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Antichi Dipinti

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2016 21:00
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15/11/2011 23:51

Ciao a tutti amici ,
vi volevo fare un piccolo regalo ,ho trovato questa raccolta di dipinti antichi che si suppone ritraggano ufo e volevo gustarla insieme a voi!
buona lettura [SM=g10034]





..... è legittimo avanzare l'ipotesi che gli autori abbiano voluto includere nelle loro opere una testimonianza di quei fenomeni "ufologici" ante litteram che si verificavano nel Medioevo e durante l'epoca romana con le stesse forme caratteristiche di quelli osservati nel nostro secolo.

Una carrellata di esempi appartenenti a culture di varie parti del mondo con la prefazione di poche ma significanti righe tratte dall'apocrifo "GIUSEPPE ED ASENETH".
........poi l’angelo di Dio disse ad Aseneth:”Porta via questa tavola!”. Ma non appena Aseneth si voltò per portare via la tavola, gli sparì velocemente ai suoi occhi. E Aseneth notò che qualcosa come un carro guidato da cavalli saliva verso il cielo, ma il carro era come un fuoco ardente, i cavalli come lampi, e l’angelo stava su quel carro
Questa è una vecchia illustrazione cinese, evidenzia un'antica conoscenza della macchine volanti. Il testo Mandarino è tradotto in " Queste due persone vogliono fare un viaggio, con un carro verso verso il "vento dell'ovest". Dopo 1000 miglia incontrano il "vento dell'est" e poi decidono di ritornare

Questa è un’illustrazione dal libro "Ume No Chiri (Dust of Apricot)" pubblicato nel 1803. Una nave straniera ed il suo equipaggio testimoni a Haratonohama (Haratono Seashore) in Hitachi no Kuni (Ibaragi Prefecture), Japan di questo strano oggetto.

L’illustrazione è un avvistamento di rosse “palle di fuoco” vicino a Nankin in China il 28 settembre 1890.Fu disegnato da Wu You-run, un pittore e lui stesso testimone di questo avvistamento. C’erano più di cento testimoni. Era descritto come somigliante ad un uovo ma non brillante. Si muoveva lentamente da est. L’immagine descrive i testimoni che osservano l’oggetto sul ponte di Shu Que. Ed un vecchio disse “ quando la palla apparve io udii un suono molto basso come un uomo che correva” So che l’immagine è tenue ma sono fiducioso di avere qualche volta una versione più chiara.
Questa è un'illustrazione che rappresenta l'avvistamento di una "ruota di fuoco" nell'anno 900 sul Giappone

Questa immagine di due crociati è tratta da un manoscritto del XII° secolo" Annales Laurissenses" ( libri di eventi storici e religiosi) e si riferisce ad un "oggetto volante" avvistato nell'anno 776, durante l'assedio del Castello di Sigiburg, in Francia. I Sassoni circondarono e assediarono i francesi. Essi stavano combattendo quando improvvisamente un gruppo di dischi (scudi fiammeggianti) volando apparvero sopra il tetto della chiesa. Ai Sassoni ciò apparve, come se i francesi fossero protetti da questi oggetti, e quindi fuggirono ritirandosi
Tante Ruote!, Questa immagine mostra l’avvistamento di un UFO su Amburgo, Germania il 4 Novembre 1697. Gli oggetti erano descritti come “Ruote Incandescenti”.
Questa è un'illustrazione dell'avvistamento che accadde nella città francese di Angers nell'anno 842

A fianco:Questa immagine proviene dal libro francese "Le Livre Des Bonnes Moeurs" di Jacques Legrand (1360-1415).Questo libro si può trovare nel Chantilly Condè's Museum rif 1338, 297 part 15 B 8. Alcuni dicono che la sfera è una Mongolfiera, però non c'erano mongolfiere in Francia a quel tempo.

questa immagine del XV° secolo proviene da Kiev.In esso si vede Gesù in un mezzo tipo razzo.
A fianco: questa immagine proviene da un libro intitolato Prodigiorum Ac Ostentorum Chronicon di Conrad Lycosthenes (1518-1561). Rappresenta l'avvistamento di un "Oggetto" in Arabia nel 1479. Il libro è conservato nell' Australian Museum Research Library.



L’illustrazione descrive un avvistamento avvenuto alle 21:45 del 18 agosto 1783 quando 4 testimoni sul terrazzo del Windsor Castle, osservarono un oggetto luminoso nei cieli dell’ Home Counties of England. L’avvistamento fu ricordato l’anno seguente nel “Philosophical Transactions of the Royal Society”. Secondo questo rapporto, i testimoni osservarono, una nuvola oblunga che si muoveva più o meno parallela all’orizzonte. Sotto questa nuvola si poteva osservare un oggetto luminoso, pressappoco sferico, brillante, che si fermò; questa strana sfera sembrava essere all’inizio di un colore blu pallido, ma poi la sua luminosità si incrementò e si diresse verso est. Poi l’oggetto cambiò direzione e si mosse parallelo all’orizzonte prima di scomparire a sud-est; la luce che emanava era prodigiosa; illuminava ogni cosa sul terreno. L’immagine era registrata da Thomas Sandby ( un fondatore della Royal Academy) e suo fratello Paul, entrambi testimoni di quest’evento

In questo dipinto di Masolino Da Panicale (1383-1440), intitolato "Il Miracolo della Neve"conservato nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Firenze, sono rappresentati Gesù e Maria su qualcosa che appaiono come nubi lenticolari.

Questa immagine è un avvistamento che avvenne a Norimberga il 14 aprile 1561. Apparve in una locale incisone scolpita da Hans Glasser. I globi, croci e tubi cominciarono a a combattere l’uno contro l’altro,e questo andò avanti per un’ora. Poi tutti cadderò a terra,estinguendosi come un fuoco, che lentamente si spegne producendo un po’ di vapore. In seguito fu visto un’ oggetto simile ad una lancia nera, e tutto l’evento fu preso come un’ avvertimento divino. Conservato alla Wickiana Collection, Zurich Central Library.

Questa è una illustrazione rinascimentale di un "Oggetto" avvistato a Roma e descritta in un libro "Prodigiorum liber" dello storico romano Julio Obsequens - " Qualcosa che assomiglia ad una sorta di arma, o missile, si alzò con grande rumore dalla terra, e volò in alto nel cielo".
Questo è un arazzo chiamato “Il trionfo dell’estate” e fu creato a Bruges nel 1538. Ora è ospitato nel Bayerisches National Museum. Si può chiaramente vedere diversi oggetti che assomigliano a dischi nell’alto dell’arazzo. Qualcuno ha speculato che siano isole, se così fosse, queste isole starebbero fluttuando nel cielo.
Questo dipinto è intitolato "La Madonna con San Giovannino" fu dipinto nel XV° secolo, da un artista di incerta collocazione forse della scuola del Ghirlandaio, ed è conservato in Palazzo Vecchio. Un oggetto identificabile con un disco è in alto sulla destra di Maria. Nell'ingrandimento di questa sezione si vede chiaramente un uomo ed il suo cane che stanno guardando l'oggetto nel cielo


Questi due arazzi furono fatti nel XV° secolo. Entrambi rappresentano la vita di Maria. Oggetti modellati come cappelli si possono chiaramente vedere in entrambi gli arazzi. Il primo sulla destra è intitolato "The Magnificat". Ambedue sono conservati nella basilica francese di Notre-Dame in Beaune, Francia





La prima immagine rappresenta un affresco intitolato " La Crocefissione" e fu dipinto nel 1350. Due oggetti con con all'interno figure, si possono vedere negli angoli in alto sia a destra che a sinistra dell'affresco, questo è situato sopra l'altare nel Visoki Decani Monestary in Kosovo
Questo è un dipinto su legno che rappresenta Mosè che riceve le tavole, ci sono vari oggetti nel cielo. l'artista e la data di esecuzione sono sconosciuti




Questo è tratto dal vol.42 del ”Philosophical Transactions”e descrive un avvistamento che accadde il 16 dicembre 1742. Questa è una ricostruzione contemporanea dell’oggetto dipinto con i colori descritti.




Questo affresco del XVII° secolo è situato nella Svetishoveli Cathedral in Mtskheta, Georgia. Ci fa conoscere due oggetti che assomigliano a piatti ,all’altra parte di Cristo. In questi due ingrandimenti si possono vedere le immagini contenute


Questa immagine del X° secolo è tratta dal "Prajnaparamita Sutra" traduzione Tibetana di un testo Sanscrito, conservata in un museo giapponese. Nell'ingrandimento si possono vedere due oggetti che somigliano a cappelli, ma perchè stanno fluttuando a mezz'aria? ed uno di essi sembra avere porte rotonde.

Nei testi Veda Indiani ci sono molte descrizioni dei Vimana. Il Ramayana descrive i Vimana come un doppio ponte, un velivolo circolare o cilindrico con oblò ed una cupola. Volavano con "la velocità del vento" producendo un "suono melodioso

1660. L'illustrazione descrive, l'avvistamento fatto da due navi francesi nel Mare del Nord di un oggetto che si muoveva lentamente nel cielo. Essa sembra essere fatto da due dischi di differente grandezza. Il resoconto di questo evento è fatto in un libro intitolato "Theatrum Orbis Terrarum" di Admiral Blaeu.

Questa è una medaglia francese apparentemente commemorativa, di un oggetto discoidale (forse uno scudo) simile ad una ruota avvistato nel 1680. L’artista e la località sono sconosciute.

Questa incisione di Samuel Coccius, illustra l’avvistamento di un’oggetto simile ad un UFO sopra Basilea, Svizzera nel 1566. “Grandi globi neri” apparvero nei cieli. Questa è conservata nella Wickiana Collection, Zurich Central Library.

L'immagine è intitolata "The Assumption of the Virgin" di autore anonimo dipinto c.1490. Di nuovo ci sono nubi lenticolari?..

Febbraio 1465. L'illustrazione estratta dal "Notabilia Temporum" di di Angelo de Tummulillis. Descrive una "trave di fuoco" vista nel cielo durante il regno di Enrico IV
Dei che volano su oggetti nel cielo autore e datazione sconosciuta


spero vi sia piaciuta !! [SM=g1420769]


fonte www.misteromania.it/antichi/dipinti.htm
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16/11/2011 01:52

A proposito di questa foto



Nel suo libro edito nel 1945, Navicelle e Jet, lo scienziato americano Herbert S. Zim descrisse il primo tentativo compiuto da un cinese che sognava di potersi lanciare un giorno nello spazio. Era la fine del XIV secolo, e un ufficiale di nome Wan Hu si legò a una sedia con 47 razzi, dei più grossi che si potessero trovare a quei tempi, poi con entrambe le mani si tenne ad un aquilone gigantesco. Aveva chiesto ai suoi servitori di accendere razzi così perché lo lanciassero nel suo viaggio nello spazio. Ma non ce la fece: anzi, sacrificò la sua vita per un sogno segnando tuttavia in questo modo la prima pagina del lunghissimo racconto dell’ambizione umana per il volo spaziale.





history.msfc.nasa.gov/rocketry/06.html

paviavio.wordpress.com/2009/10/08/story-of-wan-hu-the-first-astronaut-in-th...

www.rmhb.com.cn/chpic/htdocs/rmhb/itlia/200801/news/2-1.htm

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16/11/2011 02:18

Re:
eone nero, 16/11/2011 01:52:

A proposito di questa foto


Nel suo libro edito nel 1945, Navicelle e Jet, lo scienziato americano Herbert S. Zim descrisse il primo tentativo compiuto da un cinese che sognava di potersi lanciare un giorno nello spazio. Era la fine del XIV secolo, e un ufficiale di nome Wan Hu si legò a una sedia con 47 razzi, dei più grossi che si potessero trovare a quei tempi, poi con entrambe le mani si tenne ad un aquilone gigantesco. Aveva chiesto ai suoi servitori di accendere razzi così perché lo lanciassero nel suo viaggio nello spazio. Ma non ce la fece: anzi, sacrificò la sua vita per un sogno segnando tuttavia in questo modo la prima pagina del lunghissimo racconto dell’ambizione umana








Che belle storia [SM=g1420767]


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16/11/2011 02:36

Re: Re:
Alex1304, 16/11/2011 02.18:



Che belle storia [SM=g1420767]





Questa è Storia, come hai visto c'è un link ed un filmato NASA, l'uomo ha capacità incredibili, peccato che si perda tra religioni e guerre. [SM=g8245]

La scienza di frontiera che studia quanto hai postato si chiama Clipeologia.

http://it.wikipedia.org/wiki/UFO_nell'antichit%C3%A0

www.croponline.org/clipeologia.htm

digilander.libero.it/cuf.fe/clipeologia.htm



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16/11/2011 08:51

Davvero belli, su alcuni dipinti il collegamento con il fenomeno UFO è davvero ineludibile, peccato non avere altri documenti o testimonianze del tempo che li confermino
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16/11/2011 12:05

Re:
fabik, 16/11/2011 08.51:

Davvero belli, su alcuni dipinti il collegamento con il fenomeno UFO è davvero ineludibile, peccato non avere altri documenti o testimonianze del tempo che li confermino




Quoto alla grande.
Alcuni dipinti sono bellissimi e sembrerebbero ritrarre veramente delle navicelle spaziali.
[Modificato da _Thomas88_ 16/11/2011 12:05]
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16/11/2011 12:31

Re: Re:
_Thomas88_, 16/11/2011 12:05:




Quoto alla grande.
Alcuni dipinti sono bellissimi e sembrerebbero ritrarre veramente delle navicelle spaziali.



Sono magnifici
Guardate questo Disegno trovato in una grotta nel deserto del sahara, risalente al 6000 ac sembra ritrarre un essere con un oggetto discoidale


Guardate qua ve ne sono molte altre buona visione [SM=g1420770]

translate.googleusercontent.com/translate_c?hl=fr&rurl=translate.google.fr&sl=en&tl=it&twu=1&u=http://www.nephilimskulls.com/Articles.asp%3FID%3D149&usg=ALkJrhihAFKGw-iiFEhnqI16k7...
[Modificato da Alex1304 16/11/2011 12:31]
17/11/2011 13:12

Mi attracco a questa bella discussione che ho visto solo ora, perche' sono stao fuori e lontano dal forum.

Allora io direi che bisogna frazionare le epoche storiche e poi contestualizzare [SM=g1950677]

- tutti i reperti grafici prima del 1500dc sono da contestualizzare bene e possono diventare delle ottime tracce indirette di paleocontatti.

- tutti i reperti grafici tra il 1500dc - 1800dc vanno attentamente pesati, esaminati e contestualizzati tenendo presente che man mano che ci si avvicina all'estremo destro 1800dc, tanto piu' il reperto grafico e' rilevante a causa del caos entropico.

-tutti i reperti iconografici oltre il 1800dc non sono utilizzabili come prova in una ricerca paleoufologica, a meno che non si cambi metodo di ricerca, in quanto dopo il 1500dc ogni potenziale traccia indiretta di possibile paleocontatto si pesa e non si conta! [SM=g8284]

Quindi cominciando da quelli piu' interessanti, [ - Infinito, 1500dc ] direi che dopo aver estratto data certa dell'iconografia c'e da iniziare una ricerca, applicando i criteri di misurazione del gradiente alieno nella societa' umana che ha prodotto tali iconografie e poi vedere se e' il caso di andare piu' a fondo [SM=g1420769]

Se mi aiutate ;-) possiamo iniziar a far cosi', poi dopo aver estratto (se ce ne sono) casi importanti si puo' passare al periodo 1500-1800 che e' estremamente critico ed a cui bisogna fare una pesante contestualizzazione ed un'attenta pesatura in quanto il caos entropico e l'asimmetria informativa cresce in modo esponenziale! e non si puo' piu' applicare i criteri di data mining umano della ricerca paleoufologica per le condizioni 1,2,3,4 [SM=g8243]
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17/11/2011 13:49

la seconda immagine (l'illustrazione giapponese) è connessa a una testimonianza trascritta per la prima volta sul libro Hyouryuukishuu (Racconti di Naufragi), nel periodo Edo nipponico; storia che in seguito è stata riportata su altri scritti, con talune varianti (probabilmente per non passare per copioni di prima categoria!!). sulla spiaggia di Harashagahama, si arenò un vascello di piccole dimensioni, apparentemente fatto di ferro e con oblò di vetro (ipotesi: una capsula di salvataggio lanciata da un'astronave??). strane lettere, un alfabeto sconosciuto, furono osservati sia all'interno e sia all'esterno della nave. a bordo c'era una ragazza dai capelli rossi e con la carnagione molto chiara (ipotesi 2: una 'nordica'? ma solitamente quei tipi sono biondi!!). tale donna si esprimeva in un linguaggio sconosciuto e stringeva una scatola quadrata (ipotesi 3: un computer di qualche tipo?? qualche altra diavoleria tecnologica aliena??)

ricordo di aver visto un documentario a riguardo, tempo fa. a quanto pare, i giapponesi son notevolmente affascinati da questa storia.. [SM=g8320]
[Modificato da AlyxVance 17/11/2011 13:53]
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17/11/2011 13:50

Re:
cazz@ro6502, 17/11/2011 13.12:

Mi attracco a questa bella discussione che ho visto solo ora, perche' sono stao fuori e lontano dal forum.

Allora io direi che bisogna frazionare le epoche storiche e poi contestualizzare [SM=g1950677]

- tutti i reperti grafici prima del 1500dc sono da contestualizzare bene e possono diventare delle ottime tracce indirette di paleocontatti.

- tutti i reperti grafici tra il 1500dc - 1800dc vanno attentamente pesati, esaminati e contestualizzati tenendo presente che man mano che ci si avvicina all'estremo destro 1800dc, tanto piu' il reperto grafico e' rilevante a causa del caos entropico.

-tutti i reperti iconografici oltre il 1800dc non sono utilizzabili come prova in una ricerca paleoufologica, a meno che non si cambi metodo di ricerca, in quanto dopo il 1500dc ogni potenziale traccia indiretta di possibile paleocontatto si pesa e non si conta! [SM=g8284]

Quindi cominciando da quelli piu' interessanti, [ - Infinito, 1500dc ] direi che dopo aver estratto data certa dell'iconografia c'e da iniziare una ricerca, applicando i criteri di misurazione del gradiente alieno nella societa' umana che ha prodotto tali iconografie e poi vedere se e' il caso di andare piu' a fondo [SM=g1420769]

Se mi aiutate ;-) possiamo iniziar a far cosi', poi dopo aver estratto (se ce ne sono) casi importanti si puo' passare al periodo 1500-1800 che e' estremamente critico ed a cui bisogna fare una pesante contestualizzazione ed un'attenta pesatura in quanto il caos entropico e l'asimmetria informativa cresce in modo esponenziale! e non si puo' piu' applicare i criteri di data mining umano della ricerca paleoufologica per le condizioni 1,2,3,4 [SM=g8243]




....aridaie co 'sti paleo contatti,caos entropico,contestualizzazione, e asimmetria informativa ....me fai veni' er mar de testa!(linguaggio romanesco da stress!) [SM=g1420769]
[Modificato da (richard) 17/11/2011 13:51]
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17/11/2011 14:58

Hyouryuukishuu:l’UFO nella storia giapponese



La Biblioteca Iwase Bunko è in possesso di un documento intitolato Hyouryuukishuu ( “Diario e racconti dei naufraghi”), che è stato stampato nel corso del tardo periodo Edo (1603-1868).Il documento racconta le storie di marinai giapponesi che si trovarono in terre straniere dopo essersi persi in mare, così come stranieri naufraghi approdati sulle spiagge del Giappone. Per il popolo giapponese, che all’epoca viveva in un prolungato periodo di isolamento nazionale, questi racconti esotici devono essere sembrati molto fantastici.Ma oggi queste storie sono state ristudiate e tra queste storie vi è il racconto di una nave naufragata, con un aspetto molto misterioso.Secondo il documento, questa nave è spiaggiata a Harashagahama a Hitachi-no-kuni (l’attuale prefettura di Ibaraki).



Il corpo della nave, descritta come 3,3 metri di altezza e 5,4 metri di larghezza, era stato costruito da materiale simile al colore del legno di sandalo rosso e ferro ed era dotato di finestre di vetro o cristallo. Personaggi misteriosi ed un alfabeto sconosciuto sono stati trovati in iscrizioni all’interno della nave.A bordo della nave alla deriva fu trovata una donna giovane elegantemente vestita con un viso pallido con sopracciglia e capelli rossi , f u stimatao essere tra i 18 ei 20 anni. Fu scritto che parlava una lingua sconosciuta, metallica , tanto che quelli che aveva incontrato non erano in grado di determinare da dove fosse venuta. Tra le sue braccia stringeva una semplice cassa luminosa simil legno che sembrava essere di grande valore per lei, alpunto da non permettere a nessuno di avvicinarvisi. Il documento mostra una porzione di testo che si trova all’interno della nave (foto).



Altri documenti del periodo Edo descrivono le varianti dettagliate di questo misterioso incontro. Toen Shousetsu (1825), nel libro Kyokutei Bakin (che è più famoso per i suoi 106 volumi di epica samurai Nansou Satomi Hakkenden) racconta la storia dell’incontro stesso, riferendosi alla strana imbarcazione come il utsuro-fune ( “nave lievitante vuota”). Un’altra variante di questo racconto appare in Ume no Chiri (1844), scritto da un autore relativamente sconosciuto chiamato Nagahashi Matajirou. ” Un’analisi approfondita di queste due varianti della storia si possono trovare in un articolo tradotto da Kazuo Tanaka intitolato “Incontro ravvicinato su una spiaggia giapponese nel 1803.Questo racconto è il secondo ufficiale che sta riscuotendo un interesse nazionale per i sui dettagli sul fenomeno ufo giapponese.


Fonte:

www.youkosoitalia.net/2010/01/13/hyouryuukishuul%E2%80%99ufo-nella-storia-gia...

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17/11/2011 15:01

Re:
eone nero, 17/11/2011 14.58:

Hyouryuukishuu:l’UFO nella storia giapponese



La Biblioteca Iwase Bunko è in possesso di un documento intitolato Hyouryuukishuu ( “Diario e racconti dei naufraghi”), che è stato stampato nel corso del tardo periodo Edo (1603-1868).Il documento racconta le storie di marinai giapponesi che si trovarono in terre straniere dopo essersi persi in mare, così come stranieri naufraghi approdati sulle spiagge del Giappone. Per il popolo giapponese, che all’epoca viveva in un prolungato periodo di isolamento nazionale, questi racconti esotici devono essere sembrati molto fantastici.Ma oggi queste storie sono state ristudiate e tra queste storie vi è il racconto di una nave naufragata, con un aspetto molto misterioso.Secondo il documento, questa nave è spiaggiata a Harashagahama a Hitachi-no-kuni (l’attuale prefettura di Ibaraki).



Il corpo della nave, descritta come 3,3 metri di altezza e 5,4 metri di larghezza, era stato costruito da materiale simile al colore del legno di sandalo rosso e ferro ed era dotato di finestre di vetro o cristallo. Personaggi misteriosi ed un alfabeto sconosciuto sono stati trovati in iscrizioni all’interno della nave.A bordo della nave alla deriva fu trovata una donna giovane elegantemente vestita con un viso pallido con sopracciglia e capelli rossi , f u stimatao essere tra i 18 ei 20 anni. Fu scritto che parlava una lingua sconosciuta, metallica , tanto che quelli che aveva incontrato non erano in grado di determinare da dove fosse venuta. Tra le sue braccia stringeva una semplice cassa luminosa simil legno che sembrava essere di grande valore per lei, alpunto da non permettere a nessuno di avvicinarvisi. Il documento mostra una porzione di testo che si trova all’interno della nave (foto).



Altri documenti del periodo Edo descrivono le varianti dettagliate di questo misterioso incontro. Toen Shousetsu (1825), nel libro Kyokutei Bakin (che è più famoso per i suoi 106 volumi di epica samurai Nansou Satomi Hakkenden) racconta la storia dell’incontro stesso, riferendosi alla strana imbarcazione come il utsuro-fune ( “nave lievitante vuota”). Un’altra variante di questo racconto appare in Ume no Chiri (1844), scritto da un autore relativamente sconosciuto chiamato Nagahashi Matajirou. ” Un’analisi approfondita di queste due varianti della storia si possono trovare in un articolo tradotto da Kazuo Tanaka intitolato “Incontro ravvicinato su una spiaggia giapponese nel 1803.Questo racconto è il secondo ufficiale che sta riscuotendo un interesse nazionale per i sui dettagli sul fenomeno ufo giapponese.


Fonte:

www.youkosoitalia.net/2010/01/13/hyouryuukishuul%E2%80%99ufo-nella-storia-gia...





....ma le foto non si vedono, è un problema solo mio o no?
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Re:
AlyxVance, 17/11/2011 13:49:

la seconda immagine (l'illustrazione giapponese) è connessa a una testimonianza trascritta per la

ricordo di aver visto un documentario a riguardo, tempo fa. a quanto pare, i giapponesi son notevolmente affascinati da questa storia.. [SM=g8320]




grazie AlyxVance per lo spunto
Ecco cosa ho trovato


UFO nel Giappone nell’anno 1803?

La Biblioteca Iwase Bunko è in possesso di un documento intitolato Hyouryuukishuu (“Diario e racconti dei naufraghi”), che è stato stampato nel corso del tardo periodo Edo (1603-1868). Il documento racconta le storie di marinai giapponesi che si trovarono in terre straniere dopo essersi persi in mare, così come stranieri naufraghi approdati sulle spiagge del Giappone. Per il popolo giapponese, che all’epoca viveva in un prolungato periodo di isolamento nazionale, questi racconti esotici devono essere sembrati molto fantastici. Ma oggi queste storie sono state ristudiate e tra queste storie vi è il racconto di una nave naufragata, con un aspetto molto misterioso. Secondo il documento, questa nave è spiaggiata a Harashagahama a Hitachi-no-kuni (l’attuale prefettura di Ibaraki).
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Il corpo della nave, descritta come 3,3 metri di altezza e 5,4 metri di larghezza, era stato costruito da materiale simile al colore del legno di sandalo rosso e ferro ed era dotato di finestre di vetro o cristallo. Personaggi misteriosi ed un alfabeto sconosciuto sono stati trovati in iscrizioni all’interno della nave. A bordo della nave alla deriva fu trovata  una donna giovane elegantemente vestita  con un viso pallido con sopracciglia e capelli rossi , fu  stimato essere tra i 18 ei 20 anni. Fu scritto che parlava una lingua sconosciuta, metallica , tanto che quelli che aveva incontrato non erano in grado di determinare da dove fosse venuta. Tra le sue braccia  stringeva una semplice cassa luminosa simil legno che sembrava essere di grande valore per lei, al punto da non permettere a nessuno di avvicinarvisi.
[IMG]http://i52.tinypic.com/28br68j.jpg[/IMG]


Il documento mostra una porzione di testo che si trova all’interno della nave.
[IMG]http://i53.tinypic.com/72swmg.jpg[/IMG]



Altri documenti del periodo Edo descrivono le varianti dettagliate  di questo misterioso incontro. Toen Shousetsu (1825), nel libro Kyokutei Bakin (che è più famoso per i suoi 106 volumi di epica samurai Nansou Satomi Hakkenden) racconta la storia dell’incontro stesso, riferendosi alla strana imbarcazione come il utsuro-fune (“nave lievitante vuota”).
[IMG]http://i56.tinypic.com/20s7fvo.jpg[/IMG]



Un’altra variante di questo racconto appare in Ume no Chiri (1844), scritto da un autore relativamente sconosciuto chiamato Nagahashi Matajirou. ” Un’analisi approfondita di queste due varianti della storia si possono trovare in un articolo tradotto da Kazuo Tanaka intitolato “Incontro ravvicinato su una spiaggia giapponese nel 1803. Questo racconto è il secondo ufficiale che sta riscuotendo un interesse nazionale per i sui dettagli sul fenomeno ufo giapponese.

Il video continua riferendo che, a sostegno delle proprie affermazioni, i teorici degli "Antichi astronauti" indicano le prime incisioni e sculture giapponesi che suggerirebbero vari incontri con gli extraterrestri.
[IMG]http://i56.tinypic.com/57kee.jpg[/IMG]



Alcuni ufologi hanno interpretato la statuetta di argilla come un antico astronauta che visitò la Terra nel Giappone antico; mostra dettagli che si vuole siano una tuta spaziale, una visiera e un elmetto.
www.nibiru2012.it/forum/ufo/la-leggenda-di-hyouryuukishuu-13608...

centroufologicotaranto.wordpress.com/2010/02/17/ufo-nel-giappone-nellan...
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17/11/2011 15:25

Re: Re:
(richard), 17/11/2011 15.01:




....ma le foto non si vedono, è un problema solo mio o no?



Prova a pulire la cache del browser, si vedono perfettamente.




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17/11/2011 15:26

Re: Re: Re:
eone nero, 17/11/2011 15.25:



Prova a pulire la cache del browser, si vedono perfettamente.








Adesso le vedo anch'io,grazie.
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17/11/2011 15:28

Re: Re:
Alex1304, 17/11/2011 15.18:




grazie AlyxVance per lo spunto
Ecco cosa ho trovato


UFO nel Giappone nell’anno 1803?

La Biblioteca Iwase Bunko è in possesso di un documento intitolato Hyouryuukishuu (“Diario e racconti dei naufraghi”), che è stato stampato nel corso del tardo periodo Edo (1603-1868). Il documento racconta le storie di marinai giapponesi che si trovarono in terre straniere dopo essersi persi in mare, così come stranieri naufraghi approdati sulle spiagge del Giappone. Per il popolo giapponese, che all’epoca viveva in un prolungato periodo di isolamento nazionale, questi racconti esotici devono essere sembrati molto fantastici. Ma oggi queste storie sono state ristudiate e tra queste storie vi è il racconto di una nave naufragata, con un aspetto molto misterioso. Secondo il documento, questa nave è spiaggiata a Harashagahama a Hitachi-no-kuni (l’attuale prefettura di Ibaraki).
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Il corpo della nave, descritta come 3,3 metri di altezza e 5,4 metri di larghezza, era stato costruito da materiale simile al colore del legno di sandalo rosso e ferro ed era dotato di finestre di vetro o cristallo. Personaggi misteriosi ed un alfabeto sconosciuto sono stati trovati in iscrizioni all’interno della nave. A bordo della nave alla deriva fu trovata  una donna giovane elegantemente vestita  con un viso pallido con sopracciglia e capelli rossi , fu  stimato essere tra i 18 ei 20 anni. Fu scritto che parlava una lingua sconosciuta, metallica , tanto che quelli che aveva incontrato non erano in grado di determinare da dove fosse venuta. Tra le sue braccia  stringeva una semplice cassa luminosa simil legno che sembrava essere di grande valore per lei, al punto da non permettere a nessuno di avvicinarvisi.
[IMG]http://i52.tinypic.com/28br68j.jpg[/IMG]


Il documento mostra una porzione di testo che si trova all’interno della nave.
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Altri documenti del periodo Edo descrivono le varianti dettagliate  di questo misterioso incontro. Toen Shousetsu (1825), nel libro Kyokutei Bakin (che è più famoso per i suoi 106 volumi di epica samurai Nansou Satomi Hakkenden) racconta la storia dell’incontro stesso, riferendosi alla strana imbarcazione come il utsuro-fune (“nave lievitante vuota”).
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Un’altra variante di questo racconto appare in Ume no Chiri (1844), scritto da un autore relativamente sconosciuto chiamato Nagahashi Matajirou. ” Un’analisi approfondita di queste due varianti della storia si possono trovare in un articolo tradotto da Kazuo Tanaka intitolato “Incontro ravvicinato su una spiaggia giapponese nel 1803. Questo racconto è il secondo ufficiale che sta riscuotendo un interesse nazionale per i sui dettagli sul fenomeno ufo giapponese.

Il video continua riferendo che, a sostegno delle proprie affermazioni, i teorici degli "Antichi astronauti" indicano le prime incisioni e sculture giapponesi che suggerirebbero vari incontri con gli extraterrestri.
[IMG]http://i56.tinypic.com/57kee.jpg[/IMG]



Alcuni ufologi hanno interpretato la statuetta di argilla come un antico astronauta che visitò la Terra nel Giappone antico; mostra dettagli che si vuole siano una tuta spaziale, una visiera e un elmetto.
www.nibiru2012.it/forum/ufo/la-leggenda-di-hyouryuukishuu-13608...

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E' impressionante la vicenda Alyx, soprattutto i simboli che c'erano nella navicella [SM=g1420770]
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17/11/2011 15:31

Re: Re: Re:
eone nero, 17/11/2011 15:25:



Prova a pulire la cache del browser, si vedono perfettamente.







Scusa eone abbiamo messo l'articolo nello stesso momento [SM=g1420771]

Che dire su queste testimonianze ? Bhe ... La nostra storia é piena di indizi , chissa che in questi reperti non ci sia la verita' , a noi tutti l'ardua ricerca [SM=g10034]
[Modificato da Alex1304 17/11/2011 15:32]
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17/11/2011 15:36

Re: Re: Re: Re:
Alex1304, 17/11/2011 15.31:



Scusa eone abbiamo messo l'articolo nello stesso momento [SM=g1420771]

Che dire su queste testimonianze ? Bhe ... La nostra storia é piena di indizi , chissa che in questi reperti non ci sia la verita' , a noi tutti l'ardua ricerca [SM=g10034]




La verita' sta' sempre nel mezzo fuffa o verita' che sia!
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17/11/2011 15:40

ASTRONAUTI E DISCHI VOLANTI NEL GIAPPONE ANTICO



La storia del Giappone non finirà mai di stupirci. Il Giappone ha una storia antichissima e originale che ha inizio attorno al 10.000 a.C., con la nascita del primo e più importante nucleo paleolitico, quello Jomon, così denominato dal particolare decoro di un certo tipo di vasi sui quali è possibile ammirare strane cordicelle denominate appunto "Jomon". Sappiamo del ritardo della nascita dell’archeologia nipponica, eppure già dal VIII secolo ci si preoccupava di registrare gli eventi che accadevano in una sorta di annale. Si tratta del famoso Nihongi inizialmente conosciuto come Kojiki, traducibile in italiano con “cronache delle cose antiche”, che riportava fatti vecchi di secoli; è un opera letteraria molto complessa e decisamente affascinante quanto le sue vicende memorabili e fantastiche. Tra clipeologia e paleoastronautica, il Nihongi ci porta verso un mondo sconosciuto, conteso da forze soprannaturali e invisibili. Il libro fa un elenco delle apparizioni di presunti dischi volanti nei cieli del Giappone; il più memorabile resta quello accaduto nel 637:

Nel testo è scritto: "Una grande stella viaggiò da Oriente a Occidente e vi fu un rombo simile a quello del tuono".

Quando si verificò questo fenomeno la gente pensava che si trattasse del rumore di una stella cadente o di un tuono, ma un dotto, un certo monaco Bin, disse che si trattava del "cane celeste" il cui richiamo è come quello di un cane, appjnto. Il noto autore britannico Drake identificò il cane celeste con la stella Sirio anche se all’epoca il dotto monaco di cui abbiamo parlato voleva intendere l’apparizione di un altro cane celeste, come quello intravisto in Cina e registrato sull’antichissimo libro cinese "dei monti e dei mari". In questo antico libro si narra della presenza di qualcosa di misterioso:

"Sui Monti delle Porte Celesti c’è un cane rosso chiamato il cane celeste; il suo splendore vola attraverso il cielo, e quando lo solca diviene una stella lunga parecchie decine di pertiche. Esso è rapido come il vento, e come tuono è la sua voce, come lampo il suo fulgore”.

Analizzando quindi il passo possiamo più facilmente scoprire il segreto che dimora dietro il cane celeste. Alcuni, viste le caratteristiche associate quali tuono, lampo e cielo hanno pensato ad esso come ad un astronave proveniente da un altro mondo e precisamente dalla stella di Sirio visto che comunque per Cane celeste è da identificare la stella Sirio. Quindi nell’antica Cina arrivò a un certo punto un astronave da Sirio? Essa stessa giunse poi presso i giapponesi qualche anno più tardi?
Curioso che numerose popolazioni parlino dell’arrivo in tempi memorabili di esseri giunti da altri mondi, per lo più rettili o anfibi, e proprio da Sirio; curioso che anche le leggende asiatiche, giapponesi anche, parlino dell’arrivo di genti rettiliane pronte per mescolarsi con gli indigeni. Possiamo vedere in tutti questi lontani ricordi un'unica e lontana storia persa nel tempo? Ancora più sensazionale è la leggenda che vuole questi esseri arrivare da un continente sommerso nel Pacifico. Come collegare quindi le cose? Forse questi rettiliani costituirono un potente impero nel Pacifico e da qui si mossero per la conquista del pianeta? Forse giunsero dal continente di Mu, in seguito sommerso dal diluvio?
Non possiamo sapere cosa effettivamente accadde; certo che leggende comuni ci fanno sospettare che qualcosa del genere, sebbene in modo diverso, possa essere avvenuto veramente.

Proseguendo, il Nihongi ci racconta ancora dell’apparizioni di misteriosi oggetti:

640 d.C. “Nel 7° giorno del 2° mese di primavera, una stella entrò nella Luna”;
642 d.C. “In autunno, 9° giorno, 7° mese, durante il regno dell’imperatrice Ame-Toyo-Tokaro-Ikashi-hi-Tarashi-Hime, una stella ospite entrò nella Luna”;
681 d.C. “9° mese, 16° giorno: apparve una cometa. Nel 17° giorno il pianeta Marte entrò nella Luna;
682 d.C. “8 ° mese, 3° giorno…al tramonto, una grande stella passò da Oriente a Occidente”;
692° autunno, 28°mese, regno dell’imperatrice Tokama-No-Ara-Hiro-No-Hime. Il carro imperiale stava tornando al palazzo, nella notte, quando Marte e Giove s’avvicinarono e si ritrassero quattro volte, sino alla distanza d’un passo, risplendendo e scomparendo alternamente”



I passi in questione sono molto chiari e andando al di là dei nomi mitologici quali "stella", "fulmine" e "tuono", capiamo come gli antichi giapponesi abbiano probabilmente avvistato strani oggetti celesti, forse astronavi di altri mondi. Singolare che ci siano molti parallelismi con uguali fenomeni in Cina accaduti in tempi remoti: l’avvistamento dei cosiddetti dragoni volanti nel cielo, ad esempio; è anche il caso delle “monarchie celesti”, i più antichi manoscritti cinesi; essi ci narrano di imperatori-dèi vissuti per 18.000 anni, fino ad estinguersi.

Rimanendo in campo clipeologico citiamo la comparsa di misteri soli nel cieli del Giappone del 9 a.C., interpretato dagli adoratori del sole (questo culto era molto popolare anche nelle Americhe, e si rifaceva alla presunta venuta di dèi solari), come un segno di presagio negativo verso la dinastia Yamato, accusata di schiavizzare i suoi sudditi.
Anche nell’antico mondo mediterraneo si parla di qualcosa di simile: un semplice caso?

Dalla clipeologia alla paleoastronautica il passo è breve, ed è chiaro che se dei "signori celesti" ebbero l’ardire di farsi vedere sui propri veicoli è probabile che decisero anche di prendere contatto con i terrestri, fondando colonie, creando famiglie celesti e dinastie reali in quello che era il Giappone più antico e più enigmatico. Il Nihongi ci lascia credere che questi incontri fossero frequenti e connessi con le famiglie più importanti della Nazione.
Il primo racconto è una leggenda diffusa in Hokkaido che parla della discesa dal cielo di Okiku - rumi - kammi a Maiopira a bordo di una "luce shinta": una sorta di veicolo usato da quelle genti. Il racconto prosegue con gli insegnamento del dio agli Anui, la più antica popolazione giapponese, sul giusto modo di vivere. Segue poi l’eliminazione di un demone malvagio. Sembra uno di quei tanti racconti sudamericani che parlano di come fantastiche genti giungessero su "conchiglie di luce" e insegnassero agli indigeni tutta la loro scienza. Ecco come il mito della presenza di esseri extraterrestri torna ancora una volta e come ebbero un ruolo importante nella vita dell’uomo antico. La leggenda, come abbiamo visto, accenna anche a demoni: esseri extraterrestri che già si aggiravano nell’antico Arcipelago.

Vi è poi una leggenda del 667 a.C. che racconta di come l’imperatore Kami-Yamato-Iharo-Biko parlasse con i suo antenati celesti, che sarebbero ritornati poi al loro luogo di residenza a bordo di un oscillante vascello celeste, retrocedendo nel tempo per oltre 1.792.470.
Ricordiamo anche un racconto che si dovrebbe collegare al primo anche se il libro non è molto chiaro in merito. La leggenda dice che:

"Prima che il nipote di Amaterasu, Ninigi-no-Mikoto, discendesse dal cielo sul suo ponte galleggiante, gli si narrò che al crocicchio del cielo si trovava una strana divinità, il cui naso era lungo sette mani e dalla cui bocca, come dalla sua parte posteriore, splendeva una vivide luce. La dea Uzumenhime avvicinò lo straniero, il quale, presentandosi come Saruthe-hiko, le rivelò che anche egli si proponeva di prendere terra in Giappone, e le offrì un "ponte voltante" o un "vascello uccello-celeste".

Sia come sia è chiaro che in tempi antichi il Giappone fu visitato da numerosi esseri celesti, extraterrestri che avrebbero dato il via ad importanti quanto segreti nuclei culturali, portandoli verso un avanzato livello tecnologico, tanto che quanto giunsero altre razze simili si trovarono di fronte ad indigeni con una certa tecnologia, che permise loro di affrontarli.



Quanto detto finora è di un epoca più recente rispetto al Paleolitico Jomon, anch'esso probabilmente segnato dall’arrivo di extraterrestri di altri mondi. Le note statue doju del primo periodo Jomon, che riproducono in tutto e per tutto esseri scafandrati e con tutte spaziali, fanno pensare che veramente già in tempi molto antichi il Giappone sia stato visitato da esseri di altri mondi. E se in questa loro visita questi esseri giunti dalle stelle avessero deciso di modificare geneticamente l’antico abitante del Giappone, magari ibridandolo con i rettiliani, così da creare la stirpe mongola, che non ha affinità con nessun gruppo etnico nel resto del mondo? E se una civiltà con queste specifiche caratteristiche somatiche giunse nel Giappone antico stabilendosi lì per sempre? Con i secoli gli antichi astronauti naturalizzati terrestri avrebbero perso il ricordo della loro provenienza e sarebbero ritornati barbari, uomini primitivi al pari di tanti gruppi nati sulla Terra, forse in seguito a guerre devastanti. C’è tuttavia di più, infatti in tutto l’arcipelago sono state ritrovate misteriose spirali dipinte su rocce, piccole piramidi nel nord del Giappone, enigmatiche tavolette recanti glifi tanto simili a quelli Maya, disegni che mostrano uomini ballare davanti a spirali e soli argentei (dischi volanti?); ricordiamo le leggende della baia di Yatsushiro, che parlano dell’arrivo in tempi memorabili di esseri straordinari su lucenti vascelli; da essi gli indigeni appresero un'infinità di cose. Ricordiamo poi l’improvviso manifestarsi di strane luci nelle acque di Kumamoto, interpretato come segnale extraterrestre atto a celebrare l'antica venuta sulla Terra degli dèi.
Al VI sec. d.C. risale la vicenda di Gran Kamu (noto conquistatore divenuto poi Jimmu Tenno) che invadeva le isole giapponesi guidato niente che poco di meno dal “Corvo del Sole”, inviato dalla dea Amaterasu sulla Terra. Un veicolo cosmico in suo aiuto nelle campagne militari? Tutto è possibile e da qui si capisce come questi antichi dèi giapponesi, in realtà extraterrestri, non solo fondarono un importante centro culturale nel Gippone antico ma furono anche aiutanti nelle decisione quotidiane dai loro discendenti terrestri, semidei forse. Spesso gli imperatori dicevano di discendere dal cielo oppure di essere figli della dea del Sole; visto in chiave moderna il significato non può che avere una sola spiegazione.
Infine, una leggenda ci parla di Hitokotonusi, il dio della saggezza, il quale sarebbe sceso sulla Terra per istruire gli uomini e farsi consegnare tutte le armi. Un altro generoso cosmonauta che si fermò sulla Terra per istruire gli uomini, portandoli in questo caso alla non violenza. La leggenda in questione può essere paragonata a tanti altri casi simili della storia antica. Che dire poi degli dèi del pantheon schinthoista e dei numerosi demoni protagonisti delle fiabe giapponesi, forse anch'essi di origine extraplanetaria. È possibile, stando ancora al fatto che ebbero un legame con le dinastie locali, che decidessero di aiutare gli antichi abitanti del Giappone a vivere meglio divenendo loro governanti.


È possibile anche che arcipelago giapponese facesse parte di antichi imperi scomparsi (ammettendo sempre la loro esistenza); tracce di questi sarebbero dei simboli ricorrenti, quali la piramide e la spirale. Inoltre, ritroviamo qui la presenza di un'antica popolazione dagli occhi chiari e dal colorito biondo che adorava l’orso e il serpente: gli Anui. Come giustificare l'esistenza di questa popolazione ariana nelle isole giapponesi? Drake ci parla di biondi lemuriani giungere in questo paese e diventare re: si tratta forse delle stesse genti imbarbaritesi in seguito ad attacchi cosmici, a tal punto da diventare poi i moderni Anui? Di questi si dice che usassero caratteri simili all’antico sumerico e di come utilizzassero un linguaggio pre-anui introdotto secondo alcuni da visitatori cosmici.

Combinando gli elementi in nostro possesso ne ricaviamo un quadro decisamente interessante:
"Questi antichi e biondi signori in fuga dal mondo di Mu, che avevano precedentemente abitato, si rifugiarono in Giappone dando vita a un forte impero testimoniato da simboli quali la piramide e la spirale; il Giappone, così simile ad altre terre da loro colonizzate. Si mescolarono poi alla gente locale, visto che Drake ci dice che si imposero agli Anui, trasmettendo loro nozioni culturali. Una volta estintisi gli antichi padroni, gli Anui dovettero rimanere gli ultimi rappresentati di una razza antica, che con il tempo perse valore fino a rifugiarsi nelle zone più aspre, sotto l’invasione di altre dinastie precedentemente fondate da altri dèi giapponesi. Nella loro antica cultura tuttavia gli Anui continuano a disegnare i simboli dei loro antichi signori e a raccontare dell’età dell'oro in cui gli dèi solari vivevano sulle loro terre".

Abbiamo detto diverse volte che questi imperi perduti potrebbero essere stati popolati da una razza di giganti supertecnologici e di come a un certo punto essi sarebbero potuti arrivare alle periferie del mondo costruendo misteriosi megaliti. Anche nel Giappone si parla di un'antica razza di giganti e anche qui sono stati ritrovati misteriosi megaliti. Leggende locali ci parlano chiaramente di uomini colossali che si diedero la briga di innalzarli. Quello che successe nel Giappone antico non è che una storia planetaria simile a tante altre. A seguito della scomparsa di questi giganti il ricordo si sarebbe cristallizzato in leggende. Qualche secolo più tardi con l’introduzione del Buddhismo in Giappone si decide di dedicargli un tempio: ed ecco il tempio Todaiji a Nara dove si ergono due minacciosi giganti vestiti di tutto punto e brevemente chiamati "guardiani del tempio", antichi custodi delle tradizioni nipponiche. Il ricordo di questi esseri sopravvisse e fu facile per i giapponesi dell’epoca stilizzare le forme di questi esseri in statue di legno. Rimanendo sempre nel campo delle arti notiamo che sono soliti esseri ritratti dragoni, e in misura minore anche leoni; basandoci sul fatto che le arti vennero comunque importate dalla Cina e dalla Corea, si nota che antiche leggende cinesi parlano di draghi di fuoco sfrecciare nel cielo in tempi remoti. Cosa videro realmente gli antichi cinesi tanto da poter stilizzare la figura del drago così massicciamente nella loro cultura, esportandolo poi in Giappone? Si tratta di astronavi aliene come il famoso serpente di fuoco delle tradizioni americane? È anche possibile che questi stessi draghi celesti furono visti dagli antichi abitanti del Giappone che, come nel caso dei giganti, stilizzarono tutto in leggende o secondo i canoni culturali dell’epoca. Qualche secolo dopo, gli artisti nipponici, basandosi forse sulle leggende dei loro villaggi, decisero di ritrarli in appositi quadri. Rappresentarono antiche astronavi occultate nella figura del dragone?
Cosa ha ancora da svelarci il Giappone, cosa ci possono ancora dire i testi antichi e religiosi e cosa ci possono svelare gli antichi monaci del buddhismo zen, anche loro così connessi per mezzo del loro culto con probabili esseri di altri mondi?
La storia del Giappone come abbiamo detto all’inizio non finirà mai di stupirci: leggende, misteri e anacronismi favolosi continuano a sorprenderci e a farci immaginare tempi immemorabili e imperi contesi da forze soprannaturali, sorprendenti, dèi persi nel tempo, nei ricordi e nella storia.

PASQUALE ARCIUOLO

Fonti:

W. Raymond Drake, Extraterrestri nell'antico Oriente, Edizioni Mediterranee, 1975;
Peter Kolosimo, Non è terrestre, Arnoldo Mondatori editore;
Baxter J. & Atkins T., Il fuoco venuto dal cielo, Sperling & Kupfer, Milano, 1978;
Blumrich Joseph F., E il cielo si aprì, MEB, Torino, 1976;
Sendy Jean, Gli dei venuti dalle stelle, Dellavalle, Torino, 1971;
Shuichi Kato, Storia della letteratura giapponese, Marsilio;
T. Takeshita, Lineamenti di storia della cultura giapponese, Bologna,Clueb, 1994;
A. Tamburello, Archeologia del Giappone;
G. J. Groot, The Prehistory of Japan, New Yoek 1951;
E. J. Kidder Jr, The Jomon Pottery of Japan, Ascona 1957;
Helen Foreman, Japanese Ghosts and Demons: Art of the Supernatural;
Kokusai Bunka Shinkokai, 2000 years of Japanese Art, London 1958;
I. Yoshikawa, Major Themes in Japanese Art, Wheterhill/Heinbonsha, Tokyo-New York 1976;
S. Kadowa, A pictorial Enciclopedia of the Oriental Arts: Japan;
K. Suzuki, Early Buddhist Architecture in Japan;
M. N. Parent, The roof in Japanese Buddhist Architecture, John Wheatherhill Inc., New York – Tokyo 1983;
Gernet, J., La Cina antica. Dalle origini all'impero, Luni, Milano 1994;
Sickman, L.; Soper, A. L'arte e l'architettura cinese, Einaudi, Torino 1969;
Jacques Ndrè Lvier, Medicina cinese Medicina totale;
Harry L. Shapiro, L’uomo di Pechino;


www.croponline.org/astronauti_giappone_antico.htm


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17/11/2011 15:40

Re: Re: Re: Re:
Alex1304, 17/11/2011 15.31:






Scusami Alex! Era tuo il post, mi sono confuso... Si molto strano

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