Il papa «Famiglie allargate rovinano i bambini» Convivenza e divorzio danneggiano i figli

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Takenspace
00venerdì 25 settembre 2009 13:55
MILANO - Il divorzio, la convivenza e le famiglie allargate rovinano la vita di molti bambini, spesso «privati dell'appoggio dei genitori, vittime del malessere e dell'abbandono, e che si sentono orfani non perché figli senza genitori, ma perché figli che ne hanno troppi». Benedetto XVI, parlando a un gruppo di vescovi brasiliani in visita ad limina apostolorum, denuncia un «assedio» alla famiglia basata sul matrimonio tra uomo e donna e la profonda incertezza diffusa nel mondo secolarizzato, «specialmente da quando le società occidentali hanno legalizzato il divorzio».

CONFLITTI - «La Chiesa non può restare indifferente davanti alla separazione dei coniugi e ai divorzi - ha detto ancora Ratzinger -, davanti alla rovina delle famiglie, e dalle conseguenze create nei figli dal divorzio. Questi, per essere istruiti ed educati, hanno bisogno di riferimenti estremamente precisi e concreti, di genitori determinati e certi che in modo diverso concorrano alla loro educazione. Ora - ha aggiunto - è proprio questo principio che la pratica del divorzio sta minando e compromettendo con la cosiddetta famiglia allargata e mobile, che moltiplica i padri e le madri. Questa situazione, come l'inevitabile interferenza e intreccio di relazioni non può non generare conflitti e confusioni interne, contribuendo a crescere e imprimere nei figli una tipologie alterata di famiglia, assimilabile in qualche modo proprio alla convivenza, a causa della sua precarietà».

MASS MEDIA - Il Papa ha dunque invitato i sacerdoti e i centri pastorali ad accompagnare le famiglie «perché non siano illuse e sedotte da certi stili di vita relativisti che le produzioni cinematografiche e televisive e altri mezzi di informazione promuovono». Benedetto XVI punta il dito contro i modelli offerti dai mass media. «Per aiutare le famiglie - ha detto ai presuli - vi esorto a proporre loro, con convinzione, le virtù della Sacra famiglia: la preghiera, pietra angolare di ogni famiglia federe alla sua propria identità e missione; la laboriosità, asse di ogni matrimonio maturo e responsabile; il silenzio, cemento di ogni attività libera ed efficace».
(richard)
00venerdì 25 settembre 2009 14:31
Sono tutte cose belle quelle che dice il papa,pero' dovrebbe anche spiegarci come mai c'è ancora in piedi da dieci anni un accusa di pedofilia nel sui confronti negli USA.
Demirel81
00venerdì 25 settembre 2009 14:43
Re:
(richard), 25/09/2009 14.31:

Sono tutte cose belle quelle che dice il papa,pero' dovrebbe anche spiegarci come mai c'è ancora in piedi da dieci anni un accusa di pedofilia nel sui confronti negli USA.




nei suoi confronti? [SM=g1420770]
Sei sicuro? [SM=x708811]

Cmq in linea di principio chi non vorrebbe una famiglia unita e piena di amore? Purtroppo nella vita a volte i matrimoni vanno male e chi è ricco se li fa annullare dalla sacra rota, i comuni mortali chiedono il divorzio. I figli ne fanno sempre le spese ma quale soluzione alternativa c'è ? Restare insieme per forza non credo sarebbe peggio.
(richard)
00venerdì 25 settembre 2009 15:18
CORRIERE DELLA SERA.it
Come capo di Stato il Pontefice non è processabile

Preti pedofili, Usa non coinvolgono il Papa Il vice ministro della Giustizia blocca il procedimento contro Benedetto XVI per il documento «Crimen Sollicitationis»

ROMA - La Corte Distrettuale del Texas non si è ancora pronunciata in merito alla procedura giudizaria civile presentata contro Papa Benedetto XVI, accusato di complotto per coprire le molestie sessuali contro tre ragazzi da parte di un seminarista: ma dopo l’intervento dell’Amministrazione Bush è assai probabile che la denuncia venga respinta.

Il vice ministro della Giustizia degli Stati Uniti, Peter Keisler, ha infatti bloccato la procedura giudiziaria ricorrendo alla cosiddetta "suggestion of immunity", una misura legale che stando a quanto stabilito dalla Corte Suprema dev’essere obbligatoriamente recepita dai tribunali di grado inferiore.

Keisler ha ufficialmente informato il tribunale che Benedetto XVI gode di immunità come Capo di Stato, sottolineando dunque che avviare il procedimento sarebbe «incompatibile con gli interessi della politica estera degli Stati Uniti», che dal 1984 hanno allacciato rapporti diplomatici con la Santa Sede. La stessa Ambasciata del Vaticano a Washington aveva chiesto all’Amministrazione di intervenire con la "immunity suggestion" e chiudere il caso.
Nel corso del mese di agosto, Daniel J. Shea, l’avvocato americano che aveva citato in giudizio il Pontefice quando era ancora Cardinale, era venuto a Roma su invito del partito Radicale; in quell’occasione aveva auspicato che George W. Bush non concedesse l’immunità diplomatica a Papa Benedetto XVI nell’ambito del procedimento - civile, non penale - aperto in Texas. Lo scomodo caso era approdato infatti anche sul tavolo del presidente degli Stati Uniti.
Insieme a Joseph Ratzinger, nel procedimento aperto nel gennaio 2005 sono citati l’arcivescovo di Galveston, monsignor Joseph Fiorenza e i sacerdoti Juan Carlos Patino Arango e William Pickard. Patino, colombiano di nascita, è attualmente latitante ed era stato accusato da tre giovani che frequentavano la chiesa di San Francesco di Sales, a Houston: le molestie risalirebbero alla metà degli anni Novanta, e contro il seminarista è stato aperto un procedimento penale.
Le accuse mosse a Ratzinger riguardano invece un documento emesso nel 1962 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede: una "Istruzione" dal titolo "Crimen Sollicitationis", che sanciva la competenza esclusiva della stessa Congregazione su alcuni gravi delitti, secondo quanto stabilisce il Codice di Diritto Canonico, tra cui «la violazione del Sesto Comandamento (Non commettere atti impuri) da parte di un membro del clero con un minore di 18 anni». Inquadramento assurdo, secondo l’avvocato Shea, visto che a differenza degli altri delitti (dalla violazione del sigillo sacramentale a quelli contro il sacramento eucaristico) la pedofilia «è un reato, non un peccato».

Secondo il Vaticano il documento "Crimen Sollicitationis" sarebbe decaduto, ma secondo Shea non è così: l’avvocato aveva citato una lettera del 18 maggio 2001, di cui era giunto in possesso, firmata da Ratzinger e dall’arcivescovo Tarcisio Bertone, all’epoca segretario dell’ex Sant’Uffizio, in cui si parlava del documento del 1962 «in vigore fino ad oggi».

E’ sulla base di questa lettera che Shea aveva accusato Ratzinger di aver "coperto" le molestie sessuali su minori: «Questo documento dimostra l’esistenza di una cospirazione per nascondere questi delitti». Un’accusa «individuale, non legata alla funzione di Prefetto della Congregazione ricoperta da Ratzinger» secondo Shea. L’avvocato aveva raccontato che in un primo tempo Ratzinger non aveva risposto alle accuse, ma quando il processo ha preso il via, gli avvocati del Cardinale - a quel punto divenuto Papa, il 19 aprile scorso - avevano richiesto al Governo degli Stati Uniti l’immunità riservata ai capi di Stato. Il coinvolgimento di esponenti delle gerarchie cattoliche nelle inchieste giudiziarie sulla pedofilia non è insolito, ma di norma i procedimenti giudiziari non potevano essere avviati perché era impossibile consegnare agli accusati i documenti legali necessari: la denuncia contro Ratzinger è invece potuta andare avanti perché l’allora Cardinale ricevette personalmente l’atto di accusa. In agosto, Shea aveva dichiarato che in caso di concessione dell’immunità avrebbe dato battaglia: in primo luogo, perché all’epoca dei fatti contestati Joseph Ratzinger era un semplice cardinale, e poi perché "riconoscere la Santa Sede come uno Stato sarebbe una violazione della Costituzione statunitense", in particolare della "establishment clause" che proibisce leggi che proteggano in modo speciale confessioni o organizzazioni religiose.
21 settembre 2005

Piccolopopolo
00venerdì 25 settembre 2009 15:28
Continua la visione medioevale del mondo, che prescinde dalla realtà.
Vescovi, Cardinali e Parrucconi non hanno una famiglia e dovrebbero farsela per capire come si vive con bimbi, moglie e fratelli. Il papa non è papà per capirci e come sempre dice cose forzate. Cosa vuol dire che la famiglia allargata fa male ai bambini? io sono cresciuto con dei nonni in casa e sono venuto su perfetto modestamente [SM=x708817]
°Menelao°
00venerdì 25 settembre 2009 16:52
Sono parole piene di buon senso dov'è lo scandalo?
I figli dei separati spesso sono frustrati e crescono traumatizzati, non sempre ma è così.
Poi cosa volete che dica? più coca per tutti?
aprilfruit
00venerdì 25 settembre 2009 19:09
I miei genitori si sono separati nel 2001...avevo 11 anni....mio padre non si può definire un ideale di padre nè tantomeno di uomo....anzi....mia madre mi ha fatto un enorme regalo decidendosi finalmente di separarsi e trasferirsi...non l ho mai ringraziata pre avermi regalato gli ideali che quell essere non ha voluto darmi...e tanto tanto amore incondizionato...vorrei avere avuto il tempo di accorgermi di tutto quello che ha dovuto sopportare per me ma purtroppo il Dio ha un ironia tutta sua e me l ha portata via...adesso quell essere indefinibile mi sta facendo passare le pene dell inferno...nemmeno se fossi un assassina...vi ho raccontato un pò la mia storia per farvi capire che un bambino con un genitore folle e uno normale può benissimo sopravvivere...senza traumi...un bimbo che ha 2 genitori sani e responsabili capisce che comunque vadano le cose loro saranno sempre i suoi genitori e che da quel momento in poi avrà tutto duplicato...2 case...2 giocattoli...2 cani...2 dimostrazioni d amore differenti...che probabilmente non si manifestavano quando i genitori erano insieme..impegnati ad accusarsi l un l altro e vivendo da separati in casa che a mio parere è la cosa peggiore che un bambino possa vivere...

UFOONLINE
00venerdì 25 settembre 2009 20:21
Condivido le parole di AprilFruit e la ringrazio di averle condivise con noi.
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