Il PEER to PEER è, piu' o meno , un reato

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(richard)
00venerdì 25 gennaio 2008 20:39
Scaricare files attraverso un network peer to peer non costituisce reato.
Non ha dubbi in merito il pm Giorgio Ferri che ha richiesto la procedura di archiviazione di un inchiesta sullo scambio di contenuti
digitali attraverso Bearshare,eMule, BitTorrent.
"Mancando una legislazione ad hoc non appare possibile in questa sede
dare rilevanza ad un fenomeno assai diffuso che non puo' essere messo sotto accusa ed avente accertamenti quasi impossibili da fare"
archiviando definitivamente il procedimento.
[SM=g27813] [SM=g27816] [SM=g27819]
La responsabilita' ricade sui singoli utenti che collegati ad un determinato server si attivano per scaricare materiale coperto da copyright.

da : webnews [SM=g27811]
Saw77
00venerdì 25 gennaio 2008 20:56
si e un cd originale a 40 euro con 4 canzoni non è rubare ?? che vadano a quel paese w emule aahhhh
jakDarkLight
00venerdì 25 gennaio 2008 21:02
Tele2 limita il "peer to peer". E parte la denuncia dei consumatori
Il gestore è in grado di riconoscere il tipo di utilizzo che si fa della banda a disposizione e può ridurlo quando lo ritiene opportuno. La questione ha suscitato proteste. L'Aduc ha deciso di procedere per pubblicità ingannevole: "Vendono un accesso a internet senza limiti".
È arrivata la prima denuncia italiana per una questione che sta gonfiando di polemiche la rete internazionale: alcuni provider riescono a limitare la possibilità di peer to peer (scambio di musica, film, programmi pirati) ai propri utenti Adsl. Nello specifico, Tele2 è stata appena denunciata dall'associazione dei consumatori Aduc all'Antitrust, per pubblicità ingannevole. Il motivo è che Tele2 non informa gli utenti dei limiti che pone sul traffico peer to peer e anzi- segnala Aduc- scrive sul sito, alla sezione Domande e Risposte, che "l'accesso ad Internet è senza limiti di traffico e di consumo" e che "le nostre offerte Adsl non pongono comunque alcuna limitazione al traffico".

È evidente che Tele2 con queste parole intende che gli utenti possono scaricare una quantità infinita di dati, con l'Adsl, ma secondo Aduc è una dichiarazione che contrasta con quanto comunicato a organi di stampa (come Punto Informatico) da rappresentati dell'operatore. Di fronte alle proteste degli utenti (che stanno inondando i forum del web e le associazioni dei consumatori), Tele2 mesi fa ha affermato infatti di limitare la banda del peer to peer, al fine di garantire una migliore qualità di servizio. Di conseguenza gli utenti peer to peer scaricano a velocità ridotta; in certi momenti- secondo il coro delle proteste- non ci riescono affatto.

Il punto è che gran parte del traffico internet italiano e mondiale è generato dai programmi peer to peer, come eMule e Bittorrent; la banda disponibile è un bene limitato e se ci sono alcuni utenti (una minoranza, secondo Tele2) che la spremono a fondo per scaricare file in grande quantità, tutti gli utenti rischiano di navigare lenti. Come quando una stradina viene invasa da camion: viene intasata.

Per lo stesso motivo - evitare che il network si saturi e che la banda disponibile per ciascun utente coli a picco - anche Wind dichiara di limitare, quando necessario, la velocità del peer to peer. Gli operatori utilizzano infatti un apparato di rete in grado di identificare il tipo di traffico e di limitare di conseguenza la banda assegnata alle applicazioni peer to peer. Si noti che Telecom Italia, Tiscali e Fastweb dichiarano invece di non limitare il peer to peer.

Il che, secondo Aduc, solleva due problemi. Primo, di pubblicità ingannevole, perché gli operatori non ne informano gli utenti. Secondo, è da valutare se queste limitazioni siano consentite dal codice che regola le attività dei provider. Aduc scommette di no, ma la questione non è chiara a livello internazionale, perché nessuna Autorità del settore si è pronunciata in modo esplicito a riguardo.

In questi giorni la polemica è scoppiata negli Usa, dove Fcc (Federal communications commission, il regolatore delle tlc americane) sta investigando sull'operatore Comcast, denunciato dagli utenti di limitare il peer to peer. Gli utenti chiedono 195 mila dollari ciascuno, come risarcimento. Comcast, come Tele2, dice di farlo solo per garantire una migliore qualità del servizio, ma ha omesso di comunicarlo ai clienti nel contratto e sul sito.

Questione complessa, che è destinata a montare nel 2008: per ora gli operatori solo limitano la banda disponibile per il peer to peer, ma in futuro potrebbero arrivare a bloccarlo. Cioè a rendere del tutto impossibile agli utenti scaricare contenuti protetti. È quanto AT&T, il principale operatore americano, ha annunciato a gennaio: in accordo con le major editori di musica e film, creerà un filtro di rete per impedire ai propri utenti di scambiare certi contenuti.

I discografici vorrebbero lo stesso trattamento in Europa: a dicembre la loro associazione Ifpi (International of the phonographic industry) ha mandato una lettera ai legislatori dell'Europa Unita. Vi si chiede una legge che imponga ai provider di creare un filtro di questo tipo. La lettera è finita nelle mani dell'associazione libertaria Eff, che l'ha pubblicata ( www.eff.org/files/filenode/effeurope/ifpi_filtering_memo. pdf ), causando altre polemiche. Spetterà alle autorità stabilire se questi filtri non violino i diritti degli utenti e non ne calpestino la libertà d'uso di internet e la privacy.
(richard)
00venerdì 25 gennaio 2008 21:24
Tanto prima o poi la vinceranno loro questa battaglia,hanno il potere dalla loro parte non considerando grande possibilita' economica da impiegare in questa contesa con il popolo degli internauti. [SM=x708813]
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