Agenzia spaziale russa (Roskosmos) ed europea (ESA) starebbero valutando seriamente l’ipotesi di realizzare insieme una nuova navetta spaziale per il trasporto di astronauti in orbita e forse anche per missioni lunari, secondo quanto riportato da Space.com citando come fonte la stessa Roskosmos.
Il veicolo sarebbe in grado di trasportare un equipaggio di sei astronauti e dovrebbe essere lanciato dalla nuova base spaziale che la Russia intende realizzare a Vostocny, nella regione dell’Amur, sul Pacifico al confine con la Cina. Riguardo le date, il 2015 dovrebbe vedere il primo test e il 2018 l’entrata in servizio del nuovo veicolo euro-russo.
La Russia si farebbe carico della parte pressurizzata, mentre l’Europa fornirebbe il sistema propulsivo, basato su quello dell’ATV (Automated Transfer Vehicle). In effetti, quest’ultimo sarebbe perfettamente in grado di spingere un veicolo spaziale di massa notevole verso la ISS, avendo una capacità di circa nove tonnellate per un’orbita bassa. Inoltre, i quattro motori che spingono l’ATV e i relativi serbatoi sono disposti lateralmente al modulo propulsivo, il cui cuore è quindi attualmente un cilindro vuoto; grazie a questa felice opzione ingegneristica, il modulo propulsivo può dunque ospitare o un sistema di rientro di piccoli payload, allo studio, o un sistema di propulsione aggiuntivo, in grado di spingere una navetta in orbita di trasferimento lunare.
Intervenendo oggi ad una tavola rotonda su “European Space Programs of the Near Future” organizzata a Roma dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza, il direttore generale dell’ESA, Jean-Jacques Dordain non ha dato ulteriori informazioni, parlando però chiaramente della necessità e dell’intenzione di dare un nuovo impulso ai voli umani e rendere l’Europa autonoma in questo campo. «Cosa faremo nei prossimi 10 anni? Alcuni programmi sono in via di sviluppo, ma molto è da decidere. Non siamo al livello degli altri nel volo spaziale umano, che invece ha un impatto straordinario sia sulla gente comune che sulla storia dell’umanità. Per questo mi auguro di vederlo crescere nei programmi dell’ESA». Riguardo la cooperazione, che sarebbe tra l’altro alla base della navetta euro-russa, Dordain ha chiarito che «la cooperazione internazionale è una necessità, anche se è difficile».
«Dal 1972 - ha detto il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Giovanni Bignami - nessun uomo si è più spinto al di là dell’orbita terrestre e solo 24 delle centinaia di astronauti che sono andati nello spazio ha raggiunto l’orbita lunare. È tempo di riflettere su tutto questo. Dobbiamo sviluppare in Europa le capacità di portare uomini in orbita. È il tempo giusto per il Vecchio Continente di impegnarsi nell’esplorazione umana, dopo i successi ottenuti in quella robotica. Del resto, è la capacità di portare uomini in orbita la prova finale se si è o no una grande potenza spaziale».
Se tutti sembrano d’accordo sul fatto che l’Europa debba raggiungere l’autonomia di lancio anche nel settore del volo pilotato, non tutti sono però sono convinti che una navetta congiunta euro-russa sia l’opzione migliore da un punto di vista tecnico e di opportunità. Da un punto di vista tecnico, si fa notare che un’astronave è un sistema complesso che deve garantire la massima affidabilità e la massima leggerezza possibile, un obiettivo che è più facile raggiungere se si lavora da soli invece che a più mani. Da un punto di vista di opportunità, la storia dell’astronautica ha insegnato che è un grave errore fare affidamento su un solo sistema di trasporto, due al massimo: basti pensare alla crisi dello shuttle che ha rischiato di mandare in fumo l’intero progetto della stazione spaziale, essendo i moduli realizzati per essere trasportati solo con il traghetto spaziale americano.
L’inadeguatezza di avere solo un tipo di capsula a disposizione si ripresenterà quando lo shuttle sarà messo a terra e da utilizzare rimarrà solo la Soyuz, che proprio in queste ultime missioni ha mostrato di avere problemi al rientro che ne potrebbero fermare l’utilizzo per un certo periodo di tempo. Se, quindi, da un lato per l’Europa e per la Russia è una grande opportunità lavorare mettendo assieme i soldi dell’una e le competenze e l’esperienza dell’altra, sarebbe più conveniente avere due veicoli diversi a disposizione, per garantirsi un accesso allo spazio senza interruzioni in caso di problemi ad uno dei due sistemi.
da :dedalonews
(nelle immagini, fonte ESA e Roskosmos, un modello del Clipper e il raffronto con una Soyuz)