AIRBUS A330, volo AF447 from RIO.

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assenzio00
00lunedì 1 giugno 2009 20:25
La vicenda odierna del crash dell'Airbus A330 da Rio mi sembra pochissimo chiara.

Dunque:
- (dal Corriere) "Un Airbus 330-200 della compagnia di bandiera francese Air France decollato alle 19 di domenica (ora italiana) dall'aeroporto brasiliano di Rio de Janeiro e diretto a quello di Parigi «Charles-de-Gaulle» è scomparso dagli schermi radar alle 3.30, ora italiana, mentre era in volo sull'Oceano Atlantico. L'aereo, con 231 persone a bordo (tra le quali almeno 10 italiani) doveva arrivare alle 11.10 nella capitale francese".
- 3h30 del mattino, ultimo contatto radar.
- 4h00 del mattino, l'aereo è entrato in una zona di turbolenza.
- 4h15 del mattino, dei messaggi di allerta automatici sono stati mandati dall'aereo alla compagnia
- attesa che l'aereo esca dalla turbolenza
- alle 7h00 o alle 8h00 nessun riscontro e si comincia a "supporre" che ci sia qualche problema
- verso le 9h30 del mattino, Air France stima la situzione abbastanza grave da avvertire le autorità e mettere in piedi una unità di crisi
- alle 18h40 non c'è ancora la lista dei passeggeri

Si è regito dopo i segnali di allerta dopo 5 ore.
I media hanno dato la notizi circa sette ore dopo.
Nessuna ipotesi fatta finora sui motivi della scomparsa dell'aereo e del probabile crash viene completamente ritenuta attendibile.

La Francia ha chiesto l'aiuto del Pentagono. I satelliti non dovrebbero rilevare qualsiasi cosa si muove in cielo in qualsiasi zona del mondo?
Un aereo con 228 passeggeri + l'equipaggio è scomparso stamattina, se ne sono resi conto quattro ore dopo e tuttora nessuno sa dire nulla sul dove, sul quando e sul perchè.

(fonti: quotidiani italiani e francesi)

assenzio00
00lunedì 1 giugno 2009 23:46
Poichè Air France comincia ad attribuire la causa del crash alla turbolenza e, in particolare ad un possibile fulmine, dai preofessionisti arriva una risposta piuttosto scettica. Qui sotto riporto il parere di un pilota, simile a quello di molti suoi colleghi che in queste ore stanno analizzando i fatti sui loro forum.

Se necessita traduzione usare:

translate.google.com/translate_t?hl=it#
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La foudre ne peut être le seul élément du crash, dit un pilote

publié le 01/06/2009 à 22:51, Reuters



par Clément Guillou

PARIS, 1er juin (Reuters) - La foudre n'est sûrement pas le seul élément ayant entraîné l'accident de l'Airbus A330 d'Airbus effectuant lundi la liaison Rio de Janeiro-Paris, a affirmé le porte-parole du Syndicat national des pilotes de ligne (SNPL) Eric de Rivery.

Ce pilote est également pessimiste sur les chances de retrouver les boîtes noires qui permettraient de faire la lumière sur l'accident de cet avion où avaient pris place 216 passages et 12 membres d'équipage.

"On nous dit que la foudre a pu détruire l'avion. Je ne l'exclus pas, mais ce serait la première fois dans l'histoire de l'aviation qu'on se retrouve avec un avion totalement détruit par la foudre", a constaté Eric de Rivery, interrogé à Roissy devant le siège d'Air France.

Comme plusieurs autres pilotes, le porte-parole du SNPL a mis en doute la version très vite communiquée par la direction de sa compagnie, selon laquelle l'avion a probablement été foudroyé.

"On voit qu'on veut mener directement à ce que les cumulo-nimbus, la foudre, aient conduit à cet accident, mais il faut être très prudent et attendre que l'ensemble des informations soient dans nos mains.

"Il est vraisemblable qu'il y ait d'autres éléments. La foudre a pu avoir des conséquences sur l'intégrité de l'avion mais il est encore trop tôt pour se prononcer."


UNE ZONE D'ORAGES "BIEN CONNUE"

Retrouver les enregistreurs situés à l'arrière des avions permettrait de déterminer plus précisément les origines de l'accident, a-t-il expliqué.

"Il y a deux enregistreurs. Un qui enregistre les conversations dans l'avion, un autre de données: vitesse, accélération, altitude, position de certaines commandes de vol...

"Ce sont ces enregistreurs, ces boîtes noires, qui permettent de faire toute la lumière sur un accident. Comment peut-on s'exprimer sur les raisons d'un accident alors qu'il n'est même pas localisé ?", s'est interrogé le pilote.

Selon lui, il sera toutefois difficile de connaître toutes les circonstances de l'accident.

"Les enregistreurs sont faits pour résister à d'énormes accélérations. C'est possible qu'ils soient intacts, mais s'ils sont au fond de la mer on aura beaucoup de difficulté à les trouver et donc à les exploiter.

"Les chances sont très petites, très très petites, de retrouver l'avion, car on le cherche dans une zone immense de la mer."

Les conditions de vol entre les côtes brésiliennes et africaines sont très mouvementées et connues des pilotes, a ajouté le porte-parole du SNPL.

"C'est une partie où l'on a d'énormes orages, entre les deux tropiques. Elle est bien connue, ce sont des conditions habituelles.

"On ne peut pas dire que la foudre est la raison de l'accident mais on peut penser que c'en est un facteur. Ca secoue, on peut être frappé par la foudre, c'est possible. Mais ce n'est jamais un seul facteur qui mène à l'accident", a-t-il conclu. (Clément Guillou, édité par Gregory Schwartz)



ContactUfo
00martedì 2 giugno 2009 12:45
Tra le ipotesi c'è pure l'Ufo [SM=g27832]

dal corriere:

WASHINGTON — Di soli­to, prima di lanciare le teorie alternative o cospirative su Internet si aspetta qualche ora. Più un evento è difficile da decifrare e più crescono le possibilità di offrire spiega­zioni non ufficiali. Ombre che si sono allungate sulla tragedia dell’Airbus con mol­ti dubbi e sospetti. Alcuni le­gittimi, sorretti da valutazio­ni tecniche. Altri partoriti dal­la fantasia e dalla convinzio­ne che vi sia sempre un segre­to inconfessabile.

Al primo partito apparten­gono gli appassionati di aero­nautica che suggeriscono confronti con altri incidenti, citano rapporti, interrogano gli esperti. E ricordano, ad esempio, il volo Egyptair 990 finito nell’Atlantico nel 1999. Disastro provocato — a se­conda dei pareri — dal gesto kamikaze del pilota egiziano o da un’avaria improvvisa. Spostando di molte miglia verso nord est la rotta del jet francese c’è chi pensa al mi­sterioso Triangolo delle Ber­muda, tomba marina per de­cine di navi e aerei. Scenario alternativo: il jet ha avuto un incontro ravvicinato con Ufo e le onde elettromagnetiche potrebbero aver causato il blocco degli apparati.

Qualcu­no rammenta di aver visto un documentario in tv sulla presenza di campi magnetici al largo delle coste brasiliane che avrebbero fatto impazzi­re i sistemi di bordo. Restano alla finestra i frequentatori dei siti qaedisti pronti, in oc­casioni come questa, a mette­re rivendicazioni sul Web o ad alludere a «punizioni divi­ne ». Ma c’è ancora tempo e i commenti che parlano di pos­sibile «esplosione» potrebbe ispirare qualche comunicato. E non manca chi riesce per­sino a scherzare sovrappo­nendo la passione per i pol­pettoni televisivi all’ultima fiammella di speranza: «Quando ho sentito la noti­zia ho subito pensato: ma è come Lost, forse il jet è am­marato e i passeggeri sono un’isola». L’isola che non c’è.

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