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La Nave Interstellare Icarus cercherà anche tracce di vita aliena

Ultimo Aggiornamento: 03/11/2011 12:30
31/10/2011 22:36

Il Progetto Icarius è un ambizioso studio che prevede di lanciare un veicolo spaziale senza equipaggio verso una destinazione interstellare. Avviato dalla Tau Zero Foundation e dalla British Interplanetary Society, è gestito dalla Icarius Interstellar Inc., un'organizzazione not-profit di scienziati dedicata al volo spaziale interstellare che sta lavorando per sviluppare un veicolo spaziale che può viaggiare fino ad una stella vicina.

Ian Crawford, relatore in Scienze Planetarie e Astrobiologia alla Birkbeck College, University of London e alla Lead Designer per gli obiettivi scientifici del modulo Icarius, discute degli esperimenti scientifici che potrebbero essere effettuati durante un viaggio interstellare e di alcune delle priorità quando Icarius arriverebbe nel sistema stellare di destinazione.

Lo studio per Icarius ha il compito di progettare un veicolo interstellare capace di fare in situ investigazioni scientifiche.

Ci possono essere pochi dubbi sul fatto che la ricerca scientifica in particolare nel campo dell'astronomia, della scienza planetaria e dell'astrobiologia, saranno i principali beneficiari del volo interstellare del progetto Icarius.

Nella sua lunga storia, l'astronomia ha fatto passi da gigante attraverso lo studio della luce che ci giunge dal cosmo, ma c'è un limite alla quantità di informazioni che possono essere spremute dall'analisi della luce stellare e di altre radiazioni cosmiche.

Gli obiettivi scientifici di Icarius possono essere suddivisi nelle seguenti categorie:

1) Ricerca scientifica sul lungo percorso durante la fase di crociera tra le stelle;

2) Studi astrofisici della stella stessa, o delle stelle, multiplo.

3) Studi di scienza planetaria di pianeti nel sistema di destinazione, incluse le lune, gli asteroidi e le comete di interesse;

4) Studi strobiologici di qualsiasi pianeta abitabile o lune che si trovano nel sistema planetario di destinazione.

Alcune misurazioni chiave che potrebbero essere fatte sono la densità gassosa, la composizione, lo stato di ionizzazione, la densità delle polveri e la loro composizione, il campo di radiazione interstellare e l'intensità del campo magnetico, tutti in funzione della distanza tra il sole e il sistema stellare di destinazione.

Determinare alcune di queste proprietà del mezzo interstellare locale sarà importante anche per la pianificazione a lungo termine di missioni interstellari successive per quantificare il rischio di impatto posto dai grani di polvere interstellare.

Oltre agli studi del mezzo interstellare condotto su tutto il percorso, ci sono altre misurazioni astronomiche e fisiche che potrebbero far uso del veicolo Icaris come piattaforma di osservazione durante la fase di crociera.

Questi includono l'utilizzo della linea di base a lungo aperta tra Icarius e il Sistema Solare per estendere la distanza su scala trigonometrica degli oggetti extragalattici, le prove circa le teorie di gravità (incluso l'eventuale individuazione di onde gravitazionali) e forse la ricerca di evidenze di materia oscura tra le stelle.

Nonostante l'interesse scientifico di queste osservazioni, però, le indagini scientifiche condotte lungo il percorso sono una priorità relativamente bassa quando si tratta di scelta di destinazione. Questo non perché le indagini sono scientificamente poco importanti, ma perché possono essere in gran parte condotte indipendentemente dalla stella di destinazione.

E' vero che in alcune direzioni del mezzo interstellare locale sono di maggiore interesse rispetto ad altri, ma questo è improbabile che sia mezzo scientifico per un veicolo così complesso e costoso per una nave stellare come Icarus.

Gli studi astrofisici della stella bersaglio avranno una priorità più alta. Anche se tutti i potenziali obiettivi di Icarus saranno stelle vicine (probabilmente meno di 15 anni luce), essi fornirebbero molte informazioni astronomiche sul Sistema Solare e studi dettagliati circa il vento stellare e la fotosfera, le proprietà magnetiche e stellari, e ci sarebbero indubbi vantaggi dalle possibilità di osservazioni in situ.

Da questa prospettiva, una più elevata priorità potrebbe essere data a stelle rare o insolite. Esempi possono includere una stella di tipo I e/o una nana bianca, entrambi i quali potrebbero essere realizzati selezionando Sirio (8,6 anni luce di distanza) o Procione (11,4 anni luce di distanza) come bersagli, in quanto entrambi hanno una nana bianca come compagna.

Ci sarà anche un grande interesse astrofisico a rendere in primo piano le osservazioni delle nane brune (il più vicino noto dei quali sono nel sistema Epsilon Indi ad una distanza di 11,8 anni luce), o una nana rossa vicina (che, pur non essendo rare rappresentano la classe meno compresa della di sequenza principale di stelle a causa della loro intrinseca debolezza).

In ultimo, ma non meno importante, non dobbiamo sottovalutare l'importanza scientifica di fare osservazioni di un'altra stella della sequenza principale di tipo G, come Alpha Centauri A (4,4 anni luce di distanza) o Tau Ceti (11,9 anni luce di distanza) per consentire confronti diretti con il Sole.

Pertanto, dal punto di vista astrofisico, c'è sicuramente molta ricerca che potrebbe essere approfondita con la missione Icarus.

Tuttavia, interessanti e importanti considerazioni astrofisiche come queste è improbabile di per sé che possano essere i principali fattori scientifici per una missione nello spazio interstellare. In parte questo è dovuto ai prevedibili progressi nelle tecniche astronomiche che ci permetteranno di continuare ad affinare la nostra comprensione delle proprietà astrofisiche delle stelle vicine, senza dover lasciare fisicamente il Sistema Solare.
Non c'è dubbio che la presenza di un sistema planetario aumenterà notevolmente la priorità scientifica di una stella come potenziale bersaglio.

Questo perché ci sono molti aspetti della scienza planetaria, che potranno essere affrontati solo con l'esecuzione di misurazioni in prossimità, tra cui lo sbarco di strumenti scientifici sulle superfici planetarie. Possiamo essere sicuri di questo perché, in più di mezzo secolo, le osservazioni spaziali in situ hanno completamente rivoluzionato lo studio dei pianeti e delle lune del Sistema Solare, fornendo informazioni che non sarebbero state possibile ottenere telescopicamente dalla superficie della Terra o nelle sue immediate vicinanze.
Se questo è vero per i corpi celesti nel nostro Sistema Solare è ovvio che sarà vero anche altri sistemi planetari.

Prima che siamo pronti a costruire un tipo di astronave Icarus, le osservazioni astronomiche saranno in grado di stabilire una gerarchia di priorità tra uno qualsiasi pianeti che possono essere rilevati intorno alle stelle più vicine: (i) pianeti dove sono evidenziate tracce biologiche nell'atmosfera e (ii) i pianeti che appaiono abitabili (ad esempio sui quali dove vi è l'evidenza spettrale dell'acqua e dell'anidride carbonica), ma per i quali non vi è alcuna prova esplicita di vita, e per i (iii) i pianeti che appaiono avere superfici inabitabili (sia a causa della composizione atmosferica ritenuta non favorevole alla vita o perché non hanno un ambiente rilevabile), ma che potrebbero tuttavia sostenere una biosfera sotto la superficie.

Così, quando si pianificherà un viaggio interstellare per fini astrobiologici saranno chiare le priorità dei sistemi di destinazione con largo anticipo.

La più alta priorità di tutti sarebbe andare sui pianeti extrasolari per i quali viene rilevata la prova spettrale di una biosfera indigena da osservazioni astronomiche. In tal caso, la prova definitiva dell'esistenza di vita indigena e in seguito gli studi di biochimica di base, la struttura cellulare, diversità ecologica e la storia evolutiva, necessiteranno assolutamente di misure sul posto.

Ciò richiederà il trasporto di strumenti scientifici dedicati, attraverso lo spazio interstellare, e sarebbe la più forte possibile giustificazione scientifica per la costruzione di un Icarus in stile astronave, con una architettura che permetterà la decelerazione del veicolo sul sistema di destinazione.

Conclusione
Un veicolo spaziale interstellare, come Icarius produrrà notevoli benefici scientifici. Questi includono studi del mezzo interstellare condotto lungo il percorso, e le osservazioni astrofisiche della stella bersaglio (s).

Tuttavia, sembra chiaro che quando si tratta di scegliere una stella obiettivo finale la presenza di un sistema planetario, e soprattutto la presenza di pianeti abitabili o abitati, sarà vincente tutte le altre motivazioni scientifiche. Anche se, come descritto nel mio precedente articolo, la nostra conoscenza dei sistemi planetari, entro 15 anni luce del sole è ancora frammentaria, nel corso dei prossimi decenni i progressi nelle tecniche astronomiche possono darci un inventario molto più completo di pianeti vicini.

Adattamento e traduzione a cura di Arthur McPaul

Fonte:http://nemsisprojectresearch.blogspot.com/
Fonte articolo originale:
news.discovery.com/space/project-icarus-science-objectives-biosignatures-111...
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31/10/2011 23:08

Per raggiungere Proxima Centauri La stella più vicina a noi
che si trova a "soli" 4,2 anni luce, che corrispondono a 38mila miliardi di chilometri!!! Per arrivare dalla stella fino a noi, la luce impiega più di 4 anni e 2 mesi. E si tratta solo della stella più vicina.... occorrerebbero 500 mila anni [SM=g1420770] anno piu' anno meno con le tecniche che abbiamo oggi arrivare fino a lei ! onestamente la vedo difficile che cio' possa accadere ,rischiamo che magari la sonda arriva ma noi non ci siamo piu' [SM=g2201348] , sherzo ma non esiste qualcosa che possa durare tanto tempo nello spazio senza deteriorarsi oltre a tanti altri vincoli tecnici (almeno penso magari mi sbaglio).... [SM=g1950679]



[Modificato da KOSLINE 31/10/2011 23:14]
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31/10/2011 23:57

faccio un esempio Plutone si trova 5.3 ore luce da noi e ci mettiamo 9 anni per raggiungerlo la sonda Nasa New Horizons è stata lanciata nel 2006,e l'incontro con Pluto avverrà nel 2015 ,fra l'altro non avra' carburante necessario , data l'elevata velocita,per mettersi in orbita a pluto ma' potra' solo scattare fato di passaggio (limite tecnico della missione purtroppo non abbiamo ancora le sonde della star trek azzarola [SM=g2201336] )

ora facciamo questo piccola equivalenza ,con la sonda come paragone

5.3 ore luce = 9 anni di viaggio

4.2 anni luce = ? mi esce qualcosa come 64.240 anni all incirca considerando un giorno luce arrotondato a 40 anni di viaggio [SM=g1420770]
pero' un professore d' astrofisica mi disse che ci volevano 500 mila anni all incirca ora non so' perche' e da dove prese quel dato o lo disse per battuta o per qualche altra stella ,cmq gli anni sono veramente parecchi per poter minimamente oggi pensare ad una missione del genere purtroppo [SM=g2201354]

[Modificato da KOSLINE 01/11/2011 00:01]
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01/11/2011 04:32

molto interessante e iniziativa senz'altro lodevole, ma a che pro?? i calcoli di KOS mi fan girare la testa. fra 60.000 la razza umana potrebbe esser scomparsa causa auto-annientamento (o sterminati dagli alieni o distrutti da un cataclisma, per par condicio verso i fautori di tali teorie!!). oppure saremo ancora qui vivi e vegeti, ma nel frattempo credo che avremo decifrato i segreti del viaggio interstellare a velocità superluminale, o scoperto un'altro meccanismo per esplorare il cosmo celermente.

nonostante tutto, però, c'è qualcosa di romantico nel pensar a una veicolo spaziale senza equipaggio umano in rotta verso una stella a noi vocina.. [SM=g8320]
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Utente Matricola
01/11/2011 09:53

Si si Kos. Qui non abbiamo ancora visitato i pianeti nani come eris makemake e chissa quanti altri per tutta la nube di oort che sta solo a un anno luce, figuriamoci lì.
Sai avevo visto un articolo su un motore a impulsi magnetici che come velocità finale arriverebbe intorno ai 200mila km/h. Se lo riuscissero a portare fino a 300mila km/h viaggerebbe a 1/3600 esimo della velocità della luce, quindi per percorrere 1 anno luce ci mettere 3600 anni, per farne 4 14400... Correggetemi se ho sbagliato i calcoli. Comunque attualmente questa sarebbe la più rose aspettativa ahahaha XD che ne pensi?

Alyx hai perfettamente ragione. Nessun pro, perchè come dici prima che sia arrivata lì la sonda noi saremo sicuramente in grado di andarci prima! E' solo speculazione, pensassero all'esplorazione del sistema solare, che almeno sarebb utile! [SM=g2201339]
[Modificato da Junfan88 01/11/2011 09:55]
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Utente Master
01/11/2011 13:30

Dal blog il Tredicesimo Cavaliere dedicato alle scienze dello spazio, riporto questo interessante articolo.

L’astronave dei cent’anni: nascita di un movimento


Il 2 ottobre scorso si è concluso a Orlando (Florida) il primo congresso pubblico dedicato al volo interstellare. La copertura mediatica in rete è stata buona e perfino testate prestigiose come il New York Times e il Los Angeles Times hanno dedicato ampio spazio all’evento. Noi abbiamo deciso allora di raccogliere quanto più materiale possibile (ma chissà quanto ce n’è sfuggito!) e di rielaborarlo pazientemente per ottenere il colorito collage che offriamo qui ai nostri lettori.
“Su, verso le stelle! Marte ai codardi.” – (Richard Obousy – Icarus Interstellar)

Il congresso sembrava piuttosto una convention di fantascienza, anche se con solidi contenuti scientifici e pervasa da un’atmosfera di grande entusiasmo. Era divertente vedere certe facce da scienziato catalogare i concetti della fantascienza: stargates, motori a curvatura, grandi navi generazionali, grovigli biologici e alieni. Volevano ingegnerizzare le idee a cui abbiamo dato corpo nelle nostre storie. Mi sono divertito un sacco!



Ha scritto sul suo blog Gregory Benford, autore di fantascienza, mentre il fratello Jim, un noto fisico, coordinava il più importante dei sette “percorsi” in cui era organizzato il congresso, quello dedicato ai sistemi di propulsione. Paul Gilster, editore e principale firma di Centauri Dreams, il blog che da voce alla Tau Zero Foundation, l’ha definito “la Woodstock dei viaggi interstellari”.

I partecipanti rappresentavano un eterogeneo mix di un migliaio tra ingegneri, scienziati, scrittori di fantascienza, studenti e sognatori. Di solito i festival musicali vengono costruiti sui nomi degli ospiti famosi, e infatti la sessione di fisica “esotica” era diretta da una rockstar degli appassionati dello spazio: Marc Millis, presidente della Tau Zero Foundation, famoso per aver persuaso la NASA a organizzare un programma pluriennale dedicato alla fisica d’avanguardia della propulsione, e per essere l’autore di un massiccio volume sullo stesso argomento in cui un capitolo intero è dedicato a come tener lontana la gente fuori di testa. Molti brontolavano che quell’incontro avrebbe dovuto svolgersi al Lunar Hilton, e non lì, in Florida, dando voce al malumore contro la NASA, accusata di essersi trasformata, dopo trent’anni di Shuttle e ISS, da ente di ricerca ed esplorazione in una specie di ufficio postale. Qualsiasi programma spaziale ha bisogno di un sogno, senza sognatori non si va da nessuna parte – così il dottor J. Breeder, autore di uno scioccante studio sull’uso della fionda gravitazionale per raggiungere velocità relativistiche.

Gli organizzatori devono anch’essi pagare un tributo alla fantascienza. Lo ha ammesso David Neyland della DARPA, l’agenzia governativa che fa capo al Pentagono ed è l’organizzatrice, insieme alla NASA, non solo del congresso, ma anche dello studio che l’ha preceduto. E’ inoltre l’erogatrice del premio di 500.000 dollari che verrà assegnato tra pochi giorni al gruppo che fornirà le migliori garanzie di essere in grado, da qui a un secolo, di produrre un piano particolareggiato che preveda effetti collaterali e ricadute non solo tecnologiche del volo interstellare, oltre al progetto vero e proprio dell’astronave che materialmente lo porterà a termine. Neyland considera Jules Verne e Robert Heinlein suoi ispiratori, il primo per aver pubblicato “Dalla Terra alla Luna” poco più di 100 anni prima della missione Apollo 11, il secondo come autore del romanzo “Time for the Stars”, in cui si narra di un’organizzazione chiamata “Long Range Foundation” che si era assunta il compito di ispirare a una nuova generazione di ingegneri e scienziati il sogno del volo interstellare. Ma la DARPA ha anche obiettivi più pragmatici, e si aspetta che un tale sforzo collettivo produca strada facendo una forte ricaduta di nuovi “prodotti” immediatamente fruibili, anche se non di natura materiale. Per esempio un nuovo algoritmo informatico, nuovi principi fisici e matematici, nuove tecniche per le culture idroponiche, nuove architetture filosofiche e religiose e, naturalmente, nuove applicazioni militari. Al termine del congresso, Neyland ha dichiarato di ritenersi molto soddisfatto, e di considerare i suoi obiettivi pienamente raggiunti.



L’agenda del congresso era quanto mai eclettica, per riflettere il numero e la profondità dei problemi sollevati da un tema come quello dei viaggi interstellari. I lavori erano organizzati su sette percorsi: soluzioni per i problemi di tempo e distanza; habitat e scienze ambientali; biologia e medicina dello spazio; educazione e considerazioni sociali, economiche e legali; destinazioni; considerazioni filosofiche e religiose; comunicazione della visione. L’agenda completa è molto interessante e può essere scaricata dal sito ufficiale del congresso.

www.100yss.org/index.html

A questo punto anche un reportage mirato solo ai temi più importanti discussi al congresso sarebbe comunque troppo lungo, così questa volta ci occuperemo esclusivamente dell’argomento più importante e gettonato: tempo, distanze e sistemi di propulsione. Agli altri “percorsi”, seppure interessantissimi, ci dedicheremo più in là, magari quando saranno disponibili gli atti del congresso.

Tempo, distanze e sistemi di propulsione : ai fini del volo interstellare, è stato bocciato senza riserve il razzo a propellente chimico, che però rimarrà chissà per quanto tempo ancora l’unico sistema per liberarsi del pozzo gravitazionale terreste e raggiungere l’orbita bassa a 400 km d’altezza, da dove è possibile utilizzare i sistemi di propulsione per lo spazio profondo. Sono stati proposti svariati tipi di propulsori per equipaggiare le navi che faranno servizio nel Sistema Solare e quelle che tenteranno i primi voli interstellari, e alla fine il dibattito si è polarizzato intorno a due categorie: i razzi a propulsione nucleare e le vele solari.

I razzi a propulsione nucleare. Geoff Landiss del Glenn Center della NASA ha dichiarato che il loro programma di sviluppo di un motore a fissione, iniziato negli anni ’60 con il reattore NERVA, e continuato con il Timberwind, è giunto ora al modello di terza generazione, e ha aggiunto: lo spazio è un posto bellissimo per usare il nucleare, perché è già naturalmente radioattivo. Peccato che ancor oggi nessuno sia riuscito a controllare il processo di fusione nucleare: la reazione è sempre di tipo esplosivo. Considerato questo, i fisici hanno proposto una nuova idea, la propulsione nucleare a impulsi, cioè un metodo per sfruttare l’energia prodotta da micro-esplosioni nucleari innescate bombardando con raggi laser delle minuscole palline di materiale da fusione. Questo tipo di innesco è già stato utilizzato con successo per altri studi. Ma parecchi funzionari della NASA sono convinti che qualsiasi proposta di utilizzo del nucleare nello spazio incontrerebbe oggi un’isterica opposizione popolare. Non convinto, Greg Benford ha chiesto ad alcuni di loro se erano stati fatti sondaggi per conoscere esattamente l’opinione del pubblico. Gli hanno risposto di no….

Vele Solari. Le tradizionali vele fotoniche diventano inutilizzabili oltre l’orbita di Giove. A quella distanza, infatti, la luce del Sole è così fioca da non poter trasmettere alla vela nemmeno l’energia necessaria a governare la nave. Ma se, al posto della luce del Sole, per gonfiare la vela si potesse disporre di un gigantesco laser da 1016 watt, e di una vela con una superficie dell’ordine di parecchi chilometri quadrati, allora sussisterebbero le condizioni per inviare un’astronave di 500 tonnellate fino ad Alfa Centauri con un volo di una trentina d’anni. Un’ipotesi del tutto irrealistica dal punto di vista economico, ma sostituendo il laser con fasci di microonde, e diminuendo drasticamente la stazza grazie alle nanotecnologie e sopratutto rinunciando a un equipaggio umano, i costi crollerebbero e si potrebbe puntare alla costruzione di un esploratore robotizzato.



La scienza “esotica”. Richard Obousy di Icarus Interstellar, un gruppo di studiosi che già da un paio d’anni sta autonomamente lavorando al progetto di una nave interstellare, ha affermato che Icarus non dovrebbe avere dimensioni e peso superiori a quelli della Nimitz, una delle più grandi portaerei americane. In effetti siamo capaci di costruire grandi oggetti, ma non di metterli in orbita – ha dichiarato. E questo infatti è il problema: abbiamo una conoscenza approfondita della fisica della fusione nucleare, del laser e delle vele solari, ma anche un forte deficit di competenze ingegneristiche. Questi ostacoli, però, potrebbero forse essere superati entro la fine del secolo grazie a oculati finanziamenti, ma il problema del volo interstellare rimarrebbe almeno parzialmente irrisolto. Infatti razzi nucleari e vele solari possono garantirci il controllo del Sistema Solare, e aldilà di esso, una lenta esplorazione dei sistemi stellari entro una quindicina di anni luce intorno a noi: questo è quanto si può sperare di ottenere muovendosi a velocità sub-luce. Molti dei convenuti a Orlando cercavano risposte diverse e si sono affollati alle sessioni di ”fisica esotica”, dove uomini come Millis, Kramer, White e altri hanno spiegato in che modo stanno cercando i presupposti teorici per superare, o aggirare, il limite imposto dalla velocità della luce. Per farlo, stanno ripartendo dai concetti base della Fisica, reinterpretandone o addirittura riscrivendone intere parti. E’una sfida intellettuale impervia ma esaltante.

Marc Millis ha detto: Non coltivate nessuna aspettativa, il nostro compito è veramente molto duro: ciò che dovete fare è affrontare proprio quelle sfide che mettono a disagio i vostri colleghi. Questi territori di ricerca sono pieni zeppi di gente fuori di testa, bisogna tenerla lontana. Ricordate, la differenza tra loro e voi è che loro sono convinti che l’idea che hanno in mente sia assolutamente corretta, mentre voi siete *quasi* certi che la vostra sia sbagliata.

Per le conclusioni lasciamo volentieri la parola a Paul Gilster:

Quello che io chiamo “il piacere della possibilità estrema” ha animato gli studi sui viaggi interstellari fin dai tempi di Robert Forward. Funziona così: noi sappiamo bene che le distanze tra le stelle sono così grandi da superare ogni immaginazione. Invece la maggior parte del pubblico lo ignora e vede una missione interstellare solo come una tappa successiva all’esplorazione del Sistema Solare esterno. Ma gli scienziati e gli ingegneri che lavorano in questo campo hanno realizzato quanto questi viaggi siano realmente fuori dalla portata dell’attuale tecnologia, perciò non hanno timore di fare congetture fino al limite del plausibile e spesso anche oltre. Leggete da cima a fondo documenti sui viaggi interstellari come quelli presentati al congresso e sarete presi in un brainstorming vivace e contagioso. E’ quel tipo di continua rielaborazione mentale di un’idea che un John Coltrane e un McCoy Tyner fanno con un tema musicale.
E’ bello veder riapparire ancora il congresso tra le notizie diffuse dai media. Forse un giorno questi concetti non sembreranno più così esoterici. Mi balza agli occhi proprio ora che il mio word processor segnala la parola ”starship” come errore di ortografia. Abbiamo bisogno di mettere radici più profonde nella cultura. Possiamo incominciare facendo quello che Neyland ha detto al New York Times di voler fare, cioè iniziare a proporre alla gente qualcuno di questi difficili problemi, senza dimenticare che la natura ci ha posto di fronte il problema più arduo, in termini di tempi e distanze, che il genere umano abbia mai affrontato. Solo il piacere della possibilità estrema accende lo spirito, quando si è pronti a mettere in discussione qualsiasi cosa e la sfida è immensa.


ROBERTO FLAIBANI


Fonti principali

The Los Angeles Times
The research-and-development arm of the U.S.military is launching
a 100 -Year Starship Study to find the technologies necessary for
interstellar travel. – By Anna Khan
The New York Times
Not Such a Stretch To Reach for the Stars – By Kenneth Chang
The Space Review
The journey of 100 years begins with a single Weekend – By Jeff Foust
Centauri Dreams
The Joy of Extreme Possibility – by Paul Gilster
Slate
DARPAS’s 100-year starship symposium: alien religion , solar propulsion – By Konstantin Kakaes
The Gregory Benford’s Blog
The First Hard Science Fiction Convention – By Gregory Benford
Fonti secondarie

Space com – www.space.com/13135-100-year-starship-symposium-darpa-n...

Space com – www.space.com/13152-aliens-religion-impacts-extraterrestrial-christian...

Space com – www.space.com/13165-interstellar-travel-starship-destinati...

Popular Mechanics – www.popularmechanics.com/

TOPIX – www.topix.com/

Silobreaker -http://www.silobreaker.com/

Stardrive – www.stardrive.org/

Today in scope – todayinscope.com/

Newsplurk – technology.newsplurk.com

Portal to the Universe – www.portaltotheuniverse.org

Zmescience – www.zmescience.com/

KurzweiL accelerating intellingence – www.kurzweilai.net/

Mail online – www.dailymail.co.uk/home/index.html

International businees times – www.ibtimes.com/

Grand Strategy: The View from Oregon – geopolicraticus.wordpress.com/

Starship Reckless – www.starshipnivan.com/blog/?p=5295

Innovation news daily – www.innovationnewsdaily.com/

Next big future – nextbigfuture.com/

Smithsonian.com – www.smithsonianmag.com/


Fonte articolo:

iltredicesimocavaliere.wordpress.com/2011/10/30/lastronave-dei-centanni-nascita-di-un-mo...

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01/11/2011 14:26

Eone, gan bell'articolo, grazie!! confesso che tali possibilità mi affascinano molto [SM=g8320]

Junfan, sono d'accordo. per me dovrebbero concentrarsi prima sul nostro sistema planetario, anche perché credo ci siano ancora molte cose che vanno approfondite, come ad esempio osservare da vicino i planetoidi oltre l'orbita di Nettuno..
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Utente Matricola
01/11/2011 14:27

Mah...io dico solo che questo oneroso dispendio di risorse ed energie non ė senza fini.Un viaggio di tale portata porterà nel tempo comunque dati,forse anche preziosi...
01/11/2011 14:36

e' una sfida avvincente e bellissima!
di sicuro ci vorranno molti anni prima di arrivare ad avere una tecnologia in grado di affrontere simili viaggi,purtroppo noi non ce la faremo a vederla temo! [SM=g1950687]
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Utente Master
01/11/2011 15:18

Re:
AlyxVance, 01/11/2011 04.32:

nel frattempo credo che avremo decifrato i segreti del viaggio interstellare a velocità superluminale, o scoperto un'altro meccanismo per esplorare il cosmo celermente.

[SM=g8320]



concordo e' quello che pensano tanti scienziati specie con le evoluzioni dei telescopi ...

Junfan88, 01/11/2011 09.53:

Si si Kos. Qui non abbiamo ancora visitato i pianeti nani come eris makemake e chissa quanti altri per tutta la nube di oort che sta solo a un anno luce, figuriamoci lì.
Sai avevo visto un articolo su un motore a impulsi magnetici che come velocità finale arriverebbe intorno ai 200mila km/h. Se lo riuscissero a portare fino a 300mila km/h viaggerebbe a 1/3600 esimo della velocità della luce, quindi per percorrere 1 anno luce ci mettere 3600 anni, per farne 4 14400... Correggetemi se ho sbagliato i calcoli. Comunque attualmente questa sarebbe la più rose aspettativa ahahaha XD che ne pensi?

[SM=g2201339]



giustissimi i conti e,si' lavora molto su' nuovi sistemi di propulsione , uno di questi giorni apriamo un bel 3ad su' questo argomento anche se' molto e' indicativo perche'spesso coperto da segreto industriale o militare ,ti porto la mia esperienza con Franklin Chang Diaz ex astronauta ,ingegnere nucleare ,inventore del motore Vasimir che ha fatto una conferenza in ASI ad aprile dove ho avuto il piacere di partecipare ...

G.Shepard, 01/11/2011 14.27:

Mah...io dico solo che questo oneroso dispendio di risorse ed energie non ė senza fini.Un viaggio di tale portata porterà nel tempo comunque dati,forse anche preziosi...



se' fosse praticabile certo senza dubbio ci porterebbe immense informazioni shepard concordo con te' ,

poi sai magari troviamo i tuiran che stanno a cuore ad una mia amica e facciamo bingo [SM=g2201341]


eone nero, 01/11/2011 13.30:





Per le conclusioni lasciamo volentieri la parola a Paul Gilster:

Quello che io chiamo “il piacere della possibilità estrema” ha animato gli studi sui viaggi interstellari fin dai tempi di Robert Forward. Funziona così: noi sappiamo bene che le distanze tra le stelle sono così grandi da superare ogni immaginazione. Invece la maggior parte del pubblico lo ignora e vede una missione interstellare solo come una tappa successiva all’esplorazione del Sistema Solare esterno. Ma gli scienziati e gli ingegneri che lavorano in questo campo hanno realizzato quanto questi viaggi siano realmente fuori dalla portata dell’attuale tecnologia, perciò non hanno timore di fare congetture fino al limite del plausibile e spesso anche oltre. Leggete da cima a fondo documenti sui viaggi interstellari come quelli presentati al congresso e sarete presi in un brainstorming vivace e contagioso. E’ quel tipo di continua rielaborazione mentale di un’idea che un John Coltrane e un McCoy Tyner fanno con un tema musicale.
E’ bello veder riapparire ancora il congresso tra le notizie diffuse dai media. Forse un giorno questi concetti non sembreranno più così esoterici. Mi balza agli occhi proprio ora che il mio word processor segnala la parola ”starship” come errore di ortografia. Abbiamo bisogno di mettere radici più profonde nella cultura. Possiamo incominciare facendo quello che Neyland ha detto al New York Times di voler fare, cioè iniziare a proporre alla gente qualcuno di questi difficili problemi, senza dimenticare che la natura ci ha posto di fronte il problema più arduo, in termini di tempi e distanze, che il genere umano abbia mai affrontato. Solo il piacere della possibilità estrema accende lo spirito, quando si è pronti a mettere in discussione qualsiasi cosa e la sfida è immensa.




grazie Eone ottimo post

concordo con le coclusioni di Gilster [SM=g1950684]
[Modificato da KOSLINE 01/11/2011 15:19]
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01/11/2011 15:35

Bello.. mi piace questa idea.
C'e però il problema (come descritto da eone nel suo post) della generazione di energia allontanadosi dal Sole durante il Viaggio.

Avevo sentito parlare, riguardo questo progetto; che siccome anche lo spazio è intriso di campi magnetici si stia studiando un sistema di propulsione per il movimento dello spazio specifico.
In pratica quel ruotone che vedete nella foto (o simile)stanno cercando di farlo girare per così generare energia sufficiente per spostare l'astronave.
Forse è fantascienza, ma d'altronde non ci sono tecnologgie che oggi usiamo che una volta erano fantascienza?

Nella foto tral'altro si vedono tanti piccoli Skylon, la navicella spaziale inglese che dovrebbe sostituire lo Shuttle.
[Modificato da IRONMAN.75 01/11/2011 15:36]
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02/11/2011 20:53

Vai Kos,lasciamoli lavorare,anche sull'irrealizzabile.Prima o poi la soluzione la troveranno :)
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02/11/2011 22:14

Re:
G.Shepard, 02/11/2011 20.53:

Vai Kos,lasciamoli lavorare,anche sull'irrealizzabile.Prima o poi la soluzione la troveranno :)



Ma''' si'''' cara Shepard , quello che oggi e' fantascienza domani sara' sciEEEnza alla Crozza maniera quando fa' l'imitazione di Zichichi [SM=g1420768]




come si cattura un isotopo ? con un isogatto [SM=g1420771]

cmq shepard come suona motore a impulsi Kos !!! [SM=j2201351]
o preferisci TurboSpace ? [SM=g2201341]

la risposta con calma il tempo che finisco il motore , e mi fai sapere eeee [SM=g2201354]

una buona serata cara [SM=g8320]


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03/11/2011 00:26

Re:
KOSLINE, 31/10/2011 23.08:

Per raggiungere Proxima Centauri La stella più vicina a noi
che si trova a "soli" 4,2 anni luce, che corrispondono a 38mila miliardi di chilometri!!! Per arrivare dalla stella fino a noi, la luce impiega più di 4 anni e 2 mesi. E si tratta solo della stella più vicina.... occorrerebbero 500 mila anni [SM=g1420770] anno piu' anno meno con le tecniche che abbiamo oggi arrivare fino a lei ! onestamente la vedo difficile che cio' possa accadere ,rischiamo che magari la sonda arriva ma noi non ci siamo piu' [SM=g2201348] , sherzo ma non esiste qualcosa che possa durare tanto tempo nello spazio senza deteriorarsi oltre a tanti altri vincoli tecnici (almeno penso magari mi sbaglio).... [SM=g1950679]






Quanto mi sento piccolo,misero ed impotente di fronte a certi calcoli,non siamo neppure polvere dell'universo,mi fanno quasi paura ,mi fanno pensare a quanto spazio sconosciuto c'e' attorno noi,se dopo la morte finisse tutto che senzo avrebbe vivere questa vita.Pensate a quelli che sono morti senza sapere dell'esistenza di tutto cio' che conosciamo oggi.Che tristezza!!!
A proposito dell'astronave penso che non riusciremmo ad uscire neanche dal nostro sistema solare,come fanno ad evitare in questo viaggio i detriti spaziali?Un meteorite piccolo come una moneta che si scontrerebbe con l'astronave la distruggerebbe al primo impatto!!
Almeno che,non hanno gia' scoperto lo "SCUDO SPAZIALE" e noi non lo sappiamo?
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03/11/2011 00:50

Ne approfitto,visto che questo argomento mi ha incuriosito molto,di postare il link di un argomento preso da un sito"Cose di Scienza"dove parla in maniera molto semplice l'argomento un po' trattato in questo post!!Molti gia' le sapranno queste notizie,ma qualcuno puo' sconoscerle.
www.cosediscienza.it/spazio/03_veloci.htm
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03/11/2011 01:03

Re: Re:
Trigomo, 03/11/2011 00.26:



Quanto mi sento piccolo,misero ed impotente di fronte a certi calcoli,non siamo neppure polvere dell'universo,mi fanno quasi paura ,mi fanno pensare a quanto spazio sconosciuto c'e' attorno noi,se dopo la morte finisse tutto che senzo avrebbe vivere questa vita.Pensate a quelli che sono morti senza sapere dell'esistenza di tutto cio' che conosciamo oggi.Che tristezza!!!
A proposito dell'astronave penso che non riusciremmo ad uscire neanche dal nostro sistema solare,come fanno ad evitare in questo viaggio i detriti spaziali?Un meteorite piccolo come una moneta che si scontrerebbe con l'astronave la distruggerebbe al primo impatto!!
Almeno che,non hanno gia' scoperto lo "SCUDO SPAZIALE" e noi non lo sappiamo?



e si' siamo cuccioli dello spazio Trigomo , dici bene ...

pero' almeno due sonde, anzi tre' , hanno superato da poco, il terminal shock , lasciando il Sistema solare per la Via Lattea. sono voyager 1 e 2 e pioneer 10 , Con sé le voyager portano il celebre "Disco d'oro", con la speranza che anche gli altri abitanti dell'Universo possano ascoltare Chuck Berry e Beethoven [SM=j2201351]

furono tutte lanciate negli anni 70 , la pioneer 10 Il 23 Gennaio 2003 c'è stato l'ultimo debole contatto . Il 12 novembre 2010 la sonda era alla distanza di 102,052 UA (15,7 miliardi di km, pari a 3,5 volte la distanza di Nettuno dal Sole). Si sta allontanando alla velocità di 12,068 km/s, pari a 2,546 UA (381 milioni di km) all'anno.

Il Pioneer 10 sta viaggiando in direzione della stella Aldebaran, nella costellazione del Toro, distante 65 anni luce , la sonda impiegherà più di 2 milioni di anni per raggiungere le sue vicinanze.

le voyager ancora funzionano [SM=g2201341] e ci inviano dati ,La Voyager 1 è ancora funzionante ed è attualmente l'oggetto creato dall'uomo più lontano da esso in assoluto.

Alla data dell'11 settembre 2011 la Voyager 1 si trovava nell'eliopausa[1] a una distanza di 118,230 UA (equivalenti a 16,388 ore luce o 17,687 miliardi di km) dal Sole.
La sonda si sta allontanando dal sistema solare a una velocità di 17,056 km/s, pari a 3,598 UA all'anno; è in leggerissimo rallentamento a causa dell'attrazione solare. [SM=g2201348]


per gli asteroidi , il rischio maggiore si corre quando stai vicino i pianeti che le attraggono , ma nello spazio aperto , in generale anche se' esiste il rischio e' veramente minimo , devi essere veramente sfortunato a prenderne uno di coccio [SM=g1950677]


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03/11/2011 01:11

Pensavo che ero solo io il nottambulo!!Invece ho trovato qualche collega!!!eheheh
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03/11/2011 01:14

Re:
Trigomo, 03/11/2011 01.11:

Pensavo che ero solo io il nottambulo!!Invece ho trovato qualche collega!!!eheheh



quelli della notte [SM=g2201341]




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03/11/2011 02:12

Trigomo, se non sbaglio i razzi che vengono inviati nello spazio sono ricoperti di uno speciale materiale che assorbe in piccola parte gli urti dei piccoli asteroidi, almeno quelli che non vengono rilevati in tempo dai sensori per calcolare una traiettoria alternativa.
Per lo meno nei vari film spaziali che ho visto "funziona così".
Su Discovery Science, tempo fa parlavano di sfruttare particolari vele, alimentate da un fascio laser molto potente, sparato da una stazione spaziale in orbita intorno alla terra, oppure dalla Luna. Può essere interessante per quei posti così lontani dove non arriva il vento solare.
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03/11/2011 02:22

Re:
iavon, 03/11/2011 02.12:


Su Discovery Science, tempo fa parlavano di sfruttare particolari vele, alimentate da un fascio laser molto potente, sparato da una stazione spaziale in orbita intorno alla terra, oppure dalla Luna. Può essere interessante per quei posti così lontani dove non arriva il vento solare.



Ne parla l'articolo che ho postato qualche intervento sopra, intitolato

L’astronave dei cent’anni: nascita di un movimento


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