Come vengono utilizzati gli aerei drone?

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IRONMAN.75
00domenica 10 febbraio 2013 11:23


Ho trovato un'articolo in rete molto interessante che racchiude in sé anche qualcosa di inquietante, cioe' il fatto di poter utilizzate questi velivoli per uccidere terroristi indubbiamente; ma anche in America.
Lo riporto qua sotto.

Prima l'uscita di un documento riservato in cui si giustifica l’uccisione di cittadini americani. Poi la contestata nomina dello stratega degli aerei senza pilota a capo della Cia. Un punto su cosa sono, cosa fanno e chi possono uccidere


La nomina da parte di Obama di John Brennan, consigliere per le politiche antiterrorismo, e stratega dei droni come è stato soprannominato, a nuovo capo della Cia, ha riaperto il dibattito sul programma Usa di utilizzo degli aerei senza pilota e sulla possibilità di uccidere con questi sospetti terroristi. A riattualizzare il discusso e semisconosciuto - non si sa effettivamente quanti attacchi siano stati effettuati dal suo lancio né quante siano le vittime, qualcuno parla di circa 4500 - programma americano non è però solo la nomina di Brennan, ma soprattutto il leak di un documento ottenuto dalla Nbc, che riporta una sorta di motivazione sulla possibilità di uccidere anche cittadini Usa. Ma andiamo con ordine.

Come viene motivata l’uccisione di cittadini americani con i droni?

La questione riportata alla ribalta dal leak si riferisce soprattutto all’uccisione operata dai droni, nel 2011, di Anwar al-Awlaki e Samir Kahn, cittadini americani ritenuti collaboratori di Al Qaeda, ma mai incriminati ufficialmente, come ricorda The Daily Beast. Proprio questo, il fatto di non essere mai stati accusati e sottoposti a processo, aveva aperto il dibattito, perché ci si interrogava se così facendo l’amministrazione Usa non fosse venuta meno al quinto emendamento (nel passaggio in cui si afferma che non si può togliere la vita - libertà e proprietà - a qualcuno senza un giusto processo). Nel documento ottenuto dalla Nbc, invece, azioni del genere vengono giustificate e ritenute legali nel momento in cui si riconosca la presenza di “un’imminente minaccia”. Salvo poi, apparentemente contraddirsi, specificando come questo non significhi avere prove evidenti di un attacco ai danni di persone e interessi Usa nell’immediato. E ancora, a decidere se il target – non necessariamente in affari con Al Qaeda, ma, un anche “una forza associata” o anche “un senior leader operativo” - rappresenti o meno una minaccia sarebbe un “ufficiale di alto livello”, non meglio specificato.

Contro chi sono diretti i droni?

All’inizio del programma, nel 2002, i target erano i grandi capi di Al Qaeda, ritenuti i grandi nemici degli Usa. Ma mano a mano gli obiettivi si sono moltiplicati, includendo anche militanti di più basso livello, come sono quelli presi di mira dai droni che percorrono i cieli sopra Afghanistan, Pakistan, Yemen e Somalia. Come racconta ancora il The Daily Beast, spesso i target sono misconosciuti, anche perché la logica della Cia è quella di colpire più i comportamenti riconducibili a quelli dei militanti che i militanti stessi, e quindi le singole personalità.

I droni possono uccidere i civili?

Le vittime civili sarebbero “estremamente rare”, secondo Brennan, e a “singola cifra” ogni anno, nelle parole della senatrice Dianne Feinstein, scrive Wired.com, vista anche la precisione con cui possono operare i droni. Basti pensare però allo scorso agosto, quando l’uccisione di tre membri yemeniti di Al Qaeda ha determinato la morte anche di alcuni civili. Singole cifre che però, secondo le stime del Bureau of Investigative Journalism sulle vittime della guerra dei droni, nel complesso arriverebbero a formare centinaia di uccisioni civili. Estrapolare i numeri sulle morti totali, e dei civili in particolare, non è semplice, anche vista la riservatezza con cui è operato il programma, sebbene Brennan abbia dichiarato di voler “ottimizzare la trasparenza” sulle operazioni (e al tempo stesso però mantenere la segretezza).

Lo stratega dei droni e gli interrogatori-tortura

Non è solo questione di trasparenza. Anzi, per certi versi, è proprio questa a suscitare polemiche. John Brennan, secondo cui l’uso dei droni sarebbe un metodo per “salvare vite quando non ci sono altre alternative per mitigare le minacce”, è anche l’uomo legato alle polemiche sulle discusse tecniche di interrogazione della Cia (tra cui il waterboarding, metodo più vicino alla tortura che a un interrogatorio). “Non ho preso provvedimenti per fermare l’uso di queste tecniche nella Cia. Non ero nella catena di comando del programma”, avrebbe detto Brennan, pur contestando le dure tecniche di interrogatorio. Secondo quanto scrive la Reuters, Brennan non avrebbe cercato di fermarle, perché la questione riguardava affari portati avanti da diverse parti dell’agenzia e sotto diverse autorità. Le posizioni di Brennan tornano oggi alla ribalta non solo perché si tratta dell’uomo dietro il programma dei droni, ma anche perché la sua nomina a capo della Cia in occasione del primo mandato di Obama sarebbe stata ostacolata proprio dalle sue opinioni riguardo i duri metodi di interrogatorio.

Fonte:

daily.wired.it/news/politica/2013/02/08/obama-droni-usa-7826...
_Thomas88_
00martedì 12 febbraio 2013 20:41
I droni sono il futuro, inutile negarlo.
Verranno impiegati sempre più spesso e in numero sempre maggiore.

Poi c'è chi dice che uccidere persone con i droni è come giocare alla Play Station, ad un videogioco...
Perchè ucciderle con i caccia supermoderni di oggi, o con gli AH-64 Apache, con missili che colpiscono il bersaglio da km di distanza non è la stessa cosa?
La differenza è che si elimina il rischio di perdita dei proprio piloti che conducono la missione contro il nemico.
IRONMAN.75
00martedì 12 febbraio 2013 21:13
Si hai ragione Thom, ma sai anche tu che i droni sono puramente aerei spia quindi nell'operazione di uno sgancio di una bomba o fuoco(chiaramente se equipaggiato) nessuno verrebbe a sapere del suo passaggio come contrariamente si fa con gli aerei caccia "normali". E non sono d'accordo che tali operazioni si svolgano all'isaputa dei civili sia che siano cittadini Americani che di altre nazioni.
E' questa l'unica pecca del documento di cui parla l'articolo secondo mè
_Thomas88_
00martedì 12 febbraio 2013 21:25
Re:
IRONMAN.75, 12/02/2013 21:13:

Si hai ragione Thom, ma sai anche tu che i droni sono puramente aerei spia quindi nell'operazione di uno sgancio di una bomba o fuoco(chiaramente se equipaggiato) nessuno verrebbe a sapere del suo passaggio come contrariamente si fa con gli aerei caccia "normali".




Questo è sbagliato.
I droni sono nati come aerei spia ma ora esistono varianti armate per compiere missioni di attacco. Fra poco esisteranno droni appositamente nati per bombardare e colpire il nemico, gli UCAV (unmanned combat air vehicle).
Detto questo, le missioni dei droni sono nella maggior parte dei casi Top Secret, normale che i civili non sappiano quando hanno sulla propria testa un Predator o un Reaper pronto a raccogliere informazioni o a sganciare un missile Hellfire.
Quando, ad esempio, i droni americani colpiscono obiettivi in Pakistan, devi sapere che i servizi segreti pakistani hanno dato il consenso a queste operazioni.
Che ci vuoi fare...
Il bello degli UAV è che agiscono nel segreto più assoluto, o quasi visto che ogni tanto qualcuno ne viene abbattuto...
IRONMAN.75
00martedì 12 febbraio 2013 21:40
Bhe' comunque se si deliberano delle leggi del genere io la vedo brutta per il nostro futuro, basta per esempio che qualcuno dica che c'e' un terrorista in una certa zona in Italia, che praticamente si corre il rischio che i bombardati siamo anche noi.
_Thomas88_
00mercoledì 13 febbraio 2013 15:16
Re:
IRONMAN.75, 12/02/2013 21:40:

Bhe' comunque se si deliberano delle leggi del genere io la vedo brutta per il nostro futuro, basta per esempio che qualcuno dica che c'e' un terrorista in una certa zona in Italia, che praticamente si corre il rischio che i bombardati siamo anche noi.




Non è così semplice. Sevono permessi, accordi tra i paesi...
Per di più, qui si sta mondando un caso su due cittadini americani accusati di terrorismo che sono stati uccisi in Yemen e non in territorio americano.
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