Russia: le prove Usa sull'utilizzo di gas sarin non convincono

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Ale-95
00lunedì 2 settembre 2013 14:59

Siria, Mosca avverte Washington: le prove Usa sull'utilizzo di gas sarin non convincono

ROMA - Il segretario di Stato Usa John Kerry è convinto che il Congresso degli Stati Uniti «farà ciò che è giusto», approverà la decisione del presidente Barack Obama di usare la forza contro il regime di Assad, un uomo che usando armi chimiche «si è unito ad Adolf Hitler e Saddam Hussein» nella galleria degli orrori della storia.

Mosca dubita però delle prove fornite dagli Usa sull'uso di armi chimiche da parte di Damasco: «Ci hanno mostrato alcuni materiali che non contengono nulla di concreto e che non ci convincono. Non ci sono né mappe geografiche né nomi. Inoltre ci sono molte incongruenze, restano moltissimi dubbi», ha detto il ministro degli Esteri Lavrov.

«Non ci sono fatti, ci sono semplicemente dichiarazioni che loro sanno per certo», ha sottolineato Lavrov. «E quando voi chiedete delle conferme più dettagliate - ha proseguito - loro dicono che è tutto segreto e che per questo non possono farci vedere: vuol dire che non vi sono elementi per la cooperazione internazionale». «Anche quello che ci hanno fatto vedere in precedenza e ultimamente i nostri partner americani, come pure quelli britannici e francesi, non ci convince assolutamente», ha aggiunto.

Il ministro della Difesa Mario Mauro accoglie intanto con favore la pausa di riflessione che Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia si sono presi per un eventuale intervento armato in Siria: «Speriamo tutti in una soluzione politica», afferma. Da Londra il governo precisa che, nonostante fosse stata autorizzata nel gennaio 2012, la licenza per la vendita di sostanze chimiche alla Siria, l'invio non fu mai effettuato per via dell'embargo.

La portaerei nucleare USS Nimitz nel frattempo è in navigazione verso Ovest in direzione del Mar Rosso. Anche la Russia ha inviato una nave militare da ricognizione nel Mediterraneo orientale, con il compito di raccogliere informazioni sull'escalation in Siria. La Pryazovia ha lasciato ieri sera la base navale russa di Sebastopoli in Ucraina, riferiscono i media russi citando fonti militari.

A quanto riferisce l'agenzia stampa Itar Tass, citando una fonte dello stato maggiore russo, la nave dovrà raccogliere informazioni sul conflitto. «È una pratica normale per ogni marina», ha commentato la fonte. La Pryazovia non fa parte del contingente della marina russa stazionato in permanenza nella regione. Mosca dispone di una base nel porto siriano di Tartus.

Per rafforzare gli argomenti dell'amministrazione americana a favore dell'attacco, anche davanti all'opinione pubblica, Kerry domenica aveva calato pubblicamente una nuova carta dal dossier messo insieme dagli 007 americani: nell'attacco del 21 agosto contro i ribelli, che ha causato oltre 1.400 morti, le forze di Bashar al Assad hanno usato gas sarin, gli Usa ne hanno le prove. Nuove prove: campioni di sangue e capelli risultati positivi e arrivati nelle ultime 24 ore in possesso degli Stati Uniti.

Ma l'approvazione da parte di Senato e Camera dei Rappresentanti Usa, che molti definiscono «una scommessa», è al momento tutt'altro che certa. Peter King, deputato repubblicano di lungo corso, ha affermato in un'intervista tv che se la richiesta di Obama fosse posta al voto oggi, con ogni probabilità verrebbe respinta, a causa «dell'ala isolazionista».

Il dibattito a Capitol Hill non comincerà però prima del 9 settembre, e il tempo potrebbe giocare a favore del
presidente. Anche perchè nei prossimi giorni ci sarà il vertice del G20 a San Pietroburgo, dove l'argomento Siria sarà di certo affrontato tra i primi punti in agenda, e gli Stati Uniti potrebbero ottenere un più ampio sostegno internazionale, quantomeno diplomatico. In un paio di settimane potrebbe anche arrivare il rapporto degli ispettori delle Nazioni Unite, a cui il segretario generale Ban Ki-moon ha messo fretta affermando di volerlo sul tavolo «il più presto possibile». E soprattutto, nel frattempo andrà avanti l'offensiva politica della Casa Bianca, che ha già messo in calendario una lunga serie di riunioni con i parlamentari per presentare elementi e prove di intelligence più o meno classificate.

Subito dopo l'annuncio a sorpresa di Obama, la Casa Bianca ha inviato al Congresso una bozza di risoluzione, scritta evidentemente con lo scopo di rassicurare i parlamentari sull'obiettivo dell'intervento militare. Vi si chiede di autorizzare il presidente ad usare la forza militare «per quanto lui ritenga necessario e appropriato in rapporto all'uso di armi chimiche o altre armi di distruzione di massa nel conflitto in Siria», per prevenirne la proliferazione o che cadano in mano a terroristi, e per proteggere gli Stati Uniti e i suoi alleati.

E sottolineando proprio quest'ultimo aspetto, Kerry ha affermato di non poter neanche contemplare la possibilità che «il Congresso volti le spalle ad Israele, alla Giordania e agli altri alleati degli Usa nella
regione». Il segretario di Stato, che nei giorni scorsi è apparso come uno dei più determinati esponenti dell'amministrazione sulla necessità di intervenire senza esitazione contro Assad, che ha esplicitamente definito «un assassino», è ora in prima linea per difendere la decisione «coraggiosa» di Obama di chiedere l'ok del Congresso e cercare di ottenere il più vasto consenso possibile non solo da parte dei parlamentari, ma anche da parte degli americani. Non a caso, oggi si è lanciato in una impressionante maratona tv, concedendo interviste
ai cinque maggiori network del Paese.

E non è detto che a dargli una mano, a lui e all'amministrazione non sia paradossalmente proprio il regime siriano, che oggi ha prontamente alzato il tono della retorica e degli sberleffi, parlando di «ritirata storica» e sostenendo che gli Stati Uniti sono stati «ridicolizzati» davanti alla determinazione siriana.

Sberleffi a cui non ha risposto, mentre ha invece lanciato un monito: Assad «non sia così sciocco» da provare a sfruttare il ritardo per il voto al Congresso e riprovare a usare armi chimiche. «Il presidente Barack Obama sa che ha il potere di attaccare e io credo che si muoverebbe molto, molto rapidamente».

www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/siria_kerry_assad_gas_sarin/notizie/3210...

Ale-95
00martedì 3 settembre 2013 14:25
Ora togliamoli il Nobel per la pace

Di Magdi Cristiano Allam

(Il Giornale) - Lancio la proposta di revocare il Premio Nobel per la Pace ai due soggetti che rischiano di scatenare, in modo menzognero e irresponsabile, la terza guerra mondiale che potrebbe tradursi nella morte del Medio Oriente e nel suicidio dell'Occidente: Barack Obama e l'Unione Europea. Entrambi in Siria sostengono i terroristi islamici dei Fratelli Musulmani, dei Salafiti e di Al Qaeda, condividono la tesi dell'uso delle armi chimiche da parte dell'Esercito regolare, rivendicano il diritto all'intervento militare per sanzionare il regime di Assad, promuovono l'avvento al potere di una dittatura teocratica sulle ceneri della distruzione e disintegrazione dello Stato e il genocidio delle minoranze cristiana ed alauita. Vi sembra il profilo di due Premi Nobel per la Pace?
Pur confermando la sua strutturale divisione e fisiologica impossibilità ad assumere una posizione unitaria di fronte alle sfide epocali, gli Stati Disuniti d'Europa hanno tuttavia autorizzato i singoli Paesi membri a schierarsi autonomamente a favore dei terroristi islamici e della guerra. L'arbitrio iniziale è di mettere sullo stesso piano il governo legittimo e l'Esercito regolare di uno Stato membro delle Nazioni Unite con delle bande di terroristi islamici, disconoscendo la sovranità e l'indipendenza della Siria sancita dal diritto internazionale.

La menzogna iniziale è di lasciar intendere che l'Esercito regolare sarebbe responsabile di oltre 100 mila morti, mentre le stesse fonti dei terroristi islamici rivendicano spavaldamente l'uccisione di 42 mila soldati, mentre le loro vittime ammonterebbero a circa 20 mila. Inoltre dei 38 mila civili uccisi la maggioranza sono vittime dei terroristi islamici, trattandosi di alauiti, la minoranza confessionale a cui appartiene Assad, e cristiani, altra minoranza particolarmente perseguitata. Ebbene perché Obama e l'Unione Europea non hanno ritenuto di fare la guerra per oltre100 mila morti, mentre la considerano ineluttabile per 355 o anche 1500 vittime da armi chimiche? La menzogna ulteriore è di attribuire all'Esercito la responsabilità dell'uso delle armi chimiche quando l'unico responso ufficiale delle Nazioni Unite accusa esplicitamente i terroristi islamici. Carla Del Ponte, membro della Commissione dell'Onu che indaga sulla guerra e sulla violazione dei diritti umani in Siria, in una dichiarazione dello scorso 6 maggio disse: “Abbiamo potuto raccogliere alcune testimonianze sull'utilizzo di armi chimiche, e in particolare di gas nervino, ma non da parte delle autorità governative, bensì da parte degli oppositori, dei resistenti”. L'accertamento compiuto recentemente dagli investigatori dell'Onu lo sapremo solo tra tre settimane. Ma Obama ha già deciso di bombardare la Siria prima. Come può Obama essere insignito del Premio Nobel per la Pace quando si erge a gendarme e giustiziere del mondo contro la volontà dell'unica istituzione che rappresenta la legalità internazionale? Anche la la Russia ha consegnato alle Nazioni Unite le fotografie scattate dai satelliti che dimostrano che le armi chimiche sono state usate dai terroristi islamici. Obama e Unione Europea si comportano in modo irresponsabile quando, dopo aver toccato con mano il disastro rappresentato dal potere teocratico dei Fratelli Musulmani in Tunisia e Egitto, perseverano nell'errore in Siria ostinandosi a scalzare con la violenza un regime dittatoriale laico per sostituirlo con un regime dittatoriale islamico. Possibile che non sappiano che i terroristi islamici sono i peggiori nemici della nostra civiltà laica e liberale, che con loro possiamo stipulare solo una tregua tattica ma che il loro obiettivo dichiarato è la sottomissione all'islam del mondo intero? Ebbene se dovessimo assumere che sono consapevoli di tutto ciò ma che hanno deciso comunque di sferrare la guerra alla Siria, significa che lo fanno per conto dei mercanti d'armi, delle lobby petrolifere, della finanza speculativa, delle multinazionali che lucrano sulle distruzioni degli Stati per poterli ricostruire. Ma è veramente così ingenuo e cinico Obama quando immagina di potersi limitare a bombardare la Siria per tre giorni quantificando il costo in 126 milioni di dollari, confezionando una guerra mordi e fuggi e a basso costo digeribile per la comunità internazionale e il contribuente americano? E' solo un caso che in borsa il titolo dell'azienda che produce i missili Tomahawk (circa 800 mila dollari l'uno) registra un'impennata senza precedenti? No! Non possono essere questi dei Premi Nobel per la Pace!

www.ioamolitalia.it/editoriale/togliamo-il-premio-nobel-per-la-pace-a-obama-e-all-unione-europea-violano-la-legalita-internazionale-e-sostengono-i-terroristi-islam...
Ale-95
00martedì 3 settembre 2013 14:36
Venti di guerra: missili nel Mediterraneo
Alert. L'annuncio del ministro della Difesa russo a Putin. Individuati due "obiettivi balistici". Ma Israele nega.

ROMA(WSI) - Individuati missili lanciati dal centro del Mediterraneo verso la costa orientale del bacino. Lo ha annunciato il ministro alla Difesa della Russia, Sergei Shoigu al presidente russo Vladimir Putin.

La rilevazione è avvenuta con i sistemi radar russi; si parla dell'individuazione di due "obiettivi balistici" alle 10,16 ora di Mosca (le 8,16 in Italia), stando a quanto reso noto dall'agenzia di stampa russa RIA.

Nessun commento è stato rilasciato per ora a Reuters dal ministero della Difesa. Diverse critiche erano state lanciate dalla Russia contro gli Stati Uniti per aver schierato navi da guerra nell'area del Mediterraneo vicina alla Siria.

Nessuno del ministero ha risposto alle telefonate dell'agenzia di stampa Bloomberg. Natalya Timakova, portavoce del primo ministro Dmitry Medvedev, si è limitata a riferire ai giornalisti in un sito vicino Mosca che Shoigu ha incontrato Putin per informarlo del lancio del messile.

Dmitry Peskov, portavoce di Putin, si è rifiutato di rilasciare commenti. Israele, intanto, nega la notizia, con un portavoce che afferma che le forze armate israeliane "non sono a conoscenza" di nessun lancio di missili nel Mediterraneo orientale.

www.wallstreetitalia.com/article/1619246/geopolitica/venti-di-guerra-missili-nel-mediterra...
eone nero
00giovedì 5 settembre 2013 08:21
Russian destroyer enters east Mediterranean to head task force – report



rt.com/news/russian-destroyer-mediterranean-report-424/


Ale-95
00giovedì 5 settembre 2013 13:56
Guerra Siria, appello di Obama. E c'è il sì della commissione esteri

Con 10 voti a favore e ben 7 contrari la commissione Esteri del Senato ha approvato di misura la risoluzione che autorizza l'intervento armato Usa in Siria, come chiesto dal presidente Obama. Il testo sarà da lunedì prossimo all'esame del'Aula.

Alla vigilia del G20 di San Pietroburgo dove cercherà in extremis una linea condivisa sulla Siria, Barack Obama ha lanciato il suo appello più forte alla comunità internazionale che, ha avvertito, «non può restare in silenzio» di fronte alla «barbarie» di un attacco chimico.

Il presidente Usa ha parlato da Stoccolma, dove ricevette il suo Nobel per la Pace, chiamando tutti a un'assunzione di responsabilità: «Non sono stato io a fissare una 'linea rossa', ma è stato il mondo stesso», ha osservato.

«Dobbiamo agire perchè se non lo facciamo, di fatto stiamo dicendo che chiunque può continuerà a operare impunemente», ha detto Obama. Il presidente americano ha assicurato che non intende ripetere gli errori commessi con l'intervento militare in Iraq «di basare le decisioni su errate notizie di intelligence». Nessuna incoerenza, infine, con il suo Nobel per la Pace: «Ho fatto il possibile per una soluzione politica».

E mentre Papa Francesco torna a fare sentire la sua voce («Si alzi forte in tutta la terra il grido della pace!», ha chiesto al termine dell'Udienza Generale dando appuntamento alla preghiera e al digiuno in programma sabato prossimo), il vero nodo resta l'opposizione di Mosca all'intervento militare.

Obama ha ammesso che permangono «significative divergenze» anche se spera ancora di far cabiare idea a Vladimir Putin. Il presidente russo non ha escluso in linea di principio un sì ai raid contro Bashar al-Assad, se venissero mostrate le prove che ordinò l'attacco chimico e vi fosse un avallo Onu. Poi, però, ha aggiunto che se il Congresso Usa dette via libera ai raid senza l'Onu starebbe «legittimando un'aggressione»: «In ogni Paese il Parlamento sanzionerebbe un atto simile perchè tutto quello che va oltre l'inquadramento dell'Onu e non sia autodifesa, è un'aggressione».

Il regime siriano, da parte sua, ha fatto sapere di aver preso «ogni misura» in vista di un possibile attacco e di aver allertato i Paesi alleati per rispondere ad un attacco armato. ma l'ex ministro della Difesa siriano Ali Habib sarebbe scappato in Turchia, come ha riferito Kamal al-Labwani, un alto funzionario della Coalizione nazionale siriana.

Davanti al Parlamento francese, infine, il premier, Jean-Marc Ayrault, ha detto che se non ci fosse alcuna risposta all'attacco chimico siriano si rischierebbe di mandare un messaggio sbagliato all'Iran sul suo programma nucleare. «Non agire significherebbe mettere in pericolo pace e sicurezza per l'intera regione».

www.unita.it/mondo/siria-assad-guerra-putin-obama-mondo-politica-medio-oriente-israele-onu-ki-moon-italia-bonino-letta-...

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