L'UFO dell'aeroporto O'Hare di Chicago

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'Arctic'
00sabato 12 dicembre 2009 11:06
Visto che in giro di questo avvistamento si trovano molte informazioni distorte ho deciso di copiare da un libro, come si sono svolti realmente i fatti di questo episodio, che a mio avviso è molto importante.


L'UFO DELL'AEROPORTO "O'HARE" DI CHICAGO



Data: 2006, 7 Novembre
Luogo: Chicago


7 novembre 2006. L’allarme scattava alle 16.30 sull’aeroporto O’Hare di Chicago, uno dei più grandi e trafficati al mondo, quando sulla verticale del Terminal C17 appariva improvvisamente un UFO. “Ruotava come un frisbee e stazionava a 19.000 piedi, proprio sotto un banco di nubi”, dissero i numerosi testimoni, tutti funzionari della United Airlines, dai piloti ai supervisori che avevano captato i discorsi via radio del personale allertato. “Tutti si sono precipitati fuori ed hanno visto l’oggetto nel cielo: meccanici aeronautici, personale anziano dell’aereoporto di O’Hare, gente che vi ha lavorato abbastanza a lungo per capire se delle luci possono giocare simili scherzi nel cielo, e tutti lo hanno escluso”, ha commentato il giornalista del Chicago Tribune Jon Hilkevitch, autore del primo articolo sul fatto (pubblicatogli stranamente solo il primo gennaio dell’anno dopo e ripreso, in maiera peraltro distorta e condensata, prima dall’agenzia di stampa Associated Press e, attraverso la stessa, dai media di tutto il mondo). “L’UFO ha fluttuato a poca distanza dal suolo sulla verticale del Terminal, per diversi minuti, prima di sfrecciare attraverso un denso strato di nuvole tanto violentemente da lasciare un inquietante buco nel cielo nuvoloso sovrastante”, commenterà in seguito il giornalista Glenn Beck della CNN, durante il programma “Headline News”.
Tutto era cominciato quando un meccanico delle rampe della United Airlines stava trasferendo un Boeing 777 dalla pista di decollo all’hangar di ricovero; ad un certo momento l’uomo si accorgeva della presenza in cielo di “un oggetto metallico, grigio scuro, largo fra i due ed i sette metri e ben definito”. L’avvistatore, che peraltro si è dichiarato scettico per natura, ha ammesso che lo strano ordigno volante “non era affatto un aereo”. “L’operaio si era stropicciato gli occhi, ma quando le ha riaperte il “coso” stava ancora la. A quel punto, piuttosto impaurito, ha lanciato l’allarme nella radio della sua compagnia. Diversi colleghi hanno sentito quella strana notizia e si sono affacciati. Alcuni erano piloti, altri hostess, altri ancora assistenti di volo a terra: tutta gente che ha una certa dimestichezza con aerei, aeroporti e strani fenomeni atmosferici. I testimoni hanno concordato su un fatto: quello che hanno visto sopra O’Hare era un disco vero, immobile e silenzioso”, ha scritto il 3 gennaio 2007 il quotidiano torinese “La Stampa” (solitamente poco avvezzo a dar credito alle storie di UFO, specie se si pensa che il suo responsabile scientifico è stato per anni il giornalista Piero Bianucci del CICAP). “Era un oggetto a forma di disco”, ha confermato in diretta uno dei presenti, il 12 dicembre 2006 durante un programma radio del giornalista ufologo Jeff Rense. “Impiegati del personale aeroportuale, testimoni, sostengono che quando hanno rivelato della loro visione, i capi non li hanno presi sul serio. La United e la Federal Aviation Administration (FAA), cioè l’agenzia che regola il traffico aereo, li hanno interrogati ma tutto è finito nel nulla. Nulla, fino a quando il giornalista del Chicago Tribune Jon Hilkevitch ha saputo la storia, ed ha chiesto conto alle autorità. Sulle prime la United e la FAA hanno negato tutto, ma poi hanno scoperto che alcune conversazioni erano state registrate e quindi hanno ammesso la storia”, commentava il giornalista de La Stampa.
“Si, mi sono rivolto alla FAA”, ha raccontato Hilkevitch alle telecamere della CNN, “e mi dissero che non avevano alcun rapporto al riguardo. Allora posi la domanda sotto forma di richiesta attraverso la Legge sulla Libertà di Informazione, e così furono obbligati a rispondere, alcuni giorni dopo; dichiararono che, nel rivedere le registrazioni delle comunicazioni dell’ O’Hare, si erano imbatutti in discorsi riguardante quell’oggetto e che il supervisore della United aveva contattato il manager FAA della torre di controllo ed aveva chiesto se loro, i controllori di volo, avessero visto nulla di insolito. La United Airlines mi ha detto di non avere alcun rapporto, nonostante il fatto che avessero intervistato una dozzina di loro dipendenti che avevano riportato l’avvistamento, chiedendo loro di compilare dei rapporti e disegnarne degli schizzi”.
“La United non ha riconosciuto che l’incidente è accaduto davvero, dichiarando che non ne esistono dati registrati. La FAA ha detto che non sono necessarie indagini, in quanto si è trattato di un fenomeno meteorologico”, hanno scritto i giornali, sulle prime. Ma a questo punto che i due enti mentissero scientemente è dimostrato. Il motivo? Secondo Hilkevitch, “l’imbarazzo nel dover dichiarare la presenza di un UFO sospeso sull’aeroporto e l’incapacità di sapere come comportarsi”. “Guardiamo in faccia la realtà”, ha aggiunto Hilkevitch; “ se tu dirigi una grossa corporation o una struttura burocratica, l’ultima cosa che vorresti è una situazone di questo genere. La FAA, dal canto suo, non è stata sempre chiara e disponibile a proposito di moltissimi presunti casi. I testimoni hanno visto queste cose bizzarre per anni e anni. Ed è molto difficile ottenere una risposta diretta dalle agenzie governative o da altre strutture corporative…”.
“Secondo la FAA”, ha scritto ancora La Stampa, “si è trattato di un falso allarme. I radar dell’aeroporto non hanno registrato alcun oggetto volante (ma gli UFO sono spesso invisibili ai radar), nella zona non c’erano palloni per rilevamento meteorologico, e i militari non stavano conducendo esperimenti strani nei cieli di Chicago. La nostra teoria, ha spiegato la portavoce della FAA Elizabeth Isham Cory, è che si sia trattato di un fenomeno atmosferico. Il 7 settembre le condizioni erano perfette per prendere un’abbaglio: nuvole basse, tante luci accese a terra”.
“Fenomeno atmosferico o meteorologico? Che sciocchezza! Questa è scienza spazzatura. Anzi, peggio”, dichiara il fisico ottico ed ufologo Bruce Maccabee.
“Alla FAA hanno dichiarato che quando le luci brillano e si proiettano sulle nuvole, si possono vedere cose bizzarre. Ma le luci riflesse dalle nuvole sono difficilmente visibili, se non per nulla, nel cielo diurno delle 16.30. E comunque delle luci riflesse non apparirebbero come un oggetto ben definito, di colore grigiastro e privo di luci. Il solo tipo di luce riflessa dalle nuvole che possa muoversi sarebbe quella di un proiettore, un fascio di luce in movimento, che apparirebbe come una zona di forte chiarore nelle nuvole, e non certo grigia scura…”. A conferma di Maccabee, queste fantasmagorie luminose generano luci bianche, e non grigie, e l’effetto funziona di notte, più che di giorno. Dovremmo veramente credere che il personale di uno dei più importanti aeroporti americani sia cosi sprovveduto da prendere lucciole per lanterne?
Lo scienziato Richard Haines, gia collaboratore del Centro Ames della NASA ed oggi direttore dell’associazione ufologica National Aviation Reporting Center on Anomalous Phenomena ha dichiarato: “Ho investigato il caso di O’Hare e posso escludere categoricamente la tesi del pallone meteorologico e dei test militari, che mai e poi mai sarebbero stati condotti su un’aeroporto civile”.
Il fisico canadese Stanton Friedman ha duramente contestato la versione ufficiale, rimarcando che su cento persone da lui intervistate, nessuna crede alla spiegazione “razionale”; ed il sociologo Roberto Pinotti, nel suo ultimo libro “UFO: il fattore contatto”, commenta: “I testimoni oculari si sono detti frustrati dal fatto che nessuna autorità abbia deciso di avviare un inchiesta. Ma tant’è. Oggi in USA l’evidenza non viene neanche più negata, bensì omessa e rimossa. E’ più semplice”.
Il subbio sul caso O’Hare è semmai un altro. Come mai, dopo un avvistamento su uno degli aeroporti più trafficati al mondo, i media e le forze armate non sono state tempestate di telefonate? Dove sono le migliaia di testimoni, fra passeggeri e gente del personale in servizio? Perché la notizia non è apparsa immediatamente, in diretta, su tutti i telegiornali della sera? Perché nessuno ha chiamato le TV? Nessuno ha filmato o scattato foto? Possibile che la popolazione americana sia cosi assuefatta al fenomeno, o condizionata dal Governo, da non avere reazione alcuna di fronte ad un fatto cosi insolito?
“Siamo stati i primi a dare la notizia dell’avvistamento”, ha dichiarato Peter Davenport del NUFORC, il National UFO Reporting Center; “siamo stati subissati di telefonate di testimoni il giorno stesso dell’evento e abbiamo immediatamente postato la notizia sul nostro sito web; quello che mi ha stupito è che la stampa ci ha snobbato, con la sola eccezion di Hilkevitch che, tempo dopo, ci ha contattato e pubblicato un primo pezzo, uscito solo il primo gennaio dell’anno dopo; solo in quel momento il suo articolo è stato ripreso dall’Associated Press, che però lo ha condensato ed ha inserito diversi errori; a mano a mano che il dispaccio stampa è stato ricopiato dalle altre testate, come USA Today, la notizia è stata distorta, ridicolizzata e modificata. Sono stupito per la mancanza di attenzione dei media, che hanno riscoperto il caso solo molto tempo dopo, e mi chiedo se davvero sia credibile che i servizi segreti statunitensi non siano stati informati del fatto che un UFO avesse stazionato sopra uno dei più grossi aeroporti degli Stati Uniti…”, Ma forse sarebbe più giusto chiedersi se dietro la ritardata divulgazione della notizia, un ritardo che ha consentito di far sparire gli schizzi dell’UFO ed ha permesso la costruzione di una spiegazione razionale, non vi siano proprio i servizi di Intelligence USA.
Quanto alla mancanza di fiducia della gente, che ha preferito rivolgersi agli ufologi, certo privi di canali mediatici, e non ai grossi canali informativi, viene da domandarsi se le masse, oltre ad essersi “scottate” per anni con una stampa che è palesemente controllata e condizionata, non soffrano altresì di un’apatia cronaca e generalizzata, indotta dalla tv spazzatura che da tempo ci viene proposta a livello planetario.
Certo, se i testimoni avessero tempestato di telefonate i media, la notizia non sarebbe stata insabbiata cosi a lungo. E forse avremmo recuperato qualche documentoin più, come le foto recapitate “discretamente” all’attore Dan Aykroyd attraverso un sito ufologico americano.
Dan Aykroyd, gia attore nelle pellicole paranormali Ghostbusters e PSI Factor, non ha mai negato il suo interesse UFO ed ha ammesso di avere ricevuto dei video e di avere recuperato due foto, non di eccelsa qualità, scattate con un cellulare da un impiegato aeroportuale. Di fronte alle argomentazioni degli scettici, che accusavano l’impiegato di falso e l’attore di manovra pubblicitaria, il primo, che ha voluto rimanere anonimo, ha dichiarato: “Vi ho passato questi due scatti dell’oggetto. Potete crederci o meno, personalmente me ne lavo le mani perché non voglio mai più vedere un UFO un’altra volta, in vita mia. L’oggetto si muoveva lentamente. Riconosco che la qualità è molto scarsa, ma si tratta di un oggetto reale e questo è tutto”. Il fatto che Aykroyd, che prontamente ha riciclato il materiale nel documentario di novanta minuti “ Dan Aycroyd: Unplugged on UFO’s”, in vendita via internet in DVD, abbia cavalcato l’onda monetizzando prontamente l’episodio, nulla toglie alla validità dello stesso. Quanto agli scatti effettuati dal cellulare essi mostrano una strana sagoma ovoidale, sfuocata quanto basta sorvolare un Boeing. A detta di alcuni ufologi, che hanno rimproverato all’attore di non avere divulgato subito il materiale, ma di averlo usato per farci un prodotto da vendere, si tratterebbe di un falso. Vi è anche chi ha pensato ad un uccello in volo. Chi scrive ha provato ad ingrandire le immagini e ad analizzarle al computer, portando il dettaglio dell’UFO da 2,27 Kb a 5 Mb; applicando una serie di filtri e scomponendo l’immagine nei tre colori di base (rosso verde blu), ciò che ne è risultato è un ordigno effettivamente discoidale, biconvesso, che proietta la sua ombra sulle nubi. In altre parole, un disco volante.


Fonte: Libro "UFO verità nascoste" di Alfredo Lissoni
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