Terra cava

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
zoran15
00martedì 27 aprile 2010 18:42
che ne pensate?
la terra cava se fosse tale risolverebbe molti enigmi. [SM=g1950686]
_Thomas88_
00martedì 27 aprile 2010 18:50
Re: che ne pensate?
zoran15, 27/04/2010 18.42:

la terra cava se fosse tale risolverebbe molti enigmi. [SM=g1950686]




Zoran sei nuovo quindi inesperto. Hai aperto una discussione senza postare un'argomentazione su cui discutere. Cioè, ci sarebbe ma non puoi scrivere solo una riga aspettando qualche risposta.
Devi esporre il tema, illustrarlo, e poi dire le tue opinioni personali.
Ti faccio l'esempio di come avrei postato io l'argomento:


Terra cava (titolo)

Sotto l'espressione di teoria della Terra cava è raccolto un filone di diverse teorie formulate da pensatori in varie epoche storiche, secondo cui il pianeta Terra sarebbe cavo al proprio interno. Secondo alcune di queste teorie, sotto la superficie terrestre vi sarebbero altre superfici concentriche, che potrebbero a loro volta essere abitate o abitabili.
Questa teoria fu formulata in termini scientifici a partire dal XVII secolo, per essere resa popolare nei secoli successivi da romanzi fantastici che la sfruttavano come artificio narrativo. Pur essendo ampiamente confutata dalla scienza moderna (geologia, geofisica e astrofisica) e quindi relegata alla pseudoscienza, ancora oggi la teoria della Terra cava trova un certo seguito presso alcuni sostenitori di teorie del complotto. (descrizione argomento, tratta da WIkipedia)


Nell'immagine sopra, tratta dal romanzo di Jules Verne "Viaggio al centro della Terra", sono illustrati ipotetici rettili preistorici che popolano un mare interno della cavità terrestre immaginati. (documento)

Esistono molte teorie a riguardo ma non penso che sotto la crosta terrestre ci siano mondi popolati da forme di vita come dinosauri o roba simile. (parere personale)

Cosa intendi Zoran quando dici che molti enigmi sarebbero svelati? A quali ti riferisci?

zoran15
00martedì 27 aprile 2010 18:59
terra cava
La teoria della terra cava è nota da millenni.
Chiunque penso che l'abbia sentita.
In poche parole la terra è vuota, al suo interno vi è un altro mondo, con un sole al centro.Agharti.
Si vive all'interno della crosta(intraterrestri o alieni) e all'esterno(noi).
Che ne pensate?
zoran15
00martedì 27 aprile 2010 19:04
1908 siberia
Il meteorite che colpì la Siberia non lasciò crateri, perchè qualcuno, costruì degli scudi.
Qualcuno per cui la terra era importante, visto che ci vive dentro.
SGRdust
00martedì 27 aprile 2010 19:22
E' una teoria che mi affascina, piu quella di Hedmund Halley pero, cioe senza il sole all'interno, anche perchè le conoscenze di astronomia-astrofisica di base che ho potuto apprendere, mi inducono a credere che non sia possibile che ci sia una Stella all'interno della Terra (o comunque di altri pianeti). Questa è l'unica certezza che ho in questo caso ehehe.

Non posso escludere però che "all'interno" della Terra possa vivere qualcuno...
zoran15
00martedì 27 aprile 2010 19:41
IL SOLE E' AL CENTRO
Che al centro della terra vi sia un piccolo sole, equivalente al nucleo, è indispensabile.
Gli intraterrestri, che altro non sono che antichi abitanti anche umani della terra, vivono come noi, in un atmosfera di aria meno ossigenata e un sole che splende sempre.
Vivono più a lungo di noi e sono anche tra noi, sposando la teoria dei rettiliani. [SM=g1950686]
_Thomas88_
00martedì 27 aprile 2010 19:43
Re: 1908 siberia
zoran15, 27/04/2010 19.04:

Il meteorite che colpì la Siberia non lasciò crateri, perchè qualcuno, costruì degli scudi.
Qualcuno per cui la terra era importante, visto che ci vive dentro.




Sinceramente non penso che l'evento cosmico di Tunguska, il più rilevante della storia dell'umanità, sia collegato un'ipotetica popolazione che vivrebbe in un mondo situato all'interno della nostra Terra...
E sono daccordo con SGRdust: credo impossibile che ci sia un sole sotto i nostri piedi...di certo c'è il nucleo, che è un'altra cosa. [SM=g27817]
zoran15
00martedì 27 aprile 2010 19:59
Facciamo un ipotesi complessa.....
la terra è abitata nel suo interno da una popolazione eterogenea, prima che apparisse l'uomo come lo conosciamo, vedi epoca pre egizia.Gli abitanti sono evoluti, solo per il fatto che hanno più secoli alle spalle,e da sempre ci hanno pilotato, come un acquario.
[SM=g2201356]
+maranatha+
00martedì 27 aprile 2010 21:02
Ciao e benvenuto.
Ti stai riferendo ad Agharti ho una delle prime stampe del libro.
Sicuramente se ti fai un giro sul forum con il tasto cerca vedrai che ne abbiamo già parlato tra il 2007/2008.
zoran15 cmq come ha detto il moderatore _Thomas88_ devi ancora capire bene le meccaniche della community.
Quando si apre una discussione si cerca di espore in modo comprensibile per tutti l'argomento e poi magari si pone una domanda di parere.
Io personalmente ho capito subito a cosa ti riferivi, ma magari ci sono utenti che sarebbero interessati ad approfondire questo argomento ma non hanno neanche capito di cosa stavi parlando.
Ovviamente ad ogni post di risposta non serve che dai un titolo all'argomento c'è già quello di discussione.
Una volta che si crea l'interesse da parte dell'utenza e si inizia a colloquiare magari poi è giusto dare degli spunti su argomenti correlati.
-----------
Es:
Agharti-->Atlantide--->El Dorado--->Triangolo delle bermude--->Triangolo del Drago--->Ecc.
-----------
E' inutile sparare 10.000 informazioni se poi non ci si sofferma sull'argomento principale.
Il Migliore modo ovviamente è leggere il regolamento generale e quelli di sezioni ed iniziare non ad aprire discussioni ma ad interagire sugli argomenti esposti da utenti che hanno già preso dimestichezza con il forum.
Ovviamente il rischio è che vieni preso sotto d'occhio dalla moderazione che fa il suo dovere e peggio ancora perseveri in degli errori che da un richiamo verbale per una questione di regolamento si traducono in warnig/allontanamento provvisorio/definitivo.
Spero che lo prenderai come un consiglio d'amico, qui siamo tutti una famiglia e cerchiamo di migliorare il più possibile questo spazio per essere più chiaro possibile per tutti.
Parteciperò presto alle tue discussioni visto che l'argomento mi interessa se verrà fatto nel modo corretto per tutti come descritto sopra.
Un Caro Saluto [SM=g27811]

zoran15
00mercoledì 28 aprile 2010 15:49
Cari moderatori ed esperti, mi devo scusare, pensavo che per il tipo di forum,si potessero eliminare molti antefatti e precisazioni, vi ringrazio per le bacchettate ma vorrei continuare,anche se devo premettere che, così come ritengo che siano tra noi gli abitanti della terra cava, lo siano anche in questo Forum, e anche ai vertici dello stesso, come accade nella società e governi.
Ritengo che i rettiliani tra di noi provengano dalla terra cava,così come i dischi volanti o le falene.(se volete posiamo approfondire)
Provate a fare una ricerca sui poli terrestri, vedrete quanto poco vi sia in giro. Questo perché il dubbio più grosso che può venire è non "vedere" i due ingressi ai poli comunicanti con l'interno. In realtà i poli terrestri sono tra le zone più inesplorate della terra.
sindaco_74
00giovedì 29 aprile 2010 14:50
Certo che se la Terra fosse cava vuol dire che c'è una civiltà molto più progredita di noi... nasce una domanda i terremoti possono essere provocati da da loro?
_Thomas88_
00giovedì 29 aprile 2010 15:53
Re:
sindaco_74, 29/04/2010 14.50:

Certo che se la Terra fosse cava vuol dire che c'è una civiltà molto più progredita di noi... nasce una domanda i terremoti possono essere provocati da da loro?




A questo punto potrebbe essere...però, io non riesco proprio a credere che la nostra Terra sia cava: va contro ogni mia logica di pensiero e non riesco neancha a prenderla in considerazione come ipotesi... [SM=g27821]
zoran15
00giovedì 29 aprile 2010 19:08
Vi indico dei libri a riferimento
“Alla Scoperta della Terra Cava” di Costantino Paglialunga
Macro Edizioni, 2002.
“Da Atlantide a Shamballah” di Alec MacLellan
Piemme Pocket.
zoran15
00lunedì 10 maggio 2010 20:05
Qualcuno guarda il telefilm "FRINGE" ?
La terra cava è da dove viene il pelato che viaggia nel tempo.
che ne pensate?
SGRdust
00martedì 11 maggio 2010 10:10
L'ho visto a suo tempo su Mediaset Premium. Mi è piaciuta come Serie, molto sul mio genere. C'entra poco ma giusto ieri sera ho visto l'ultimo Star Trek di JJ.Abrams ed è F A N T A S T I C O.
zoran15
00martedì 11 maggio 2010 18:07
forza......, cerchiamo di restare in tema.
www.altrogiornale.org/_/tagcloud/tagcloud.php?terra_cava
sito abbastanza esaustivo.
_Thomas88_
00martedì 11 maggio 2010 18:23
Io continuo a non credere a questa teoria: se ci fossero state delle aperture ai poli, con lo spostamento delle placche tettoniche nel corso delle ere della Pangea queste non sarebbero rimaste fisse ma si sarebbero dovute spostate alla posizione attuale.
Poi abbiamo la massa del nostro pianeta, che è stata calcolata e che, se la Terra fosse cava, sarebbe molto minore di quella che invece è risultata essere. Poi mettiamoci anche la legge della gravità e altre cose...
Poi, questo è il mio ragionamento e si può essere daccordo o contrari...
Sulla spedizione, invece, penso che sia solo una trovata di questo fisico Agnew per farsi pubblicità e fare un po' di quattrini. Visto che l'articolo è datato 2007 e si parla dell'anno successivo per la spedizione, il 2008, l'avrebbero dovuta già fare ma nessuno ne ha saputo niente, sicuramente perchè non è stata fatta...
zoran15
00martedì 11 maggio 2010 18:32
La situazione di partenza è quella di qualche decina di migliaia di anni fa.
Da allora e forse meno la terra cava è abitata.
Appena prima dell'attuale popolazione umana conosciuta (vedi egizi e pre egizi)
Tutto il resto è frutto solo di teorie.
E' come se di un muro di un metro conoscessimo solo lo smalto.
Altro link
www.terracava-nuovaterra.com/index.php?option=com_content&task=view&id=22&I...
zoran15
00mercoledì 12 maggio 2010 15:29
La terra che è indicata dal di fuori come una sfera del diametro di 8,000 miglia (1 miglio = 1.610 metri), è in realtà vuota come lo sono tutti i pianeti, che sono stati creato da masse d'aria di filatura di alte temperature, che sono stati estratti dal loro soli e per gravità e la forza centrifuga creata, quando è diventato più freddo, una crosta solida con grandi caverne all'interno, con aperture in due poli di rotazione, così come una grande centrale ''''sole che ha raccolto i materiali più pesanti. La crosta terrestre è 800 miglia di spessore, apertura a circa 800 miglia di diametro nei due poli, e una superficie interna (che è simile e una continuazione della superficie esterna) di un diametro di 6.400 km. Nel centro dispone di un gigante di cristallo incandescente del diametro di anche 800 miglia, che interpreta il ruolo del sole per i suoi abitanti, dando una luce fumosa e una temperatura costante tutto l'anno. La popolazione è di circa un miliardo di persone, aventi al giorno 24 giorni ore. La superficie interna presenta tutte le caratteristiche di quello esterno, le montagne che hanno (superiori ai nostri), mari (con terreno ¾ e ¼ di mare), fiumi, vegetazione, sugli animali (anche quelle che sono scomparse nel corso degli ultimi 13 mila anni), ecc, e l'atmosfera interna è circa il doppio della percentuale di ossigeno di quella esterna, mentre la gravità (al centro del quale è alla media superficiale della crosta, cioè a 400 miglia all'interno) è circa la metà. Gli abitanti sono gli stessi, come noi, (poco più alti di noi), e sono venuti sia dalla superficie esterna (come da Lemourians prima che fosse distrutta), o da extraterrestri che colonizzarono la Terra molto tempo fa (all'interno e all'esterno) . La maggior parte di queste persone, vivono principalmente in grande "città di cristallo", situate all'interno di grotte enormi (per non distruggere la bellezza della natura della superficie interna) . Gli edifici hanno la forma di cristalli di grandi dimensioni, con pareti in cristallo trasparente da dentro e opaco dall'esterno, senza porte che sembrano ovvie e aperto dal pensiero telepatico. Queste città sotterranee sono illuminati dal sole centrale (con aperture di energia), e comunicano (tra loro, ma anche alla superficie esterna) con gallerie, (dove veicoli volanti elettromagnetici sono in viaggio), mentre le città di cristallo e altri insediamenti più piccoli si trovano sulla superficie interna, circondata da un ambiente molto bello che rimane intatto e ricca di vegetazione e di vita.
Il popolo della Terra cava aveva deciso, migliaia di anni fa, di isolarsi dalla superficie esterna (dove grandi guerre e calamità sono stati prevalenti), in modo da essere in grado di svilupparsi indisturbato. Così chiuse con "dighe" elettromagnetiche entrambi i poli (che si aprono oggi solo per il passaggio di veicoli spaziali), così come i portali delle gallerie fino alla superficie esterna. In termini di tecnologia, sviluppo e cultura sono divisi in due categorie. Il primo si riferisce alla "capitale" di cristallo di Shamballah (che è quasi "eterica", costruita all'interno di una grotta enorme di diametro di 400 miglia, al di sotto della capitale del Tibet, Lhasa), e ad altre città come Katharia, sotto il Mar Egeo in Grecia, che ha la grande biblioteca di Porthologos, contenente in cristalli le conoscenze e gli eventi non solo della terra ma anche di tutta la galassia (che può essere holographicaly proiettata, come se si è in fatti. Essa comprende anche gli insediamenti sulla superficie interna. Questa categoria è costituita da residenti completamente di quinta dimensione, (toccando anche la sesta dimensione), che venne milioni di anni fa da altre costellazioni e si stabilì nella Terra cava, per evitare le guerre che esistevano nella galassia.
La seconda categoria si riferisce ai residenti di altri che vivono principalmente in 120 "cristallo" città sotterranee, (il più importante dei quali è chiamato Telos situato sotto il Monte Shasta in California, creato dai residenti provenienti da Laimouria prima della sua distruzione). Queste persone sono in movimento tra la quarta e la quinta dimensione, e sono degli esseri anche molto evoluti e pienamente coscienti, mentre alcuni di loro sono in visita a noi (con la forma della quarta dimensione) per studiarci, ma siamo in grado di distinguerli. Siamo in grado di sentire queste persone, che possono comunicare tramite telepatia con noi (in particolare con quelli di noi che sono consapevoli e aperti a tutto ciò che sta accadendo, così come i lavoratori''luce "), prima di andare a letto, entrare nei nostri sogni e ci danno preziosi consigli sulla nostra vita, che in parte ricorderemo , altri saranno registrati nel nostro subconscio, e ricorderemo quando sarà necessario.
La Terra cava già membro della Confederazione Galaxy e in Shamballah c'è una grande base del gruppo delle 50 nazioni stella extraterrestre, che ci aiuteranno nel nostro passaggio alla quinta dimensione. In questa base vi è il loro centro di coordinamento delle operazioni, le basi delle loro navicelle spaziali e la base dei loro laboratori, che analizzano e coordinare l'evoluzione fisica della Terra esterna (che cambia con i suoi abitanti), mentre circa cento milioni di extraterrestri attualmente sono in basi diverse nella Terra cava, lavorando per preparare la Terra per questa transizione. A parte ci sono miliardi di altri nella loro flotta stellare intorno alla terra e il sole, perché quando atterrerà, ad ogni persona sulla Terra (che vuole entrare nella quinta dimensione), corrisponderà un consigliere extraterrestre (mentor). Ricordo qui che hanno già costruito per il nostro soggiorno temporaneo con loro, le grandi città con la trasformazione''Champers''dove si entrerà per completare con successo e rapidamente (entro tre giorni soltanto, invece di decine di anni), la "ristrutturazione" del nostro DNA per il nostro ingresso nella quinta dimensione.Inoltre,insieme con gli extraterrestri,verranno per portare, installare e formarci per l'uso della loro alta tecnologia, che tra l'altro, pulirà l'inquinamento ,ci proteggerà e neutralizzerà qualunque tipo di fenomeni naturali distruttivi.
_Thomas88_
00mercoledì 12 maggio 2010 16:00
Mah, che dire...non ripeto il mio punto di vista su questo argomento, già detto e già abbastanza chiaro, ma voglio soffermarmi sul tuo ultimo post:
ti dico che il tutto mi sembra uscito da un bel romanzo di fantascienza...ma vorrei sapere ugualmente la fonte, così da studiarmela un po' anche per capire i nomi, i posti, ed altre cose che dette cosi su due piedi non riesco a comprendere bene.
zoran15
00mercoledì 12 maggio 2010 16:05
zoran15
00lunedì 31 maggio 2010 18:42
ci riprovo
L'idea che la Terra sia internamente vuota è antica come l'uomo. Miti e leggende di molti popoli affermano una simile realtà. Popoli come quelli asiatici, gli Eschimesi, gli Hopi, i Maya, gli Incas, gli antichi egizi e addirittura i Vichinghi avevano questa consapevolezza, che non è mancata nemmeno ad altri popoli europei. Nonostante tutto, negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un forte insabbiamento di tali conoscenze, causato da una scelta aberrante ad opera di un potere che vuole confutare ogni notizia apparsa sull'argomento. Molte informazioni a riguardo vengono spesso occultate sul nascere. Assistiamo insomma al ripetersi di una metodologia applicata ai dischi volanti che da parecchio tempo solcano i nostri cieli, e non solo, verso i quali si sono scatenate le più palesi congiure del silenzio e del discredito. Volendo tralasciare, in questo contesto, le credenze e le mitologie dei vari popoli e tralasciando pure una copiosa letteratura che ha suscitato l'interesse di moltissime persone, si vuole ricondurre la ricerca ad un certo livello scientifico e spirituale. Cercheremo, in sostanza, di scoprire cosa realmente sia nascosto nella cavità della Terra e quali implicazioni ne derivino. Negli ultimi tempi la teoria della Terra cava, ospitante nel suo interno vita minerale, vegetale, animale ed umana, è stata contestata da più parti per la sua inconsistenza scientifica. Ad una attenta analisi ci si accorge però che in Europa, già dal XVII° secolo, era iniziato uno studio serio ed inoppugnabile per opera dell'inglese Edmond Halley. Egli è stato il grande pioniere scientifico della Terra cava, nonostante oggi sia noto in tutto il mondo come lo scopritore della cometa che ancora porta il suo nome. Nacque ad Haggerston nel 1656,nei pressi di Londra. Iniziò, giovanissimo, gli studi celesti e a vent'anni intraprese lunghi viaggi nell'emisfero sud per stilare un catalogo delle stelle boreali. Halley si dedicò allo studio delle comete o meglio delle orbite cometarie che a quel tempo erano poco conosciute, applicando i metodi di calcolo analitico ideati da Newton. Se però approfondiamo i suoi studi e i suoi interessi, scopriamo che egli fu uno scienziato di una versatilità e di una cultura a dir poco straordinarie. Oltre ad essere stato un pioniere nella scienza marinara, risalta soprattutto la sua opera pionieristica nello studio della Terra, a riguardo della quale propose una teoria strabiliante. Procediamo con ordine. Nel 1672 cominciò ad interessarsi del magnetismo terrestre. Fece una ricerca molto impegnativa sia sui dati rilevati da altri scienziati in diverse parti de mondo, sia su quelli da lui stesso ricavati durante i vari viaggi effettuati. Si accorse di aver sottomano dati che mostravano parecchie anomalie: ad alcune di queste riuscì a dare una spiegazione scientifica (presenza di rocce magnetiche) ma per altre dovette ripiegare su ipotesi rivoluzionarie. Il fatto che appariva più strano e misterioso era la posizione dell'ago magnetico della bussola che veniva deviato verso il basso, anziché posizionarsi nel piano orizzontale. Il fenomeno variava in funzione della latitudine. Ma anche alle varie longitudini, le letture della bussola variavano lateralmente dal nord geometrico effettivo. Halley si accorse di un'altra cosa importante: dalle letture della bussola degli anni precedenti alla sua ricerca, veniva evidenziato che le deviazioni laterali, rispetto alla longitudine, stavano cambiando. Così formulò un'ipotesi incredibile: era possibile la presenza di più poli magnetici. Da questa ipotesi si poteva risalire alla struttura della Terra come costituita da un involucro esterno e da un nucleo interno separato. Tali geoidi concentrici possedevano ognuno il proprio asse di rotazione con i rispettivi poli magnetici Nord e Sud. I suddetti assi però dovevano essere leggermente inclinati l'uno rispetto all'altro. Si poteva spiegare inoltre, ammettendo una leggera differenza nella velocità di rotazione, il lento spostamento della posizione del polo Nord, in quando i diversi poli, nel loro movimento, cercavano di agganciarsi l'uno con l'altro. A questa conclusione Halley arrivò nel 1683. Pubblicò poi un secondo lavoro sul magnetismo terrestre nel 1692, dove evidenziava che la Terra fosse formata da due gusci. Nel trattato si specificava inoltre che il periodo richiesto, affinchè il guscio esterno guadagnasse o perdesse una rotazione completa rispetto al nucleo, sarebbe stato dell'ordine di 700 anni mentre le variazioni magnetiche erano state osservate solo per un periodo di un secolo. Egli ritenne che fosse prematuro formulare una qualsiasi teoria quantitativa del fenomeno. Nonostante tale difficoltà, Halley condusse una serie di esperimenti al fine di trovare l'andamento della forza magnetica in funzione della distanza. Non vi riuscì ma il problema venne risolto in modo conveniente solo nel 1760 da J.T. Mayer , chiarendo che dipendeva dall'inverso del quadrato della distanza. Considerando poi che tutte le anomalie magnetiche non potevano avere come unica spiegazione una tale ipotesi, Halley volle aggiungere altre terre interne con un meccanismo simile alle scatole cinesi. Fu talmente determinato in questa sua ulteriore ipotesi che nel 1692, di fronte alla Royal Society di Londra, sostenne categoricamente anche la loro grandezza. Simili terre concentriche avevano approssimativamente le dimensioni dei pianeti come Marte, Venere e Mercurio. Si sentì controbattere che se tali terre fossero abitate, gli esseri viventi avrebbero avuto bisogno di luce. Halley suggerì che l'atmosfera interna doveva essere luminosa e che le aurore boreali venivano causate dalle emissioni di luce brillante attraverso la sottile crosta del polo. Un po' di tempo dopo, le teorie di Halley vennero riprese dal grande matematico svizzero Leonhard Eulero (1707-1783). L'eclettico studioso respinse l'idea dei pianeti multipli interni al pianeta Terra, sostituendovi quella di un unico sole che, secondo le sue deduzioni, dava calore e luce ad una civiltà sotterranea o degli Inferi. Eulero è conosciuto come uno dei più grandi scienziati del nostro pianeta e, nonostante la mancanza estrema di rigore che gli viene spesso rimproverata, tutti i sapienti sono concordi nell'ammettere come la sua prodigiosa attività e le sue qualità di pensatore ed inventore siano inimitabili, tanto da creare massimo rispetto e riverenza. Eulero ed Halley non furono i soli a cimentarsi nella teoria della Terra cava. Sull'argomento si pronunciò pure il matematico scozzese John Leslie ma il grande contributo, anche se poco determinante per quei tempi, venne dato dallo scienziato francese Pierre Louis Moreau de Maupertuis. Fisico, biologo, matematico ed astronomo, Maupertuis nacque a Saint Malo nel 1698 e, dopo un breve periodo di vita militare, decise di dedicarsi alla scienza. Per questo si stabilì a Parigi. Nel 1732 pubblicò il famoso trattato "Discours sur les differentes figures des astres", e tra i tanti argomenti inseriti per spiegare i vari fenomeni osservati nell'astronomia, con schemi di meccanica celeste proposti sia da R. Descartes che da Newton, propose il problema della Terra. Dichiarò che essa, come tutti gli altri corpi celesti, doveva essere appiattita ai poli. Tale affermazione derivava direttamente dalla meccanica newtoniana ma in quel periodo i Cassini e J.J. de Mairan sostenevano il contrario sulla base delle loro misure nel grado di latitudine. Maupertuis intervenne con una serie di memorie presentate all'Accademia delle Scienze negli anni 1733-36. La questione richiedeva più accurate misure sperimentali e perciò nel 1735 partì per il Perù con una spedizione scientifica. Non soddisfatto dei risultati, Maupertuis riuscì ad organizzare una nuova spedizione al Circolo Polare Artico. Partito per la Lapponia con un gruppo di scienziati e qui, con una serie molto accurata di rilievi, riuscì a dimostrare che il grado di latitudine del Circolo Polare risultava senza ombra di dubbio più grande di quello misurato in Francia. Da ciò Maupertuis dedusse la prova sperimentale dell'appiattimento della Terra ai poli, risultato che comunicò ufficialmente nel 1737. Ne seguirono inevitabili polemiche. Lo scienziato si difese con tutte le sue forze, tanto che la fama raggiunta lo portò a diventare Presidente dell'Accademia delle Scienze di Berlino, alla corte di Federico II. Nel costruire il Centro della Cultura europea, per assecondare il volere del re, si avvalse di validi scienziati, tra cui il matematico Leonhard Eulero. Fu proprio tale collaborazione che permise loro di avere continui scambi di idee sulla struttura della Terra. La teoria della Terra cava accomunò i tre grandi scienziati e ognuno di loro riuscì a darne una spiegazione razionale, con gli avalli delle prove sperimentali. Sicuramente Halley ebbe il vantaggio di aprire la strada a questa affascinante teoria mentre Eulero la modificò in maniera determinante. Maupertuis, d'altro canto, chiuse il discorso. Dal momento in cui la Terra viene considerata vuota, non può essere totalmente sferica. L'apertura verso l'interno le porta via parte della sua rotondità, proporzionalmente alla dimensione dell'apertura polare. Del resto fino al XVIII° secolo, la Terra era ritenuta sferica semplicemente perchè nessuno aveva mai visto la curvatura terrestre. Purtroppo un simile sforzo intellettuale e sperimentativo non ebbe seguito nelle menti degli scienziati europei. Dobbiamo aspettare l'inizio del XIX° secolo per sentir parlare della Terra cava e questo ad opera di un americano del New Jersey che va sotto il nome di John Cleves Symmes. Non era uno scienziato anche se nutriva interesse per le scienze naturali. Iniziò i suoi studi in gioventù e quando ritenne di essere abbastanza sicuro delle sue idee, cercò con ogni mezzo di convincere più gente possibile, ed in particolare politici, capi di stato americani ed europei, circoli culturali, giornali e così via. Iniziò con lo scrivere una lettera dove dichiarava le sue convinzioni e la metodica per poter esplorare la cavità del pianeta. Ad ogni lettera allegò un profilo personale e un certificato di salute mentale firmato da medici e uomini d'affari. Egli chiedeva aiuto e sostegno finanziario, ma in cambio ricevette solo derisione. Allora diede vita ad una nuova iniziativa di informazione scrivendo sui giornali e girando gli Stati Uniti per tenere conferenze dall'aspetto scientifico per dimostrare la fondatezza delle sue teorie. Spesso però le sue conferenze finivano nel divertimento e nello scherno. A forza di insistere, Symmes riuscì a convincere alcuni uomini, tra cui il direttore di un giornale dell'Ohio, Jeremia N. Reynolds. Costui cominciò a promuovere una serie di conferenze ed ebbe la fortuna di incontrare e convincere un ricco uomo dell'Ohio che si prestò a presentare la teoria della Terra cava al senatore del Kentucky Richard Johnson. Con l'aiuto di questo personaggio egli riuscì ad inoltrare una petizione al Congresso degli Stati Uniti, al fine di ricevere un finanziamento per sostenere l'agognata spedizione.
Symmes aveva sempre sperato di conquistare in questo modo una grande fama. Morì però nel 1829, senza aver realizzato il suo sogno. In realtà il Congresso autorizzò questo viaggio nel 1828, stimolato dalle proposte di Reynolds che si basavano sui possibili sbocchi commerciali e l'acquisizione di nuovi territori. L'allora Presidente degli USA John Quincy Adams diede parere favorevole. Anche in questa occasione intervenne la sventura. Il Presidente morì nel 1829 e il suo successore, Andrew Jackson, non ne volle proprio sentire parlare, facendo slittare il progetto di almeno 10 anni. Reynolds non si lasciò scoraggiare e, dopo una avventura esplorativa al Polo Sud, ripropose il progetto al Congresso facendo leva ancora sugli interessi commerciali e sul fervore dei balenieri. Il Congresso approvò finalmente la spedizione con una dotazione di 300.000 dollari. Dopo varie peripezie la spedizione riuscì a partire senza peraltro ottenere grandi risultati. La teoria della Terra cava riuscì ad essere portata avanti anche da altri personaggi americani. Addirittura alcuni di loro porteranno una simile conoscenza ai limiti del paradosso. In contemporanea vennero rese pubbliche delle dichiarazioni di esploratori, o meglio viaggiatori, che informarono di essere penetrati all'interno del nostro pianeta, descrivendone pure i contenuti. E' inutile dire che non furono creduti. Come pure fiorì, nel secolo scorso, una importante letteratura, dai toni più o meno fantastici, che indubbiamente innescò una serie notevole di spedizioni polari, costate oltretutto molti sacrifici umani. In realtà gli sforzi per raggiungere il polo erano iniziati molto tempo prima ma il primo tentativo scientifico venne effettuato dal grande esploratore norvegese Fridtjorf Nansen nel 1893. In base ad una esperienza precedente, Nansen era sicuro di arrivare al Polo Nord semplicemente lasciandosi trasportare dalla sua nave,la Fram, intrappolata dai ghiacci. Partito dal villaggio siberiano di Khabarova, riuscì con questo medoto ad arrivare agli 82° N , che per l'epoca rappresentava già un record. Nansen però volle proseguire con l'amico Johansen, munito di sci e di slitte trainate dai cani. Raggiunse gli 86° 13' N e 95° E. Erano i primi uomini dell'era moderna ad arrivare in quella zona, distante circa 400 Km dal polo geometrico. E proprio qui che nascono le prime perplessità. Il 3 Agosto 1894 Nansen si sorprendeva dell'esistenza nell'estremo nord di una temperatura più calda e di aver scoperto tracce di volpi. La sua bussola aveva cessato completamente di funzionare ed egli non sapeva dove si trovasse. Più avanzava e più sentiva caldo. Convinto che con solo due cani non poteva proseguire, preso da chissà quali altri pensieri, decise di ritornare indietro. Ma lui conosceva le leggende dei Vichinghi, tanto è vero che le menziona nel suo libro "Fra ghiacci e tenebre - La spedizione polare norvegese 1893-1896". Lo stesso Johansen lo riconferma. Altri esploratori polari si sono imbattuti nei cosiddetti "miraggi". Ricordiamo, tra i tanti, tre grandi personaggi che con la loro tenacia, coraggio e tanto, tanto sacrificio hanno portato molto avanti il confine dell'ignoto su queste zone ghiacciate del pianeta Terra. Robert E. Peary, il primo uomo a raggiungere a piedi il Polo Nord, e il Dr. Frederick A. Cook , altro esploratore a rivendicare di aver raggiunto per primo il polo, hanno raccontato cose incredibili delle loro spedizioni. Entrambi scoprirono delle nuove terre. Nel 1905-06 Robert Peary (esploratore con oltre 25 anni di esperienza nei ghiacci del nord) raggiunse gli 87°N 40°O. In questa spedizione scoprì per la prima volta la Terra di Croker intorno agli 83° di latitudine. Convinto di ritrovarla, ripartì nel 1908 e questa volta riuscì a raggiungere, primo uomo nella storia , il mitico Polo Nord. Era il 6 Aprile 1909. Ma quando Peary ritornò in patria, invece di ricevere gli onori del caso, si sentì accusare di non essere stato il primo a raggiungere tale agognata meta. Il Dottor Frederick A. Cook, nel compiere la sua spedizione segreta al Polo Nord nel 1907, dichiarò con un certo ritardo di aver raggiunto lui per primo il Polo, esattamente il 21 Aprile 1908. Nacquero una serie di polemiche ed accuse che si protrassero per molto tempo. Fatto assai importante è che Frederick Cook dichiarò di aver visto la misteriosa Terra di Bradley, testimoniata con una serie di foto, che nel viaggio di ritorno dal Polo non vide più. E qui sorgono spontanee alcune domande. Perchè il Governo degli Stati Uniti dell'epoca appoggiò una spedizione segreta al polo? Come mai il Dottor Cook, esploratore di notevole esperienza con le distese di ghiaccio, si espose nel rendere noto un "miraggio" situato intorno agli 85° di latitudine e distante da lui alcune decine di chilometri? Addirittura l'esploratore americano Donald Mac Millan, guidò tre diverse spedizioni per sincerarsi della presenza della famosa terra sconosciuta nel bacino artico, senza nessun esito positivo. Come mai? Nella corsa alla scoperta della regione polare ci fu un terzo grande esploratore, conosciuto col nome di Vilhjalmur Stefansson, nordamericano. E' passato alla storia come l'uomo al quale riuscì di realizzare l'indispensabile ed eccezionale rivoluzione esplorativa artica e cioè quella di assumere un atteggiamento non più di ostilità ma di comprensione reciproca con quella zona del pianeta, considerata sino ad allora inospitale ed inaccessibile. Egli in sostanza riusciva a sopravvivere con le risorse di quella "regione" che scopriva facilmente, in quanto riconosceva le increspature dei ghiacci. Erano talmente particolari da non potersi sbagliare assolutamente e perciò non si affannava mai per la sua sopravvivenza. Nelle settecento pagine del suo libro, "The Friendly Artic", invano si cerca una descrizione di condizioni disastrose, di sforzi disumani per combattere contro la fame, il freddo, il ghiacchio che si forma sugli abiti, che si scioglie nel saccoletto rendendo il riposo una specie di incubo, come succedeva invece nella spedizione di Nansen. Stefansson viaggiava sempre asciutto. Le sue esplorazioni sembravano quasi un gioco, un divertimento. Come mai tutto questo? Sarebbe facile dare la risposta, ma andiamo avanti. Agli inizi del XX° secolo venne alla ribalta un altro grande ed affascinante, quanto fantasioso ed imprevedibile esploratore di nome Hubert G. Wilkins. Di origine australiana , compì una serie incredibili di avventure esplorative ai poli con l'aereo e addirittura con un sommergibile,che lo renderanno assai famoso. Si crede che in tutte queste esperienze si fosse accorto della strana anomalia del Polo Nord, della strana terra di cui tutti parlavano, e perciò cercò di verificare se esistesse anche al Polo Sud. Si recò in Antartide in due spedizioni successive: quella del 1928-29 e quella del 1929-30. In effetti si rese conto dello stesso fenomeno tanto è vero che nel Dicembre 1929, l'esploratore russo Dumbrova ebbe a dichiarare:"La memorabile scoperta, compiuta dal capitano H.G.Wilkins, il 12 Dicembre, di una terra finora sconosciuta, al di là del Polo Sud esige che la scienza riveda la concezione che, per centinaia di anni, si era fatta del profilo sud della Terra".
Gli sforzi compiuti da Wilkins vennero messi a buon frutto dall'altro grande esploratore : il Contrammiraglio della Marina Americana Richard Evelin Byrd. Raggiunto il Polo Nord in aereo nel 1925, esplorazione contestata che gli valse però il titolo di Eroe degli Stati Uniti, Byrd volle, con tutte le sue forze e con una volontà ferrea, esplorare la grande distesa di ghiaccio del Polo Sud in più spedizioni. Organizzò la prima nel 1928, riuscendo a sorvolare il Polo il 28 Novembre 1929. Nel 1933 partì nuovamente per le regioni antartiche con una spedizione attrezzatissima della quale facevano parte tecnici e scienziati. Nel corso di questa spedizione, durata circa tre anni, si isolò per molti mesi in una stazione metereologica a 80° di latitudine sud, riportandone notevolissimi risultati scientifici. L'isolamento, molto probabilmente, gli diede la possibilità di risvegliare quelle qualità spirituali che lo porteranno negli anni successivi a raggiungere il meraviglioso mondo sotterraneo. Nel Novembre 1939 intraprese un'altra spedizione nell'Antartide ma la più spettacolare ed imponente la organizzò verso la fine del 1946. Fu una missione grandiosa con lo spiegamento di 4700 uomini, 13 navi, una portaerei e una ventina di aerei. Ad un certo punto, l'11 Febbraio 1947 venne scoperta l'Oasi di Bunger, l'avvenimento più clamoroso dell'operazione Highjump. In quel giorno il comandante di un idrovolante David Eli Bunger vide uno spettacolo stupefacente: una grande zona scura di terra in mezzo al candido paesaggio di ghiaccio.Il notiziario della Marina americana parlò di una nuova Shangri-Là , in cui erano state osservate tracce evidenti di vegetazione. Dopo poche ore, in tutte le città del mondo si leggevano notizie di quell'oasi. Bunger fece anche altre scoperte. Ad esempio vide e si posò su alcuni laghi dell'oasi. L'acqua non era eccessivamente fredda e si rivelò acqua di mare. Byrd e il suo vice Siple erano piuttosto scettici su questa scoperta, per cui l'Ammiraglio il 19 Febbraio 1947 iniziò un viaggio con il suo aereo per l'interno dell'Antartico, insieme con il 2° pilota Howie, per sincerarsi personalmente del mistero. Byrd scriverà , come suo solito, il viaggio in dettaglio sul suo diario. Fu proprio questo diario a procurargli nell'immediato suo futuro, grandi problemi e sofferenze. Tutto ciò è stato confermato dalla figlia Pauline Byrd dichiarando: "Mio padre ha sempre tenuto accuratamente dei diari sui suoi viaggi e assolutamente un diario personale che manca. Non è per caso quello che è stato ritrovato tra gli effetti personali, in possesso dell'Università dell'Ohio? Voglio sapere se questo presunto diario è il suo. Io penso che la Terra sia cava, ma non lo so. Sin da quando questo volo del Febbraio del 1947 non è stato svelato, la mia famiglia è stata esposta a molte minacce. Voglio sapere la verità!"
In effetti Byrd ebbe l'astuzia di trascrivere le parti più importanti della sua avventura tra le pagine bianche del famoso diario del 1925. E' accaduto che nel sistemare una quantità notevole di materiale, frutto delle molteplici spedizioni ai poli, il capoarchivista del Centro Polare Byrd di Columbus (Ohio). si trovò esterrefatto di fronte a delle dichiarazioni incredibili ed impressionanti: "Devo scrivere questo diario di nascosto e in assoluta segretezza. Riguarda il mio volo antartico del 19 Febbraio dell'anno 1947. Verrà un tempo in cui la razionalità degli uomini dovrà dissolversi nel nulla, e si dovrà allora accettare l'ineluttabilità della verità. Io non ho la libertà di diffondere la documentazione che segue, forse non verrà mai alla luce, ma devo comunque fare il mio dovere e riportarla qui con la speranza che un giorno tutti possano leggerla, in un mondo in cui l'egoismo e l'avidità di certi uomini non potranno più sopprimere la verità". Egli stava scrivendo tutte le fasi del volo, accompagnate anche da indicazioni tecniche, quando si accorse di avere sotto di sè un paesaggio incredibile e per lui irreale, con una ricca vegetazione, animali, un ambiente ricco di luce con una temperatura di 24°C. Ad un certo punto del volo, l'aereo si ritrovò come agganciato da una forza invisibile scaturente da due oggetti che volavano a breve distanza. I comandi non gli rispondevano. Ebbe inizio un colloquio rassicurante , via radio, con quei piloti sconosciuti, fino a quando non giunse in una città scintillante dove avvenne l'incontro con il Maestro. Quest'uomo gli trasmise un importantissimo messaggio:"Ammiraglio, le dirò il motivo della sua convocazione qui. Il nostro interessamento cominciò esattamente subito dopo l'esplosione delle prime bombe atomiche, da parte della vostra razza, su Hiroshima e Nagasaki, in Giappone. Fu in quel momento inquetante che spedimmo sul vostro mondo di superficie i nostri mezzi volanti per investigare ciò che la vostra razza aveva fatto. Vede, noi non abbiamo mai interferito prima d'ora nelle guerre e nella barbarie della vostra razza, ma ora dobbiamo farlo in quanto voi avete imparato a manipolare un tipo d'energia, quella atomica, che non è affatto per l'uomo. I nostri emissari hanno già consegnato dei messaggi alle potenze del vostro mondo, e tuttavia esse non se ne curano. Ora voi siete stato scelto per essere testimone qui che il nostro mondo esiste". Il Maestro continuò e lo esortò a portare il suo messaggio al potere del Mondo di superficie dove si invitava l'umanità a smettere di produrre armi nucleari. Dopo essersi congedato dal Maestro, l'Ammiraglio Byrd ritornò nel suo aereo e con lo stesso modo con cui era arrivato, venne ricondotto tranquillamente sulla superficie del pianeta. Lo strano diario contiene altre dichiarazioni:" 11 Marzo 1947 - Ho appena avuto un incontro di stato Maggiore al Pentagono. Ho riportato interamente la mia scoperta ed il messaggio del Maestro. E' stato tutto doverosamente registrato. Il Presidente ne è stato messo al corrente. Vengo trattenuto per diverse ore (6 ore e 39 minuti per l'esattezza). Sono accuratamente interrogato dal Top Security Forces e da una èquipe medica. E' un travaglio! Vengo posto sotto stretto controllo attraverso i mezzi di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti d'America. Mi viene ordinato di TACERE su quanto appreso, per il bene dell'umanità!!! INCREDIBILE! Mi viene rammentato che sono un militare e che quindi devo obbedire agli ordini". Anche in punto di morte (avvenuta nel Febbraio del 1958) l'Ammiraglio Byrd continuò a ripetere :"La nostra spedizione ha incontrato un grande territorio nuovo....che continente incantevole in quel cielo, terra di perenne mistero".
In effetti riuscì ad organizzare, prima di morire, la sua quinta spedizione nell'Antartico nel 1955-56, denominata "Operazione Gelo Intenso". Non la portò a termine, in quanto era finalizzata alle ricerche scientifiche dell'Anno Geofisico del 1957, ma riuscì ugualmente a compiere un'altro raid aereo e penetrare così nel mondo sotterraneo per la seconda volta nel gennaio del 1956. La notizia venne fortunatamente divulgata dalla stampa americana il 5 febbraio 1956, riportando il laconico messaggio:" Il 13 gennaio, alcuni membri della spedizione statunitense hanno effettuato un volo di 2700 miglia, a partire dalla base di McMurd Sound, 400 miglia a ovest del Polo Sud, e sono penetrati per 2300 miglia in una terra che si estende al di là del polo".
Abbiamo dovuto aspettare ancora circa 20 anni per avere la definitiva conferma della cavità polare. Con l'avvento della missilistica, si è potuto scrutare questa parte misteriosa del pianeta Terra con delle riprese ottiche effettuate da notevole altezza. Il 16 Agosto 1968 venne lanciato in orbita polare la sonda metereologica ESSA 7, dotata di telecamere AVCS, le cui immagini erano soltanto captabili dalle stazioni della NASA. Nel suo quotidiano lavoro, il satellite inviò a terra delle immagini del Polo Nord strabilianti che poneva fine ad ogni dubbio e ad ogni "miraggio". In pratica si poteva notare la presenza di un foro oscuro sul ghiaccio, la cui apertura aumentava sempre di più e in modo dinamico, fino a raggiungere la dimensione dell'ordine di 2300 Km di diametro. Successivamente l'apertura diveniva evanescente, non mostrando più i confini ben delimitati. Per fortunata tale sequenza è riuscita a sfuggire al ferreo occultamento di notizie "particolari". Naturalmente anche la scienza sovietica era in possesso di simili prove. Dalle foto si poteva osservare come l'apertura fosse dinamica e, ad un certo punto, passasse ad un piano vibrazionale superiore a quelli accettati dalla comune conoscenza, provocando in tal modo l'evanescenza. Si possono spiegare così le varie terre (miraggi) descritte da molti esploratori e localizzate in zone diverse e non più ritrovate. Si può spiegare l'appiattimento dei poli in quella zona ove la materia rocciosa viene a mancare. Si può capire la formazione delle aurore polari, anche queste non sufficientemente spiegate dalla nostra scienza, cui consegue la presenza di un sole centrale (artificiale) interno al pianeta. Quello che ancora non si sa, è quando si verifica il fenomeno, poichè non è un evento ripetitivo e prevedibile. Se però consideriamo il pianeta Terra come un essere macrocosmico vivente, allora sì che tutto ridiventa concepibile. Naturalmente ci sono altre prove scientifiche di questo fatto ed in possesso dalla scienza ufficiale, ma nessuno vuole per il momento divulgarle. Mi riferisco, ad esempio, all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso (Assergi - Prov. Aquila), un laboratorio scavato nelle viscere di questa montagna dove si rivelano particelle elementari derivate , in particolare, dai processi termonuclari che avvengono nel Sole e nelle stelle.
Ho potuto, alcuni anni fa, osservare il tracciato di alcune particelle in arrivo dal nostro Sole, tracciato costruito con l'intervento di particolari sensori e dai computers. Le particelle elementari in questione erano i neutrini. Sono particelle prive di carica elettrica, probabilmente di massa piccolissima, soggette solo alla forza detta debole. Ebbene a causa dell'estrema debolezza delle loro interazioni, queste particelle possono attraversare enormi spessori di materia e riempire tutto lo spazio senza che ne abbiamo un minimo di percezione. In questo particolare grafico, ad esempio, venivano evidenziati alcuni neutrini con la loro inclinazione e il loro verso; verso che andava dall'alto in basso. Nello stesso grafico ve ne era uno però che aveva tutt'altra inclinazione e verso esattamente opposto a tutti gli altri. In pratica la particella scaturiva dal centro della Terra per poi uscire all'esterno. Ho cercato ripetutamente spiegazioni al riguardo ma non me ne hanno volute assolutamente concedere. Ma non tutti gli uomini tacciono. Anzi alcuni di essi hanno espresso un coraggio incredibile nel fare affermazioni che secondo il senso comune sono solamente eresie.
zoran15
00mercoledì 18 agosto 2010 19:29
non perdiamo di vista la realtà
Da millenni le tradizioni orientali ed occidentali parlano d’un regno popolato da esseri realizzati, situato approssimativamente nell’Himalaya o nel deserto del Gobi; ben poco è stato scritto fini qui su questo luogo, che si dice abbia generato tutti i grandi movimenti spirituali e tutte le grandi mutazioni del pianeta. E’ per mezzo della proiezione della coscienza (o viaggio astrale) che Anne e Daniel Meuroise-Givaudan, sono stati chiamati a penetrare in questo “castello del Graal” dell’umanità, chiamato da alcuni Shambhalla e da altri Regno del Prete Giovanni: Questo è il quinto capitolo del loro libro: “Viaggio a Shambhalla”, che riguarda la Terra Cava.

Ora la sua cupola è lontana, alle nostre spalle; la sua immagine di madreperla si cancella progressivamente, confondendosi nella giada del fogliame del sottobosco. Il Grande Essere dalla veste bianca cammina lentamente lungo un sentiero scosceso che porta giù, in fondo alla valle. Lo seguiamo. Sempre più spesso incontriamo sul ciglio dello stretto sentiero falde di roccia rosa, lucide come marmo levigato, sentinelle impassibili che mormorano segrete parole: quanti saggi le hanno viste ergersi così al loro fianco? Sfiorandole al passaggio e accarezzandole con un dito, è un po’ come se le sentissimo raccontare la lunga, lunghissima storia di cui sono state testimoni: forse hanno visto profilarsi sulle pareti lisce, attraverso i tempi, l’ombra di Apollonio di Tyana, o quella di Nicolas Roerich… Chissà! E il cuore palpita, trascinato via verso folli sogni da questo “chissà”… che ci fa sentire ancora più piccoli. Il burrone che si apre sulla nostra sinistra si fa, a meno a mano che avanziamo, sempre più profondo: dalle pareti a picco, d’una maestà impressionante, sporgono qua e là ciuffi di vegetazione che ricordano quella tropicale: palme, liane, enormi tronchi, nodosi al limite del possibile, sorgono e restano quasi sospesi nel vuoto, ma con incredibile armonia. Un intenso rumore d’acqua che scorre, un canto assordante, risale fino a noi; e dietro una curva del sentiero ci troviamo davanti una barriera di cascate. II Fratello dai capelli d’ebano prosegue senza neppure voltarsi, e ci conduce sotto la roccia, dietro la cortina ruggente del torrente. Volute d’acqua e miriadi di goccioline di cristallo turbinano fino a noi, senza però bagnarci. Nella mente nasce una strana sensazione di dolcezza protettiva: dunque, anche l’acqua è complice, ci chiama, ci spinge a proseguire. Passiamo oltre le cascate che si succedono, ed è come se uscissimo trasformati da quel tunnel di luce argentea: non appena osiamo pensarlo, percepiamo subito che la struttura vibratoria dei nostri corpi s’è effettivamente modificata. Non sapremmo dire come, se non parlando d’un’energia più calda che ci scorre nelle vene. Ed ecco che intorno a noi il potente verde della vegetazione s’è ancor più incredibilmente moltiplicato, e i blocchi rocciosi marmorei e levigati si ricoprono d’uno spesso strato di muschio, confondendosi con i ciuffi smeraldini che spuntano dal terreno accidentato. Sempre più numerosi sono i calici aperti dei fiori sgargianti nella massa profonda del bosco ceduo e del groviglio vegetale: camminiamo leggeri, e pare quasi che il sentiero non abbia fine, inoltrandosi sempre più in giù, nella valle. Le cime di ghiaccio sono scomparse all’orizzonte, e il manto della vegetazione nasconde anche la volta celeste. Eccoci ora in una specie di giungla, in cui persino i minimi dettagli sembrano esser stati progettati da una grande anima: persino i singolari crepacci che penetrano profondamente nel suolo, e in cui si perdono le imponenti radici degli alberi.

A pochi passi dal Fratello D. K., si erge una parete rocciosa d’una decina di metri, in cui scintillano cristalli simili al quarzo rosa, come animati da una fiamma interiore, in grandi strati verticali, così belli e regolari da farci pensare alle pieghe d’un pesante tendaggio da scostare. Hanno qualcosa di straordinariamente magnetico, ma non appena ci avviciniamo il Fratello ci ferma con un gesto della mano: il suo sguardo s’è fatto grave, ed è tanto solenne che per un attimo ci sorprende. China un po’il capo e infila la mano in un anfratto della roccia, su cui appoggia lievemente la fronte; tutto si svolge molto rapidamente: lascia scivolare la mano verso il basso, la tende verso di noi, congiungendo pollice e indice e levando il braccio nella nostra direzione. II sorriso ormai gli illumina il volto: è Amore, non c’è altro da aggiungere. Avanziamo di qualche metro, e ci pare che in una della pieghe la parete rocciosa abbia una fenditura più larga e profonda della altre: un essere umano forse potrebbe infilarcisi… quest’idea prende radice nella mente… D’un tratto l’Essere tende nuovamente il braccio, apre la mano e ce la posa rapidamente sul petto, sfiorandoci appena… Per la nostra anima è una specie di terremoto: il cuore ne è scosso, e gli occhi si velano di nero; siamo come imprigionati da un muro di cotone, oscuro, invisibile… dove sono il corpo, gli arti?… Tutto è volato via, come inghiottito in una frazione di secondo, da un nulla che però è stranamente vivo: un’atarassia inebriante che assorbe tutte le paure… fiducia, speranza… Intorno a noi inizia una ronda di mille fruscii, e scaturisce una luce che via via si diffonde, finché resta solo una spessa penombra, nella quale ombre vaghe si spostano a rallentatore. Abbiamo l’impressione di cadere e ci si imprime nella mente l’immagine d’un corridoio, lungo il quale scivoliamo a folle velocità: ma sarà davvero una caduta? A volte è come se sentissimo il corpo volar via, e salire, salire a volo d’uccello… Fratello, cos’altro ci farai vivere? Dobbiamo narrare i mondi interiori, i momenti d’eternità in cui l’anima viaggia da un universo all’altro, da una coscienza all’altra? Bruscamente tutto s’interrompe: la caduta, il volo, le domande. Tutto è assorbito da una luce morbida e ambrata, mentre cerchiamo di capire, di decifrare che accade con gli occhi dell’anima. Con lo sguardo frughiamo in ogni direzione la moltitudine di riflessi che vanno impregnando l’atmosfera. Ci troviamo in una specie di grotta, o meglio nel centro d’un immenso geode, ove si erge ovunque e contemporaneamente un popolo di giganti; lo sguardo, colmo d’immagini, si perde in una foresta di specchi cangianti. E’ un’immensa cattedrale naturale, un luogo in cui i centomila volti della grande matrice terrestre sembrano essersi dati appuntamento. Avremo mai il coraggio di muovere un passo in un simile santuario? Ogni guglia di cristallo, ogni sfaccettatura luminescente e preziosa proclama la propria vita indipendente e sacra: sono veri e propri esseri, forse qualcosa di più… Grandi presenze. E’ forse un prodigioso mondo in formazione, o un universo in cui tutto s’è già realizzato, purificato, ritrovato? Lo spazio non è circoscritto, e più vi si tuffa lo sguardo, più ci si perde in un’infinita immensità. La grotta, la cattedrale, sembra in realtà sprofondare ancora di più, lontano, davanti a noi… Il Fratello è sempre lì accanto, e si muove con passi felpati che risuonano in un’eco scherzosa e un po’ stridula per l’intera navata, come in un brivido. E’ un po’ come se il corpo della Terra si mettesse a suonare l’arpa, snocciolando le sfumature d’infinite scale musicali ed armoniche. La grandiosità talvolta fa paura, e sentiamo crescere nel petto una tensione che è quasi nausea. No, non vogliamo. . . “Fratelli, i vostri corpi sono lontani, dietro di voi…” E’ bastato questo per far svanire quella penosa sensazione, come inghiottita dalle parole calorose che risuonano in noi, ancorandovisi: questa volta siamo proprio qui, e ben fermi.

“Fratelli, ecco la porta d’accesso al primo dei mondi sotterranei; dico ‘il primo’ perché ce ne sono sette. Sapete infatti che la Terra in realtà è cava come un pallone, un pallone non pieno d’aria ma di un gran numero di forme di vita che si evolvono su vari piani vibratori. Sì, Fratelli: vedete, anche le invenzioni dei migliori romanzieri impallidiscono di fronte a questa realtà, di cui nessun umano ha una giusta idea. I concetti delle società odierne e la loro capacità di assimilazione non vi si prestano: posso tentare di farvene un ritratto con le vostre parole, ma al massimo ne risulterà una caricatura. Sappiate dunque, innanzitutto, che l’insieme dei sette mondi sotterranei può essere conosciuto sotto il nome di Agartha; ciò che sapete del ‘regno di Giacomo’ si riferisce solo ad una parte di esso, quella che offre direttamente aiuto a coloro che praticano la via ermetica ed hanno sviluppato i requisiti dell’Adepto. E’ il mondo accessibile a livello di coscienza, e talvolta anche materialmente, ai detentori dell’arte alchemica umana, ma tutto questo è ancora solo l’ABC delle conoscenze legate alla Terra-Madre. A che servirebbe farvi la lista dei sette regni interni del pianeta? A rinforzare una mente che non deve più strutturarsi come ha fatto fino ad ora? A creare nebulose classificazioni, a rinforzare barriere, a rendere ancora una volta impossibile un approccio globale? Oggi, amici, non ci rivolgiamo più agli eruditi studiosi dell’ermetismo, i tempi sono cambiati: c’è anche troppa gente che si dibatte nelle reti del materialismo spirituale, e vi sarà sempre un abisso tra chi studia e chi ama, perché il primo cerca ciò che è fuori da lui e lo accumula, mentre il secondo non può cercare ciò che ha già trovato, perché dai tempi dei tempi è detto che l’Amore è la Conoscenza. Nel seguire il vostro cammino, sottolineerete questo: l’approccio alla luce deve separarsi una volta per tutte dall’oscuro volto dell’occultismo. Ed ora, ricordate ancora qualcosa che non vi sarà di peso: dei sette mondi che ho menzionato, solo quattro possono essere percepibili o almeno concepibili da coloro che portano ancora l’etichetta di ‘umani’; i tre universi centrali costituiscono il ‘nucleo’ del pianeta, e sono fuori portata reale, tranne che per i sette Fratelli più esperti di Shambhalla. Non è questione di privilegi, perché lo Spirito realizzato non ne dispensa affatto, bensì una necessità d’ordine vibratorio: ciò non toglie che il nostro Fratello del cuore centrale della Terra possa di quando in quando visitare gli uomini, con lo scopo d’impressionare le anime, istillandovi certe nozioni: le tradizioni orientali lo chiamano “re del mondo”, appellativo un po’ ingenuo ai nostri occhi; perché una rappresentazione monarchica dei Grandi Esseri legati allo Spirito è puerile. Voglio dire che il Maha della Terra, come lo chiamano a volte, ha soprattutto la nobiltà d’un vero servitore dell’Uno; se alcune opere testimoniano delle sue apparizioni su di un maestoso elefante bianco, è per meglio colpire l’immaginazione della gente, imprimendosi profondamente nella memoria di coloro che cominciano ad ascoltare. Ci sono uomini la cui felicità consiste nell’averlo incontrato nei deserti infuocati o di ghiaccio, nella più significativa semplicità e per uno scopo preciso; le sue apparizioni però sono sempre brevi. In ultimo, il suo compito è di preservare l’incredibile sapere annesso all’intera evoluzione della Terra: potete vederlo un po’ come il supremo guardiano delle mutazioni planetarie, e l’esperienza che acquisisce nel corso di questo suo compito servirà alla creazione d’altri mondi per la felicità di tutti. II “Maha”, Fratelli, è già da adesso un ponte con i miliardi d’anni “a venire”, e sarà un ingranaggio del motore dei tempi che saranno generati e scoperti. Un altro suo compito è il mantenersi costantemente in rapporto con gli esseri responsabili del quarto mondo, che sono in dodici e fungono anch’essi da ponte, mettendo in armonia la Terra con le influenze planetarie maggiori, ma il loro lavoro è troppo inconcepibile per potervelo spiegare ora; non dovete perdervi in queste considerazioni, anzi, cancellatele dalla memoria se volete. I miei Fratelli di Shambhalla ed io ve ne parliamo solo perché nessuno di coloro che si muovono alla volta di loro stessi si fermi e si volti, dicendo “adesso so”… No, amici, nessuno sa. Persino Kristos si apre continuamente a maggiori realizzazioni, e libera un po’ di più di Ciò che E’ ogni volta che contempla il Padre Suo… e Suo Padre apre altre porte, ed altre ancora… Così va I’energia del cosmo, eternamente in espansione e tuttavia eternamente perfetta. Così è dell’Amore adamantino: la sua perfezione genera una volontà di perfezione sempre più fantastica… eppure così quieta. L’Eternità, la Forza senza nome, non è insoddisfatta di se… Essa Si compie di continuo, e se la mente umana ci si perde volendo ragionare, è perché lascia agire di sé solo il suo aspetto di “formica”. Ma ora seguitemi, non sono qui per mostrarvi queste matrici di cristallo ma ciò che in parte le genera.” Nel dire queste parole, il Fratello Djwal Kool che avanza in mezzo alle gemme, si volge verso di noi e qualcosa di lui ci investe come un’onda di beatitudine. “Fratello, esclama infine uno di noi, riusciremo mai a dire tutto questo? Gli uomini s’ammazzano tra loro e tu ci chiedi di spiegar loro cose che persino tu, forse, esiti a spiegarci.” Veniamo avvolti dal suo sorriso mentre si avvicina… Le pieghe della veste si sovrappongono ai cristalli, quasi irreali. Ma l’abbiamo davvero guardato con attenzione, questo Essere? Che strana somiglianza con il Maestro, nella finezza dei tratti! Il viso allungato, il naso diritto e incisivo… e gli occhi… due soli di tenerezza! Come potremmo più aver dubbi? La forza cristica rivelata si esprime in ogni cuore e in ogni sguardo con la stessa fiamma, essi sono il suo ponte sull’infinito e mediante essi tende le braccia. E che possiamo risponderci? E se smettessimo d’essere degli handicappati dell’Amore? Se osassimo creare parole che non esistono, se osassimo fare anche un solo passo fuori dalla nostra tremenda logica? Il sepolcro non è fatto per l’uomo! Il Fratello dai capelli color dell’ebano ci abbraccia entrambi, riunendoci a sé in una stretta così forte che un’emozione da molto tempo dimenticata sale come un nodo in gola. Dobbiamo proprio parlare, se possiamo solo esprimere un’incertezza? L’abbraccio si allenta e il suo sguardo penetra nel nostro: sono i suoi occhi che ci parlano, ora, mormorandoci queste frasi che resteranno impresse per sempre: “Non sono io che chiedo qualcosa né a voi né a mille altri; è il Senza Nome, è l’Avanzare dei Tempi. L’Amore è dunque così debole negli uomini di carne, che essi si pongono continui interrogativi e temono di soffrire? Quand’anche la vita abbandonasse i vostri corpi e quelli di tutti coloro che vogliono la luce nel mondo, essa rinascerebbe instancabilmente, ancora più bella e più grande, e con lo stesso ideale. Nessuno è indispensabile, ma ognuno è necessario all’Avanzamento . E ognuno è responsabile dell’Altro”. Allora, immediatamente, il Fratello D.K. compie di nuovo il gesto rituale con la mano, si gira dall’altra parte e veniamo istantaneamente assorbiti dalla sua aura, catturati in una sorta d’invisibile tunnel, in un’atmosfera crepitante di fiammelle violette che sorgono dovunque, in un’affascinante sarabanda, tessendo un velo d’armonia e portandoci più lontano, altrove, ancor più in profondità, almeno così ci pare, nelle viscere della terra. Si rinnova, precisandosi, la sensazione di caduta: ogni gesto è automatico e come semplificato, a velocità ridotta, accompagnato da mille piccole percezioni uditive intraducibili e assolutamente indefinibili; d’un tratto appare una grande luce, un lampo che si fissa immobilizzandoci l’anima, quasi addensandola. Che aggressione di luce! Intorno a noi ci sono forme che si creano e si disfano, snodandosi e gonfiandosi, per poi esplodere in fasci di fuoco e ricongiungersi ad altre, ancora più mobili, ancora più danzanti. Sono fiamme che assumono forme semi-umane e i loro sguardi non si riescono a cogliere. Non c’è nulla di minaccioso o di terrificante, nel loro atteggiamento, ma sprigionano una tal forza vitale! Chissà se sanno della nostra presenza, così disorientati e incapaci del minimo volere come siamo, quasi fossimo in una foresta fiammeggiante? Immagini di magma in fusione si imprimono in noi, e da esse si sprigionano figure dantesche in incessante mutazione; ora ci hanno visti o sentiti, e pare che indietreggino, arrotolandosi su sé stesse, ancora più fiammeggianti. Tutto è avvenuto in una frazione di secondo, in un silenzio compatto, carico di qualcosa d’intraducibile. Abbiamo l’impressione che un freddo intenso penetri i nostri corpi sottili, raggelandoli. “Non temete: questi Esseri vivificano ciò a cui si avvicinano, e quella che vi pare una danza è solo un’immagine deformata dei loro corpi armoniosi… Siamo nel cuore dell’elemento Fuoco, Fratelli, nel magma che gli umani situano nel centro della Terra, e che invece ne occupa solo il perimetro, non troppo lontano dalla superficie; ciò che gli uomini chiamano “inferno” non ha nulla a che fare con questo luogo, che è uno strato costitutivo del pianeta, una zona d’energie intense estranea ad ogni nozione dualistica. Gli esseri che vedete non possiedono le nostre nozioni di bene e di male, e le morali umane sono loro del tutto sconosciute; tuttavia, come noi, progrediscono, amando e generando a modo loro una forza di cui nessuno potrebbe fare a meno. Lo stesso Amore ci lega a loro e a Kristos. Duemila anni fa il Maestro venne fin qui in un lampo, al termine del suo supplizio; vi depose il suo messaggio e il suo nuovo influsso, così come aveva fatto nel mondo degli uomini. Il suo lavoro di rigenerazione eterica del pianeta assunse forma definitiva qui: in verità questo fuoco fa parte integrante dell’Uovo primordiale. Il fuoco dei vulcani ne è il corpo grossolano, e stiamo visitando il suo seme sottile. Quanti uomini potranno accettare l’idea che possano esistere esseri di fiamma? Eppure, è forse più ragionevole che ve ne siano che vivono d’acqua, d’aria o di terra? Dovrete far capire chiaramente che la vita è presente nell’essenza d’ogni cosa, e che vi sono tanti modi per accendere e nutrire un fuoco come per lavorare la terra, per bere l’acqua o respirare l’aria. Vi sono modi di vivere che sottintendono un totale rispetto della vita in tutti i suoi aspetti, e questa è l’arte che l’uomo che vuol divenire Uomo deve cominciare ad imparare a memoria… sulla punta dell’anima. Si può avvelenare il fuoco con la facilità con cui si può render putrida l’aria o inquinare una sorgente: c’è in esso qualcosa di aereo, di eterico, che si carica rapidamente delle onde emesse dal pensiero; ecco perché un tempo vi furono Ordini di Vestali istituiti dai saggi, la cui ascesi contribuiva a purificare tutto il processo di pensiero. Il fuoco vergine della Natura, Fratelli, è un elemento privilegiato, un messaggero straordinario del Divino, intimamente legato a tutti gli altri elementi della Creazione. Il popolo dell’Agartha lavora in stretta collaborazione, o per meglio dire in unione mistica con esso: opera con la sua settupla essenza, perché l’elemento igneo, di per se, è da sempre associato all’energia del “sette”, vero fermento dell’anima, dispensatrice d’una morte iniziatica e foriera di redenzione. Sappiate che il Fuoco puro diretto dall’Essere puro non brucia, ma permette un facile cambiamento di stato vibratorio e libera dai più densi ostacoli della materia. Può anche rivelarsi una dolce forza d’Amore! Ahimè, l’uomo ne vede facilmente la criniera leonina, ma non sa scoprirne lo sguardo d’agnello. Prendete invece da esso la carezza del signore Maitreya, prendetelo come base nella pratica della contemplazione, e sarete sorpresi di quanto vi darà! Dovete capire che tutto è in attesa, a portata di mano, e che le sofisticate tecniche pseudo-spiritualistiche delle attuali società, pur essendo aiuti incontestabili, non porteranno mai l’uomo alla sua essenza diretta, raggiungibile solo mettendosi a nudo di fronte alle grandi forze prime. Ecco perché ogni creatura, prima o poi nella sua storia, deve affrontare inevitabilmente il fuoco, e diventare in silenzio una fenice. Qui, gli esseri sono di rubino, e ben diversi vi parranno quelli che ora scoprirete, che hanno una natura molto più simile a quella dell’umanità”. La luce è ora quasi accecante, d’un rosso di brace, e ci avvolge in un manto sottile, sempre più freddo. Il Fratello D.K. non si vede più, e ne percepiamo coscientemente la presenza solo grazie alla folta chioma e al gesto rituale disegnato ancora una volta dalla sua mano.

“Venite…” Questo richiamo risuona di nuovo calorosamente in noi, e la sua voce è come un filo conduttore che porta tutto con sé, tessendoci un velo intorno al corpo: è una Felicità crescente. Ma ecco di nuovo in agguato l’oppressione, come un dolorino acuto al cuore: è tornata di colpo, quando un sottile fascio bianco, un vero pozzo di luce lattescente, ci si è aperto sopra il capo… in un solo istante ci aspira, e vi saliamo (o cadiamo?) dentro… Impossibile da dire… E’ come un turbine, che diventa esso stesso un oceano; allora l’angoscia si sfuma, d’improvviso, così com’è venuta. E scoppia La Pace, profonda, dolce e tonificante! Forse uno di noi ha lanciato un grido, un’esclamazione… Impossibile lasciarsi cullare o addormentarsi, perché questa Pace risuona in noi come un vero e proprio appello all’azione.

No, l’estasi non intontisce l’Essere: è piuttosto come uno squillo di tromba che decuplica le forze e bombarda i corpi con energia rinnovatrice. Lo sguardo si fissa inevitabilmente su di una sfera azzurrina in cui si muovono masse grigie… Ripensiamo alla Terra… E’ possibile che venga infine avvolta da un tale slancio armonioso? Sentiamo uno schiocco secco, un sibilo acuto ci attraversa le orecchie e sparisce Poi più nulla, tranne un lungo lamento, come una melopea che sale a noi… Ci troviamo in una gigantesca cattedrale di roccia sfumata di grigio e magnificamente cesellata, dalle volte impregnate di luce azzurrina che si slanciano ad altezze vertiginose; a quanto pare, siamo su una specie di promontorio di pietra, una balconata, finemente lavorata come il resto dell’edificio. Restiamo a guardare, sospendendo il pensiero… Laggiù, venti o trenta metri sotto di noi, centinaia di esseri seduti cantano in una lingua sconosciuta; ma sarà poi una lingua? Dai loro petti sgorga piuttosto una melodia regolata dal ritmo del respiro, composta di ronzii talvolta cristallini, talvolta gravi, che si uniscono o s’interrompono secondo frequenze precise, dandosi il cambio all’infinito. Questo spettacolo bello e strano ha qualcosa di prodigioso perché la luminosità piacevole del luogo risalta ancor di più per il colore vivace dell’assemblea, ove predomina il giallo sgargiante: tutte le sue sfumature e quelle dell’arancione sembrano esser state sfruttate per gli abiti ed i drappeggi. Ci fa pensare ad una qualche liturgia, perché dall’armonia e dalla solennità di quello spettacolo emana un profumo di sacro. Cerchiamo con gli occhi un Essere che ne emerga per il comportamento, per la posizione o per la veste, ma ogni tentativo è vano: sono tutti accovacciati per terra, e il gruppo raffigura chiaramente una spirale. Alcuni hanno il capo rasato, anche se non molti. Notiamo soprattutto che ci sono molte più donne che uomini.

Instancabile, la melopea continua a salire, mentre udiamo un lieve rumore alle nostre spalle: è il Fratello, seguito da uno di questi Esseri e da una donna, entrambi drappeggiati di giallo, con i capelli di media lunghezza, color cenere, e una pelle piuttosto scura, fortemente olivastra. Per un attimo restiamo interdetti: che luce, nei loro occhi! E’ una luminosità soggiogante, con qualcosa di non umano che forse ci turberebbe se non vi indovinassimo un’innegabile benevolenza; e d’altronde, come potrebbe essere altrimenti, in un luogo simile? Restiamo ancora una volta senza parole, stupidamente incapaci di fare un gesto. Intanto il canto della folla continua a salire a volute, come un incenso sonoro che impregna ogni cosa, sempre più penetrante e più forte; un gran sorriso e qualche ruga agli angoli degli occhi compaiono allora sul volto dei due Esseri vestiti di giallo. Per prima parla la donna, e subito la sua voce sottile emerge senza difficoltà dall’onda potente che sale dall’assemblea: è come se risuonasse contemporaneamente in noi e fuori da noi, con accenti che scivolano fino in fondo all’anima…

“Benvenuti, giacché il Fratello vi ha condotti fin qui! Vi trovate tra i membri d’una delle numerosissime comunità che costituiscono il gran popolo sotterraneo del pianeta. Siamo milioni, ripartiti sotto la superficie del globo, e aggiungiamo i nostri sforzi a quelli del Maha e di coloro che chiamate “la Gerarchia”. Già da più di dodicimila anni abitiamo quest’universo di roccia, che abbiamo fatto nascere captando in esso la luce e rendendolo ancora più vivo. Qui abbiamo una percezione diversa del tempo rispetto a voi, e se, materialmente, i problemi della superficie non ci toccano molto, il nostro cuore comunque ne è greve. Siate dunque i benvenuti, perché è ora di aiutare gli umani a capire che è urgente modificare la loro mente. Se riuscirete a trasmettere loro questo appello, questo nostro grido, vorremmo però che lo ricevessero non come se provenisse da esseri misteriosi, semi-mistici e dai poteri “‘paranormali”, bensì sapendo che siamo quasi del tutto simili a loro, tranne che per il fatto che una diversa radioattività ed una diversa concezione dei mondi hanno scatenato in noi una mutazione fisica e psichica. Siamo umani anche noi, Fratelli, ed è questo che bisogna dire: umani che non vollero vivere il Diluvio e le sue conseguenze. Abbiamo lasciato il sole esterno nell’ultima fase di decadenza dell’impero atlante, ed abbiamo fatto un giuramento; a quei tempi facevamo parte di quelli che chiamate “i figli dell’Uno”, ovvero essenzialmente della classe sacerdotale.

Abbiamo dunque giurato di non immischiarci più del mondo, sapendo che le sue forze distruttive un giorno o l’altro sarebbero ricomparse. Il nostro impegno fu tale da radicarsi nel nostro essere profondo, e rimane ancora alla radice del nostro Karma. Forse capirete, forse non l’ammetterete. . . Forse, da parte di ciò che eravamo fu un atto di viltà o d’egoismo, ma è ben ignorante chi si erge a giudice, perché neppure noi lo sappiamo. Ma capiamo che la Terra ed ogni creatura che vive alla superficie hanno bisogno di noi, dell’energia che possiamo produrre, e della favolosa totalità delle conoscenze raccolte per l’edificazione delle future umanità. Abbiamo fatto nostro questo compito, che svolgiamo per amore in riparazione d’un amore che un tempo forse non fu abbastanza grande o venne mal diretto…”. Ci sale alle labbra un incontenibile interrogativo: “Ma bisogna aprire le porte! Ora sì, che dovete venire alla luce del sole, e riconciliare l’uomo con sé stesso: siete voi, ben più di altri, che potete cambiare le cose!…”. “Sì, cambiare le cose… Questo grido di rivolta l’abbiamo già sentito migliaia di volte… Perdonate la mia apparente durezza, e cercate di capire che se risalissimo alla superficie interferiremmo direttamente con l’evoluzione degli esseri e delle società: non ne abbiamo il diritto. Ogni creatura, ogni civiltà, ogni razza, è dotata di vita propria, e la grande legge d’Amore vuole che si possa aiutare una forma di vita, ma non che se ne modifichi il corso. Vedete, il libero arbitrio è il miglior insegnante che le attuali manifestazioni di vita possono aspettarsi; è una frusta con cui inutilmente flagellarsi o far avanzare abilmente la propria cavalcatura. Il suo potere è doppio, ma soprattutto, ripeto, è il migliore insegnante che ci sia. Venire alla luce nelle vostre società per aprir loro una porta della realtà, sarebbe come condannarle all’implosione. ” “Ma sottilmente, goccia a goccia, con tutta la saggezza che emana da questa assemblea, potreste lentamente…”. “Non temete: è ciò che facciamo. Da millenni, e soprattutto ora, si sono stabiliti innumerevoli contatti con certi uomini dell’esterno, soprattutto capi di Stato; non voglio dire invano, ma quasi… tuttavia, così doveva essere. II nostro scopo ultimo, e sappiamo che si realizzerà, è l’elaborazione d’un solo governo mondiale. Non assomiglierà a nessuno di quelli oggi concepibili sulla Terra, e anche la mente più idealista riuscirebbe solo a coglierne un’immagine deformata. Possiamo affermare che i vostri contemporanei hanno più punti in comune con coloro che chiamate a torto “uomini preistorici” che con gli esseri delle società del futuro. I concetti da applicare al processo che verrà realizzato devono essere costruiti dal nulla, o meglio sono a portata di mano, da qualche parte, nell’etere, come gioielli che attendano d’essere scoperti. Ma ciò che vogliamo non è farvi sognare, amici: la vita umana si riassume da sé già anche troppo in un sogno, dal quale bisogna liberarsi. I Grandi Esseri di cui tentiamo di farci interpreti, desiderano che le scorie dell’attuale mente terrestre si polverizzino: la vostra mente vi mente! Quest’analogia di suoni nella vostra lingua non va vista come un semplice gioco di parole: è una similitudine rivelatrice. Ma notate bene che ho detto la “vostra” mente, ovvero la mente degli uomini attualmente incarnati sulla superficie della Terra! Soltanto il cuore d’Amore vi aiuterà a modellare diversamente le vostre facoltà razionali; non dubitatene, perché la forza mentale seminata dalla Divinità in ogni creatura è in realtà un abbraccio di pace, un dono totale in grado di strutturare dei mondi. In effetti, non è più tempo che essa circoscriva il suo lavoro a quello d’un architetto limitato, che riproduce all’infinito dei vecchi schemi. Ascoltateci, Fratelli… anche se siamo ancora, come voi, semplici mortali. Ascoltateci cantare… non è una cerimonia, perché abbiamo dimenticato tutte le liturgie… Né ci sono officianti… siamo tutti sacerdoti. Il nostro canto è un cemento, una forza coesiva, che ci aiuta a mantenere giorno dopo giorno il nostro sole interiore e la luce che la natura stessa diffonde nelle sue viscere. Non è né lavoro né preghiera, ma si inscrive in noi come un modo d’essere spontaneo; dovete capire che il vostro respiro può trasformarsi in canto, così come il vostro modo di nutrirvi e di spostarvi. Se sapeste come un semplice battito di ciglia può generare una melodia all’orecchio di chi accetta di farsi piccolo per ascoltare! Qui, la maggior parte di noi non ha mai visto il vostro sole: ma avendogli chiesto di spuntare in noi, sappiamo che può aprire ogni porta, e che canta come la tromba di Gerico nei nostri cuori… finché crollano tutti i loro limiti. ” La vocina sottile si spegne, mentre l’altro essere vestito di giallo assente col capo. “Vogliamo dirvi, aggiunge anch’egli con voce altrettanto dolce, che non passiamo la vita in estasi beata: il lavoro dello spirito, anche in queste contrade nel cuore della Terra, è un lavoro che richiede azioni concrete. Non disdegniamo i nostri corpi, e abbiamo strutturato una società in cui è loro riservato un nobile ruolo. Li purifichiamo in mille modi non tanto per dovere quanto per piacere, ed è forse questa intesa con i nostri vari aspetti che stabilisce e stabilizza in parte la nostra forza armoniosa. Se la luce è anche materia, non dobbiamo più cercarla se non in noi, in tutte le nostre forme; che c’è di più evidente? Ma sapete poi dove siete in questo momento? Credete di stare ad ascoltarci nel corpo della Terra, ma in realtà siete venuti nella sua anima. L’uomo situa l’anima d’una creatura da qualche parte intorno al suo corpo fisico, e il suo spirito ancora più lontano; ciò che così egli intende, sono solo le emanazioni di questi principi sottili, perché i loro veri regni si sviluppano molto più all’interno. Sono energie di fuoco una dentro l’altra, con i rispettivi piani che devono essere raggiunti. Il Regno è più piccolo dell’atomo d’un atomo, eppure in esso confluiscono tutti i cosmi.

Meditate, ora, sulla sensazione di caduta che percepiscono quasi tutti quelli che viaggiano in astrale, quando il loro corpo sottile si eleva su quello fisico: si slanciano verso altezze reali, ma ancor di più si tuffano verso la Terra-radice, verso loro stessi. V’è forse bisogno d’aggiungere altro? Dietro queste parole si nasconde uno dei grandi misteri della Vita e delle Origini. “Cercare in sé” non è il frutto d’un vago consiglio metafisico di autoanalisi, ma piuttosto la lezione d’una necessità imperiosa che corrisponde a una realtà ben concreta. Diventare grande significa ridursi all’interno delle nostre maschere, significa rimpicciolire fino al passato originale, ritrovare l’Atomo primo, il Cristo-Atum, il sole eterno. Ma questo, non c’è nessuno che possa insegnarlo agli altri. Tutti, volenti o nolenti, sono monaci erranti che riusciranno a trovare la loro strada solo dopo essersi consumata la pianta dei piedi su tutti i sentieri, e dopo che anche l’ultimo dei loro stracci sarà caduto a brandelli Non v’è nulla di triste in questo, anzi: il re che è stato mendicante potrà far fiorire nel suo cuore più Amore di chiunque altro… Così, come i nostri Fratelli di Shambhalla e come il Maha, possiamo solo suggerire… e stimoleremo la vostra volontà di combattimento in favore della vostra rigenerazione”. “Amici, non c’è mai stato un paradiso perduto, ma solo una folla di ciechi che si urtano l’un l’altro movendosi proprio in mezzo al suo giardino.” E’ nuovamente emersa la voce del Fratello dai capelli color dell’ebano, più penetrante delle precedenti: in quel momento, la sua fermezza ci ha ricondotti ad un’energia diversa; questa voce, Fratello… la tua voce ce ne ricorda un’altra… Il tuo Amore vero è contagioso, e genera e ci prolunga in corpo una vertigine. Allora, lentamente, in una specie di espirazione, abbracciamo un’ultima volta con lo sguardo i due esseri drappeggiati di giallo e cerchiamo di imprimerci le loro immagini… ma già stanno svanendo… E’ finito. La mente ha ormai assimilato il gesto dell’indice e del pollice che ancora una volta viene a sottrarci ad un piano di coscienza; c’è solo più un turbine bianco, e basta. E’ prescienza, oppure tutto è già avvenuto da qualche parte, nell’immensità dell’oceano cosmico? Sentiamo l’Agartha fuggire lontano… o forse sono le nostre anime che perdono una parte di sé, che si allontanano dal centro? Siamo fatti ad immagine del sole e del suo simbolo: un cerchio, nel cuore del quale v’è un punto. E se non puntiamo al cuore, al nostro, la ronda incessante ricomincia, sempre più pazza. Eppure, eppure, di questa danza, di questo viaggio, chi potrà mai raccontare i gioielli?

Tratto da “Viaggio a Shambhalla” di Anne e Daniel Meurois-Givaudan Edizioni Amrita www.amrita-edizioni.com
zoran15
00martedì 21 dicembre 2010 20:29
tratto da www.hollowearththeory.com/articles/impactCraters.asp
t r a d o t t o
La prova cratere d'impatto indica la struttura cava del pianeta
Crateri di pianeti presenti un nuovo mistero intrigante. Geologiche impronte lasciate da medie a grandi impatti sono in contrasto con la nostra attuale comprensione della struttura interna del pianeta.

Tutti terrestre (roccioso), pianeti all'interno del Sistema Solare portano i segni del passato impatti celesti. Crateri di tutte le dimensioni individuare i luoghi in cui i detriti meteorite e asteroide impattato con una forza inimmaginabile. Nessuno dei pianeti o lune sfuggito l'era del 'Grande Bombardamento'. caduta di materiale proviene dai resti della nube galattica che condensa a formare i corpi planetari del Sistema Solare. Gli effetti sono stati generalmente più grandi e più frequenti in passato, l'indicazione della progressiva diminuzione di materiale potenziale impatto a sinistra nello spazio.

La struttura di crateri da impatto

Un cratere è costituito da due regioni principali, la zona di scavo e la zona di deposizione.

La zona di scavo è geologicamente concava. E 'la regione scavata dalla forza dell'impatto. Qui, materiale di superficie originale è stato buttato fuori in tutte le direzioni.

La zona di deposizione è convesso. Si circonda lo scavo impatto. In questa regione, il materiale espulso è stata depositata la creazione di pareti del cratere familiare. Spesso, le linee di detriti si estendono per le distanze tra la superficie del pianeta si irradiano dal luogo dell'impatto.
Impatto cratere dimensioni

Crateri esistenti in formati da quelli non più grande di un diritto mano umana fino al massiccio impatto migliaia di chilometri di diametro. La dimensione di un cratere governa il suo formato. Analizzando questo rapporto dimensioni è possibile determinare la struttura planetaria sotto.

Questo è dove alcuni fatti sorprendenti venire alla luce.

piccoli crateri

Crateri fino a 25 chilometri di diametro, hanno una struttura tipica ciotola profonda. superficie del materiale è stato gettato fuori dal luogo dell'impatto di lasciare questa forma classica buca profonda circondata da un muro di detriti.


Questo è il formato classico cratere dove un corpo impatto con una superficie solida fondamenta stabili. Quando esaminiamo cratere da strutture più grandi impatti, il formato classico comincia a cambiare. forme più grande cratere mostrano superfici planetarie reagire in modo diverso.

Medium crateri

Crateri tra 25 km e 130 km di diametro sono strutturati in modo diverso a piccoli crateri. Di solito hanno un picco centrale. E in proporzione il diametro, la zona di scavo è molto meno profondo.


Che cosa causa la struttura superficiale dei crateri di medie?

La struttura superficiale dei crateri di medie dimensioni indica un altro fattore è entrato in gioco. Invece di scavo di una quantità proporzionale di materiale come in crateri più piccoli, ecco alcune delle forze di impatto è stato assorbito.

Ma che cosa è responsabile?

L'esistenza di un picco centrale è l'indizio vitale. Si ritiene ora questa caratteristica, unica a crateri di medie dimensioni, è il risultato di materia spinta verso l'alto immediatamente dopo l'impatto. Le teorie scientifiche che riguardano la superficie del pianeta in modo efficace o molleggio rimbalzi indietro dopo un tale impatto. Si è paragonato ad una goccia vomitato quando un marmo è caduto in acqua.

Questa sfida tutte le idee convenzionali di un impatto di essere un evento di scavo. Una parte della forza ha reagito in direzione opposta.

Se la superficie del pianeta devia verso l'interno sotto il peso di un impatto, quindi si deve presumere nel momento preciso dell'impatto, il cratere sarebbe stato più profondo. Dopo l'evento, la profondità ridotta la superficie rimbalzato.

Ma per quanto riguarda i picchi centrali? L'energia richiesta per la materia spinta verso l'alto in queste forme di montagna è enorme. Tale energia non poteva provenire da un graduale ritorno o la riforma della superficie del pianeta. Rimbalzo deve essere stata rapida. Questa azione ha catapultato questione centrale verso l'alto.

Tuttavia, la superficie veloce rimbalzo presenta alcune difficoltà che sfidano la nostra attuale comprensione della struttura interna del pianeta.

Quando si considera la vastità di molti di questi crateri, come fa un pianeta già super compresso struttura solida deviare verso l'interno e comprimere ulteriormente nella misura necessaria? E, ciò che provoca il rapido rimbalzo? Se i pianeti sono davvero solidi e compressi, come noi crediamo, allora un cratere normale concavo deve essere scavato.

Come abbiamo approfondire, maggiore è il cratere più sconcertante il mistero diventa.

grandi crateri

valutatori oltre 130 chilometri di diametro sono ancora diverso. Le loro regioni interne sono terrazzate da anelli concentrici. I pavimenti sono molto superficiale. E, invece di essere concavo come prevedibile, sono i seguenti curvatura convessa superficie naturale del pianeta.

Due esempi tipici sono: il bacino del Coloris su Mercurio, che è 1.300 chilometri di diametro e il Mare Orientale cratere sulla Luna con un diametro di 900 chilometri. I pavimenti di entrambi i crateri sono convessi che segue la curvatura della superficie di Mercurio e la Luna. Nel caso del bacino del Coloris, crosta di superficie originale di Mercurio, ora ampiamente rotto, si vede ancora in superficie all'interno del cratere rimane sempre allineato con curvatura superficie esterna del pianeta.

Mare Orientale cratere sulla Luna


Come si vede chiaramente nella foto qui sopra, il pavimento del Mare Orientale Crater è convessa. E 'allineato con la normale curvatura della superficie della Luna. Il 'cratere' rivela il confine esterno della zona 'la' impatto di scavo (900 km di diametro). 'Anelli concentrici' sono viste all'interno del cratere.

Coloris Cratere Bacino su Mercurio


Ancora una volta, il pavimento del bacino Coloris su Mercurio è convesso, a seguito di normale curvatura del pianeta. Qui, il 'cratere' indica un diametro di 1300 km. Come è normale, con crateri da impatto di queste dimensioni, gli anelli concentrici sono viste all'interno del 'cratere'.

La struttura convessa pavimento cratere di grandi impatti

Come funziona il fondo del cratere da impatto celeste di questo fine taglia su convessa? Un asteroide potrebbe scavare un impatto notevole dispersione di materiale in tutte le direzioni form del sito. Una depressione evidente di grandi dimensioni o di scavo deve essere lasciato indietro nella superficie del pianeta. Ma, al contrario di fatti osservabili, questo non accade. Le pareti del cratere sono oltre l'orizzonte dal centro di questi impatti di grandi dimensioni!

Questa è una situazione incredibile soprattutto se si considera quanto segue. Lo scavo Zone (cratere) deve essere stato concavo al momento dell'impatto altrimenti deposizione sarebbe avvenuto più vicino al centro (vedi figura). Con il bacino Coloris, ogni buco scavo assunto non è stato riempito da vulcanismo. La superficie originale planetario è ancora presente in superficie, in linea con la curvatura del pianeta.

Questo può essere causato da superficie planetaria rimbalzi.

Crostale rimbalzo durante gli urti cratere

Se vogliamo accettare la formazione convessa del bacino Coloris su Mercurio e il Mare Orientale sulla Luna sono il risultato di superficie rimbalzo dopo l'impatto, bisogna considerare la vastità di rimbalzi avvenuta. Entrambi coinvolti gran parte del pianeta (o Luna) di massa.


Il grafico sopra mostra l'entità della deflessione e rimbalzi necessaria a produrre le caratteristiche visibili trovata su Mercurio. Una profondità conservatore stimata di 200 km o di più si sarebbero verificati. Come è possibile raggiungere una tale profondità deviazione seguita da successive risalire al livello della superficie originale in un così breve lasso di tempo? Questo è inconcepibile sul nostro modello solido e compresso planetario! Il Mare Orientale sulla Luna mostra un risultato simile richiesta di 150 km rimbalzi.

I nostri concetti di corrente non riesce a spiegare le caratteristiche del mezzo cratere di grandi dimensioni. Su un pianeta solido ci si aspetterebbe crateri di ogni dimensione ad essere scavata nelle strutture concave. Ma questo è in contrasto con fatti osservabili.

La scienza non può spiegare queste anomalie con la teoria pianeta solidi e compressi, perché è errata.

Medio-grandi impatti reagiscono come fare perché la struttura interna planetario non è solida. E 'vuoto. Un modello pianeta vuoto spiega con successo tutte le funzioni cratere osservabili.

impatti grande cratere su un pianeta vuoto spiegare crostale rimbalzo


pianeti Hollow non richiedono la compressione di massa per deviare verso l'interno al punto di impatto celeste. Decompressione non è richiesto per le superfici a rimbalzo. Più grandi impatti sufficiente spingere il muro planetario verso l'interno su una vasta area. Ciò devia la superficie lontano dalla naturale equilibrio gravitazionale. Flessione smorza la forza di scavo della forza d'impatto. Dopo l'impatto, la parete planetario 'cade' indietro in equilibrio gravitazionale. Questo avviene rapidamente, fornendo il motivo per picchi di crateri di medie. Picchi non rimangono grandi crateri in quanto il volume della materia in questione è abbastanza grande per ricadere e livellare con il fondo del cratere. La superficie all'interno di un grande impatto può salire e scendere più volte prima di venire a riposare in equilibrio gravitazionale. Questo può essere paragonato a increspature sull'acqua dopo che un sasso è gettato in questa azione produce i cerchi concentrici e le superfici di cracking visto all'interno di grandi crateri.

picchi centrali si trovano nei crateri di medie perché l'area di rimbalzo è più piccola. Superfici non ritorno diverse volte. Ciò consente i picchi di rimanere intatto. crateri di piccole dimensioni hanno una forma classica perché non c'è forza sufficiente per deviare il muro planetaria.



Il nostro libro La Terra dei senza orizzonte esplora questo tema in modo molto approfondito. Espone difetti gravi ed evidenti nelle teorie utilizzate per sostenere le credenze attuali riguardanti la struttura interna del pianeta. Le informazioni pertinenti omesse nella decisione originale processo è ora valutato. E a sua volta presenta fresco nuove prove per il lettore.


Uploaded with ImageShack.us

La Terra dei senza orizzonte usi prove scientifiche e discute sia logicamente struttura cava pianeta e la teoria della Terra in espansione. E 'mostrato come in un pianeta in crescita, si accumula la gravità e le strutture questione diversamente a quanto si crede. superficie di un pianeta rimbalzi dopo un impatto a riallinearsi con la forza di gravità a causa della sua struttura cava.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:03.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com