eone nero, 09/02/2012 00.00:
Ivan sconfineremmo certamente nella meccanica quantistica, ed a questo proposito è interessante vedere le ricerche di David Bohm e quelle di Karl Pribram.
ilsentierodelmelograno.blogspot.com/2011/01/k-pribram-e-il-modello-olograf...
Cosa ne pensi?
Non ho mai letto direttamente Pribram, ma ne ho molto sentito parlare.
Personalmente mi sento molto vicino all'idea di ologramma.
Il concetto di mente modulare pare stia pian piano venendo superata a favore di una mente più "diffusa", complici numerose scoperte.
il fatto che il nostro intelletto non stia all'interno di una unità, ma nell'interazione di questa con almeno un'altra unità non è nuova in noi esseri umani.
Sembra infatti che molte funzioni accadano grazie a quello che definisco "delta matematico", ossia grazie ad un differenziale.
Ad esempio...
La nostra vista percepisce le immagini grazie al movimento saccadico degli occhi: è stato scientificamente dimostrato che, annullando questi micro movimenti, dopo un po' l'ambiente tendeva a scomparire dalla vista della persona.
Nel momento in cui ci sediamo ci accorgiamo di esserci appoggiati su qualcosa, ma poi questa sensazione scompare...fino a quando non cambiamo posizione, allora riproviamo questa sensazione.
A livello mentale noi concepiamo la realtà in termini di polarità, quindi di nuovo il concetto di delta.
Per ogni considerazione riguardo una situazione noi mettiamo questa subito in confronto con altre situazioni.
Molto banalmente, noi concepiamo il bello perché lo mettiamo a confronto con qualcosa che per noi è i concetto di brutto, e questo lo si può ritrovare in ogni ambito, che ci piaccia o meno.
Ecc...
Non mi stupisce quindi che il nostro pensiero non possa essere anch'esso originato da questo delta.
Il concetto di ologramma presuppone anche il concetto di frattale.
Uscendo dalla neurologia (che non è esattamente il mio campo) possiamo entrare nell'aspetto umano delle nostre vite, e scopriamo che tutta la nostra segue questo modello: uno schema che tendiamo a ripetere e ripetere ancora, sia nelle grandi che nelle piccole cose.
Anche i nostri comportamenti possono rientrare nel concetto di frattale, tanto che presentano anche l'esistenza di uno o più attrattori, che in questo caso costituiscono non solo il nucleo del discorso, ma anche il leit motiv di ciò che viviamo quotidianamente.
Infatti lo scopo della psicoterapia è quello di riuscire a trovare e far emergere "l'algoritmo della nostra Vita", capire quali sono i nostri attrattori, e poi lavorarci su.
Una volta che questo emerge alla nostra coscienza, allora possiamo poi muoverci per trovare alternative, fornirci delle scelte.
(ovviamente questo è il percorso ideale, nella realtà non è affatto così facile)
Senza questa consapevolezza ogni nostro tentativo di uscirne rimarrà nulla più che un correre all'impazzata all'interno dello stesso recinto, in quanto anche questi tentativi rimarranno all'interno di questo frattale.
Spingendo oltre, questo potrebbe essere un aspetto del concetto di inconscio.
(sul discorso di come una perdita di coscienza possa generare i sintomi narrati da molti addotti mi piacerebbe scrivere qualcosa di più, ma devo trovare prima il tempo...sorry...)
PS: molti colleghi più conservatori respingono questa teoria, la quale però si è anche rivelata predittiva sull'andamento di alcuni percorsi terapeutici presi in esame da alcuni ricercatori, tanto che poi si è entrati anche nella Teoria del Caos...con una predittività strabiliante!!!
[Modificato da IvanPsy 10/02/2012 00:54]