Papa nel suo libro: omosessualità mai moralmente giustificabile

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_Thomas88_
00mercoledì 24 novembre 2010 13:35
E' uscito il libro-intervista Luce del mondo di Benedetto XVI: giudizio universale non è simbolo, ci sarà.

L'omosessualità è "una grande prova" di fronte alla quale una persona può trovarsi, "così come una persona può dovere sopportare altre prove". Ma "non per questo diviene moralmente giusta". Lo afferma Benedetto XVI nel libro-intervista "Luce del mondo" del giornalista tedesco Peter Seewald. Nel capitolo 14 si legge: "Se qualcuno presenta delle tendenza radicate omosessuali profondamente radicate - ed oggi ancora non si sa se sono effettivamente congenite oppure se nascano invece con la prima fanciullezza - se in ogni caso queste tendenze hanno un certo potere su quella data persona, allora questa è per lui una grande prova, così come una persona può dovere sopportare altre prove".
Benedetto XVI sottolinea che gli omosessuali vanno rispettati come persone che ''non devono essere discriminate perche' presentano quelle tendenze. Il rispetto per la persona e' assolutamente fondamentale e decisivo. E tuttavia - osserva il Papa - il senso profondo della sessualita' e' un altro. Si potrebbe dire, volendosi esprimere in questi termini, che l'evoluzione ha generato la sessualita' al fine della riproduzione''. ''Si tratta - prosegue piu' oltre Benedetto XVI - della profonda verita' di cio' che la sessualita' significa nella struttura dell'essere umano''. Parlando poi della l'omosessualita' come di ''una grande prova'' che una persona puo' trovarsi a sopportare, il Papa rimarca che ''non per questo l'omosessualita' diviene moralmente giusta, bensi' rimane qualcosa che e' contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto''.
Pedofilia: torniamo a punire, attuare diritto - Negli abusi sessuali e nei casi di pedofilia dei preti, a partire dagli anni Sessanta, si era dimenticata la necessita' di punire, applicata invece fino agli anni Cinquanta. Lo afferma il Papa nel libro-intervista ''Luce del mondo'' pubblicato oggi. Si tratta ora, chiarisce Benedetto XVI, di recuperare ''il diritto e la necessita' della pena'', perche' l'amore non e' solo ''gentilezza e cortesia'', ma anche ''verita'''.
Negli anni Sessanta, argomenta papa Ratzinger, "dominava la convinzione che la Chiesa non dovesse essere una Chiesa di diritto, ma una Chiesa d'amore; che non dovesse punire. Si spense in tal senso la consapevolezza che la punizione può essere un atto d'amore". "Oggi - prosegue - dobbiamo imparare nuovamente che l'amore per il peccatore e l'amore per la vittima stanno nel giusto equilibrio per il fatto che io punisco il peccatore nella forma possibile e appropriata. In questo senso nel passato c'é stata una alterazione della coscienza per cui è subentrato un oscuramento del diritto e della necessità della pena. Ed in fin dei conti anche un restringimento del concetto di amore, che non é soltanto gentilezza e cortesia, ma che è amore della verità. E della verità fa parte anche il fatto che devo punire chi ha peccato contro il vero amore".
Spero riuscire a vedere chiesa Cina unita - Il Papa "spera" che la "unificazione" della Chiesa in Cina, divisa tra ufficiale e clandestina, possa avvenire durante il suo pontificato. Lo afferma rispondendo a una domanda di Peter Seewald per il libro-intervista "Luce del mondo", pubblicato oggi. Un segnale importante in questa direzione, per Benedetto XVI, sono le ordinazioni di vescovi approvati da Roma. "Anche se sorgeranno sempre nuove difficoltà - spiega - si ha la grande speranza di poter superare definitivamente questa divisione. E' un obiettivo che mi sta particolarmente a cuore e per il quale prego ogni giorno il Signore".
Giudizio universale non è simbolo, ci sarà - Il giudizio universale é da intendersi solo a livello simbolico? "Assolutamente no. Vi sarà un autentico giudizio universale". Sono le parole di Benedetto XVI in risposta a una domanda rivoltagli nel libro-intervista 'Luce del mondo' dal giornalista tedesco Peter Seewald. - "L'uomo è sottoposto per così dire a un penultimo giudizio al momento della morte", osserva il Papa, spiegando come i vangeli utilizzino "una similitudine per l'inimmaginabile. Non siamo in grado - aggiunge a proposito del giudizio universale - di immaginarci questo avvenimento inaudito", perché "come sarà da un punto di vista visivo va al di là della nostra capacità di immaginazione. Ma è molto importate che Egli è giudice, che avrà luogo un giudizio vero e proprio, che l'umanità verrà separata e che a quel punto vi è la possibilità dell'essere cacciati via". "Oggi le persone - aggiunge Benedetto XVI - tendono a dire: 'Ma si', in fin dei conti non sarà così terribile. Dio in fin dei conti non può essere così '. No invece, Egli ci prende sul serio. E l'esistenza del male è un fatto, che rimane e deve essere condannato".
Matura sempre più incontro patriarca Mosca - Matura sempre più il contesto in cui potrà avvenire" l'incontro tra il Papa e il patriarca di Mosca, incontro che Benedetto XVI "spera" di realizzare durante il proprio pontificato ma per questo, osserva, "dipende da quanti anni di vita mi concederà ancora il buon Dio". Papa Ratzinger lo scrive in "Luce del mondo", libro-intervista con Peter Seewald pubblicato oggi. "Direi di sì", risponde inoltre il Pontefice alla domanda se sia possibile "un incontro non troppo lontano tra Roma e Mosca".
Non imito Wojtyla, sono me stesso, viaggi faticosi - Prestanza fisica, timbro della voce, mimica e grande risonanza mediatica. Papa Ratzinger sa di non avere nessuna delle caratteristiche del suo predecessore, ma non cerca di imitarlo e vuole solo essere se stesso. E lo fa anche rispetto ai viaggi nel mondo: "le visite pastorali - commenta - richiedono tanto ad uno come me". Benedetto XVI lo afferma nel libro-intervista "Luce del mondo" pubblicato oggi. "Naturalmente - confessa - a volte sono preoccupato e mi chiedo se riuscirò a sopportare il tutto anche solo dal punto di vista fisico. Le visite pastorali chiedono tanto ad uno come me. Ma non credo di avere la febbre da luce dei riflettori perché tutto è preparato molto bene". Alla domanda se per lui sia un problema non avere le caratteristiche di papa Wojtyla, il Pontefice replica: "Mi sono semplicemente detto che sono quel che sono. Non cerco di essere un altro. Quel che posso dare dò, e quel che non posso non cerco nemmeno di darlo. Non tento di fare di me qualcosa che non sono. Sono stato eletto - cosa di cui sono 'colpevoli' anche i cardinali - e faccio quello che posso".
Ritrovare gioia 'Si a corpo e sessualità' - Ritrovare la ''gioia'' di un ''atteggiamento propriamente cristiano'' nei confronti del corpo e della sessualita'. E' un obiettivo per i cristiani e la Chiesa indicato dal Papa nel libro-intervista ''Luce del mondo'', pubblicato oggi. ''Oggi - afferma Benedetto XVI - bisogna riconoscere che dobbiamo ritrovare di nuovo la strada che porta ad un atteggiamento propriamente cristiano, come quello che esisteva nel cristianesimo primitivo e nei grandi momenti del cristianesimo: la gioia e il si' al Corpo, il si' alla sessualita', considerati come un dono, di cui fanno parte sempre anche la disciplina e la responsabilita'''. ''Perche' - aggiunge - sara' sempre valido che liberta' e responsabilita' vanno mano nella mano. Solo allora scaturisce anche la gioia vera e diviene possibile un si', autentico. Percio' e' importante mostrare di nuovo nella sua positivita', nel suo grande si', l'immagine cristiana dell'uomo alla quale il Concilio Vaticano II ha molto contribuito''.
Omosessualità inconciliabile con sacerdozio - "L'omosessualità non é conciliabile con il ministero sacerdotale". Lo afferma Benedetto XVI nel libro-intervista 'Luce del mondo'. Diversamente, aggiunge il Papa, "anche il celibato come rinuncia non ha alcun senso". Il Pontefice sottolinea che "alcuni anni fa la Congregazione per l'Educazione Cattolica ha emanato una disposizione per la quale candidati omosessuali non possono diventare sacerdoti perché il loro orientamento sessuali li distanzia dalla retta paternità, da ciò che nel profondo definisce l'essere sacerdote. La scelta dei candidati al sacerdozio deve perciò essere molto accurata. Bisogna usare molta attenzione affinché non si introduca una simile confusione e alla fine il celibato dei preti non venga identificato con la tendenza all'omosessualità ".. L'intervistatore, il giornalista tedesco Peter Seewald, fa notare a Benedetto XVI che nei monasteri, se pure non vissuta, c'é omosessualità non praticata. "Anche questo - risponde il Papa - fa parte dei travagli della Chiesa. E chi ne è colpito dovrebbe almeno tentare di non esercitare attivamente quella inclinazione, per rimanere fedele al compito più intimo del proprio ufficio".

Fonte: Ansa.It
UniversalMan
00mercoledì 24 novembre 2010 14:04
Assicuro al santo padre che anche l'attrazione per la patatina femminile per me è una grande prova. Resistere a fanciulle discinte diventa sempre più difficile. [SM=g8884]
fabik
00mercoledì 24 novembre 2010 14:06
Premetto che non condivido quello che il Papa ha detto visto che riengo che ognuno debba vivere la propria vita, ivi inclusa la propria sessualità, nel modo che più gli aggrada nel rispetto della libertà altrui.

Detto questo però devo dire che non ha torto da un punto di vista religioso.
Per la chiesa cattolica la famiglia è il perno della propria visione quindi il sesso che è il veicolo per procreare ed essere più simili a Dio non può essere ridotto a puro svago.
Il sesso ha come scopo la creazione di una famiglia, al di fuori di questi paletti non è ammissibile ed è immorale a contro natura.

Non lo condivido ma devo ammettere che è coerente...
UniversalMan
00mercoledì 24 novembre 2010 14:15
Re:
fabik, 24/11/2010 14.06:

Premetto che non condivido quello che il Papa ha detto visto che riengo che ognuno debba vivere la propria vita, ivi inclusa la propria sessualità, nel modo che più gli aggrada nel rispetto della libertà altrui.

Detto questo però devo dire che non ha torto da un punto di vista religioso.
Per la chiesa cattolica la famiglia è il perno della propria visione quindi il sesso che è il veicolo per procreare ed essere più simili a Dio non può essere ridotto a puro svago.
Il sesso ha come scopo la creazione di una famiglia, al di fuori di questi paletti non è ammissibile ed è immorale a contro natura.

Non lo condivido ma devo ammettere che è coerente...




senza dubbio, non è che ce l'ha solo con i gay.
ma anche con i divorziati, i consumatori di sesso a pagamento, quelli che fanno sesso prima del matrimonio, gli abortisti, le donne che fanno le fecondazione artificiale ecc.
Lui ha diritto a dire quello che la dottrina cattolica predica.
Ognuno si faccia la sua vita, le coppie continuino a procreare come ricci prima del matrimonio, gli altri ad andare a puttane, e via discorrendo. E' solo la nostra stampa che mette in risalto queste notizie, creando un casino dove non c'è niente di clamoroso.
(richard)
00mercoledì 24 novembre 2010 14:32
Nei "casini" si sguazza alla grande e si "pappa" molto bene eheheh!
fabik
00mercoledì 24 novembre 2010 14:33
Concordo pienamente, il Papa fa il suo dovere di guida spirituale.
La chiesa cattolica tutto sommato dalle altre dottrine religiose nella quasi maggioranza dei casi viene tacciata di essere troppo progressista.
Se non si concorda con lui si è liberi di vivere la propria spiritualità comunque.
Alla fine se qualcuno dovrà giudicare lo farà...
greenwarrior62
00domenica 28 novembre 2010 20:07
Finalmente discorsi di buon senso.
La libertà non è trattabile, ma un minimo di regole sono utili.
Ognuno puo vivere la sua sessualità come meglio crede, ma il discorso della famiglia e della procreazione hanno la priorità sul resto, se non altro per una mera questione genetica.
La religione non è il male assoluto, lo è la sua distorta interpretazione.
fabik
00lunedì 29 novembre 2010 09:31
Esattamente; in ogni caso non è che il medico ti ordina di essere Cattolico, se non condividi il cattolicesimo puoi provare a cambiarlo con la tua lotta e le tue idee o puoi rivolgerti altrove.
Ci sono molte religioni al mondo che magari hanno un atteggiamento più progressista.
UniversalMan
00lunedì 29 novembre 2010 11:52
Re:
greenwarrior62, 28/11/2010 20.07:


La religione non è il male assoluto, lo è la sua distorta interpretazione.




Quoto in toto.
purtroppo l'interpretazione delle cose è una peculiarità umana, si chiama libertà personale, autodeterminazione ecc.
E dalle interpretazioni nascono cose ridicole. Tipo che le donne non possono fare il sacerdote. Quale dio dotato di buon senso escluderebbe una parte così meravigliosa del creato per fare messa? Ecco un'interpretazione degli uomini. Distorta per l'esattezza.
Cordialità [SM=g2201354]
greenwarrior62
00domenica 5 dicembre 2010 13:47
io sono un cattolico guerriero, che non si è mai fatto scrupoli di criticare appertamente certi comportamenti e l' ho fatto spesso direttamente con i vari prelati che per vari motivi conosco.
Il libero arbitrio, regalo da non sottovalutare, impone comunque il rispetto dell' altro, sempre se non infrange le basilari regole del " Non fare agli altri, quello che non vuoi venga fatto a te ".
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