Le impronte digitali sono usate da secoli per identificare con esattezza le persone: con quali conseguenze?
Tutti noi lasciamo in giro impronte digitali. E, in linea di principio, un malintenzionato le potrebbe rubare e usare a proprio vantaggio.
Lo ha dimostrato il gruppo di hacker tedesco CCC (Chaos computer club), che ha clonato l'impronta digitale del ministro degli interni tedesco Wolfgang Schauble e l'ha diffusa in 4 mila copie con la rivista Die Datenschleuder nel marzo 2008.
Schauble, infatti, aveva proposto di inserire le impronte digitali nei passaporti tedeschi, e l'iniziativa degli hacker mirava a dimostrare che non si trattava di una buona idea, dato che per i malintenzionati sarebbe piuttosto facile rubare l'identità di un cittadino.
Aggiungiamo solamente un'avvertenza: rubare impronte digitali non è corretto...
Focus.it
In volo radente tra le pieghe di un dito: visualizzazione 3D di un'impronta digitale rilevata su di un metallo