Storia del Malocchio

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°Fangio°
00venerdì 17 febbraio 2012 16:09
Oggi che è Venerdi 17 ne approfitto per catechizzarvi sul Malocchio.

Il malocchio è una tradizione popolare molto radicata e dalle origini antichissime. La diffusione di questa credenza è maggiore in determinate aree culturali. Il malocchio, termine il cui significato è "occhio che getta il male" è una vera e propria forma di superstizione; chi gli attribuisce credibilità (ma non vi sono evidenze scientifiche che possano giustificarla) ritiene che alcune persone abbiano il potere di provocare eventi malefici con il proprio sguardo.

Pur essendo privo di interesse squisitamente scientifico, lo studio del malocchio può essere interessante dal punto di vista storico e dal punto di vista antropologico.
Secondo la tradizione alcune persone possono "dare il malocchio" volontariamente, mentre altre possono esercitarlo in modo involontario.

Dal punto di vista fisico i problemi provocati alla persona colpita dal malocchio sarebbero violenti mal di testa, nausea, vomito, cattivo umore, depressione; più in generale poi potrebbero verificarsi eventi particolarmente negativi sia dal punto di vista affettivo sia dal punto di vista economico ecc. Il malocchio può essere a carico di una persona, ma anche di cose.
Il termine malocchio è di fatto simile in molte lingue nel senso che la traduzione è spesso letterale o quasi (evil eye, occhio del male, in inglese, mal de ojo, male dall'occhio, in spagnolo ecc.).
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La "diagnosi" di malocchio
Nelle aree dove il malocchio è ancora relativamente diffuso vi sono persone che ritengono di avere la capacità di sapere se una certa persona è stata colpita da malocchio. Generalmente si tratta di donne piuttosto anziane che tramandano poi il loro "potere" a persone di loro fiducia, solitamente familiari. Sembra che, dopo che è avvenuta la trasmissione del potere, la persona che lo ha trasmesso perda la sua capacità di effettuare il rito; è per questo motivo che molte volte la trasmissione avviene quando la persona sente che si sta avvicinando alla fine dei suoi giorni.

Esistono procedure alquanto curiose, generalmente molto simili tra loro, per diagnosticare e anche eliminare il malocchio. Le varianti ai riti dipendono generalmente dalle zone in cui ci si trova e dalle abitudini dei cosiddetti "guaritori". Ciò premesso descriviamo una procedura piuttosto standard per la diagnosi e la cura del malocchio.
La persona che si sospetta essere stata colpita dal malocchio deve stare seduta; il guaritore riempie un piatto fondo con dell'acqua, con questo piatto esegue per tre volte il segno della croce verso la fronte del soggetto che si è rivolto a lui; mentre traccia i segni della croce il guaritore ripete mentalmente o comunque sottovoce le parole segrete previste dal rito.
Dopo che ha terminato traccia su sé stesso, sempre per tre volte il segno della croce e, toccando i bordi del piatto, esegue ancora il segno della croce ripetendo ancora mentalmente le altre parole segrete previste dal rito. La formula segreta viene ripetuta tre volte.

Terminata questa procedura è possibile ottenere la "diagnosi"; si versano nel piatto alcune gocce di olio di oliva prese da un contenitore apposito preparato in precedenza. Man mano che le gocce cadono nell'acqua si osservano: se l'olio si allarga la diagnosi è malocchio; può succedere che l'olio addirittura sembri scomparire; significa che la persona è stata colpita da malocchio già da diverso tempo e sarà più difficile da trattare, se invece l'olio si allarga poco vuol dire che la "maledizione" è nelle prime fasi, piuttosto leggera e, conseguentemente, scomparirà più facilmente.
Nel caso che l'olio resti a galla normalmente vuol dire che la persona non è stata colpita da malocchio e la cosa finisce lì.
Se la persona invece ha il malocchio si deve gettare via l'acqua in un luogo dove si ritiene che nessuno passi, altrimenti vi potrebbe essere la trasmissione del malocchio a chi la calpesta.
Dopo aver gettato l'acqua si deve ripetere nuovamente il rito per altre due volte; già la seconda volta gli "occhi" che compaiono nell'olio dovrebbero essere più piccoli, mentre alla terza volte non dovrebbe esserci più niente. Se gli "occhi" compaiono anche durante la terza ripetizione del rito, significa che il malocchio trasmesso è piuttosto forte ed è necessario seguire una determinata procedura; si "tagliano" gli "occhi" con le forbici e si ripete il rito il giorno dopo. Preferibilmente il rito andrebbe ripetuto da persone diverse, una dopo l'altra. È importante che, una volta iniziato il rito contro il malocchio, esso non venga mai interrotto.

Sembra che i guaritori siano in grado vedere se chi ha fatto il malocchio sia una donna o un uomo; dipende da come si presentano le gocce dell'olio; se le gocce hanno accanto piccoli cerchietti allora il malocchio è responsabilità di una donna (o di più donne); se invece le gocce sono normali la responsabilità e da attribuirsi a uno più uomini. Se entrambe le tipologie di gocce sono presenti allora la responsabilità è da ricercarsi in più persone di sesso diverso fra loro.
Se tutto è andato bene, la persona colpita dal malocchio comincia a sentirsi subito meglio.

Il rito dell'olio: la spiegazione
Come è possibile spiegare "scientificamente" la diversità di comportamento dell'olio? Lo si può fare compiendo un facile esperimento che riassumiamo brevemente da una pagina di uno dei siti che raccomandiamo nella sezione Qualità della vita della nostra pagina Link utili, ovvero il CICAP.
Si prendano due piatti fondi uguali fra loro; dopo averli lavati con accuratezza e risciacquati con acqua calda, su uno di loro si passi un batuffolo di cotone imbevuto con un po' d'olio. A questo punto si riempiano i due piatti con la stessa quantità di acqua. Si versi dunque, dalla stessa altezza, una goccia di olio nei due piatti; nel piatto che abbiamo unto con il batuffolo, la goccia che abbiamo versato rimarrà localizzata in una zona ristretta, nell'altro piatto la goccia d'olio sembrerà sparire; in realtà ciò non si verifica, se ne ha l'impressione perché la goccia si spande sulla superficie dell'acqua in uno strato estremamente sottile; infatti, se osserviamo il piatto controluce, è possibile notare la chiazza untuosa sulla superficie. La spiegazione del diverso comportamento della goccia d'olio nei due piatti è spiegabile con la differenza di tensione superficiale, differenza causata dalla presenza di olio nel piatto unto con il batuffolo di cotone. Chi compie la diagnosi di malocchio sulla base di come si comporta la goccia d'olio si affida, probabilmente in buona fede, al caso, dal momento che il responso dipende dall'accuratezza o meno con la quale il piatto è stato pulito.

Il malocchio in alcune zone
In alcune zone il malocchio sembra più radicato che in altre; non esistono statistiche in proposito, ma sembra che nelle regioni meridionali tale credenza sia tenuta più in considerazione che nel centro Italia e nel settentrione.
Alcuni studi sono interessanti e rivelano i diversi modi di interpretare questa particolare credenza. In Sardegna per esempio sembra che sia la donna l'oggetto e il soggetto del malocchio; le donne infatti sono più predisposte a essere colpite dal cosiddetto "occhio malvagio"; sono sempre però le donne quelle che hanno più potere in tal senso. Anche la "medicina dell'occhio", ovvero i riti di guarigione, è gestita dal sesso femminile. Nei paesi sardi, ma anche in altre culture, c'è sempre un mischiarsi di credenza e religione. I riti "terapeutici" che si riscontrano nella regione sarda sono numerosi (sicuramente più di venti) e spesso, sebbene in forme diverse, vi si ritrovano recite di preghiere appartenenti alla tradizione religiosa cattolica legate a utilizzi di acqua, sale, olio, riso, grano, corna di muflone o di bue, carbone, carta ecc.
Oltre alle cure esiste anche la prevenzione; la prevenzione dal malocchio viene effettuata ricorrendo ad amuleti vari o a particolari gesti.
A seconda delle zone e delle regioni esistono diversi tipi di amuleti; c'è chi tiene un sacchetto con sale benedetto, un chiodo, uno spicchio d'aglio, un ramoscello d'olivo ecc, appeso al collo; altri portano in tasca un cornetto di colore rosso, un chiodo ecc. altri si cuciono sugli abiti un pezzo di nastro rosso. I rimedi sono comunque innumerevoli e spesso alquanto bizzarri.

Conclusioni
Il malocchio può rivestire una certa importanza dal punto di vista antropologico; esso infatti può essere un buon indicatore del grado di civiltà di una popolazione; è innegabile infatti che tradizioni come il malocchio, le fatture, le maledizioni sono maggiormente presenti in zone caratterizzata da una mediamente più alta arretratezza culturale. Non a caso i cosiddetti guaritori sono per la maggior parte persone molto anziane legate a tradizioni molto antiche e a una visione molto preistorica della religione.
fabik
00venerdì 17 febbraio 2012 16:23
Molto interessante, sarebbe bello se si potesse approfondire l'argomento nelle varie culture per capire il perchè delle scelte di taluni amuleti o dei mezzi di "diagnosi".
Penso che queste cose facciano parte del nostro retaggio culturale ed anche se pericolose nelle mani di gente senza scrupoli approfondire è utile per conoscere le nostre tradizioni.

Dalle mie parti, per esempio, il malocchio si chiama Piccìu (la i centrale va pronunciata allungata)
Che letteralmente vuol dire pensiero inappagato.
°Fangio°
00venerdì 17 febbraio 2012 16:29
Hai detto bene giovane amico, sono tradizioni secolari che affondano nei tempi antichi per questo rimangono fascinose dopo tanto tempo.
In realtà in italia i riti e le pratiche sono inquinate da forti connotazioni regionali, specie in campania. Diciamo che il malocchio e le pratiche più pure sono quellc che affondano nel Vudù una religione afroamericana fortemente esoterica che sicuramente conoscerai.
fabik
00venerdì 17 febbraio 2012 16:34
Si, però adesso stavo ripensando alla cosa.
Se non ricordo male già nei tempi antichi, periodo persiano, poi greco fino all'antica roma il Pene eratto era considerato un simbolo protettivo contro il malocchio.
Se non ricordo male il famoso cornetto rosso non è altro che un feticcio derivato da questo.
Il perchè è semplice, la religione cristiana ha demonizzato la simbologia fallica nel suo insieme ed il Pene come organo e per evitare di incorrere in "Sanzioni" nacque il beneamato cornetto.
KOSLINE
00venerdì 17 febbraio 2012 16:42
Hola Fangio bel articolo .... [SM=g8320]

Solo Fangio, che per catechizzarci bene bene oltre la correttezza intellettuale, per non parlare dei problemi di Copyright che puoi creare al forum, sei pregato di citare le fonti delle cose che posti , se queste non sono tue logicamente [SM=g1420769]
°Fangio°
00venerdì 17 febbraio 2012 16:43
Re:
KOSLINE, 17/02/2012 16.42:

Hola Fangio bel articolo .... [SM=g8320]

Solo Fangio, che per catechizzarci bene bene oltre la correttezza intellettuale, per non parlare dei problemi di Copyright che puoi creare al forum, sei pregato di citare le fonti delle cose che posti , se queste non sono tue logicamente [SM=g1420769]




Provvedo
_INSIDER_
00venerdì 17 febbraio 2012 16:44
La fonte di Fangio è questa:

www.albanesi.it/Notizie/malocchio.htm
Lorenzolabile
00venerdì 17 febbraio 2012 16:47
Re:
_INSIDER_, 17/02/2012 16.44:

La fonte di Fangio è questa:

www.albanesi.it/Notizie/malocchio.htm




Vedi chi è il vero mago qui caro fangio... insider non tu [SM=g2201341]
_INSIDER_
00venerdì 17 febbraio 2012 16:49
_INSIDER_, 17/02/2012 16.44:

La fonte di Fangio è questa:

www.albanesi.it/Notizie/malocchio.htm



Integrazione: casa editrice THEA S.r.l.


°Fangio°
00venerdì 17 febbraio 2012 17:38
Re:
_INSIDER_, 17/02/2012 16.49:



Integrazione: casa editrice THEA S.r.l.






Precisamente, ora possiamo tornare al vudù e al malocchio.
Sicuramente molte vostre nonne avranno fatto il rito dell'olio.
Mentitore
00venerdì 17 febbraio 2012 22:49
fabik, 17/02/2012 16.34:

Si, però adesso stavo ripensando alla cosa.
Se non ricordo male già nei tempi antichi, periodo persiano, poi greco fino all'antica roma il Pene eratto era considerato un simbolo protettivo contro il malocchio.
Se non ricordo male il famoso cornetto rosso non è altro che un feticcio derivato da questo.
Il perchè è semplice, la religione cristiana ha demonizzato la simbologia fallica nel suo insieme ed il Pene come organo e per evitare di incorrere in "Sanzioni" nacque il beneamato cornetto.



Sicuramente il pene eretto ha un grande valore apotropaico, che come dici risale ai tempi antichi.
it.wikipedia.org/wiki/Apotropaico
Ma perchè questo? Perchè il pene e i genitali in generale sono simbolo di vita e di fertilità, come negarlo?
Questa immagine la si ritrova anche nella mitologia.
Il titano Crono (padre del dio Zeus), evirò il padre titano Urano, e i suoi genitali furono gettati in mare, dove divennero prolifici di vita. Addirittura si legge su Wikipedia che Urano ha generato creature più o meno divine a destra e a manca.
it.wikipedia.org/wiki/Urano_(mitologia)

Esisteva pure un dio nella mitologia iperdotato, il suo nome è Priapo. E' superfluo dire che fosse un dio che vegliava sulla fertilità delle donne, dei campi e degli allevamenti, nuclei fondamentali della vita di società agricole come quella romana ai suoi albori. Divenne in questo modo propiziatorio venerare il dio e il simbolo fallico a lui associato, affinché scacciasse tutti i mali, dei quali i più gravi in una società agricola non potevano che essere un cattivo raccolto e la morte del bestiame. Poi i riti e le tradizioni si tramandano e in parte si modificano...
it.wikipedia.org/wiki/Priapo
Sempre nella Roma ai suoi albori ma poi anche successivamente c'erano delle feste rituali di canti, danze e recitazioni che avevano funzione propiziatoria e apotropaica. Erano i vari "Carmen" e le "falloforie". E' interessante leggere da Wikipedia per capire meglio la funzione e il significato del simbolo fallico. it.wikipedia.org/wiki/Falloforie
"Nelle falloforie propiziatorie del raccolto, molto diffuse nel mondo agricolo dell'antica Grecia e poi in Italia e nei territori dominati dai Romani, le processioni con il fallo terminavano con una pioggia di acqua mista a miele e succo d'uva, indirizzata verso i campi, che rappresentava l'eiaculazione del seme origine della vita e quindi propiziava l'abbondanza del raccolto."
Non è bene non avere Priapo dalla propria parte. Ne "L'asino d'oro" di Apuleio il protagonista Lucio si inimica il dio Priapo, il quale (non ricordo bene) non lo protegge più dalle sventure o gli combina uno scherzetto, credo facendolo andare in bianco.

Ah dimenticavo di dire che una statuetta di Priapo doveva propiziare i riti di fertilità che un certo cavaliere (o forse più un satiro, statura e aspetto combaciano) teneva alle sue corti alla presenza di baccanti danzanti!

In un certo senso il simbolo fallico potrebbe essere in qualche modo essere pregno dello stesso significato che avevano le veneri preistoriche. Come una donna incinta ha i seni e i fianchi più pronunciati che ne segnalano appunto la fecondità, così gli stessi identici tratti in queste statuette erano esagerati per condensarvi al massimo la rappresentazione della fertilità.
saturnosky
00venerdì 17 febbraio 2012 23:02
Uno dei tanti simboli che la religione cattolica ha preso e modificato rielaborandoli con un valore più "moralizzato" secondo i canoni della Bibbia.
Come ricercatore non credo che il malocchio possa essere qualcosa di reale, piuttosto esistono studi, che hanno pubblicazioni marginali -sottolineo- che parlando di un fenomeno come l'autosuggestione della persona che è convinta di avere un maleficio che può portare tramite un forte processo psicosomatico del corpo a una vera sindrome da affaticamento cronico che è quel senso di abbandono tipico del malocchio.
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