Conoscere gli Dei

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Sheenky Oo
00mercoledì 24 ottobre 2012 10:09
CONOSCERE GLI DEI

Articolo di Scott Corrales

Charles Fort – il primo scriba del proibito – affermò nel suo lavoro, «Qualcosa, da qualche parte, afferma un diritto legale su questo pianeta». Nella migliore delle ipotesi, la razza umana sarebbe inquilina di un padrone sconosciuto, incerta sui termini dell’affitto o del prezzo da pagare; nella peggiore, il nostro mondo sarebbe una riserva di caccia per incuranti sovrani.
Un’altra persona sostenne idee simili, ma il suo nome e i suoi scritti sono caduti nell’oblio. A parte documentari televisivi sull’enigmatico caso, pochi ricordano la storia di Donald Crowhurst, l’uomo che tentò di circumnavigare il globo in una regata con il trimarano, sponsorizzata dal Sunday Times. Ma Crowhurst ebbe un esaurimento nervoso durante la sfida, come suggeriscono gli indizi.



Se Crowhurst stesse cercando di imbrogliare per raggiungere la vittoria o se si suicidò sono cose al di là della competenza di questo articolo. Ciò che ci interessa qui è il documento di 2.500 parole che redasse durante la sua odissea, respinto da molti come le farneticazioni di un pazzo. In un paragrafo delle sue meditazioni dichiara:

«Dio e suo Figlio hanno giocato al centro del Cosmo. Era il Padre in tutta la sua perfezione e suo Figlio era altrettanto perfetto. Hanno giocato uno splendido gioco che consisteva nel trasformare le scimmie in dèi. È stato un gioco divertente e per tutto il tempo hanno giocato, seguendo una semplice regola: alle scimmie non era permesso conoscere l’esistenza degli dei».

Crowhurst era pazzo o ebbe un’illuminazione? Le parole di un marinaio, che scomparve nell’estate del 1969, fungono da preambolo a questo articolo. Un’umanità tecnologica e meccanizzata cerca una risposta al paranormale nella forma di esseri su fantasiose navi spaziali interplanetarie, alimentate da elementi sconcertanti, quando la soluzione all’enigma potrebbe essere stata con noi tutto il tempo. Noi siamo le scimmie, diventate lentamente consapevoli delle mani invisibili che muovono i fili.

I Deva
In un’intervista su El Ojo Critico, a Freixedo è stato chiesto il parere sulle apparizioni miracolose della Beata Vergine Maria a El Escorial nel 1980 e i primi anni ‘90. «È stato solo un altro gioco degli dei», ha risposto, prima di raccontare la sua storia. In un’occasione, aveva visitato il sito dove si stava verificando il fenomeno religioso per incontrarsi con Amparo, la veggente al centro delle manifestazioni. Il caso volle che anche due monaci vestiti color zafferano fossero stati condotti lì per rendere omaggio al luogo sacro.

«C’eravamo tutti», aveva raccontato Freixedo, «quando la Vergine apparve con un profumo di rose e tutto il resto. E quando tutto fu finito, gli astanti si precipitarono a vedere i due monaci buddisti, per sapere se il miracolo dell’apparizione era riuscito a convertirli al cattolicesimo. Ma no, i monaci con calma risposero che era solo una manifestazione del Deva. Nella loro religione vi sono i Deva e le Ashuras, come noi abbiamo gli angeli, i musulmani hanno i djinn, ecc».

La tradizione vedica comprende il sovrannaturale e i benevoli Deva, la cui esistenza è invisibile all’uomo, ma che condividono le caratteristiche di essere condannati a un ciclo infinito di nascita, maturazione, morte e reincarnazione. La parola per descrivere queste entità deriva dal sanscrito, che significa “esseri di luce” o “quelli incandescenti”. Vivono in una dimensione adiacente alla nostra e lo scopo di queste presenze eteriche è far funzionare l’universo fisico in cui viviamo. Una specie di reparto di manutenzione, invisibile ma sempre presente. I Deva sono assegnati ai tre ambiti distinti: il cielo, l’alta atmosfera e la terra e hanno il controllo degli spiriti della natura minore, presenti ovunque, dalle nuvole, agli alberi alle rocce.
Tuttavia, lo zoroastrismo persiano non ha condiviso la visione ottimistica di queste entità. I Deva vennero conosciuti come Daivas e associati alle forze del male - le creature semidivine che scelsero la via della Druj (falso) rispetto alla via di Asha (verità). Insegnamenti zoroastriani e dei Veda concordano sul fatto che questo ordine di creature non umane è spesso in guerra con un altro ordine di esseri e che le loro lotte spesso sconfinino nel mondo mortale.
L’impero persiano sotto la dinastia achemenide è stato uno dei più grandi imperi dell’antichità terra. Estendendosi dalla Macedonia al Punjab e dall’Uzbekistan all’Egitto, i Persiani gestirono un regno lontano che comprendeva la maggior parte del mondo civilizzato del tempo. Tra il 486 e il 465 a.C., uno dei suoi governanti, Serse, affrontò una serie di guerre e rivolte lasciando resoconti dettagliati della sua risposta a ciascuna di queste crisi. Una di queste è particolarmente interessante:

«Parla re Serse: Quando divenni re vi furono fra queste terre che sono scritte sopra (alcuni che si ribellarono)... secondo la volontà di Ahuramazda, sconfissi queste e li ripristinai. E tra quelle terre ve ne furono alcune in cui i Daivas erano stati venerati in antichità. Poi, per volontà Ahuramazda di questi templi delle Daivas ho minato le fondamenta e ho ordinato: i Daivas non devono essere adorati.
Dove i Daivas erano stati venerati, io adorai Ahuramazda con Arta l’esaltato».

Se i Daivas persiani possono essere identificati con i Deva indiani, forse le parole di Serse anticipano l’ammonizione dell’angelo a San Giovanni di non adorare tali messaggeri divini: «Io sono servo tuo... e i tuoi fratelli», che compare nel libro dell’Apocalisse ed è stato citato da altri ricercatori sul tema. Queste entità, chiaramente non umane, ma di aspetto umanoide, sono apparse davanti agli stupefatti spettatori in veste di silfidi, ondine e decine di creature di leggende medievali e antiche. Pescare nel folklore in cerca di prove è come minimo rischioso. Possiamo trovare numerose tradizioni (Nativi Americani, Mediorientali, Asiatiche) in cui un umano si unisce con una di queste “più che umane” entità e ne ha dei figli, o - come il cacciatore sfortunato che spiò la dea Artemide mentre faceva il bagno - incontra il suo destino.

“El Rubio”
Il libro “La Granja Humana” (Posada, 1989), di Salvador Freixedo, riporta la stranissima storia di un giovane messicano di nome Jose Luis e della sua bizzarra amicizia con un bambino/piccolo uomo conosciuto solo come “El Rubio” per via dei suoi capelli biondi.
Jose Luis raccontò a Freixedo di aver incontrato il suo strano amico durante un viaggio in campeggio: un gruppo di scolari aveva piantato le tende nel bosco e incontrato un altro ragazzo della loro età (o almeno così credevano) che li aveva portati alla sua “tenda” – un affare lucido e rettangolare che assomigliava a un autobus per le escursioni.
Da quel momento in poi, “El Rubio” era diventato un appuntamento fisso nella vita di José Luis e dei suoi amici e faceva loro visita a scuola per raccontare di viaggi spaziali e del futuro, andando a casa di José Luis anno dopo anno, in occasione del suo compleanno. Il piccolo visitatore si era guadagnato l’affetto dei genitori di José Luis «grazie ai buoni consigli che sempre impartiva» al ragazzo e ai suoi compagni. Come in un episodio di “Ai confini della realtà”, la gente si accorse che El Rubio non sembrava mai invecchiare ad ogni visita compleanno, ma non disse nulla, o per paura o per la convinzione che la piccola figura potesse soffrire di un disturbo ghiandolare. Ma l’apparente mancanza di cambiamento dell’enigmatico visitatore fu il minore dei problemi di José Luis.
Il ruolo di El Rubio nella vita del giovane messicano sembrava essere quello di, suggerisce Freixedo, «prepararlo per una futura grandezza (se questa grandezza è stata raggiunta ancora non è chiaro) eliminando qualsiasi ostacolo».
Quando José Luis ottenne un umile lavoro in una società importante, un certo numero di manager morì presumibilmente a causa di una serie di sintomi, fino a quando egli si trovò in una posizione di potere - tutto questo dopo consultazione con il El Rubio. Qualcosa di simile si verificò quando José Luis disse di essere innamorato di una donna sposata: «Il fatto è che un giorno, quando José Luis si sentiva particolarmente depresso, “El Rubio” gli disse, “Sei triste e so perché”. Jose Luis cercò di negare di essere triste per qualcosa ma El Rubio insistette. “Sei innamorato di una giovane donna che non può corrispondere il tuo affetto perché è sposata. Ti rattristi nel vedere che il raggiungimento dei tuoi desideri sembra impossibile (...) non preoccuparti. Entro un anno, quando tornerò a trovarti, non solo sarai sposato con la donna, ma avrai anche un figlio da lei. Non importa quanto impossibile possa sembrare”». E così era stato. Il metodo utilizzato per rimuovere il “rivale” di José Luis non viene menzionato.
Freixedo elabora ulteriormente le esperienze di José Luis e del suo amico misterioso, ma quanto sopra sarà sufficiente per i nostri scopi. “El Rubio” appartiene, come suggerito dall’autore, all’ordine degli esseri intermedi tra gli esseri umani e gli angeli conosciuti nel mondo islamico come il djinn?

Il demone oscuro
Citando il lavoro di Gordon Creighton su questo ordine di non-umani, la cui realtà è accettata nei tribunali religiosi in tutto il Medio Oriente e Nord Africa, Freixedo discute il loro comportamento capriccioso nei confronti degli esseri umani, che li porta spesso a scegliere uno di noi per un protetto o anche come animale domestico, e dimostrando un interesse per la riproduzione umana e le umane vicende (similmente al rapimento dei “Grigi” del nostro tempo).
Quanto si estende questo interesse da parte di questi esseri potenti ma ben lontani dall’ordine divino? Anthony Roberts suggerisce che i grandi occhi, i capelli neri e il volto affusolato della dea mesopotamica Ishtar fossero a loro riconducibili (a suo parere, questi tratti fisici sono comuni agli ultraterrestri), come ad altre entità simili. Secondo un mito antico nessun mortale era immune alla dea dell’amore.
Ma che dire di oggi?
Una trentina di anni fa, un libro curioso intitolato “UFO Encounters of the Fourth Kind” (Zebra Book, 1978) esplorò le ossessioni carnali manifestate nel corso della storia da questi esseri che ci apparivano ormai come “la gente dello spazio”. L’autore, Art Gatti, fece riferimento al fatto che un’epidemia del 1969, in Marocco, avesse a che fare con “Aycha Kenaycha”, descritto come un “demone oscuro” o succubo che apparve ai tossicodipendenti sottoposti a esperienze astrali convocando ciascuno di essi con la voce della loro madre. Il viaggiatore astrale drogato si trovava di fronte a una forma astrale in grado di rubargli l’anima, non solo il loro sé astrale. Gatti afferma che l’epidemia a livello nazionale, che riempì i manicomi e le prigioni, finì nel 1970, e che la sua fine fu determinata dall’equivalente islamico di riti di esorcismo... o a una drastica riduzione del consumo di hashish.

La nube dell’inganno
Anche uno scrittore serio come Andreas Faber Kaiser, che si fece conoscere per opere come “Jesus vivio y murio en Cachemira” (Gesù visse e morì in Kashmir) e “Sobre el secreto” (“A proposito del Segreto”, uno studio approfondito delle rovine di Nan-in Matol Ponape), si rese conto che le sue iniziali convinzioni su intelligenze extraterrestri e contatto alieno nella preistoria umana avevano cominciato a cambiare alla luce delle sue scoperte circa l’interesse che intelligenze non umane hanno mostrato nell’alterare il corso della guerra umana. In “Las nubes del Engaño” (Le nubi dell’inganno), Faber Kaiser scrive sul numero di battaglie che sembrava essere stato “gettato” da una parte o da un’altra da “divini” interventi. Luci che appaiono nel furore della battaglia, cavalieri misteriosi che caricano le forze nemiche sostenendo di essere dei o santi, ispirando una fazione e diffondendo il terrore nell’altra. Scienziati ed esploratori alieni, non importa quanto versati nei costumi di una società planetaria, si comporterebbero in questo modo? Forse, poiché la “prima direttiva” è un artefatto della fantascienza degli anni ’60 e il monitoraggio spassionato è un metodo più probabile.
Tale monitoraggio potrebbe assumere forme interessanti, che vanno dai sorvoli effettuati da “scudi scintillanti” e altri fenomeni menzionati nel passato dell’umanità. Jacques Bergier si spinge un po’ oltre, affermando che le bizzarre creature potrebbero essere state poste in mezzo a noi da intelligenze superiori per testare le nostre reazioni, prima di essere riportate nelle loro “scatole” in un’altra realtà. I poteri di queste intelligenze superiori, sostiene, potrebbero estendersi fino a spingere delle nova nelle stelle vicine a depopolare interi pianeti - vale a dire il nostro - e portare a termine l’Era dei Rettili.

«Questi esseri, che potrebbero veramente essere chiamati dèi, misero in moto una serie di eventi che non si fermarono con l’uomo, ma continueranno fino a che questa evoluzione porterà ad altri dèi, esseri uguali a loro creatori».

Casi più recenti del fascino sentito da parte di non-umani verso i nostri simili sono evidenti in “Legends of the Fire Spirits” di Robert Leibling (Berkeley: Counterpoint Press, 2010), il compendio più completo di ricerca sui djinn fino ad oggi. L’autore cita il caso di una studentessa dell’Università di Dhaka, che credeva di avere una compagna di stanza djinn chiamata “Lucy”, nell’estate del 1995.
“Lucy”, giovane di bellezza ultraterrena, sembrava in grado di entrare nelle stanze chiuse a chiave e mostrava altri insoliti talenti. Ma, come abbiamo visto verificarsi nella tradizione incantata, l’uomo coinvolto in queste situazioni spesso commette un passo falso: in questo caso, la studentessa comprò a “Lucy” una collana e si nascose dietro di lei per mettergliela al collo di fronte a uno specchio.
Con suo orrore e stupore, la ragazza si accorse di essere in grado di vedere la collana riflessa nello specchio, ma non Lucy! Svenuta per lo spavento, la studentessa si svegliò davanti ai volti dei suoi compagni di dormitorio, ma Lucy non c’era più. La strana e bellissima ragazza, che non si rifletteva nello specchio, era scomparsa per sempre.

Sollevando il velo
«Mi hai frainteso.
Quando ho detto che trascesero gli animali, includevo anche l’animale più efficiente, l’Uomo. Il microbo è più intelligente dell’Uomo».
«Ma perché in questo caso non abbiamo avuto nessuna comunicazione con loro?»
«Non è certo che non ne abbiamo avute. In tempi primitivi era contrastato dai pregiudizi. Ma se ci sono stati pochi rapporti sessuali, vi è stata profonda influenza.
Il loro effetto sulla storia umana è stato superiore a quello dei microbi, sebbene ugualmente non riconosciuto.
Le vere cause di tutti gli eventi principali sono abbastanza sconosciute agli storici ». C.S. Lewis, “Quell’orribile forza”.

«Gli esseri umani sembrano essere inevitabilmente costretti a scegliere tra due dipendenze principali: o accettare la fede cieca, o lanciarsi nella tomba aperta e riporre la propria fiducia nella scienza, che gioca a birilli con la realtà apparente e nega l’inspiegabile per una questione di principio, insieme a tutto ciò che non è stato passato al setaccio dello schermo del pragmatismo.
Gli esseri umani “devono credere” o “devono accettare” coloro che professano di avere la conoscenza. Se non lo fanno, o sono puniti o consegnati alla degenerazione. La minaccia costante di proscrizione, che pende sulla testa dell’umanità come la Spada di Damocle, è la chiave per la manipolazione a livello immediato».

Queste parole – che ricordano il pensiero di John A. Keel - sono in realtà dell’ugualmente dotata penna (o tastiera) di Juan G. Atienza, il regista spagnolo/ autore/ mistico le cui opere, negli anni ‘70 e ‘80, furono fonte di ispirazione per una generazione. La citazione compare in una delle sue opere più importanti ma meno conosciute, “La Gran Manipulación Cósmica”, che fa del suo meglio per superare l’ufologia, la ricerca paranormale e la religione per trovare una spiegazione ai misteri che hanno tormentato l’attuale generazione di ricercatori.
Anche se questa non vuole essere un’esegesi dell’opera di Atienza, è interessante notare che molti pensatori siano giunti alla stessa conclusione: lungi dall’essere i figli prediletti di una divinità paternalistica, la nostra intera specie sembra trovarsi in un labirinto per topi messo a punto da una fredda intelligenza insensibile.
Questa intelligenza sembra non avere nulla a che fare con le relazioni su cui basiamo il nostro comportamento (di causa-effetto, mezzo-fine, antecedente-conseguenza) e comprenderlo, scrive, è «il modo migliore per affrontare consapevolmente molti dei misteri rappresentati dalle realtà alternative e schierarsi contro la manipolazione a cui è sottoposta la specie umana, con possibilità di successo». «Conoscere gli dei», conclude Atienza, «significa avere una possibilità di fare meglio di loro».

Frammenti di altri mondi
Elencando il numero di organismi al di sotto dell’umanità (i regni vegetale, animale e minerale, a nostra disposizione), il pensatore spagnolo postula che, oltre “l’apice dell’evoluzione naturale”, come ci piace pensare di noi stessi, vi siano soggetti che vivono a un livello dimensionale superiore rispetto alla nostra realtà e che condividono la realtà allo stesso modo in cui noi condividiamo i campi con il bestiame, o le terre coltivate per il nostro sostentamento.
Quasi nello stesso modo in cui esercitiamo la nostra volontà sulle bestie attraverso l’uso della ragione, questi abitanti di livello superiore (i “macrobi” di C.S. Lewis in “Quell’orribile forza”) ci controllano attraverso una “super- ragione “che è completamente irrazionale per noi, e che non siamo in grado di comprendere. I cosiddetti fenomeni fortiani e gli UFO sono i migliori esempi di questa irrazionalità, che è comunque guidata da un proposito.
Possiamo discutere se questo scopo è “buono” o “cattivo”, ma come una pecora non vuole necessariamente far parte di un gregge, essa vi viene inserita da un pastore.
Queste forze sopradimensionali (le “ forze supertutelari” di Charles Fort) sono pastori dell’umanità e noi obbediamo loro direttamente “o tramite i cani che assistono il pastore”.
È questo, allora, il ruolo svolto dagli elementali, “deva” e altre entità?
Nel suo libro “Investigating the Unexplained” (Prentice- Hall, 1972), lo zoologo Ivan Sanderson presenta una spiegazione convincente per la domanda “come può accadere?”
Dopo aver sottolineato il fatto che molte cosiddette “intangibili” creature presentino chiaramente “tangibili” aspetti, propone l’esistenza di una serie completamente nuova di dimensioni separate da quello che concepiamo come il nostro normale spazio/tempo, ma «così vicine al nostro che alcune componenti cadono da una parte all’altra e poi forse fanno ritorno».
Forse ancora più importante è l’affermazione del grande ricercatore che siamo sempre più circondati da prove misurabili di queste altre dimensioni in contatto con la nostra, popolata da abitanti di nature insospettabili, che vanno da «idioti abissali ad entità simili a dei».

La fine di un mondo
Sanderson conclude la sua esposizione sulla questione postulando una serie di concetti: che vi siano altri universi intrecciati con il nostro, che il numero di questi possa essere infinito, che la vita intelligente possa essere comune in alcuni di essi e, soprattutto, che alcune di queste intelligenze abbiano capito come andare e tornare dal loro universo di origine.
Si è considerata meno un’altra possibilità: che queste manifestazioni siano state forzatamente portate nella nostra realtà - convocate - attraverso la pratica della stregoneria.
È comprensibile che tale possibilità abbia ricevuto poca attenzione fin dall’inizio. Credere nella convocazione di entità comporta una credenza nella magia cerimoniale che non molti sono disposti a concedere, dal momento che le leggi del mondo fisico richiedono che venga emesso un dato input per ottenere l’output desiderato.
Nessun essere umano ha la capacità - vogliamo credere - di comandare gli elementi, costringere gli altri ad agire, o attrarre strane creature da altre realtà per scopi non sospetti, ma i dati sembrano indicare il contrario. Infatti, il giornalista Ed Conroy, scrivendo sulle esperienze di rapimenti di Whitley Streiber (“Report on Communion”), suggerisce che uno dei modi in cui la questione dei “visitatori” può essere affrontata sia attraverso l’analisi di pratiche di magia cerimoniale occidentale, con la loro lunga tradizione di contatto tra esseri umani e non umani. Hollywood
e la macchina degli effetti speciali ci hanno proposto una raffica di esseri umani contro alieni in cui i visitatori da un altro mondo piombano sulla Terra su navi da guerra - non i vascelli d’esplorazione di una civiltà avanzata – per distruggere una buona parte del nostro pianeta. Queste formule di produzione inevitabilmente ci mostrano una banda di eroici sopravvissuti che fanno del loro meglio per arginare la marea dell’invasione ed eventualmente respingerla, contrapponendo l’ingenuità umana a una sconosciuta potenza di fuoco aliena. Che si tratti di “V” o “Battle for Los Angeles” o “Alien Invasion”, i visitatori extraterrestri sono bersagli solidi da affrontare e forse sconfiggere (o possiamo lasciare che i germi facciano il lavoro per noi, come in H.G. Wells). Qui possiamo trovare le radici della fede ossessiva nell’ipotesi extraterrestre - se c’è qualche intelligenza nei cieli sopra le nostre teste, che uccide il nostro bestiame, preleva i nostri concittadini dai loro letti e proviene da un sistema stellare, possiamo definire un diagramma e abbiamo una possibilità contro di essa.
Affrontare la probabilità che queste intelligenze siano state con noi per sempre, siano raramente visibili e che siamo in svantaggio in confronto a loro, va contro la tendenza del bisogno umano di vivere, lottare e vedere un altro giorno. In altre parole, nessuno vuole pagare per vedere un film, o guardare una serie televisiva, di shadow boxing.
L’ultima parola sul tema è stata pronunciata decenni fa e, ironia della sorte, da uno scienziato:

«Penso che siano (gli UFO) qualcosa di molto più metafisico che extraterrestre. Potrebbero provenire da un universo parallelo. I mistici e grandi leader religiosi ci hanno detto da tempo che il mondo fisico che vediamo intorno a noi non è la somma totale del nostro ambiente - che ci sono altri piani di esistenza. Se l’evidenza suggerisce che c’è una dimensione paranormale nel fenomeno UFO, dovremo perseguirla.
Gli UFO segnalano quella che potrebbe essere la fine del mondo “normale” e l’avvento di un altro».

Lo scienziato era J. Allen Hynek.
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