La provocazione del pastore sudafricano: «Anche Gesù era sieropositivo»

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_Thomas88_
00mercoledì 3 novembre 2010 12:18
Polemiche e dibattito dopo il discorso del reverendo Xola Skosana: «Un modo per aiutare i malati di Aids».

«Gesù era sieropositivo». Non è lo slogan dell'ennesima provocatoria campagna pubblicitaria che prende di mira la religione, ma il titolo di un recente sermone di Xola Skosana, uno dei più popolari pastori protestanti sudafricani. Il discorso del reverendo pronunciato alla "Luhlaza High School" di Khayelitsha, nei sobborghi di Città del Capo, vuole essere un messaggio di speranza verso i suoi concittadini più deboli, molti dei quali sono malati di Aids. Tuttavia il sermone non è piaciuto alle alte gerarchie cristiane del Paese africano e ha anche imbarazzato buona parte dei fedeli.
Il sermone - Padre Skosana appartiene a un movimento carismatico della comunità cristiana sudafricana. Come ha spiegato ai media locali il suo è allo stesso tempo un sermone provocatorio e un messaggio di speranza. In Sudafrica si conta il più alto numero di malati di Aids al mondo (sono oltre 5,7 milioni) e parte delle gerarchie ecclesiastiche locali più conservatrici ancora considerano questa malattia come una punizione di Dio contro la promiscuità e la libertà sessuale. Di tutt'altro avviso padre Skosana che attraverso questo discorso ha annunciato ai fedeli che Gesù non abbandona mai coloro che sono considerati gli ultimi: «In ogni punto delle Sacre Scritture Gesù si mette nei panni delle persone che stanno male - dichiara alla Bbc il pastore sudafricano. - Ad esempio se prendiamo il passo 53 del profeta Isaia in cui si annuncia la venuta del Redentore, è chiaro che il figlio di Dio prende su di sé tutte le infermità e le sofferenze dell'umanità».
Andare verso gli eslcusi - Dopo aver sottolineato che «naturalmente non vi è nessuna prova che Gesù Cristo avesse il virus dell'HIV nel suo sangue», il Padre afferma che «il migliore regalo che noi possiamo dare alle persone malate di Aids è quello di aiutarle e di creare un mondo dove essi possano sapere che Dio non è contro di loro e che soprattutto non si vergogna delle loro sofferenze». Il sermone del Padre termina con una velata critica alla società odierna che esclude chi è malato: «Il messaggio più profondo della Chiesa è che non basta dare alla gente cibo e ristoro. Dobbiamo creare un posto che offra amore perché tante persone che sono sieropositive non muoiono di malattie legate all'HIV, ma perché hanno il cuore spezzato, muoiono perché si sentono rifiutate».
I commenti - Alcuni religiosi locali hanno apprezzato le parole del pastore: «Ha fatto capire che l'HIV non è un peccato e che soprattutto non è una punizione divina» dichiara Vuyiseka Dubula, segretario generale di "Treatment Action Campaign", associazione sudafricana che combatte l'Aids. Dello stesso avviso il pastore Siyabulela Gidi che ha rivelato come Padre Skosana abbia dato voce alle sofferenze della gente. Tuttavia alcuni fedeli e gran parte degli alti prelati sudafricani hanno giudicato "blasfeme" le parole di Padre Skosana: «Affermare che Gesù fosse malato di Aids è una cosa assurda - taglia corto il pastore locale Mike Bele - Nessun religioso che conosce le Sacre Scritture e il ruolo di Cristo nelle nostre vite dovrebbe infangare in questo modo il nome del figlio di Dio».

Fonte: Corriere della sera.It
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