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Africa: nevica nel deserto

Ultimo Aggiornamento: 23/08/2011 19:52
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Utente Master
21/08/2011 15:22

Riporto un articolo dal blog Terra Realtime nel quale si parla di una rarissima nevicata nel deserto della Namibia con data Venerdì 10 giugno 2011.



Alcune zone del sud-ovest della Namibia(nazione Africana di solito calda e desertica) sono state coperte di neve.

Una tempesta ha portato temperature sotto zero e la neve al Parco Namib-Naukluft questa settimana, che meteorologi locali hanno descritto come un evento estremamente raro. La temperatura media durante la notte, misurata dal Martedì 18.00 alle 06:00 di Mercoledì, era un record negativo di - 2,1 gradi Celsius.
Secondo l'agenzia meteorologica namibiaweather.info, la temperatura più bassa registrata dalle stazioni meteorologiche Martedì è stata di -7,8 gradi Celsius, a sud di Waterberg della Regione Otjozondjupa.
Il Namib-Naukluft National Park è un parco nazionale della Namibia che comprende parte del Deserto del Namib (considerato il deserto più antico al mondo) e la catena montuosa Naukluft. Il Namib Naukluft è il più grande parco nazionale Africano e il quarto più grande del mondo.



terrarealtime.blogspot.com/2011/06/alcune-parti-del-sud-ovest-de...

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Utente Illuminato
21/08/2011 16:26

segnali di avvertimento.... la natura è satura delle str... degli umani. il futuro sarà alquanto triste se non si interviene. guardate questo studio:
Fra 10 anni. Nel 2020, le risorse energetiche della società sono calate paurosamente. Il picco del petrolio si è verificato intorno al 2010 e, oggi la produzione petrolifera è ridotta a due terzi di quella del picco. E' in declino anche la produzione di di gas naturale. Chi produce carbone non lo esporta e la Cina e gli Stati Uniti continuano a inquinare l'atmosfera con le loro centrali a carbone. L'uranio scarseggia e chi non ha miniere di uranio sul territorio è stato costretto a chiudere le centrali; è successo in Francia che ora si trova in carenza di energia elettrica ed è costretta a importarla dagli impianti rinnovabili danesi e tedeschi. Le guerre per il petrolio hanno devastato il Medio Oriente e la crisi finanziaria mondiale ha ridotto enormemente le capacità di investimento. Gli impianti rinnovabili continuano a produrre energia dove sono stati installati, ma non ci sono le risorse per installarne di nuovi. La produzione industriale e agricola crollano, quest'ultima anche a causa della desertificazione e dell'uso del suolo agricolo per la produzione di biocombustibili. La popolazione umana comincia a calare per malnutrizione e malattie.

Fra 100 anni. Nel 2100, la parabola industriale umana si è quasi completamente compiuta per via del cambiamento climatico e l'esaurimento delle materie prime. Da decenni non si estraggono più nè gas naturale nè petrolio, mentre la produzione mineraria è crollata a livelli che sono solo una piccola frazione di quella di una volta. Le guerre per il petrolio dei primi decenni del secolo hanno indebolito la società, sprecando quel che rimaneva di risorse. La scelta fatale è stata di puntare tutto sul carbone, che ancora si estrae in Asia centrale, nell'America del Nord e in Australia. In queste zone, rimane attiva una società industrializzata, sia pure a livelli produttivi e tecnologici molto più bassi di quelli dell'inizio del ventesimo secolo. Le centrali a carbone producono ancora energia elettrica e, dalla liquefazione del carbone, si ottengono combustibili liquidi che permettono di tenere in piedi una certa mobilità, ormai riservata quasi esclusivamente a mezzi militari. Ancora, si vedono carri armati e aerei da combattimento che si scambiano missili e cannonate. Il cambiamento climatico e il decadimento dell'agricoltura ha portato al crollo della popolazione che si è dovuta spostare nelle zone continentali dell'estremo nord e dell'estremo sud, dove è ancora possibile coltivare la terra. Nel resto del mondo, Europa, Africa, Asia del Sud e altri, il crollo della popolazione e la desertificazione ha riportato la società a un livello preindustriale. Pochi centri ancora organizzati sono circondati da vaste aree dove chi è sopravvissuto di arrangia come può.

Fra 1000 anni. Nel 3000 a.d., la civiltà industriale è solo un ricordo. Il riscaldamento globale ha fatto esplodere la bomba climatica dei clatrati di metano. L'arresto delle correnti termoaline oceaniche ha consegnato il pianeta a un deserto infuocato in quelle che erano una volta le sue aree fertili. Quasi tutti i mammiferi di grande taglia si sono estinti. Gli umani sopravvivono soltanto nelle frange continentali dell'estremo nord del pianeta, e - al sud - in Patagonia e in Tasmania, dove è ancora possibile l'agricoltura. Incredibilmente, si continua a estrarre un po' di carbone e a utilizzarlo per una metallurgia primitiva che fa uso dei resti che la civilizzazione del ventesimo secolo ha lasciato. Gli esseri umani, pur ridotti a numeri microscopici in confronto al loro momento di splendore, continuano a farsi la guerra con vecchi cannoni e moschetti.

Fra 10.000 anni. Il pianeta è ancora nella fase di riscaldamento. Le fasce temperate sono degli inferni di calore dove niente può sopravvivere. Le aree del nord sono tundre aride. I mari sono privi degli effetti ossigenanti delle correnti e si sono trasformati in deserti marini. Gli esseri umani si sono estinti, insieme con quasi tutti i vertebrati. Sopravvivono, sempre a rischio di estinzione, erbivori e carnivori di piccola taglia nelle frange più a nord e più a sud dei continenti.

Fra 100.000 anni. Il pianeta mostra qualche segno di ripresa. La temperatura non aumenta più e l'erosione dei silicati comincia a ridurre la concentrazione di CO2 nell'atmosfera. Qualche foresta rigogliosa ricompare nel nord del pianeta e le poche specie sopravvissute sembrano in leggera espansione

Fra 1 milione di anni. Il pianeta si è completamente ripreso. La tettonica planetaria ha riassorbito gran parte della CO2 generata dalla combustione dei fossili. Le calotte polari si sono riformate e questo ha fatto ripartire le correnti termoaline oceaniche. La vita riprende a colonizzare le zone temperate con nuove specie.

Fra 10 milioni di anni. Il pianeta è di nuovo rigoglioso e abitato da forme di vita complesse. Riprende la caratteristica bistabilità che genera periodiche ere glaciali. In Africa, alcune specie di creature arboree cominciano ad abitare la savana e a usare pietre scheggiate per macellare le loro prede. Sviluppano un linguaggio complesso e iniziano a coltivare la terra. Col tempo, sviluppano civiltà sofisticate che costruiscono torri e piramidi, ma non sviluppano mai una civiltà industriale per mancanza di carbone; tutto bruciato durante l'era industriale umana.

Fra 100 milioni di anni. Il pianeta è di nuovo sotto stress. L'aumento graduale dell'intensità della radiazione solare sposta l'equilibrio climatico verso una nuova fase di riscaldamento globale. Il pianeta si desertifica nuovamente. Le creature intelligenti si estinguono, le loro città di pietra cadono in polvere. Inizia un'estinzione generalizzata di tutti i vertebrati.

Fra 1 miliardo di anni. La terra è stata sterilizzata dal calore solare in espansione. Qualche forma di vita unicellulare rimane presente sottoterra.

Fra 10 miliardi di anni. Il sole si è espanso a livello tale da ridurre la terra a un grumo di cenere, per po collassare in una debole nana bianca. La galassia e l'universo si spengono gradualmente con l'esaurirsi del big bang primordiale.

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21/08/2011 19:44

E' uno scenario alquanto terribile ma realistico per l'essere umano anche se ancora in parte ipotetico ma non vedo soluzione per uscire da questo empasse che si è innescato armai da alcuni anni.
Penso che oramai abbiamo superato il punto di non ritorno o ci è rimasto pochissimo tempo ancora per iniziare a capovolgere l'andamento di questa situazione tragica per l'umanita'.
[Modificato da (richard) 21/08/2011 19:44]
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Utente Master
22/08/2011 19:44

Cavolo! Una nevicata in Namibia non capita proprio tutti i giorni...
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Utente Master
23/08/2011 13:41

Mi sa che oggigiorno tocca fare un viaggetto in Namibia per avere un po' di refrigerio!!
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23/08/2011 13:57

Re:
(richard), 23/08/2011 13.41:

Mi sa che oggigiorno tocca fare un viaggetto in Namibia per avere un po' di refrigerio!!




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Utente Illuminato
23/08/2011 16:51

Gli animali avranno pensato:"WTF?!" XD
[Modificato da jakDarkLight 23/08/2011 16:51]
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23/08/2011 19:52

Certo che la previsione postata da filovirus è inquietante.
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