Misteri: ufo, ricordando l'incredibile caso di Cennina

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Klivert
00venerdì 31 ottobre 2008 17:59
Sabato prossimo ricorre l'anniversario di uno dei più famosi episodi - in ambito ufologico – accaduti in Toscana. Era infatti il 1° novembre 1954 quando una minuscola località in provincia di Arezzo, Cennina, fu teatro di un'esperienza ben oltre i limiti della razionalità. Involontaria protagonista, una donna del luogo, Rosa Dainelli, contadina, classe 1914, sposata e madre di quattro figli. Di prima mattina, circa alle 06:30, stava andando alla messa nella chiesa locale, distante qualche chilometro dal podere in cui abitava. Aveva in una mano un mazzo di fiori da offrire alla Madonna e nell'altra le scarpe nuove e le calze, che non voleva sporcare o sciupare durante il tragitto. Raggiunta una radura notò a circa venti metri un oggetto scuro, di forma a fuso, appoggiato al suolo e che sporgeva dai cespugli. Stava in posizione verticale vicino a un cipresso, con una punta infilata nel terreno. La Dainelli lo descrisse essere di colore marrone, alto circa due metri e largo, al centro, circa un metro e venti centimetri. Aggiunse che c'erano due finestrini tondi e uno sportello di "vetro" chiuso. Il momento clou, in base al racconto della contadina, arriva però subito dopo, quando due esseri sbucarono dai cespugli. Erano di struttura umana ma piccolissimi, di circa un metro di statura, con «occhi molto belli e denti superiori ben visibili e come limati», con indosso una tuta grigia, «aderente, che copriva tutto il corpo, compreso le gambe e i piedi», come ebbe a dire la testimone. Una corta mantella, un giubbotto con bottoni lucenti e un casco in testa completavano l'abbigliamento degli gnomi. Uno dei quali le parlò in modo incomprensibile, dopodiché le prese delicatamente il mazzo di fiori e una delle calze. La signora Rosa ebbe la prontezza di spirito di protestare, al che l'essere le restituì una parte dei fiori, ma non la calza, appoggiò la mano sullo sportello dello strano fuso e lo fece aprire verso l'esterno. La donna poté quindi vedere che all'interno erano presenti due piccoli sedili rotondi senza schienale, di fronte ai finestrini. Come ultimo atto, la medesima piccola creatura prese un "rotolo" di color marrone scuro a forma di cilindro che puntò verso l'esterrefatta testimone, quasi fosse uno strumento tramite cui analizzarla. A quel punto Rosa Dainelli provò una sensazione di paura e quasi correndo si allontanò dalla radura. Le misteriose presenze non la seguirono, e per la donna la storia finì lì. Nei giorni seguenti l'esperienza della Dainelli rimbalzò in ogni dove, fino a fare il giro del mondo negli ambienti ufologici e mediatici (anche la "Domenica del Corriere" le dedicò la copertina); i tanti che quindi andarono a perlustrare la zona poterono effettivamente vedere un foro sul terreno, presumibilmente proprio nel punto in cui era appoggiato l'oggetto.
(richard)
00venerdì 31 ottobre 2008 18:29
Credo che sia uno dei casi ufologici piu'strani ma allo stesso tempo attendibili per molteplici motivi come la totale estraneita' della signora Lotti-Dainelli, essendo una contadina,alla conoscenza di oggetti tecnologici anche perche' trovandoci nei primi anni cinquanta non ne esistevano,per la piccolissima statura ed il volto "sui generis" degli esseri,per il loro linguaggio incomprensibile, per lo strano abbigliamento con casco assolutamente fuori da ogni canone di abbigliamento del tempo. [SM=x708804]

(Spiritello)
00venerdì 31 ottobre 2008 18:35
Quella copertina della domenica del corriere resta indimenticabile!
yhcs
00mercoledì 5 novembre 2008 19:00
Re:
(richard), 31/10/2008 18.29:

Credo che sia uno dei casi ufologici piu'strani ma allo stesso tempo attendibili per molteplici motivi come la totale estraneita' della signora Lotti-Dainelli, essendo una contadina,alla conoscenza di oggetti tecnologici anche perche' trovandoci nei primi anni cinquanta non ne esistevano,per la piccolissima statura ed il volto "sui generis" degli esseri,per il loro linguaggio incomprensibile, per lo strano abbigliamento con casco assolutamente fuori da ogni canone di abbigliamento del tempo. [SM=x708804]





Concordo anch'io sul fatto che il caso potrebbe essere dichiarato come plausibile considerando il fatto che la testimone fosse (quasi sicuramente) all'oscuro di oggetti tecnologici, ufologia, e cose affini, ma l'aspetto degli alieni e dell'astronave da lei descritti sono a mio parere troppo scontati e stereotipati (la forma fin troppo umana degli alieni che ricordano molto gli gnomi delle favole popolari, la tuta grigia coi bottoni, il mantello e il casco... la forma dell'astronave...) per poter prendere il caso sul serio. C'è probabilmente qualcosa dietro, ma credo che il caso, anche se interessante per alcuni versi, sia stato montato.
(richard)
00mercoledì 5 novembre 2008 19:12
Re: Re:
yhcs, 05/11/2008 19.00:




Concordo anch'io sul fatto che il caso potrebbe essere dichiarato come plausibile considerando il fatto che la testimone fosse (quasi sicuramente) all'oscuro di oggetti tecnologici, ufologia, e cose affini, ma l'aspetto degli alieni e dell'astronave da lei descritti sono a mio parere troppo scontati e stereotipati (la forma fin troppo umana degli alieni che ricordano molto gli gnomi delle favole popolari, la tuta grigia coi bottoni, il mantello e il casco... la forma dell'astronave...) per poter prendere il caso sul serio. C'è probabilmente qualcosa dietro, ma credo che il caso, anche se interessante per alcuni versi, sia stato montato.


Giusta osservazione....
Concordo con te sullo stereotipo scontato degli alieni forse un po' aggiustato dai giornalisti(disegnatori) di allora non essendo questi ultimi a conoscenza di modelli di figure aliene quali ce ne sono oggi. [SM=x708804]

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