Scoperta una particella capace di "raffreddare" il pianeta: è una molecola presente nell'atmosfera, inseguita da tempo ma "catturata" soltanto ora. Si tratta di elusive molecole note come Intermedi di Criegee che giocano un ruolo chiave nell'atmosfera, in grado di eliminare gli inquinanti e raffreddarla; la ricerca, pubblicata su Science, è stata realizzata da ricercatori dei Sandia National Laboratories e delle Università britanniche di Manchester e Bristol. Queste invisibili intermedi chimici, teorizzati ma mai osservati già negli anni '50 dal chimico tedesco Rudolf Criegee, sono dei potenti 'distruttorì di buona parte delle sostanze inquinanti e sono i naturali 'spazzini' atmosferici.La prima identificazione certa di questi Intermedi di Criegee ha spinto i ricercatori coinvolti a prevedere ricadute potenzialmente rivoluzionari: "questa scoperta può avere impatti molto importanti nella lotta agli inquinanti e ai cambiamenti climatici", ha spiegato Carl Percival, docente dell'Università di Manchester. Gli Intermedi di Criegee sono delle molecole presenti nell'atmosfera in grado di interagire degrandando pericolosi composti come il biossido di azoto, l'anidride solforosa (responsabili delle pioggie acide) e altre molecole inorganiche, e sono prodotte a partire dai composti chimici rilasciati naturalmente dalle piante.Oltre alla Co2 si dovrebbe colpire metano e particolato carbonioso - Intanto uno studio internazionale pubblicato su Science, a cui ha partecipato anche il Joint Research Centre di Ispra, ritiene che la riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) non sia l'unica medicina per abbassare la "febbre" del pianeta Terra. Perché il "malato" migliori visibilmente in poco tempo serve una cura più incisiva, che prenda di mira anche il metano e il particolato carbonioso. La riduzione della Co2 atmosferica rimane un elemento fondamentale della lotta al riscaldamento globale, ma non è purtroppo sufficiente per ottenere risultati a breve termine, perché la Co2 impiega decenni per lasciare l'atmosfera. Per trovare soluzioni più immediate, i ricercatori coordinati dalla Columbia University di New York hanno raccolto quasi quattrocento misure anti-inquinamento e grazie alle simulazioni al computer hanno selezionato le più efficaci nel ridurre il riscaldamento globale e nel migliorare la qualità dell'aria.Tra le prime 14 classificate, sette puntano a ridurre le emissioni di metano, le altre invece mirano al particolato carbonioso, quella polvere nera che si forma con la combustione incompleta di sostanze organiche: in entrambi i casi si tratta di elementi inquinanti da cui l'atmosfera riesce a ripulirsi in maniera più veloce rispetto a quanto non faccia con la Co2. Grazie a ulteriori simulazioni, i ricercatori hanno dimostrato che l'attuazione di queste 14 misure potrebbe far abbassare il riscaldamento globale previsto entro il 2050 di 0,5 gradi. Gli effetti benefici sarebbero visibili e ci toccherebbero da vicino: queste politiche ambientali, infatti, permetterebbero di migliorare la produzione agricola e di salvare milioni di vite umane, generando benefici economici superiori ai costi necessari ad attuare queste strategie.Secondo le stime riportate nell'articolo su Science, si potrebbero evitare ogni anno fino a 4,7 milioni di morti premature dovute all'inquinamento atmosferico, oltre a incrementare i raccolti annuali fino a 135 milioni di tonnellate grazie alla riduzione dell'ozono dal 2030 in poi. Queste misure, insieme alla riduzione della Co2, potrebbero limitare il riscaldamento globale a meno di 2 gradi nei prossimi 60 anni. Come riportato in un articolo di commento su Science, molti esperti si dicono convinti che questi risultati non siano fantascientifici ma raggiungibili. "Tutto ciò è tecnicamente possibile, bisogna solo avere la volontà di farlo", conclude Mark Jacobson, esperto di scienze atmosferiche all'università di Stanford a Palo Alto.
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