E’ ufficiale: in Spagna i militari sono con i cittadini in protesta
Alla fine è accaduto: il governo di Mariano Rajo, con gli ultimi tagli imposti dall’ottuso disegno neoliberista, è riuscito nel non semplice compito di formare un’alleanza tra forze di polizia, militari e cittadini in protesta.
Nella giornata di oggi sono circolate numerose notizie che parlavano di numerosi membri delle forze dell’ordine solidali con gli spagnoli scesi in piazza per protestare contro i tagli imposti dal governo. Da prima si è parlato di pompieri (tra i primi ad unirsi alla popolazione) ed addirittura di fotomontaggi creati ad arte per raccontare un sodalizio che a molti pareva improbabile.
Poche ore fa, sul sito Publico.es, è però comparso un chiarissimo comunicato dall'Associazione Unificata dei militari spagnoli (Aume). Il Titolo lascia già presagire il contenuto del testo:“La nostra capacità di resistenza è limitata”.
La traduzione delle parole dei militari, poi, non lascia spazio ai dubbi
“Gli uomini dell’esercito spagnolo - si legge infatti su Publico -, Sostengono di essere stati "pazienti, tolleranti, solidali e fermi", ma con gli ultimi tagli il governo ha cambiato le regole del gioco. Per questo motivo hanno assicurato che sosterranno "ogni iniziativa dei cittadini per aumentare la difesa di quei diritti che mai dovremmo perdere” . Organizzeranno mobilitazioni, hanno aggiunto, sfruttando le manifestazioni cittadine legalmente riconosciute.
L'Aume dichiara che i militari "non staranno a guardare", mentre vengono trattati come capro espiatorio. "L’attacco unilaterale al servizio pubblico, ai militari, da una classe politica che giorno dopo giorno mette in luce la sua meschinità, con offese e mancanza di idee per affrontare questa situazione, non merita rispetto se non il rispetto della nostra funzione” .
La scorsa domenica, un'altra associazione, i Militari per la Democrazia, hanno chiesto al Ministero della Difesa di non tagliare gli stipendi del personale in aree di conflitto e il mantenimento di tutto il personale retribuito di stanza in Spagna , in missioni e avamposti della NATO nelle missioni regolari.
Entrambe le associazioni segnalano altre opportunità di risparmio e reclamano che il Ministero della Difesa elimini le spese inutili: che si faccia a meno, per esempio , delle auto ufficiali, delle cerimonie per i passaggi di consegna, così come i festeggiamenti di anniversari, lauree, giuramenti alla bandiera, nozze d’argento ecc ecc , tutti costi che sono "fondamentalmente inaccettabili", secondo loro, nella crisi attuale i cui tagli vanno preferiti alla riduzione degli stipendi”.
Una ribellione che pare dunque trasversale. Lo scorso fine settimana, alle proteste dei lavoratori del settore pubblico, c’erano proprio tutti: medici, pompieri e moltissimi agenti di polizia fuori servizio. Agenti che, come reso noto da diversi organi di stampa, hanno anche partecipato (senza divisa) alle proteste del resto della popolazione.
La Spagna si è dunque indignata in massa contro le riforme rigoriste imposte (anche) dalla politica monetaria tedesca e da un’Unione Europea sempre più iniqua e matrigna con gli stati meno forti. Pare quasi, in effetti, che il potere germanico intenda usare l’Europa non per favorire il raggiungimento di una certa uguaglianza tra i diversi paesi ma, al contrario, per scavare i già profondi solchi che esistono tra le economie di serie A (sempre di meno) e quelle di serie B e C. Quanto questo sottile nazismo economico-finanziario sarà tollerato è difficile dirlo. Che non sarà tollerato ancora per molto è però facile intuirlo.
Del resto, il contagio tra i “PIGS”, rischia seriamente di non riguardare più soltanto l’aumento dello Spread ma l’esplosione di una rivoluzione profonda. L’importante, in questa fase così delicata, è non farsi trasportare da isterie populiste e cercare comunque di favorire un dialogo costruttivo e lucido tra istituzioni e cittadini. Un dialogo che, come innegabile, fino ad oggi è stato praticamente inesistente.
Ascoltare le proposte avanzate da associazioni di categoria, movimenti e popolazione per evitare la deriva forcaiola e rabbiosa di un numero sempre più ampio di cittadini stremati da chi pretende di azzerare un debito accumulato in decenni in pochi mesi e, in aggiunta, imponendo sacrifici insostenibili quasi esclusivamente alla classe media e a quella indigente.
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