hanno generato una vivace discussione nel mondo nell'informazione scientifica americana, soprattutto per il fatto che il direttore del centro ricerche della Nasa si è in seguito rifiutato di rispondere alle domande dei giornalisti che volevano approfondire il tema. Così, fatto insolito, la Darpa stessa ha emesso un comunicato stampa in cui spiega che il progetto 100-year Starship è più di un semplice progetto ingegneristico volto a fabbricare un nuovo tipo di nave spaziale. Per Paul Eremenko che è il coordinatore della Darpa per il progetto «100-year Starship è un progetto multidisciplinare che prevede innovazioni in una miriade di discipline come fisica, matematica, biologia, economia, psicologia, politica, sociologia, scienze culturali, ingegneria per permettere di avvicinare l'obiettivo dei viaggi spaziali di lunga portata, ma da cui trarrà beneficio l'intera umanità».
Interrogativi - Del resto molti sono gli interrogativi che la notizia del progetto ha portato nella comunità scientifica e non solo. Al di là del superamento dei problemi di carattere ingegneristico e del reperimento dei fondi (per cui la stessa Darpa ha aperto alla collaborazione con i privati) non è chiaro come l'opinione pubblica prenderà l'idea del viaggio senza ritorno. Quest'ultimo infatti costituirebbe il segnale di un passaggio importante: quello dall'esplorazione alla colonizzazione dello spazio extraterrestre. E il punto fondamentale non diventerebbe più solo come raggiungere la meta extraterrestre, ma come riuscire a far sopravvivere l'umanità in un ambiente alieno.

Fonte: Corriere della sera.It
bambino_69
00sabato 6 novembre 2010 21:06
Re:
secondo me questo è uno di quei progetti tipo "scatolone"
nel senso che, si crea un progetto in cui possano confluire nuove idee tecologiche, sociologiche e altro, ma non è detto che questo progetto vada a buon fine

magari ci sarà la possibilità che uno dei progetti confluiti in questo grande scatolone iniziale, possa prendere forma e diventare appetibile per qualcuno, sia ente politico sia militare, e così possa essere messo a punto e portato fino alla fine.

(richard)
00sabato 6 novembre 2010 21:42
....quello che mi chiedo e se si troveranno degli volontari destinati a morire su altri pianeti lontano dalla madre terra.
bambino_69
00sabato 6 novembre 2010 22:04
probabilmente, all'inizio, l'astronave madre farà da casa anche se atterrata sul pianeta d'arrivo.

almeno fintanto che non si riesce a costruire qualche infrastruttura sul suolo di quel pianeta

poi certo, la missione è di sola andata. come dici tu Richard, non so se si troveranno volontari.

magari ci manderanno qualche condannato all'ergastolo oppure a morte, che come ultima chance, invece di morire in carcere, gli danno una specie di via d'uscita per poter prolungare un po' la loro vita, anche se su un pianeta all'inizio inospitale
(richard)
00sabato 6 novembre 2010 22:47
....anche un ergastolano secondo me rifiuterebbe l'invito,adesso in carcere c'è la TV si puo' lavorare e forse in particolari circostanze anche la possibilita' di avere una femminella per svagarsi! [SM=g8908]
Takenspace
00domenica 7 novembre 2010 11:07
Io ci andrei anche subito [SM=g1420769]
Federico1993
00domenica 7 novembre 2010 13:10
il problema dei volontari non penso ci sia visto che forzeranno sicuramente qualcuno ad andarci...ovviamente se continueranno questo progetto!!
filovirus59
00domenica 7 novembre 2010 15:00
non so se il corpo umano in assenza di gravità possa resistere tanto tempo, a meno che non si inventino una gravità artificiale. il sistema di circolazione e lo scheletro sarebbero compromessi dopo anni nello spazio. non avrebbe senso mandare nello spazio dei "vuoti a perdere"
UniversalMan
00domenica 7 novembre 2010 16:02
Il grosso ostacolo alla missione umana su Marte non è la tecnologia o il corpo umano. Il grosso ostacolo è la mente umana.
Le missioni Apollo erano tecnicamente molto più rischiose di quanto non lo sarebbe oggi una missione per Marte, e che gli astronauti di quei anni, avevano molto ben presente la possibilità di rimetterci la pelle, ma non si sono mai tirati indietro.

Però visto che si parla di questa missione dei cento anni magari è il caso di affrontarli questi problemi citati da filovirus, così ne parliamo.I sintomi a cui vanno incontro gli astronauti nel corso di una missione del genere sono molti e preoccupanti: perdita di massa ossea innanzitutto e perdita di massa e forza muscolare.

* Effetti sul sistema cardiovascolare: gli esseri umani che vivono sulla Terra sono soggetti alla forza di gravità. I due terzi delle nostre attività giornaliere consistono nello stare in piedi o nello stare seduti. Pertanto grandi quantità dei fluidi organici come il sangue tendono a defluire verso la parte inferiore del corpo. Il corpo umano è dotato di vari meccanismi per opporsi alla gravità e mantenere un flusso sanguigno sufficiente per il cervello. In un ambiente di microgravità, invece, la quantità e la distribuzione dei fluidi organici viene alterata poiché quest’ultima è libera dall’attrazione gravitazionale. Questo effetto è noto come “lo spostamento dei fluidi” (o fluid shift). I sintomi causati dal fluid shift sono mal di testa e gonfiori.

* Effetti sulle ossa: le ossa sono i sistemi meccanici di cui l’uomo dispone per sostenere la propria postura. Il corpo umano adulto possiede tra i 1000 e i 1200 grammi di calcio e tra 400 e 500 grammi di fosforo. In ogni modo, siccome lo sforzo gravitazionale è assente nello spazio, il calcio e il fosforo delle ossa viene eccessivamente rimosso attraverso i rifiuti organici umani. E’ stato provato sperimentalemte che il 3.2% della perdita ossea media avviene nei primi 10 giorni in assenza di peso. La perdita di calcio attraverso le urine può provocare calcoli renali, che possono causare dolori acuti; inoltre la diminuzione della densità ossea porta ad una successiva frattura dell’osso stesso. Pertanto si rendono necessarie contromisure. Una di questa è di prevenire la perdita ossea con l’esercizio fisico che viene effettuato periodicamente a bordo con un tapis roulant.

* Effetti sui muscoli: il corpo umano galleggia nello spacecraft orbitante. Pertanto, gli astronauti si possono muovere liberamente solo appoggiandosi delicatamente alle pareti e dandosi una spinta. In un ambiente di microgravità, i muscoli si indeboliscono subito perché sono raramente utilizzati.

* Il “mal di spazio”: si chiama anche space motion sickness. Così come succede con il mal di mare, dopo pochi minuti o poche ore che si è in assenza di peso, gli astronauti possono soffrire di “mal di spazio”, caratterizzato da mal di testa, nausea e vomito. Quasi il 70% degli astronauti soffre di questi sintomi.

* Effetti sul sistema vascolare e immunologico: in ambiente di microgravità, i globuli rossi, la principale componente del sangue, si trasformano. Il 90% dei nostri normali globuli rossi ha una forma discoide biconcava. In assenza di peso, alcuni globuli rossi diventano di forma sferica. In ogni caso, questi tornano normali anche dopo missioni di lunga durata nello spazio.

* Effetti della radiazione spaziale: la radiazione spaziale è presente sempre nello spazio. Sulla Terra, l’atmosfera e il campo magnetico fanno da scudo per gli uomini, e non fanno penetrare la superficie terrestre a suddetta radiazione cosmica. Data l’assenza di tale schermatura nell’ambiente spaziale, gli astronauti sono soggetti a una maggiore radiazione cosmica rispetto a quando si trovano a Terra. Per questo motivo, la radiazione spaziale può incidere notevolmente sulla loro salute. Per contrastare gli effetti delle radiazioni nello spazio, gli astronauti indossano le tute spaziali.

bambino_69
00domenica 7 novembre 2010 18:03
insomma, più problemi che vantaggi


sicuramente degli eventuali astronauti che si fanno mesi o anni nello spazio con continuità temporale, avranno di che divertirsi per tenersi in forma e avere ancora qualche muscolo e osso in ordine una volta sbarcati

comunque, come sottolineava Uni, la mente umana, anche quella può essere un problema. ma quando non lo è ?
siamo esseri umani, quindi elementi come paura, debolezza, fanno parte della nostra natura
_Thomas88_
00domenica 7 novembre 2010 18:11
Di certo non mancano i problemi da risolvere...

Ecco perchè gli alieni utilizzato degli EBE frutto di esperimenti di clonazione: eliminano tutti gli svantaggi del corpo umano ed offrono solo vantaggi!
bambino_69
00domenica 7 novembre 2010 22:19
Re:
_Thomas88_, 07/11/2010 18.11:

Di certo non mancano i problemi da risolvere...

Ecco perchè gli alieni utilizzato degli EBE frutto di esperimenti di clonazione: eliminano tutti gli svantaggi del corpo umano ed offrono solo vantaggi!




secondo me, questi cloni, se confermato che esistano davvero, vengono usati anche per motivi di logistica:

nel senso che permettono di mandare in più posti contemporaneamente, cloni sulla Terra senza utilizzare "astronauti alieni" veri e propri [SM=g8320]
Drake76
00lunedì 8 novembre 2010 09:56
La gravità artificiale si può fare, basta progettare un'astronave con una parte centrale in rotazione, la forza centrifuga fornirà la gravità necessaria al mantenimento delle funzioni fisiologiche; l'energia necessaria a mantenere il movimento rotatorio è irrisoria se si limitano al massimo gli attriti, e può arrivare anche ad essere nulla nel caso in cui invece di far ruotare solo una parte dell'astronave la si fa ruotare tutta.
Demirel81
00lunedì 8 novembre 2010 11:06
Re:
Drake76, 08/11/2010 9.56:

La gravità artificiale si può fare, basta progettare un'astronave con una parte centrale in rotazione, la forza centrifuga fornirà la gravità necessaria al mantenimento delle funzioni fisiologiche; l'energia necessaria a mantenere il movimento rotatorio è irrisoria se si limitano al massimo gli attriti, e può arrivare anche ad essere nulla nel caso in cui invece di far ruotare solo una parte dell'astronave la si fa ruotare tutta.




Non direi che l'energia che serve è nulla, vero che sia molta di meno di quanto sarebbe sulla terra a causa dell'assenza di attrito e aiutata dall'inerzia ma non è così poca.
Si potrebbe usare l'energia solare. Però rimangono altri problemi, la convivenza tra gli uomini, l'alimentazione, e la possibilità di riparare l'astronave in caso di avaria .
Drake76
00lunedì 8 novembre 2010 16:52
Re: Re:
Demirel81, 08/11/2010 11.06:


Non direi che l'energia che serve è nulla, vero che sia molta di meno di quanto sarebbe sulla terra a causa dell'assenza di attrito e aiutata dall'inerzia ma non è così poca.
Si potrebbe usare l'energia solare. Però rimangono altri problemi, la convivenza tra gli uomini, l'alimentazione, e la possibilità di riparare l'astronave in caso di avaria .



Ci siamo dimenticati della prima legge di Newton? [SM=g1420769]
Se un corpo è in rotazione sul proprio asse mantiene la rotazione finchè non intevengono forze esterne, se metto un'astronave in rotazione sul proprio asse l'unica energia che mi serve al limite è quella necessaria allo spostamento dei bilancieri che mantengono il baricentro in linea con l'asse di rotazione (il baricentro si sposta a causa dello spostamento umano all'interno dell'astronave), questo solo se si vuole mantenere l'asse in linea con la rotta.
La Terra con la sua massa non indifferente ruota su se stessa in 24 ore da ormai 5 miliardi di anni, e senza prendere energia dall'esterno pensa [SM=g8180]
UniversalMan
00lunedì 8 novembre 2010 19:15
Drake piccino caro non è che la risolvi così facilmente eh [SM=g1420768] ... è vero che attualmente lo sfruttamento della forza centrifuga credo rimanga l'unico modo per creare la gravità artificiale stile 2001 Odissea nello spazio ma ci sono alcuni problemi:

1)la dimensione dell'astronave/stazione spaziale dovrebbe essere considerevole, oltre i 400 500 metri..
2)adattamento degli esseri umani alla nuova condizione, potrebbero sorgere problemi notevoli circolatori, ma anche più semplicemente di nausea, vomiti, ecc
3)Simulare la gravità, lo si puo' fare, ma bisogna dominarla bene, se fosse troppa o troppo poca sarebbe 'na tragedia

Drake76
00martedì 9 novembre 2010 13:40
Re:
UniversalMan, 08/11/2010 19.15:

1)la dimensione dell'astronave/stazione spaziale dovrebbe essere considerevole, oltre i 400 500 metri..
2)adattamento degli esseri umani alla nuova condizione, potrebbero sorgere problemi notevoli circolatori, ma anche più semplicemente di nausea, vomiti, ecc
3)Simulare la gravità, lo si puo' fare, ma bisogna dominarla bene, se fosse troppa o troppo poca sarebbe 'na tragedia



1) Ma anche no, la forza centripeta dipende sì dalla distanza ma anche dalla velocità di rotazione, ti ricorda qualcosa a=ω²R ?
Nello spazio posso far ruotare un oggetto a qualsiasi velocità e la rotazione viene mantenuta finchè non intevengono forze esterne, per avere un'accelerazione di 9,8 m/s² (gravità terrestre) è sufficiente un disco di 60 metri che abbia una rotazione di un giro ogni 11 secondi oppure un disco di 40 metri con rotazione di un giro ogni 9 secondi.
2) Il vero problema non è la gravità (come dimostrato) ma la lunga permanenza in un ambiente chiuso e senza ricambio di aria salubre naturale.
3) Vedi punto 1, con la tecnologia attuale lo posso brevettare anche io un sistema controllato, sono i soldi per realizzarlo che mancano, purtroppo...
[SM=g2201354]
Takenspace
00martedì 9 novembre 2010 14:16
Per ricreare la gravità nello spazio è necessario mettere in rotazione il veicolo e simulare l'accelerazione di gravità con l'accelerazione centrifuga. Non esiste alcuna altra via per creare una "gravità artificiale". I due campi non sono equivalenti e, per poter avere una simulazione accettabile, è necessario disporre di un veicolo spaziale di grandi dimensioni. Per questo non mi consta che siano stati condotti esperimenti. In particolare, la più grande struttura realizzata nello spazio, la stazione spaziale internazionale, non è adatta ad eseguire prove del genere. Sono invece stati eseguiti molti studi e simulazioni sugli effetti causati dalla rotazione del veicolo per produrre una gravità artificiale, ma si tratta sempre di studi teorici.
Drake76
00martedì 9 novembre 2010 16:09
Toricamente gli effetti indesiderati della gravità artificiale sarebbero riconducibili solo alla differenza di gravità tra la testa e le gambe di un uomo in piedi o seduto, ma finchè non si sperimentano questi effetti non si può dire cosa comportino, di testato abbiamo solo il comportamento fisico a gravità zero (astronauti) e ad elevato numero di G (piloti aeronautici).
Ma vediamo quanto sarebbe questa differenza su un uomo di 2 metri in un disco di 60 metri di diametro: 9,8*28/30=9,15 ovvero una differenza di 0,65 m/s² = 0,065 G ... cavolo, si può anche morire con tutta questa differenza [SM=g1950693]

Io dico che sono scuse però capisco i motivi che spingono ad abbandonare il progetto: costruire una stazione apposita in orbita per fare questi test costa tanto, anche se con questi valori la possibilità che ci siano effetti indesiderati sull'organismo è molto remota comunque esiste e se si verificasse fondata avrebbero speso miliardi per nulla. L'unica alternativa sicura è allontanare i moduli così tanto da annullare la differenza, overo distanze improponibili di 500 metri e oltre.

Come diceva qualcuno più su è finita l'era degli avventurieri che con poco più di una zattera andavano alla scoperta di nuovi mondi [SM=g1950688]
ContactUfo
00martedì 9 novembre 2010 17:04
Scusate fate capire anche ad un'impedita come me cosa vuol dire che la navicella si mette a girare su se stessa? non sarebbe impossibile stabilizzarsi? non risulterebbe tutto schiacciato nei lati come nelle giostre quando sei lanciata nell'aria? [SM=g1950691] Scusate la domanda scema [SM=g1950693]
Drake76
00martedì 9 novembre 2010 17:14
Re:
ContactUfo, 09/11/2010 17.04:

Scusate fate capire anche ad un'impedita come me cosa vuol dire che la navicella si mette a girare su se stessa? non sarebbe impossibile stabilizzarsi? non risulterebbe tutto schiacciato nei lati come nelle giostre quando sei lanciata nell'aria? [SM=g1950691] Scusate la domanda scema [SM=g1950693]


Brava, hai intuito l'effetto, ed è proprio quello l'effetto che si vuole ricreare, lo schiacciamento come lo definisci tu simulerà la gravità terrestre, in fondo anche qui sulla terra siamo schiacciati verso il basso.
Ora che ci penso c'è anche il problema della differenza di velocità tangenziale a diverse distanze dal centro di rotazione, in pratica se sto in piedi e mi abbasso di colpo la mia testa avvertirà una leggera forza che la attira nel verso contrario di rotazione, effetto inverso se sono abbassato e mi alzo di scatto... è simile allo stare su una nave con un po' di maretta, viaggio vietato a chi soffre di mal di mare [SM=g6794]
UniversalMan
00mercoledì 10 novembre 2010 15:30
Quante volte parliamo di cose realizzabili e quante altre volte ci dilettiamo in discorsi teorici che non servono a niente? mi piacerebbe che ognuno di noi cercasse di vedere quello che si può realizzare anzichè sparare le favole stile " si può viaggiare nel tempo", oppure "il teletrasporto" ecc. Quello che è teoricamente possibile non è sempre realizzabile in concreto. Quando io ho letto questa notizia ho provato a capire se avendo meno di 30 anni creperò prima di vedere queste astronavi e sapete cosa ho pensato? si creperò molto prima.

Attualmente, gli astronauti che popolano la Stazione Spaziale Internazionale fanno affidamento su una serie di esercizi fisici per poter mantenere tono muscolare e osseo. Insomma neanche nella Stazione spaziale esiste un modulo antigravità operativo....e noi vogliamo montarlo su altre navicelle? Se si riuscisse ad installare un sistema di gravità artificiale, come una centrifuga che simuli l'attrazione gravitazionale terrestre, gli esercizi che ora tengono impegnati per ore gli astronauti potrebbero diventare solo un lontano ricordo. Eppure quelli ancora sgambettano nelle biciclette lunari [SM=g2201342]

I precedenti piani della NASA per raggiungere la Luna non prevedevano la presenza dell'essere umano nello spazio per lunghi periodi, il che non rendeva necessario lo studio di sistemi per la riproduzione della gravità. Ma se si tratta di raggiungere Marte, o di rimanere nella Stazione Spaziale per lunghi periodi di tempo, tagliare gli attuali costi per il trattamento delle patologie spaziali, e consentire agli astronauti di mantenersi in salute, sono obiettivi estremamente importanti. Ma sono raggiungibili? Dico di si ma fino ad ora la riproduzione della gravità nello spazio è stato un traguardo off-limits soprattutto per questioni di budget, e i soldi non sono una cosa da poco. Senza finanziamenti la ricerca si blocca, e per me i finanziamenti necessari a queste navicelle dei cento anni sarebbero enormi e nessuno li stanzierà mai.
Drake76
00mercoledì 10 novembre 2010 18:39
Re:
UniversalMan, 10/11/2010 15.30:

cut..
Ma sono raggiungibili? Dico di si ma fino ad ora la riproduzione della gravità nello spazio è stato un traguardo off-limits soprattutto per questioni di budget, e i soldi non sono una cosa da poco. Senza finanziamenti la ricerca si blocca, e per me i finanziamenti necessari a queste navicelle dei cento anni sarebbero enormi e nessuno li stanzierà mai.



Ed è proprio quello che stavo dicendo, si può fare ma costa troppo, senza considerare che la gravità non sarebbe neanche un grande problema se paragonato a quello della permanenza in un ambiente chiuso, una condizione quasi peggiore di quella che affliggeva i marinai nei lunghi viaggi in nave in epoche passate, i quali però potevano almeno godere costantemente di aria fresca.
Alla fine siamo arrivati alla stessa conlusione [SM=g1420767]
An0n
00giovedì 11 novembre 2010 10:09
l'idea di fare un viaggio di sola andata non è nuova infatti la stessa cosa l'hanno pensata per marte. Questo risparmierebbe un sacco di soldi dato che non bisognerebbe pensare ad una missione di ritorno. E gente disposta ad andarci se nè è trovata a palate.
en.wikipedia.org/wiki/Mars_to_Stay
_Thomas88_
00giovedì 11 novembre 2010 12:16
Sono sempre i fondi monetari il primo vero problema delle missioni spaziali...
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