Un volo passeggeri diretto a Roma rischiò collisione con un aereo militare russo

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_Thomas88_
00lunedì 10 novembre 2014 15:00
Un aereo da ricognizione IL-20M, come quello protagonista della vicenda.
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La denuncia del think tank europeo Eln: incidente evitato lo scorso 3 marzo solo per l’ottima visibilità. I due aerei a 90 metri l’uno dall’altro.

Un aereo della compagnia aerea Sas in volo da Copenaghen a Roma con 132 passeggeri è stato sfiorato da un aereo di ricognizione russo mentre era in volo nei pressi di Malmoe, in Svezia, comunque sopra acque internazionali. La mancata collisione si è verificata lo scorso 3 marzo ed è stata annunciata lunedì dallo European Leadership Network (Eln, think tank della leadership europea), una rete che raduna ex responsabili politici europei e che ha sede a Londra. L’aereo della Sas è riuscito a evitare il ricognitore solo grazie all’ottima visibilità e alla prontezza del pilota. Diversi media svedesi all’epoca raccontarono che gli aerei, quello russo sarebbe stato un Ilyushin-20M, sono passati a soli 90 metri l’uno dall’altro quando la distanza minima di sicurezza è 300 metri.

L’annessione della Crimea come spartiacque.
Secondo il rapporto diffuso dall’Eln «dall’annessione della Crimea da parte della Russia l’intensità e la gravità degli incidenti che coinvolgono le agenzie di sicurezza e le forze militari occidentali e russe è visibilmente aumentata», e questo ha anche implicato diverse «near miss», anche a causa del fatto che i velivoli russi - caccia o di ricognizione - spengono i rispettivi transponder non comunicando la propria posizione. La rete londinese segnala anche che diversi altri “incidenti”, come quello del sottomarino russo al largo di Stoccolma, si sono verificati. Una quarantina in tutto, comprese alcune «scaramucce» tra aerei di sorveglianza in volo.

L’aggressività russa e la risoluzione occidentale.
Tre di questi casi sono stati «ad alto rischio» di vittime, o di confronto militare: la collisione mancata del 3 marzo; il rapimento di un agente di intelligence estone lo scorso 5 settembre con l’accusa di spionaggio ai danni di Mosca; la già citata caccia al sottomarino. Secondo l’Eln, quindi, con un linguaggio che richiama la Guerra Fredda, «la combinazione tra un atteggiamento russo più aggressivo e la prontezza delle forze dell’Occidente nel mostrare la propria risoluzione aumentano i rischi di un’escalation non voluta», nonché il pericolo che gli eventi sfuggano di mano.

Gli autori dello studio.
Lo studio Dangerous Brinkmanship è pubblicato a firma di Thomas Frear (ex membro del Russian Institute of Oriental Studies di Mosca), da Łukasz Kulesa (ex responsabile del Progetto per la non proliferazione delle armi in Polonia) e da Ian Kearns (cofondatore dell’Eln ed ex responsabile della Commissione per la sicurezza nazionale del Regno Unito).


Fonte: Corriere della sera.it
Dis.Pater
00lunedì 10 novembre 2014 16:00
Se era sopra acque internazionali dov'è la violazione [SM=g2806964]
C'è un clima antirusso diffuso dai media occidentali compiacenti...
_Thomas88_
00lunedì 10 novembre 2014 18:44
Re:
Dis.Pater, 10/11/2014 16:00:

Se era sopra acque internazionali dov'è la violazione [SM=g2806964]
C'è un clima antirusso diffuso dai media occidentali compiacenti...




Vero. Il problema è che in passato e spesso in questi ultimi mesi (dallo scoppio della crisi ucraina) gli aerei militari russi volano vicino agli spazi aerei dei Paesi europei o sopra acque internazionali senza comunicare il loro piano di volo, senza trasponder.
Più volte hanno incrociato aerei commerciali ed in diversi casi sono stati intercettati dai caccia europei.
www.corriere.it/esteri/14_ottobre_29/nato-lancia-l-allarme-26-caccia-russi-intercettati-cieli-ue-e84279d2-5f98-11e4-a7a8-ad6fbfe5e5...
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