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i misteriosi indios bianchi: i Chachapoya

Ultimo Aggiornamento: 24/04/2009 18:09
09/04/2009 18:27

news2000.iol.it
11 Gennaio 2002

Era il 1963 quando nel Nord Est del Perù venne alla luce una delle numerosissime tracce lasciate dalle civiltà preincaiche, in Villaya, regione alle porte della foresta amazzonica. La vegetazione lussureggiante aveva coperto agli occhi dei rari esploratori le rovine dei Chachapoya, il cosiddetto popolo delle nuvole (dalla lingua Quechua "sacha poya"), probabilmente chiamate così perché in questa zona del Paese il cielo si presenta quasi sempre coperto. La popolazione era composta da individui che presentavano caratteristiche fisiche totalmente differenti dagli indios. Le cronache dell'epoca li descrivono come alti e con la pelle molto chiara. Le donne, in particolare, erano note per la loro bellezza. Questo stranezza naturalmente ha alimentato teorie di ogni tipo. Non mancano appassionati del caso che non escludono che i Chachapoya provenissero da Atlantide, fossero di stirpe egizia o addirittura discendenti dei fenici arrivati sino a qui attraversando mari e risalendo i fiumi amazzonici a bordo delle loro imbarcazioni.
Teorie piuttosto azzardate, seppur minimamente supportabili da vari elementi. Questa popolazione aveva costruito le sue città e fortezze in cima alle montagne per motivi strategici e per avere il maggior spazio possibile a disposizione per le coltivazioni.
Particolarità dei Chachapoya quella del culto dei defunti, molti dei quali conservati in sarcofagi costruiti con fango argilla, alti circa due metri con decorazioni dipinte. I sarcofagi erano collocati, non si sa in che modo, sulle pareti a picco delle montagne.
In questa valle nel mezzo della quale scorre il fiume Utcubamba (come pure in quella dell'Urubamba) sono molti i loculi presenti, letteralmente incastonati nella roccia dentro cui, a dispetto del tempo, si sono ben conservate numerose mummie. Alcune di esse hanno confermato le singolari caratteristiche fisiche degli indios Chachapoya. La costruzione pi importante lasciataci da questo popolo senz'altro la fortezza di Kuelap, cittadella roccaforte situata a 3.100 metri di altezza, circondata da una muraglia lunga 600 metri e alta dai 6 agli 8 metri.
Un'altra preziosa testimonianza è costituita dalle mummie ritrovate nel novembre del 1999 nei pressi del villaggio di Leimebamba, su un'alta parete quasi verticale. Mummie in ottimo stato di conservazione, avvolte in tessuti di cotone colorato. Come hanno fatto gli antichi abitanti di questi luoghi a collocare i loro morti in luoghi così impervi, quasi inaccessibili anche con i mezzi moderni? Purtroppo nessuno ce lo potrà spiegare, ma vale la pena visitare questi luoghi ancora poco frequentati dai turisti, dove, per mancanza di fondi, molti tesori riposano ancora nascosti dalla vegetazione.
09/04/2009 18:32

Re:
Della tribù del Popolo delle Nuvole, ad oggi, si sa poco o nulla. Si tratta di un'antica civiltà andina di pelle bianca e dai capelli biondi ed i lineamenti delicati - su cui da sempre si interrogano gli studiosi dal momento che non si attestano stabilimenti di popolazioni europee in questa zona, dove la maggior parte degli abitanti è di pelle scura - distrutta da malattie e guerre nel XVI secolo.

In una zona isolata del Perù, conosciuta per le sue bellezze naturalistiche, gli archeologi sono riusciti a trovare una cittadella fortificata sull'orlo di un baratro che la tribù dei Chachapoya potrebbe aver utilizzato come osservatorio per spiare il nemico. A questo punto gli storici sperano di togliere il velo sul segreto dei Guerrieri Bianchi delle Nuvole.

Secondo l'archeologo Benedict Goicochea Perez.Rock, l'accampamento principale è costituito da abitazioni dalla pianta circolare costruite in pietra, coperte dalla vegetazione della giungla in uno spazio di oltre12 acri, alcune delle fortificazioni sono coperte da dipinti e accanto alle dimore ci sono delle terrazze che si pensa siano state utilizzate per macinare semi e piante per cibarsene o per uso medicinale.

I Chachapoya si espansero sulle Ande peruviane dall'800 d.C. e furono assoggettati dagli Incas nel XV secolo. Furono proprio i conquistatori incaici a dar loro il nome di Chachapoya, ovvero: popolo delle nuvole, probabilmente per il fatto che costruivano i loro insediamenti su alture di montagna immerse nella nebbia. Un secolo dopo, con l'arrivo degli spagnoli, il popolo delle nuvole scomparve, sterminato dalle infezioni provenienti dall'Europa. A causa dei saccheggi, poco è rimasto agli archeologi per poter studiare le loro abitudini di vita prima del IX secolo. Gli scienziati sperano di trarre altre informazioni dai ritrovamenti effettuati da una spedizione a Jamalca, nella provincia peruviana di Uctubamba, 500 miglia a nord-est della capitale Lima. Fino ad ora, la maggior parte delle conoscenze che si hanno su questa popolazione è dovuto al tramandarsi delle leggende inca, non si sa nemmeno che nome avesse realmente questa tribù di "guerrieri dalla pelle bianca ed i capelli chiari".

La loro cultura è conosciuta per la fortezza di Kuellap sulla vetta di una montagna a Uctubamba, che può essere paragonata in scala all'eremo di Machu Picchu degli Inca, costruito centinaia di anni dopo.

Due anni fa gli archeologi trovarono un cimitero sotterraneo dentro una grotta, con cinque mummie, due delle quali avevano ancora intatti la pelle ed i capelli. I Chachapoya avevano un forte culto dei defunti, molti dei quali erano conservati in sarcofagi costruiti con fango e argilla e dipinti con decorazioni. Mettevano i propri morti in nicchie di pietra a due metri e mezzo di altezza, a picco sulle montagne. Dopo aver messo il corpo del defunto nella nicchia in posizione fetale, veniva avvolto in tessuti decorati su cui era stato dipinto un ritratto; è ancora un mistero se questo popolo imbalsamasse e privasse delle interiora i corpi dei defunti come facevano gli egizi. I corpi si sono conservati intatti fino ad oggi grazie al microclima secco in cui si trovavano.

Pedro Cieza de Leon, cronista dei Chachapoyas, ha scritto della tribù "Sono le persone tra le più belle e dalla pelle più bianca che abbia mai visto, le loro mogli erano così meravigliose che per la loro gentilezza, molte di loro meritavano di essere mogli degli Inca e portate al Tempio del Sole. Le mogli e i loro mariti vestivano sempre abiti di lana e le loro teste coperte dal llautos (un turbante di lana), il loro simbolo, perché vengano riconosciuti ovunque".
di Ornella Lodin
(23 Gennaio 2009)
fonte: Tifeo Web


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Utente Senior
21/04/2009 21:05

chissa magari erano indios con origine europea, in fin dei conti virachoca era alto con la barba e con la pelle nianca e cosi anche i suoi assistenti (la barba nn so se c'elavevano o no gli assistenti di viracoca) ma magari la spiegazione è un'altra magari col fatto che il sole c'è poche volte il popolo delle nuvole nn si è mai abbronzato cm gli indios del centro america
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Utente Master
21/04/2009 22:54

Singolare il fatto dell'abbronzatura,una questione puramente di esposizione!
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Utente Senior
24/04/2009 18:09

be in effetti è così richard, se ci pensi le popolazioni nordiche della terra hanno la pelle bianca per la poca espozione del sole.
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