Ru-486

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aprilfruit
00mercoledì 11 novembre 2009 15:37


In vigore già in molti Paesi, entra in commercio anche in Italia la pillola Ru486, la cosiddetta pillola abortiva. Ma è polemica. La Chiesa usa toni durissimi. La Cei invita i medici all'obiezione di coscienza, comportamento comunque in crescita tra i ginecologi italiani. Intanto la politica si divide, la gente ne discute.

Il mifepristone è uno steroide sintetico utilizzato come farmaco per l'aborto chimico nei primi due mesi della gravidanza. Prodotto sotto forma di pillola, viene commercializzato in Francia con il nome Mifégyne da Exelgyn Laboratoires e negli Stati Uniti, dove viene prodotto dalla Danco Laboratories LLC, come Mifeprex. Durante le prime sperimentazioni fu usata la sigla RU-38486, poi abbreviata in RU-486, dall'azienda produttrice, la Roussel Uclaf.

Rispetto ai metodi abortivi tradizionali non rende indispensabile l'ospedalizzazione (comunque prevista in alcuni paesi) e ha il vantaggio di non richiedere un intervento chirurgico. Di contro può portare vari effetti secondari. Attualmente è in uso in tutti gli Stati dell'Unione Europea ad eccezione della Polonia e della Lituania, oltre che dell'Irlanda e di Malta, paesi nei quali l'aborto è vietato.

Il mifepristone non va confuso con la pillola del giorno dopo da cui si differenzia sia per i meccanismi di azione sia per i tempi di assunzione. La pillola del giorno dopo, infatti, deve essere somministrata entro 48-72 ore dal rapporto sessuale, e quindi non è assimilabile ad una pratica abortiva.


Il mifepristone è un ormone steroideo anti-progestinico derivato dal noretindrone, che agisce direttamente sui recettori progestinici, inibendone l'azione particolarmente sull'utero. Il progesterone (dal latino «pro»: che favorisce e «gestare»: gravidanza) è l'ormone che assicura il mantenimento della gravidanza per le sue diverse azioni sulle strutture uterine. Il mifepristone blocca l'azione progestinica sui recettori inibendo lo sviluppo embrionale e causando il distacco e l'eliminazione della mucosa uterina, con un processo simile a ciò che accade durante le mestruazioni.

L'azione del mifepristone necessita a volte di essere completata in un secondo tempo, solitamente due giorni dopo la prima somministrazione, con la somministrazione di una prostaglandina (di solito il misoprostol) che provoca delle contrazioni uterine e favorisce l'eliminazione della mucosa e dell'embrione, solitamente entro mezza giornata.

Il metodo che prevede le due somministrazioni è efficace tra il 92% e il 99% dei casi (a seconda del trial clinico in esame), mentre l'RU-486 da solo ha un'efficacia pari a circa l'80%. Alcuni studi recenti mostrerebbero un'efficacia superiore nella somministrazione di misoprostolo per via orale rispetto a quella vaginale.

Ad alte dosi, il mifepristone ha anche lievi effetti antiglucocorticoidi e antiandrogeni.

Il mifepristone è una polvere bianca, altamente solubile in metanolo e solo poco solubile in acqua.

La formula di struttura è 11β-[para-(Dimetilamino)fenil]-17β-idrossi-17-(1-propinil)estra-4,9-dien-3-one, la formula bruta è C29 H35 NO2

L'RU-486 è utilizzato in:

- Interruzione volontaria di gravidanza
- Interruzione clinica di gravidanza in caso di morte fetale in utero per ridurre la dose di prostaglandine necessaria all'espulsione.

Accertato con una ecografia che la gravidanza sia all'interno dell'utero e di epoca inferiore a 49 giorni (sette settimane di gestazione), il medico somministra da una a tre compresse da 200 mg di mifepristone. Il farmaco blocca i recettori del progesterone sulla mucosa e sulla muscolatura dell'utero favorendo il distacco dell'embrione e la dilatazione del collo.

Due giorni dopo, se non si è verificata l'espulsione del materiale gravidico, viene somministrata una prostaglandina che la induce nel giro di pochissime ore.

Dopo circa dieci giorni, la paziente torna in ospedale per la verifica ecografica dell'avvenuta interruzione. La procedura può fallire in meno dell'1% dei casi, e in circa il 5% dei casi è necessaria la revisione chirurgica della cavità uterina per completarla, o per bloccare eventuali emorragie che possono verificarsi.

Controindicazioni :
- Non può essere effettuato in pazienti che presentino allergia nota al mifepristone, insufficienza surrenalica, disordini emorragici, o che siano in terapia con anticoagulanti o cortisonici.
- L'RU-486 non può essere somministrato oltre le 7 settimane di gravidanza.
- È controindicato in caso di gravidanza extra-uterina.
- Le prostaglandine non possono essere somministrate in caso di: ipertensione arteriosa, angor, sindrome di Raynaud, insufficienza cardiaca, aritmia.

Effetti secondari :
- Dolori addominali.
- Nausea.
- Diarrea.
- Emorragie per un periodo in media di 8-10 giorni.

PRO :

La sua scoperta risale al 1982 ed è usata da oltre 20 anni, senza un numero significativo di complicazioni cliniche che abbiano portato alla morte le pazienti, in tutti i paesi del mondo dove il farmaco è stato somministrato.
L'RU-486 può essere utilizzata dalle prime settimane di gravidanza, mentre l'aspirazione non è possibile fino verso la 6° settimana
Il metodo non richiede né intervento chirurgico, né anestesia e non ha gli stessi rischi dell'aspirazione: traumi dell'utero, del collo (dell'utero), rischio ulteriore di sterilità, di gravidanza extra-uterina, etc.. Permette dunque l'interruzione volontaria di gravidanza in quei casi in cui l'aborto chirurgico non può essere praticato.
La procedura dà l'impressione di un aborto spontaneo.

CONTRO :

È un metodo più lungo di quello dell'aspirazione, richiedendo in genere da 2 a 3 giorni per il suo completamento. Si prevede, in Italia, un utilizzo del farmaco all'interno delle strutture sanitarie, come previsto dagli articoli 8 e 15 della legge 194 del 1978. Le norme più precise saranno decise dalle regioni.
Possono insorgere, a volte, complicazioni. Il ricovero ospedaliero tuttavia, in questo casi, appare risolutivo.

SPERIMENTAZIONE E DIFFUSIONE IN ITALIA :

Nel novembre 2002 il Comitato Etico della Regione Piemonte approva un progetto di sperimentazione del mifepristone, in base alla Legge n.194 del 22 maggio 1978, ma il progetto viene bloccato dall'allora ministro della Salute Girolamo Sirchia.

Con un intervento che sfida le leggi restrittive, l'organizzazione Women on Waves ha noleggiato navi con un'unità medica a bordo, per rendere possibile l'aborto con la RU-486 in acque internazionali dopo avere accolto nei porti le donne che scelgono di interrompere la gravidanza. L'Italia è stata in passato interessata da queste azioni quando ancora esisteva solo l'IVG chirurgico e la notizia è stata discussa dai media.

Dopo lungaggini burocratiche, il progetto prende il via all'Ospedale Sant'Anna di Torino nel settembre 2005 ad opera del ginecologo Silvio Viale (esponente del Partito Radicale e dell'Associazione Luca Coscioni), che difende il diritto alla sperimentazione sulla stampa e in alcune trasmissioni televisive. Nasce un intenso dibattito tra la giunta regionale e il Ministero della Salute presieduto da Francesco Storace, che invia un'ispezione considerando illegale l'inizio della sperimentazione senza l'autorizzazione del Ministero stesso. In novembre riprende lo studio, a condizione che le donne rimangano ricoverate per un periodo minimo di tre giorni, e intanto si intraprendono sperimentazioni anche in Liguria, Toscana, Emilia-Romagna e dal 2006 in Puglia. A Milano nell'Ospedale Buzzi parte una sperimentazione che prevede l'utilizzo del metotressato al posto dell'RU-486.

Contemporaneamente, a Milano e a Torino la magistratura avvia delle indagini ipotizzando una violazione della legge 194. A Milano l'indagine si conclude con l'archiviazione, mentre a Torino viene decisa la sospensione dello studio nel settembre 2006.

Nel giugno 2007 l'ente europeo per il controllo sui farmaci (EMEA) approva l'uso del mifepristone e ne ribadisce la sicurezza, autorizzandone l'uso anche in caso di "preparazione" del collo dell'utero all'aborto chirurgico. In novembre viene trasmessa al Ministero della Salute italiano la documentazione per la procedura di mutuo riconoscimento, che permette la registrazione del farmaco anche in Italia sulla base delle norme comunitarie, ma il ministro Livia Turco blocca ancora la procedura chiedendo al Consiglio superiore di sanità di «formulare un parere nel pieno rispetto della legge 194».

Il 30 luglio 2009 la RU-486 è stata approvata dall'Agenzia italiana del farmaco con 4 voti favorevoli su 5 ed è quindi entrata a far parte dei farmaci utilizzabili in Italia.




justxonexcoffee.
00mercoledì 11 novembre 2009 16:58
era ora..
UniversalMan
00mercoledì 11 novembre 2009 17:02
Bene dopo 20 anni anche noi come gli altri paesi europei.
Fermo restando che l'aborto mi trovo in profondo dissenso, spesso è frutto della irresponsabilità, se si vuole i figli non si fanno, c'è la pilolla, il preservativo, gli anticoncezionali. Se invece succede uno si prende le proprie responsabilità.
aprilfruit
00mercoledì 11 novembre 2009 19:00
Re:
UniversalMan, 11/11/2009 17.02:

Bene dopo 20 anni anche noi come gli altri paesi europei.
Fermo restando che l'aborto mi trovo in profondo dissenso, spesso è frutto della irresponsabilità, se si vuole i figli non si fanno, c'è la pilolla, il preservativo, gli anticoncezionali. Se invece succede uno si prende le proprie responsabilità.



Si infatti..sono anche io di questa opinione...solo che poi ogni caso è a sè...purtroppo a volte le ragazze rimangono incinte dopo aver subito una violenza sessuale...lo so che la creatura non ne ha colpa ma certo è dura...meglio però sempre lasciare il bimbo all'ospedale e far curare la sua adozione agli ass sociali...non è giusto che la mamma debba decidere per un altro essere vivente...non è giusto negare la vita a una creatura solo perchè la si custodisce per 9 mesi...io sono giovane ma se dovessi avere una gravidanza voluta o no certo non lo lascerei nel secchio della spazzatura...dipende dalla maturità di una persona e fin dove riesce a pensare...a pensare che un bimbo non è un giocattolo...che ha dei bisogni...delle necessità...che vuole attenzioni e stimoli adatti per crescere sveglio e sano....che deve essere amato e rispettato e ad essere considerato come un dono non come una palla al piede o alla causa della rovina della propria vita...non si rinnega la vita...nemmeno al figlio inatteso di uno stupratore!



°Menelao°
00mercoledì 11 novembre 2009 19:08
Contrario alla pillola che banalizza l'aborto.
Conosco un sacco di sciaquette che fanno le poco di buono con i ragazzi sicure che tanto c'è "la pillola".
Serve senso di responsabilità.
justxonexcoffee.
00mercoledì 11 novembre 2009 21:11
Ragass..sono d'accordo con tutto ciò che avete detto..ma pur utilizzando tutti i contraccettivi del mondo,credetemi,per una cosa o per l'altra può capitare.Ed è un figlio è una cosa che non deve CAPITARE ma ESSERE VOLUTO,sopratutto per lui stesso!!!
Meglio poter rimediare subito quando quella non è ancora una vita che rovinare le vite di tante persone,in primis quella del bambino stesso..

Oddio...argomento in cui non avrei mai voluto entrare..ma non volevo che il mio era ora venisse preso come un commento superficiale...
Piccolopopolo
00mercoledì 11 novembre 2009 21:56
Re:
°Menelao°, 11/11/2009 19.08:


Conosco un sacco di sciaquette che fanno le poco di buono con i ragazzi sicure che tanto c'è "la pillola".




Le conosci? personalmente?
Bè del resto uno sceglie chi frequentare. [SM=g27821]


Poi a nessuna donna penso faccia piacere abortire sono decisioni dolorose. Considerare vita un minuscolo grumo di cellule mi sembra eccessivo. E se la piccola ru486 può fare in maniera legale quello che prima doveva essere fatto chirurgicamente perchè rinunciare?
E' che si vuol tenere l'aborto una pratica dolorosa e traumatizzante, colpa del perbenismo di questo paese ipocrita.
prace
00giovedì 12 novembre 2009 12:15
Re:
UniversalMan, 11/11/2009 5:02 PM:

Bene dopo 20 anni anche noi come gli altri paesi europei.
Fermo restando che l'aborto mi trovo in profondo dissenso, spesso è frutto della irresponsabilità, se si vuole i figli non si fanno, c'è la pilolla, il preservativo, gli anticoncezionali. Se invece succede uno si prende le proprie responsabilità.




Sì, certo, ma può sempre capitare l'inconveniente, nessun metodo per quento buono può coprire la possibilità di gravidanza al 100%.
Ora sta al buon senso delle persone capire quando è inevitabile dover abortire (per problemi economici famigliari ad esempio), opppure continuare l gravidanza. Il problema è che il buon senso comune, al giorno d'oggi è momentaneamente (spero) andato a p*****e. Già mi vedo il farmacista con la fila di ragazzine tredicenni che senza sapere a cosa vanno incontro (per quanto "lieve", l'effetto del farmaco si fa sentire sul fisico) e senza pensare alle possibili conseguenze psicologiche, comprano le scatole di abortivo.
Viviamo in un paese estremamente bigotto e dominato dall'ignoranza, colmo di anacronismi e disinformazione, purtroppo. Se i ragazzi si informassero sui pericoli del sesso, oltre che ai piaceri, sicuramente un euro sul preservativo lo investirebbero. Se però stanno a sentire il papa, che praticamente associa il profilattico al lavoro di satana in persona, e che sostiene che l'unico contraccettivo "lecito" per la chiesa è il salto del galletto, ovvio che poi si convincono che anche quello può funzionare (ed è pure una soluzione comoda, perchè "senza" è meglio)...
Ormai non si può più affrontare il discorso sulla sessualità come un tabù, vedi anni '30, ora è un problema serio e di attualità, che si voglia o meno.
Non si può chiudere gli occhi davanti all'evidenza, oggi i giovani sono precoci e piuttosto attivi. Bisogna prepararli bene alle conseguenze possibili (gravidanze indesiderate, malattie veneree, e probabili magagne giuridiche correlate) perchè facciano una scelta che non sia dettata dall'ignoranza, nel senso stretto del termine.
Insomma, io sono favorevole all'uso della pillola, ma con criterio, e anche se sono scettico pure su questo ( [SM=g27821] ) spero proprio che un po' di coscienza riusciremo ad infonderla nelle prossime generazioni...
(richard)
00giovedì 12 novembre 2009 12:30
Un altra freccia al nostro arco per combattere le gravidanze indesiderate,anche se con tutti gli strumenti ad oggi disponibili il ricorso a questa pillola dovrebbe essere solo a scopo terapeutico.
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