Il complesso nuragico di Torralba disposto come la costellazione delle Pleiadi

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papero16
00mercoledì 11 aprile 2012 21:47
È possibile che, già 3.500 anni fa, i nuragici avessero un grado di civiltà così avanzato da conoscere i fenomeni celesti? Augusto Mulas, agrotecnico di Ozieri con la passione per l’archeologia, non ha dubbi: sì. Lo dimostra, dice, il complesso nuragico di Torralba, in cui i nuraghi ricalcano perfettamente la disposizione della costellazione delle Pleiadi.

Il nuraghe Santu Antine? Come la stella Alcione, la più bella delle Pleiadi. Secondo la tesi di Augusto Mulas, autore di «Isola sacra», le torri di Torralba replicherebbero la costellazione


Il nuraghe di Santu Antine si erge imponente nella valle di Torralba in una foto di Cristiano Cani A destra Giuliana Musso ospite della rassegna di Carpe Diem

La sua tesi, di quelle destinate a far discutere, Mulas la illustra con abbondanza di esempi nel suo «L’isola sacra. Ipotesi sull’utilizzo cultuale dei nuraghi» (edizioni Codanghes, pp. 254, 20 euro) in cui per la prima volta l’ipotesi che i nuraghi potessero, fin dall’origine, essere concepiti come luoghi di culto arriva da un archeologo: lo stesso Mulas, appunto, che alle spalle ha studi classici con indirizzo archeologico e la partecipazione a numerose campagne di scavo. Il libro è stato al centro venerdì di un incontro al Caffè Savoia, allestito da Agorà Nuragica. «Già ai primi del’900 – ricorda Augusto Mulas – archeologi come Taramelli parlavano dei nuraghi come di fortificazioni». Davanti alla loro possenza – prosegue – è comprensibile che anche gli archeologi arrivati dopo, tra cui Giovanni Lilliu, propendessero per quest’ipotesi.

«Tuttavia – dice lo studioso – sono venuti alla luce nuovi materiali e fonti che avrebbero dovuto portare a conclusioni diverse». E in effetti, non molto tempo fa si è iniziato a sostenere che le torri di pietra avessero assolto anche a funzione di culto, ma solo dal decimo al nono secolo Avanti Cristo. Quasi un compromesso tra chi ha sempre parlato di quest’ultima funzione come esclusiva e chi invece insistive sul ruolo di fortezze.

«Eppure l’uso cultuale dei nuraghi è ben antecedente il IX e il X secolo» è la prima scoperta di Mulas. Lo dimostrerebbero, ad esempio, i materiali antecedenti quel periodo rinvenuti negli scavi di fondazione del nuraghe Arrubiu di Orroli, come un vaso «a uso cultuale o al massimo funerario».

Lo stesso dato emerge anche esaminando altri vasi rinvenuti nel Palmavera e nel Speranza di Alghero, o in Su Sonadori di Villasor: in ciascuno di essi sono stati ritrovati resti di cibo, di mitili, ossa di animali, spesso anche spade dal carattere indubbiamente votivo. Se a ciò si aggiungono scoperte simili fatte anche in diversi pozzi sacri, come quello di Santa Cristina, ce n’è abbastanza perché la casualità venga a crollare. E se questo non dovesse bastare, a far capire che i nuragici avevano precisi punti di riferimento sono pure alcuni comprensori territoriali: in particolare la piana di San Saturno, a Benetutti, e la valle dei nuraghi di Torralba. «Il dato più importante – dice Mulas – è che il nuraghe di Santu Antine, il più bello del sistema, corrisponde ad Alcione, la stella più bella dell’ammasso delle Pleiadi. Fu costruito in una pianura alluvionale: perché faticare tanto a spostare tutta quella terra se non per rispettare la posizione astrale?».

Ma perché proprio le Pleiadi? E poi perché quell’antico popolo, che sembra essere stato così in armonia con l’universo, realizzò quel complesso? Le risposte sono incerte, ma, dice l’archeoastronomo Mauro Zedda, sono certi gli studi di Augusto Mulas, confortati dal rigore scientifico, a cui si aggiunge il pregio di aver aperto nuovi scenari della ricerca.

Fonti: pianetablunews.wordpress.com/2012/04/04/il-complesso-nuragico-di-torralba-disposto-come-la-costellazione-delle-...
cazz@ro6502
00sabato 14 aprile 2012 12:49
Allora secondo me, non dobbiamo stupirci se molte e/o tutte le antiche costruzioni hanno allineamenti astronomici perche':

-e' indubbio che avere un calendario che misurasse il tempo per sapere quando passano i solstizi e gli equinozi era molto importante nel passato dato che l'uomo campava di agricoltura e non c'erano orologi ne calendari.

-e' indubbio che all'epoca non vi fosse inquinamento lumunoso ne televisione, ne radio ne internet per cui la sera la gente o si dava da fare con le proprie mogli oppure guardavano le stelle ed il cielo (che per altro, e' bellissimo da osservarsi qualora si riesca a vederlo in una notte limpida e senza luci cittadine o lampioni rompiballe accesi!)

La necessita' di sapere quando fare la cosa giusta in agricoltura ha fatto nascere dall'osservazione del cielo e delle stelle di notte e del sole all'alba ed al tramonto, i primi proto calendari. Poi mancando la cultura scientifica, tutto lo si spiegava con la magia, per cui i calendari solari hanno incominciato a mischiarsi con riti magici e divinazioni futuristiche anche per rinsaldare il potere di chi praticava tali pratiche.

Di footprint aliena in tali processi, non c'e' proprio niente!.

Altra cosa e' incominciare a ragionare di monumenti che presentano caratteristiche anomale come:

-allineamenti a stelle che implichino la conoscenza completa dell'oscuro fenomeno della processione dato che un giro completo e' di 25800 anni
it.wikipedia.org/wiki/Precessione_degli_equinozi

-allineamenti esageratamente precisi sui punti cardinali geografici
-allineamenti esagaratamente precisi rispetto a mediane o terzili o quartili di latitudini/longitudini

se poi si incomincia a ragionare di monumenti che non sono calendari e non hanno le caratteristiche di calendari, ed hanno caratteristiche di monumenti megalitici allora la cosa si complica ancora di piu'.

Specie quando questi oggetti hanno anche molte caratteristiche insolite [SM=g2806961] come:

- volumi straordinari
- materiali resistenti
- una complessita' dell'opera elevata
- sconosciute tecniche di costruzione dell'epoca che non sono state codificate e/o appaiono straordinarie per le opere circostanti contemporanee di altre culture vicine
-se poi tali costruzioni appaiono complicate persino a noi moderni e se c'e' pure una produttivita' intrinseca che e' aliena al contesto

[SM=g8884] si puo' iniziare a ragionare di ottimi candidati ad essere dei potenziali fermatempo alieni.

Ma sinceramente [SM=g1420769] non mi sembra che i nuraghi sardi possano essere catalogati come ei potenziali monumenti megalitici ne tantomeno come fermatempo.
papero16
00sabato 14 aprile 2012 14:55
Ahahaha mi è piaciuta l' osservazione
'' e' indubbio che all'epoca non vi fosse inquinamento lumunoso ne televisione, ne radio ne internet per cui la sera la gente o si dava da fare con le proprie mogli oppure guardavano le stelle ed il cielo '' xD
Mi sa che non hai tutti i torti in effetti, però le costruzioni rimangono straordinarie.....
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