Essere Dio per un giorno !!!

Essere Dio per un giorno: adesso in rete si può

Cosa faccio oggi? Quasi quasi costruisco un universo tutto mio. Adesso è possibile con “Spore”, il nuovo videogioco creato dal genio dei giochi elettronici Will Wright.

Cosa faccio oggi? Quasi quasi costruisco un universo tutto mio. Adesso è possibile con “Spore”, il nuovo videogioco creato dal genio dei giochi elettronici Will Wright.

Spore permette ad ogni giocatore di essere Dio e di esserlo ogni volta in maniera diversa. Il gioco, infatti, varia in base agli input forniti dall’utente che, in relazione alle proprie scelte e intuizioni, potrà plasmare virtualmente un universo sempre nuovo, partendo dalle cellule fino ad arrivare a vere e proprie civiltà.

Con Spore ogni novello Dio potrà dilettarsi a costruire tutti i componenti del gioco - animati e inanimati, minerali e biologici, terrestri ed extraterrestri - ognuno dei quali viene visualizzato in 3D in tempo reale. Così, per esempio, nelle fasi iniziali del gioco è possibile, attraverso una grafica ultramalleabile, forgiare nuove creature come se si avesse sotto mano creta virtuale.

"A ogni nuovo livello del gioco puoi definire qualche particolare aspetto delle tue creature", racconta Wright: "Così, inizialmente puoi scegliere se inserirle in un gruppo o lasciarle agire da sole, cioè se dotarle di uno spirito da branco o di un atteggiamento individualistico. A livello di tribù puoi decidere se renderle più emotive o più razionali. A livello di città puoi scegliere se farle vivere in un habitat organico o ipertecnologico. A livello di civiltà puoi optare per dotarle di caratteristiche diplomatiche (propense a stringere alleanze) o velleità imperialistiche (spinte alla conquista)".

Il giocatore avrà in mano un grande potere, deciderà passo passo cosa fare e realizzerà da solo ciò che vuole. La scelte di dare ai giocatori carta bianca per l’inizio e la prosecuzione di Spore, è stata spiegata da Wright nell’ultima Conferenza degli sviluppatori di videogames a San Francisco. Egli sostiene che ogni giocatore preferisce creare da sé ogni componente, divertendosi a scegliere e personalizzare.

Tecnologicamente parlando, il cuore del gioco è rappresentato dal cosiddetto "procedural programming", una programmazione di tipo procedurale che consente di ottenere effetti visivi accompagnati da musica e suoni ad altissima compressione dei dati. La scelta di destreggiarsi fra algoritmi e linee di codice è la specialità dei 'coders' (esperti di programmazione informatica) della Demo Scene, un movimento tecnoartistico nord-europeo, reclutato da Wright per la realizzazione di Spore.

Ma non è tutto. Il computer, grazie all’utilizzo del “collaborative filtering”, riesce ad adattare il gioco ai gusti dell’utente, basandosi sulle scelte effettuate in precedenza. Inoltre ogni componente creata, che si tratti di animale, vegetale o minerale, può essere inserita all’interno di un immenso data-base al quale tutti i giocatori di Spore potranno accedere scaricando le creature degli altri. Si crea una rete in cui ogni Dio potrà giocare con le creature (o meglio le creazioni) di ogni altro Dio, con un conseguentemente intreccio di universi possibili.

Spore sarà sul mercato nel 2006, così tutti avremo la possibilità di essere Dio almeno per un giorno o meglio, per una partita…


Categoria: Internet
Fonte: MediaZone

Non'è che qualcuno sta gia giocando a spore
e noi siamo le sue creature e non lo sappiamo?

Piccoli burattini comandati dall'alto, in un disegno più ampio, che include lo sviluppo dell'universo e il nostro progetto di indentificazione con Dio ? NO GRAZIE

Penso che Dio abbia troppi problemi perchè io possa sognare di essere "Lui" per un giorno. Già ho una vita incasinatissima di mio , pensa se dovessi controllare le altre