Sindone: per ingegnere russo è un falso storico

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Legion1
00giovedì 27 aprile 2006 10:59
«Ho risolto il mistero della Santa Sindone»: l’annuncio è di un ingegnere russo in pensione, oggi alla ribalta su un popolare tabloid di Mosca per la sua «scoperta». L’ingegnere si chiama Grigori Beldiughin, vive a Ekaterinburg sugli Urali e racconta sulle pagine della Komsomolskaia Pravda che ha trovato una tecnica per imprimere sul lino un’immagine analoga a quella dell’uomo crocifisso raffigurato sulla Santa Sindone. Pensa che si tratti della stessa tecnica usata molti secoli fa per confezionare la controversa reliquia. Beldiughin ha avvolto un drappo di lino inumidito attorno ad una maschera di legno e dopo «una paziente attesa di un anno» dice di aver ottenuto il risultato sperato: vaporizzandosi, l’acqua ha fissato sul lino con dovizia di dettagli l’immagine della scultura. L’ingegnere spiega al tabloid che l’idea gli è venuta dopo aver letto che la reliquia - spuntata per la prima volta in Europa nel 1353 grazie all’intraprendente cavaliere Geoffroy de Charny e adesso conservata a Torino - potrebbe essere stata trovata «in una città dell’attuale Turchia durante lavori dentro una fortezza danneggiata da un’alluvione». Dichiaratamente ateo («Non credo nè in Dio nè nel diavolo»), Beldiughin dà per scontato che nei tre giorni tra la crocefissione e la resurrezione il corpo di Gesù Cristo non può assolutamente aver lasciato l’impronta riscontrabile sul sudario custodito nel capoluogo piemontese. L’ingegnere sostiene che i coaguli di sangue «apparvero successivamente» sulla Sindone, «con ogni probabilità in seguito ad una contraffazione». [...]
AlienoGrigio
00giovedì 27 aprile 2006 18:03
Va di moda cercare di destabilizzare i capisaldi della religione cattolica. Il codice da vinci insegna. Io non ho dubbi per non credere che esistano tecniche che possano riprodurre un'immagine con la tecnica spiegata dal professore, ma penso che la religione sia piena di misteri e che il credente usa la fede laddove la spiegazione logica non arriva. Potremmo discuterne per giorni ma penso che i credenti continueranno a vedere nella sindone l'immagine di cristo e gli atei una contraffazione.
SoleMaledettoX
00giovedì 27 aprile 2006 20:11
Questione complicata. Io parlerei più che di falso di "artefatto", termine neutro.
Spesso i dati sulla Sindone sonoriportati in modo distorto o parziale e ci sono molte leggende da sfatare.
Vi riporto per curiosità un estratto dell'articolo del CICAP molto interessante in materia:

"A proposito della negatività dell'immagine della Sindone ha fatto notare come potrebbe trattarsi della naturale conseguenza del metodo con cui questa è stata realizzata: la teoria del bassorilievo sul quale viene applicata della vernice a secco produce effettivamente e spontaneamente immagini negative, per nulla inspiegabili. Dopo aver mostrato alcune diapositive su un esperimento da lui stesso condotto circa l'impronta che un uomo macchiato di sangue lascia su un lenzuolo, ha sottolineato il fatto che a differenza delle impronte naturali lasciate da un corpo tridimensionale, l'immagine sindonica si presenta come una proiezione ortogonale incompatibile con la presenza di un cadavere al suo interno. Naturalmente questa caratteristica falsifica le vecchie ipotesi di formazione dell'immagine, quella vaporografica e quella per contatto. In particolare quest'ultima non produrrebbe l'effetto chiaroscuro presente invece sulla Sindone"
+maranatha+
00mercoledì 31 maggio 2006 15:08
Non credo propio
Da ultimi risultati...la Sacra sindone ha una immagine spettrica su entrambe le faccie della tela...non di certo si riesce a fare come ha detto per cetezza assolutail russo...in oltre è stata considerata l'ipotesi che Cristo fosse scomparso lasciando una forte luce perchè un modo che giustificherebbe imprinting sulla tela e la disintegrazione del corpo come da un laser ad una certa frequenza o LUCE.
[SM=g27822]
(richard)
00venerdì 9 novembre 2007 14:33
Sindone :per ingegnere russo è un falso storico

Tantissime sono state a piu' riprese le conferme e le smentite sull'autenticita' della Sindone come sudario di CRISTO e credo ce ne saranno ancora.Una delle prove piu' salde ed inconfutabili sono le tracce sommerse di scrittura rivelate da un trattamento computerizzato
rinvenute sulla sinistra del viso in cui si legge la parola "NAZARENOS", in caratteri greci, e sotto il mento un'altra debolissima scritta sempre in greco "HSOY" Jeshua in ebraico ,Jesus
in latino.
Fin tanto che non si riesca a dimostrare scientificamente il presunto falso delle scritte ,tutte le altre tesi atte a screditare la'autenticita' del corpo di CRISTO avvolto nella Sindone sono solo aria fritta!
cesko!
00venerdì 9 novembre 2007 15:09
beh un attimo.
Se la scienza riesce in qualche maniera a dimostrare che imprimere un immagine come quella della sindone è possibile...io non farei finta di niente....
Del resto, probabilisticamente, è molto facile che si tratti di un falso storico, ce ne sono stati altri nel corso dei tempi, non mi stupirebbe granchè.
Dal punto di vista religioso non vedo comunque il problema.
la fede va oltre il simbolo della sindone e la fede non potrà mai spiegare come un corpo muoia e poi resusciti; così come la scienza non potrà mai affermare di conoscere con precisione tutte le dinamiche chimiche, fisiche e ambientali del nostro mondo.
Scienza e religione in questo devono completarsi e non competere alla ricerca della verità assoluta che allo stato attuale non esiste.
l'uomo avvolto in quel telo può essere chiunque, non esiste una fonte attendibile al 100% che possa affermare che quell'uomo fosse gesù cristo, allo stesso tempo la scienza è inutile che si intestardisca a voler dimostrare che è un falso: perchè non cambia nulla per chi crede nella religione cristiana.

Un ultima riflessione: ma non era proprio Gesù ad affermare che l'uomo non avrebbe mai avuto certezza dell'esistenza di Dio perchè non era necessario avere certezze ma era sufficiente e indispensabile avere fede?

Quindi cari amici, che voi siate credenti, miscredenti, atei o scienziati alla ricerca della verità, sappiate che la verità su questo tema è troppo strumentalizzabile da ogni parte e quindi non la si scoprirà mai.

per chi ha fede abbia fede senza prove e senza attaccarsi ad un simbolo inutile, per chi non ne ha non voglia per forza distruggere un simbolo che non toglie niente alla libertà di non credere.

Insomma...l'importante è che la nostra società si concentri su cose più importanti e ripassi per bene ciò che di buono c'è nei valori civili e in quelli religiosi....
Il resto a casa mia si chiama BUSINESS

pace e bene
Deevo7878
00venerdì 9 novembre 2007 15:42
Ma non era stato fatto un rilevamento al c14 che affermava che comunque la data era troppo postuma per appartenere a Gesù Cristo? [SM=g27833]
(non uccidetemi se ho sparato una c.....a!) [SM=g27819]
Demirel81
00venerdì 9 novembre 2007 16:10
La prova del carbonio ha stabilito che il telo risalirebbe ad una data compresa tra il 1290 e il 1360, data compatibile con le prime testimonianze storiche documentate dell'esistenza della Sindone.
Ma l'esame è stato molto contestato.
Inizialmente era stato previsto che partecipassero sette laboratori diversi utilizzanti due tecniche diverse, mentre poi vennero scelti tre soli laboratori che usavano la stessa tecnica. Inoltre Zurigo, Oxford e Tucson non giunsero alla stessa conclusione autonomamente, ma comunicando tra loro scambiandosi risultati e opinioni, contravvenendo con questo al protocollo d'esame che era stato concordato con l'Arcidiocesi di Torino e alla prassi standard per questo tipo di indagini.





(richard)
00domenica 23 marzo 2008 19:18
Si riapre il mistero sulla Sacra Sindone
Bbc riapre mistero su Sacra Sindone
In documentario nuove prove che confutano la datazione medievale fatta nel 1989

LONDRA - Potrebbe riaprirsi, con nuovi colpi di scena, il mistero della Sacra Sindone. Il sudario di Cristo, su cui sono impressi il volto e le macchie di sangue di un uomo, nel 1989 era stato bollato da un test al carbonio 14, che lo aveva datato al 1325, come un falso medievale. Ora però, venti anni dopo
La Sacra Sindone (Ap)
quell'esame, una troupe della Bbc ha potuto riprendere la Sindone in immagini ad alta definizione. Immagini da cui emergono dettagli il cui studio mette in discussione l'origine medievale del lenzuolo dalle molte caratteristiche ancora inspiegabili e che continuano ad appassionare studiosi ed esperti di tutto il mondo. A partire da queste nuove immagini e dando voce ai molti scienziati e studiosi che si sono cimentati nel difficile compito di risolvere il mistero della Sindone, il documentario della Bbc, «Shroud of Turin», che andrà in onda lunedì sera nella puntata di Porta a Porta a cui farà seguito un dibattito, mette in luce la necessità di compiere nuove indagini al carbonio sulla reliquia volte a stabilirne una volta per tutte l'età.

CONFLITTO DI DATAZIONE - Articolato come un viaggio che tocca i numerosi luoghi dove la Sindone sarebbe passata o dove viene studiata - Torino, Oxford, Colorado, Istanbul, Gerusalemme - ma sempre saldamente ancorato all'evidenziazione del dato scientifico, il documentario fa emergere un conflitto di datazione tra la prova al carbonio del 1989 e altre prove di tipo sia storico sia scientifico elaborate dagli studiosi in questi anni. Tra questi, John Jackson, un fisico americano che ha contribuito al film, ha sviluppato una nuova ipotesi basata su tecniche di datazione al carbonio 14 che non erano conosciute quando la Sindone fu testata. Queste tecniche potrebbero spiegare come un lenzuolo di lino risalente davvero all'epoca di Gesù possa essere risultato più recente all'esame del C14. Sulla stessa linea di Jackson è il professor Christopher Ramsey, direttore della Oxford Radiocarbon Accelerator Unit, secondo cui «tra le misurazioni del radiocarbonio e le altre prove che abbiamo sulla Sindone sembra esserci un conflitto, su come interpretare queste prove. E per questo ritengo che chiunque abbia lavorato in questo settore, debba dare uno sguardo critico alle prove che hanno prodotto per riuscire a tracciare una storia coerente che si adatti e ci dica la storia vera di questo intrigante pezzo di stoffa».


23 marzo 2008

[

Il corriere della sera.it [SM=g27811]
Legion1
00martedì 25 marzo 2008 10:39
Ramsey infuriato:
"Considero quell'articolo molto irresponsabile, e intendo richiedere la sua rimozione dal sito web e la pubblicazione di una smentita. Quanto affermato non rappresenta minimamente quanto io penso e nonostante ciò il mio nome viene utilizzato a garanzia delle affermazioni riportate - cosa che il giornalista avrebbe dovuto verificare prima di pubblicare il pezzo. ... Considero altamente improbabile che la radiodatazione eseguita nel 1988 sia in qualche modo scorretta".
Klivert
00martedì 25 marzo 2008 10:44
Come sempre si specula sulla religione...
cesko!
00martedì 25 marzo 2008 15:40
Re:
Klivert, 25/03/2008 10.44:

Come sempre si specula sulla religione...



Quando non è la religione che specula sulla verità [SM=g27812]


Piccolopopolo
00martedì 25 marzo 2008 15:49
Nel 1988 la Chiesa autorizzò tre laboratori (in Arizona, ad Oxford ed a Zurigo) a compiere analisi al Carbonio 14 sulla Sindone. Il Carbonio 14 è una sostanza che viene assorbita da tutti gli esseri viventi (piante ed animali) che respirano, fin quando questi sono in vita, e che si deposita sulle ossa; è una sostanza che decade ad intervalli regolari di tempo, dunque, con alcuni semplici calcoli, è possibile risalire al periodo in cui l’animale o la pianta ha cessato di assorbire carbonio, in cui, cioè, è morta. L’analisi di alcuni piccoli frammenti del tessuto della Sindone rivelò che il sudario di Gesù era ben più recente dei 2000 anni che le si attribuivano, risalendo ad un periodo compreso tra il 1260 ed il 1390. E’ probabile, però, che il frammento di tessuto utilizzato per l’analisi sia quello utilizzato dalle clarisse per il restauro in seguito all’incendio del ‘500.
+maranatha+
00martedì 25 marzo 2008 18:10


Ieri ho visto l'ultimo speciale della BBC a "porta a porta" il caso è riaperto vi faccio leggere cosa dice la Stampa...

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Esperti americani ed europei confidano alla Bbc. «Gli esami dell’88 non soddisfano, bisogna rifarli»
VITTORIO SABADIN
CORRISPONDENTE DA LONDRA
Per vent’anni, dopo la datazione con il Carbonio 14 effettuata in tre laboratori diversi arrivati alla stessa conclusione, abbiamo pensato che la Sindone di Torino fosse una delle tante false reliquie medioevali, solo un poco più misteriosa e complessa. Ma ora un autorevole gruppo di scienziati americani ed europei, alcuni dei quali parteciparono agli esami condotti a Oxford, Zurigo e Tucson nel 1988, afferma che quegli esami potrebbero avere dato un risultato distorto e sollecita una nuova definitiva indagine sul lenzuolo di lino più famoso e discusso della storia.

L’appello è motivato con solide argomentazioni in un documentario, «Shroud of Turin» (Sindone di Torino) trasmesso alla vigilia di Pasqua dalla Bbc in prima serata, destinato a riaprire il dibattito tra chi non ha mai dubitato che la Sindone conservi miracolosamente impressa la figura martoriata di Gesù deposto dalla croce e chi invece ritiene il sudario conservato a Torino una delle tante iconiche rappresentazioni del Cristo che circolavano in Europa e Medio Oriente nel dodicesimo e tredicesimo secolo.

Per venirne a capo, il regista David Rolfe, già autore nel 1978 di un altro filmato di grande successo sulla Sindone, «Il testimone silenzioso», accompagnato da uno dei volti più noti della Bbc, il giornalista ex inviato di guerra Rageh Omaar, ha viaggiato da Gerusalemme a Istanbul, dall’Università del Colorado a Oxford partendo dalle navate del Duomo di Torino, dove ha potuto filmare per la prima volta la Sindone in alta definizione. Il loro percorso è un affascinante viaggio nel tempo e nello spazio alla ricerca di indizi storici e prove scientifiche, che convince anche il più laico degli spettatori sulla necessità di indagare a fondo e di utilizzare le nuove conoscenze scientifiche di cui disponiamo per arrivare a una conclusione certa.

E’ incredibile quante persone nel mondo si occupino con passione e competenza della Sindone. Uno dei più esperti è un professore di cosmologia, John Jackson, che nel 1978 faceva parte di un gruppo di scienziati che ebbe a disposizione il lenzuolo a Torino per una settimana, un privilegio mai più concesso a nessuno. Durante quella visita, Jackson raccolse una quantità di dati impressionante, che ha custodito ed elaborato con cura nel «Turin shroud centre» di Colorado Springs. «Quando si parla di un falso medioevale - ha detto il professor Jackson alla Bbc - la prima domanda che dobbiamo farci è come è stato realizzato. Nessuno degli esperimenti che abbiamo eseguito qui, utilizzando dalla vernice ai manichini riscaldati, ha prodotto impronte simili a quelle della Sindone».

Le macchie di sangue, ha dimostrato Jackson utilizzando un modello di polistirolo, combaciano perfettamente solo se il telo viene appoggiato su di un corpo a tre dimensioni e non se vengono dipinte su una superficie piana.

Partendo dall’inizio del 1300, data «accertata» dall’esame del C-14, ogni viaggio e ogni indizio raccolto dalla troupe della Bbc riporta indietro l’orologio della datazione. Prima a Costantinopoli, dove un lenzuolo raffigurante Cristo venne portato via da un crociato nel 1204: la Sindone fu esposta per la prima volta a Lirey, in Francia, da uno dei discendenti di quel crociato, Goffredo di Charny. Poi a Oviedo, dove è custodito forse lo stesso sudario di cui parla Giovanni nel suo Vangelo: un piccolo telo che è sicuramente stato avvolto sul capo di una persona issata su una croce e che portava una corona di spine. A differenza della Sindone, le impronte sono solo di sangue e non evidenziano nessun volto. Ma il gruppo sanguigno, AB, è lo stesso del lenzuolo di Torino. Se l’analogia ha basi concrete, l’orologio va spostato ancora più indietro, perché il Sudario di Oviedo è datato con certezza storica al quinto secolo.

Decine di indizi, di testimonianze storiche e di ricerche scientifiche portano a pensare che la Sindone risalga davvero ai tempi di Cristo e che nell’esaminare il decadimento dell’isotopo del carbonio i tre laboratori non abbiano considerato le contaminazioni che il lenzuolo ha subito nel corso dei secoli: è stato maneggiato, esposto all’aria, salvato da un incendio.

Il professor Jackson ha ora proposto di sottoporre un pezzo di lino contemporaneo allo stesso tipo di contaminazione subito dalla Sindone e di datarlo in uno dei laboratori che fecero l’esame nel 1988, quello del professor Christopher Ramsey a Oxford, per verificare se la contaminazione può avere determinato un errore.

«Pare proprio esserci un conflitto - ammette Ramsey - tra le misurazioni del radiocarbonio e tutte le altre prove raccolte sulla Sindone. Credo che tutte le persone che hanno lavorato in questo campo debbano considerare in modo critico le conclusioni alle quali sono arrivate, in modo da consentirci di ricavare una storia coerente, che ci dica la verità su questo intrigante pezzo di stoffa».

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TG2




La cosa interessante è che nel documentario venivano tratti i diversi aspetti dei diversi ricercatori ricostruendo il buco di 1300 anni partendo dalle tracce storiche ...
Prima testimonianza è quella medievale che conosciamo tutti:
Francia ---> Geoffroy de Charny.
Grazie a questi ricercatori potrebbe essere stata trafugata da un suo antenato circa 150 anni a Costantinopoli.
Per arrivare al 33 D.C. però ci separano circa 1000 anni...
E' qui che si fa spazio IL SUDARIO DI OVIEDO che viene accennato anche nel Vangelo e rappresenta il velo che copriva il volto di Gesù e che viene ritrovato con il sudario dopo la Resurrezione.
Vi è conformità tra le tracce di sangue del Sudario e la Sindone ed il ricercatore ritiene sia impossibile riprodurre l'identica macchia.
Beh rimane il mistero dell'imprinting sulla sindone impossibile da riprodurre neanche in parte... speriamo che grazie alle nuove ricerche e la possibile contaminazione che avrebbe alterato la datazione si possa fare luce su questo mistero. [SM=g27811]
Apophis99942
00martedì 25 marzo 2008 18:46
E' una questione di fede oltre che di scienza. Se uno crede alla sindone non è la datazione storica a fargli cambiare idea. Oltretutto anche le ricerche stanno diventando inaffidabili...dicono tutto e il contrario di tutto.
+maranatha+
00martedì 25 marzo 2008 19:26
Si fede ma da fedele sto attento anche a cosa credo...
Voglio credere che sia davvero quello del Cristo Risorto ma anche se non lo fosse non intacca le mie credenze...
Il rischio è che a volte ci si soffermi più sul simbolismo che sul senso stretto di cosa rappresenta.
Felisianos
00mercoledì 26 marzo 2008 06:27
Premetto che non ho intenzione di disquisire sulla autenticità o meno del reperto, anche per non scomodare concetti come l'esistenza di Dio e/o del personaggio storico Gesù Cristo. Vorrei comunque definire un “nuovo” concetto di autenticità per la Sindone, cioè che sarebbe autentica se fosse “un lenzuolo usato nel I secolo DC in Palestina per seppellire un morto”, indipendentemente dal problema di “chi” sia il morto in questione, e “liberando” il problema da una lotta tra atei, probabilmente interessati a smentirne l'autenticità e credenti, probabilmente interessati a confermarla.

Quindi per la sindone ci sono 2 partiti, quello dell'autenticità (con la implicita conseguenza che si tratti del sudario di Gesù e non di un morto “qualsiasi”) e quello del falso. Il drammatico da un punto di vista scientifico è che anche in questo caso gli studiosi partono con una conclusione e la vogliono dimostrare. Il che non è molto scientifico...

Annoto che uno studio sui pollini attesterebbe (il condizionake è d'obbligo) un itinerario del telo compatibile con quello tradizionalmente accettato, dalla Palestina all'Europa transalpina passando per l'Asia Minore. Quindi potrebbe davvero essere un reperto originale, nel significato di autentico che ho dato prima, magari “revisionato”, perchè no, da un abile falsario in Francia.

La mia critica riguarda la datazione radiometrica che qualche anno fa il Cardinale Ballestrero, allora arcivescovo di Torino, aveva fatto fare. Fu ricavato che la Sacra Sindone era stata tessuta verso il 1300 DC, ed era quindi un falso. Probabilmente i risultati delle analisi sia pure analiticamente corretti, non sono significativi. Vediamo perchè.

Ci sono vari sistemi che, attraverso i rapporti fra alcuni isotopi radioattivi e non, permettono di ricavare l'età di alcuni oggetti. Il metodo si basa sul confronto fra la quantità di alcuni isotopi presenti adesso e quella che si suppone fosse la composizione alla formazione del corpo. Ogni isotopo radioattivo è caratterizzato da un proprio tempo di dimezzamento, il tempo impiegato dall'isotopo per dimezzare la sua quantità. I principali metodi sono il potassio-argon, il rubidio-stronzio, il carbonio 14 e quelli legati al decadimento radioattivo dell'uranio e del torio.


La scelta di uno di questi metodi dipende dall'età presumibile e dalla composizione chimica dell'oggetto da datare. Il radiocarbonio è il metodo più valido per datare materiali organici relativamente recenti, almeno entro i 100.000 anni di età. Si basa sul decadimento dell'isotopo C14. Il C14 si forma continuamente nell'atmosfera grazie ai raggi cosmici che trasformano l'azoto 14 ed entra a far parte dei cicli naturali del carbonio. Quindi anche il notro organismo contiene una percentuale di questo isotopo. Il C14 non è stabile, ma si trasforma di nuovo in N14, con un tempo di dimezzamento di 5.600 anni (cioè, su 1000 atomi che si formano oggi, fra 5600 anni ne rimarranno 500, dopo altri 5600 anni 250 e quindi dopo 16800 anni saranno solo 125 e via discorrendo).

C’è poi una terza condizione fondamentale: l’oggetto da datare non deve aver subìto dal tempo della sua formazione delle reazioni chimiche che abbiano alterato le quantità degli elementi e degli isotopi da analizzare, sia levandoli che apportandoli. Quindi, rispetto agli elementi che si vogliono analizzare, il sistema deve essere sempre stato chimicamente “chiuso”.

Sulla base di quest’ultima condizione è chiaro che per la datazione della Sacra Sindone non si possa utilizzare il metodo del C14: l’esposizione al fumo delle candele ha continuamente apportato sul telo del carbonio "fresco", come del resto è successo in maniera massiccia durante l'incendio della chiesa di Chambery dove era custodito. Ovviamente oltre al normale C12, è entrato anche altro C14 , “ringiovanendone” l'età radiometrica. Quindi i calcoli sulla base della quantità attualmente presente di C14 non possono che mostrare un’età molto più recente del manufatto rispetto a quella vera.

Chiaramente il risultato è stato criticato dai clericali, con accuse folli ai laboratori di scambio di campioni od altro. Gli anticlericali sono stati zitti, accontantandosi della vittoria, facendo finta di non accorgersi dell'errore (forse pure amplificato avendo usato i bordi estremi del manufatto) e dimostrando che anche a loro importano più le conclusioni dei fatti. Entrambi gli schieramenti hanno quindi perso una buona occasione per rendersi corretti davanti ad osservatori neutrali.


Ripeto che questa osservazione vuole focalizzarsi su un aspetto particolare della questione, senza entrare in altre questioni che attualmente non mi interessano
Legion1
00mercoledì 26 marzo 2008 14:22
Le conclusioni cui si può giungere a proposito dell'origine del telo sindonico non hanno alcun carattere religioso, e non intendono mettere in dubbio alcuna fede religiosa d'altro canto chi ha bisogno di queste reliquie per avere fede di certo fede non ha.
Carlo Papini, dottore in giurisprudenza di Genova, è stato per oltre trent'anni il direttore editoriale della Casa Editrice Claudiana delle Chiese evangeliche. Da vent'anni si dedica allo studio della Sindone ed ha pubblicato già diversi saggi e articoli in proposito. Il suo studio si è principalmente incentrato sugli aspetti storici che riguardano la poco probabile esistenza della Sindone nei primi secoli dopo Cristo. La cultura ebraica dell'epoca considerava impuri gli oggetti che erano stato a contatto con dei cadaveri, ed è poco plausibile che qualcuno abbia raccolto il lenzuolo sindonico per conservarlo, ancor meno se si pensa alla presenza di sangue su di esso. C'è da notare oltretutto l'assoluta mancanza di interesse da parte degli uomini dell'epoca nei confronti delle reliquie. Un testo che spesso viene citato dagli autenticisti per "dimostrare" che la Sindone fu conservata è un vangelo apocrifo, chiamato "Vangelo degli Ebrei" (del quale - tra l'altro - non si possiede più l'originale ma solo delle citazioni di Gerolamo). Ad un certo punto l'anonimo autore scrive: "Dopo aver dato la sindone al servo del sacerdote, Gesù apparve a Giacomo". Il termine "sindone" a quell'epoca stava ad indicare una tunica, una veste sacerdotale. Il gesto di "dare la sindone" a qualcuno simboleggiava il conferimento di un potere particolare, come se si trattasse di una vestizione rituale. La "sindone" cui si fa riferimento nel testo non è, dunque, il lenzuolo funebre con cui sarebbe stato coperto il corpo di Gesù, ma una tunica sacerdotale.
Papini inoltre cita alcuni manoscritti sui quali viene provata l'origine mediorientale della Sindone: Goffredo di Charny avrebbe ricevuto la Sindone nel 1346 a Smirne, al termine della crociata dell'ultimo delfino di Vienna Umberto II. Tale origine spiegherebbe la presenza di pollini provenienti dall'oriente, regione dove esistevano addirittura officine specificamente nate per la realizzazione di reliquie. In conclusione Papini auspica che i lavori di Vittorio Pesce Delfino, ingiustamente ignorati dalla Sindonologia ufficiale, vengano ripresi, che i suoi esperimenti volti a riprodurre l'impronta sindonica siano ripetuti con materiale più simile al tessuto della Sindone e soprattutto ha sottolineato il fatto che le immagini create dell'antropologo di Bari sono in tutto e per tutto simili per la loro natura fisica a quella sindonica: tridimensionale, superficiale, adirezionale e fluorescente.

Antonio Lombatti, direttore della prima rivista scientifica al mondo dedicata ad uno studio critico della Sindone, "Approfondimento Sindone", e di due saggi in proposito, prosegue nella presentazione dello scenario storico che ha accolto la comparsa della Sindone in Europa, facendo notare come la datazione al 14C sia perfettamente coerente con il periodo in cui per la prima volta in Francia si inizia a parlare del lenzuolo. L'assenza di qualsiasi documentazione storica riguardante una reliquia con le caratteristiche della Sindone per tutto il primo millennio dopo Cristo rende assolutamente insostenibili le teorie di chi vorrebbe ricostruire la storia del sudario facendo risalire la sua origine al I secolo d.C. Lombatti sottolinea ancora il fatto che sin dalla prima ostensione l'immagine sindonica è esplicitamente definita "figura seu rapresentacio", termini che indicano inequivocabilmente la sua origine artificiale. Ricordando il "Memoriale di Pierre d'Arcis", fa ancora notare come soltanto da un secolo si parla di autenticità: nel medioevo non c'era dubbio alcuno sul fatto che si trattasse di un artefatto. A conferma di quanto riportato da Papini circa l'origine mediorientale della Sindone, Lombatti cita un documento da lui rinvenuto negli archivi dipartimentali francesi dell'Aube, a Troyes, risalente al XVII sec., nel quale si sostiene che Goffredo di Charny avrebbe ricevuto la Sindone proprio in Medio Oriente.
Luigi Garlaschelli, chimico e responsabile delle sperimentazioni del CICAP, presenta una carrellata di dati sulla Sindone spesso riportati in modo distorto o parziale dai molti saggi sindonologici autenticisti. A proposito della negatività dell'immagine della Sindone fa notare come potrebbe trattarsi della naturale conseguenza del metodo con cui questa è stata realizzata: la teoria del bassorilievo sul quale viene applicata della vernice a secco produce effettivamente e spontaneamente immagini negative, per nulla inspiegabili. A differenza delle impronte naturali lasciate da un corpo tridimensionale, l'immagine sindonica si presenta come una proiezione ortogonale incompatibile con la presenza di un cadavere al suo interno. Naturalmente questa caratteristica falsifica le vecchie ipotesi di formazione dell'immagine, quella vaporografica e quella per contatto. In particolare quest'ultima non produrrebbe l'effetto chiaroscuro presente invece sulla Sindone. Garlaschelli richiama l'attenzione sul sangue presente sulla Sindone, la cui presenza è stata attestata fino ad oggi soltanto da Pier Luigi Baima Bollone, presenza esplicitamente esclusa nel 1973 dalla commissione che era stata incaricata di effettuare analisi dal cardinale Pellegrino in occasione della prima ostensione televisiva. Né la presenza di sangue proverebbe qualcosa, vista la possibilità che nel corso dei secoli sia stato usato del sangue per ravvivare le macchie sul lenzuolo. Garlaschelli ha ripreso i lavori di Max Frei sui pollini presenti sulla Sindone, facendo notare il fatto che delle analisi da lui condotte non si possiedono più i documenti originali né i nastri sui quali ha lavorato. In effetti nessuno ad oggi è riuscito a ottenere i risultati dello studioso svizzero, fatto che fa sollevare non pochi dubbi a proposito della scientificità di questi.
Circa la presenza di monetine sugli occhi dell'uomo della Sindone, Garlaschelli cita anche il russo Kouznetsov che nel 1997 aveva presentato al Politecnico di Torino una teoria per cui l'incendio di cui la Sindone fu vittima a Chambery nel 1532 avrebbe potuto ringiovanire il tessuto sindonico di 1300 anni. Nessuno è stato in grado di ottenere gli stessi risultati del chimico russo, né le sue conclusioni possono essere seriamente prese in considerazione.

La difficoltà principale nell'affrontare il tema della Sindone non stia nel trovare argomenti a sostegno della sua origine artificiale, in quanto tutti i dati sembrerebbero muoversi in questa direzione, quanto invece nel far sì che il pubblico riceva un'informazione corretta dal punto di vista storico e scientifico. Purtroppo la "sindonologia" ha imposto i suoi toni sull'opinione pubblica, sfruttando il fatto che molti mass media danno acriticamente voce alle teorie più strampalate, rendendo arduo per qualunque lettore uno sguardo obiettivo sul problema.
Lord Karandras
00giovedì 27 marzo 2008 10:23
Da quello che ne so io le ipotesi sono 2:
La prima è che la sindine sia da attribuire a Jacques de Molay Ultimo Gran Maestro Templare, in quanto una volta ucciso dall'inquisizione, nel 1307, (condannato come eretico e quindi a patito le stesse pene di Gesù)fu avvolto in un lenzuolo che fu tenuto dai rimanenti templari come reliquia.
La secondo è che la sindone sia una riproduzione di qualcosa di più antico che andava disfacendosi a causa del tempo : Il Mandylion.
Il Mandylion era conservato ad Edessa, oggi Urfa, nell'attuale Turchia, a partire da un'epoca imprecisata, certamente entro l'anno 544. Le fonti riferiscono che esso portava impressa un'immagine acheropita (in greco "non fatta da mani d'uomo") del volto di Gesù. Nel 944 il Mandylion venne traslato a Costantinopoli: qui rimase probabilmente fino al 1204, quando la città fu saccheggiata dai crociati. Non se ne hanno notizie successive (Wikipedia). [SM=g27811]
+maranatha+
00sabato 19 aprile 2008 18:04
BBC - Shroud of Turin

Ho trovato il Documentario in Lingua Inglese per coloro i quali non sono stati fortunati a vederlo in Italiano.
Per la versione Italiana vi consiglio di acquistare il DVD visto che sono stati cancellati da tutti i principali servizi gratuiti di hosting per una questione di "diritti".

Attenzione Tutti i diritti di questi video sono riservati alla BBC.

Shroud of Turin (part 1/4)



Shroud of Turin (part 2/4)



Shroud of Turin (part 3/4)



Shroud of Turin (part 4/4)



Marvinfire
00mercoledì 16 dicembre 2009 18:45

Un sudario rilancia i dubbi sulla Sindone
Gerusalemme, ritrovato in un sepolcro un telo dell'epoca di Cristo. Ed è molto diverso. Un caso o una prova?

Leggete qui
sindaco_74
00venerdì 18 dicembre 2009 13:34
Per me può essere Leonardo l'uomo della Sindone perchè lui faceva esperimenti di fotografia se così si può dire per qull'epoca perchè se non rammento male in una puntata di Voyager parlarono proprio di questo argomento se non ricordo male...
ashe82
00sabato 19 dicembre 2009 13:23
EHEH..
ma quale falso storico se e proprio tutta la storia ad essere falsa? che ci voleva lui?
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