La parapsicologia cede il passo alla psicologia dell'insolito?

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Mentitore
00sabato 31 dicembre 2011 11:38
Fonte: www.lescienze.it/news/2011/12/30/news/parapsicologia_psicologia_insolito_esperienze_extrasensoriali_alieni_psicocinesi...

Oltre un secolo di tentativi di ottenere una dimostrazione scientifica della realtà dei fenomeni paranormali ha raccolto soltanto fallimenti e una serie di successi annunciati e successivamente smentiti dai fatti. Al contrario, la psicologia dell'insolito ha prodotto in pochi decenni molti esempi di effetti replicabili che spiegano un'ampia gamma di presunti fenomeni paranormali in termini di effetti psicologici come allucinazioni, falsi ricordi, e così via di Crhis French

Fin dalle prime documentazioni scritte, gli esseri umani hanno riferito strane esperienze che sembrano contraddire la nostra comprensione scientifica convenzionale dell'universo. Tra queste, le testimonianze che supportano la possibilità di una vita dopo la morte, come le esperienze di pre-morte, gli incontri con i fantasmi e le apparenti comunicazioni con i morti, o la pretesa di varie persone di avere poteri misteriosi come la capacità di leggere il pensiero, predire il futuro, ottenere informazioni da luoghi lontani senza l'uso di canali sensoriali noti, o di muovere gli oggetti con la sola forza di volontà.

Questi racconti sono accettati come veritieri dalla maggior parte della popolazione mondiale, in una forma o in un'altra, e anche le storie di guarigioni miracolose, rapimenti alieni, previsioni astrologiche e potere dei cristalli sono accettate da molti. E' chiaro che simili credenze sono una parte importante della condizione umana.

Ma come possiamo considerarle in una prospettiva scientifica? Dovremmo prendere per buona almeno una parte di queste rivendicazioni? O meglio, dovremmo accettare l'idea che la percezione extrasensoriale (ESP), la psicocinesi e la vita oltre la morte siano tutte cose reali? I parapsicologi hanno studiato in modo sistematico questi fenomeni per circa 130 anni ma non sono mai riusciti a convincere di ciò la comunità scientifica.

Gli eminenti scienziati e intellettuali che nel 1882 fondarono la Society for Psychical Research erano persuasi che, con gli strumenti della scienza a loro disposizione, avrebbero risolto la questione, in un senso o nell'altro, in pochi anni. Evidentemente non è andata così. Al contrario, la parapsicologia è stata caratterizzata da una serie di "falsi avventi" in cui si annunciava finalmente lo sviluppo di una tecnica in grado di dimostrare in modo affidabile e in condizioni ben controllate che gli effetti paranormali sono realtà. Con il tempo, tuttavia, in seguito al fallimento dei tentativi di replicare gli effetti annunciati inizialmente, la tecnica perdeva consensi, e ne venivano alla luce le pecche metodologiche.

L'ultimo caso di questo genere sono gli esperimenti relativamente semplici riferiti da Daryl Bem nel prestigioso "Journal of Personality and Social Psychology". In otto dei nove esperimenti, che hanno coinvolto più di un migliaio di partecipanti in totale, Bem ha riferito significativi risultati che suggeriscono che gli esseri umani sono in grado di percepire in qualche modo gli eventi prima che avvengano.

Per esempio, lo studio che ha prodotto l'effetto quantitativo più ampio sembrava mostrare che i partecipanti fossero in grado di ricordare più vocaboli di una lista se la ripetevano più volte, anche se - è questa la novità - la ripetizione avveniva dopo il test di memoria! Come spesso accade, questi risultati controversi hanno ricevuto un'ampia copertura nelle sezioni scientifiche dei principali quotidiani. Tuttavia, i successivi tentativi di replicarli sono falliti, compreso uno studio che ha coinvolto tre tentativi indipendenti di replica condotti da Richard Wiseman (Università di Hertfordshire), Stuart Ritchie (Università di Edinburgh) e da me stesso (Goldsmiths, Università di Londra).

Ma se le forze paranormali effettivamente non esistono, come possiamo spiegare la diffusa credenza in esse e la ragguardevole minoranza di persone che dichiarano di aver avuto esperienza personale e diretta di fenomeni paranormali?

Una risposta possibile è che ci sono alcuni eventi ed esperienze che sembrano coinvolgere fenomeni paranormali ma che in effetti possono essere pienamente spiegati in termini non-paranormali, in genere psicologici.

Questo è l'approccio usato dagli psicologi dell'insolito, che cercano di spiegare questi fenomeni in termini di effetti psicologici noti come allucinazioni, falsi ricordi, inaffidabilità delle testimonianze oculari, effetti placebo, suggestionabilità, errori di ragionamento e così via. Ed è degno di nota che gli psicologi dell'insolito abbiano prodotto, in pochi decenni, molti esempi di effetti replicabili che spiegano in modo adeguato un'ampia gamma di presunti fenomeni paranormali.

La psicologia dell'insolito è senz'altro in ascesa. Oggi viene proposta in molti corsi di laurea in psicologia, tra cui il più popolare del Regno Unito, ed è argomento di un numero sempre maggiori di libri, articoli in riviste di alto profilo, oltre che di conferenze e seminari. Non c'è dubbio, insomma, che la psicologia dell'insolito sia in piena fioritura.

E la parapsicologia? La salute di questa disciplina è in un po' più difficile da valutare, ma a parte l'occasionale raggio di speranza offerto dall'ultimo falso avvento, la situazione non pare incoraggiante per i parapsicologi. Trovare i finanziamenti è un'impresa inevitabilmente più ardua in tempi d'incertezza economica. Le scarse risorse saranno destinate ad aree dove la probabilità di successo è alta, e la storia della parapsicologia mostra anche troppo chiaramente che gli studi in questo campo spesso implicano enormi investimenti di tempo e di denaro senza produrre alcun ritorno. In mancanza di una vera scoperta nel prossimo futuro, la parapsicologia ce la farà sopravvivere ancora a lungo? Non avendo poteri di divinazione, è difficile a dirsi, ma di certo non ci scommetterei.

(Chris Finch dirige la Anomalistic Psychology Research Unit del dipartimento di psicologia a Goldsmiths, University of London. E' membro della British Psychological Society, del Committee for Skeptical Inquiry e del comitato scientifico della British False Memory Society, ed è stato direttore della rivista The Skeptic. La versione originale di questo articolo è apparsa su Nature online il 19 dicembre 2011, riproduzione autorizzata)
Gabrjel
00sabato 31 dicembre 2011 12:09
Mah... Sul fatto che di risultati in parapsicologia non si sono visti, io avrei parecchio da ridire...
Appena avrò il permesso di scrivere nella sezione esoterica, vedrete come ve la riempio [SM=g1420768]
Ma comunque non mi sento neanche di "contraddire" il resto dell'articolo.
Per come la vedo io, il "paranormale" (quello vero) è solo una parte di scienza non ancora compresa...e questo ci viene insegnato ogni giorno che vengono fatte nuove scoperte e proposte nuove teorie
Vedasi ad esempio Bohm...o anche Steiner...
eone nero
00sabato 31 dicembre 2011 14:25
Onestamente avrei da ridire sui progressi della psicologia fondata sui deliri di un cocainomane che aveva drogato tutta la famiglia, e sui personaggi seri come Jung ostracizzati dal Sistema, o di quelli suicidati in carcere e poi dimenticati come Reich.

Vedasi Uber Coca, S. Freud.

fairy67
00giovedì 30 agosto 2012 12:40


Come si fa a studiare un "sentire", una "visione", a portare prove relative ad un sogno premonitore, alla telepatia, o al fatto che persone hanno percepito una (o la tua) presenza e/o voce in casa?

Allo stesso tempo, come si fa a provare che hai visto un UFO, o sei stato oggetto di abduction? (non è il mio caso)

Tutto è basato sulle supposizioni, potrebbe essere tutto frutto di un cervello malato, egocentrico o folle o potrebbe essere tutto vero... e ciò che noi tocchiamo e vediamo è solo UNA parte di ciò che c'è... che è quello che IO penso.

C'è di brutto che la buona fede dei pochi onesti in questo campo è rovinosamente inquinata da chi ha speculato e specula sulla brava gente e sulle loro sofferenze, cosa che io trovo disdicevole,
e diventa una perdita di tempo ed energia tentare di spiegare o condividere certe esperienze perché o non ti credono, o credono che uno sia "non a bolla" o che voglia attenzioni o chissà che altro...

Sto maturando la convinzione che non serve davvero a nulla parlare o approfondire.

Io andrò avanti con il mio "sentire" e farò ciò che ho fatto fino ad adesso: essere sincera e aiutare il prossimo con empatia e verità.

Buon proseguimento e i miei più cari saluti.

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