La sardegna fa il botto, il progetto cosmic per marte ne mirino della Nasa

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Hiverside
00mercoledì 16 dicembre 2015 08:35
Un piccola passo per la sardegna
Un grande passo per l'umanità [SM=g4413976]


Festeggiamo l'accettazione del brevetto presentata dai sardi sullo sfruttamento in loco di materie prime marziane. Ta bellu [SM=p3784262]

fonte

Perché portare le materie prime su Marte (o sulla Luna) dalla Terra quando invece potremmo ottenerle direttamente sul posto sfruttando le caratteristiche del suolo marziano?

E’ questo il progetto Cosmic, concepito dal Prof. del dipartimento di Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali dell’Università di Cagliari, Giacomo Cao, che prevede la realizzazione di elementi strutturali attraverso lo sfruttamento delle risorse disponibili sui due corpi celesti.

L’idea del Prof. Cao e del suo Staff ha trovato terreno fertile negli Stati Uniti, dove è stata brevettata con comunicazione ufficiale giunta lo scorso 30 novembre.

E’ terminata così nel migliore dei modi una storia iniziata il 24 luglio del 2014, quando la domanda di brevetto era stata ufficialmente presentata dal professor Cao e suoi ricercatori, con in prima fila Roberto Orrù e Roberta Licheri, in cooperazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), il CRS4 (Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna) e il nascente Dass, il Distretto aerospaziale della Sardegna, di Cao è Presidente.

In un decennio in cui l’esplorazione spaziale umana, soprattutto verso Marte, ha ritrovato una spinta propulsiva che sembrava esaurita, il progetto Cosmic potrebbe risolvere uno degli innumerevoli problemi ai potenziali e futuri coloni, soprattutto per quanto riguarda il trasporto: con la possibilità di ottenere materie prime in loco, durante la fase di lancio si potrebbe far spazio ad altri strumenti e oggetti, magari non immediatamente necessari, ma altrettanto utili.



In dettaglio, le tecnologie sviluppate dall’Università di Cagliari riguardano l’arricchimento del suolo lunare in ilmenite (ossido misto di ferro e titanio), necessario alla produzione di ossigeno, e la realizzazione degli elementi strutturali utilizzando le risorse disponibili sul posto. Ma non solo, perché il procedimento è pensato anche per la produzioni di acqua, monossido di carbonio, ammoniaca, fertilizzanti azotati e biomassa edibile



«Siamo particolarmente soddisfatti per il brevetto accordato dagli Stati Uniti al nostro lavoro – spiega il professor Cao – Tenendo conto delle intenzioni rimarcate anche di recente dalla NASA di progettare per il 2030 lo sbarco su Marte, ci proiettiamo con buoni auspici in un percorso scientifico dagli sviluppi straordinari».

Una dinamica ad alto valore aggiunto che esalta le competenze dell’Università. «Sono certo che – aggiunge – visti i contatti pregressi con l’ente spaziale americano, le ricadute per il nostro Distretto possano essere davvero interessanti. E mi riferisco a opzioni di ricerca, posti di lavoro, visibilità e chance internazionali per la nostra regione e i nostri partner»

Saludusu.
F.Pernigotti
00mercoledì 16 dicembre 2015 15:40
E' la tecnologia dei mattoni giusto? [SM=g2806961]

www.unica.it/pub/print.jsp?id=12746&iso=96&is=7

Bravi sardognoli [SM=g1420767]

Sarebbe bello che queste tecniche si sviluppassero anche per la Terra sostituendo il calcestruzzo che è inquinante [SM=x2976642] ...che Marte per ora non ha problemi di spazzatura ..
Buzzmoon
00giovedì 17 dicembre 2015 14:13
Si è quello, un progetto diretto dal prof. CAU

F.Pernigotti
00venerdì 18 dicembre 2015 13:45
Allora ricordavo bene, questa è la strada da seguire l'alta tecnologia per non arrivare alla desertificazione industriale
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:57.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com