Sulle orme dei granchi, fino alla morte

Riparte «Deadliest Catch». Tra le puntate anche quella che documenta la scomparsa di uno dei capitani.

Lo spettacolo deve continuare. Anche di fronte alla morte, che così diventa essa stessa parte dello spettacolo. Arriva anche in Italia, su Discovery Channel (ogni giovedì alle 22, canali 401 e 402 di Sky), la sesta stagione di «Deadliest Catch», il docu-reality che racconta la pericolosa pesca al granchio reale nelle gelide acque del mare di Bering, al largo delle coste dell'Alaska. Un'attività per capitani coraggiosi disposti a sfidare il freddo e le tempeste dell'Artico, passando lunghi giorni nella solitudine del grande Nord. E tra questi c'era sicuramente il capitano Phil Harris, uno dei protagonisti della serie, che alla guida della «Cornelia Marie» è stato uno dei personaggi più amati dal pubblico. E non è un caso che, ora che è morto, in Rete sono molti quelli che lo ricordano con spazi web e videodediche realizzate con filmati tratti dalle diverse edizioni. E dell'ultima, in particolare, che documenta anche i momenti drammatici dell'infarto, della corsa in ospedale e dell'ultimo saluto ai figli Jack e Harris. Era stato lui stesso a chiedere che le telecamere non si fermassero neppure di fronte alla morte: «Ogni storia - ha detto - deve avere un inizio, un centro e una fine».
A presentare le diverse puntate, nell'edizione italiana, c'è il velista Giovanni Soldini, protagonista di navigazioni solitarie in giro per il mondo, per passione e per il gusto della scoperta dell'ignoto. Uno che la sa lunga sul rapporto tra l'uomo e il mare e che riesce a capire il sentimento che ha spinto il capitano Harris, dopo un primo stop per malattia, a decidere di tornare a solcare le onde e a sfidare le intemperie e le avversità. Soldini ad ogni puntata racconta la violenza dell’oceano in tempesta, le privazioni, la convivenza in spazi ristretti, la stanchezza ma anche le emozioni e le vittorie della vita in mare aperto.

Tra gelo e tempeste - Le sfide che gli equipaggi impegnati nella pesca dei granchi sono immani. Violente tempeste di neve, banchi di ghiaccio polare, venti a 60 nodi, turni massacranti di 20 ore. Con l'incognita di fallire l'obiettivo: di non riuscire a riempire le nasse calate in acqua, di non ritrovarle tra le onde, di raccoglierle semivuote e non riuscire dunque a raggiungere la quota di crostacei prefissata. Non tutti reggono la pressione e il peso della fatica e non sono rari i casi di defezioni. Le tensioni sono alte e spesso volano parole grosse. Ma ci sono anche momenti di solidarietà, come quando un equipaggio interrompe la pesca per rispondere all'sos di un peschereccio con motore guasto e per questo alla deriva nella notte in mezzo al nulla del mare gelido, in una situazione che può significare anche la morte. Ma sarà soprattutto la vicenda di Phil Harris, la cui scomparsa risale ad un anno fa, a caratterizzare la serie di quest'anno. Lo spettacolo deve continuare.


Fonte: Corriere della sera.It

Essendo un'appassionato di pesca lo guarderò sicuramente,grazie thomas!
Commovente la storia di questo capitano,un vero pescatore, che amava talmente il mare (e il lavoro che faceva)fino ad arrivare a quel punto
da té narrato.Ieri avrò perso una puntata,(magari se riesco a beccare qualche replica?)ma giovedì prossimo sarò lì.

IRONMAN.75, 01/04/2011 10.18:

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Essendo un'appassionato di pesca lo guarderò sicuramente,grazie thomas!
Commovente la storia di questo capitano,un vero pescatore, che amava talmente il mare (e il lavoro che faceva)fino ad arrivare a quel punto
da té narrato.Ieri avrò perso una puntata,(magari se riesco a beccare qualche replica?)ma giovedì prossimo sarò lì.

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Lo da spesso su Discovery...adesso non so se la nuova serie o quelle vecchie, comunque qualcuna riuscirai a vederla sicuramente.
Io una volta lo guardavo ma era un po' monotono per i miei gusti come programma...comunque quella gente non fa un bel lavoro, anzi, i soldi che fanno (e sono tanti) sono strameritati!