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Europa e Russia verso una navetta spaziale congiunta?

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2008 23:39
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16/05/2008 19:52

Agenzia spaziale russa (Roskosmos) ed europea (ESA) starebbero valutando seriamente l’ipotesi di realizzare insieme una nuova navetta spaziale per il trasporto di astronauti in orbita e forse anche per missioni lunari, secondo quanto riportato da Space.com citando come fonte la stessa Roskosmos.

Il veicolo sarebbe in grado di trasportare un equipaggio di sei astronauti e dovrebbe essere lanciato dalla nuova base spaziale che la Russia intende realizzare a Vostocny, nella regione dell’Amur, sul Pacifico al confine con la Cina. Riguardo le date, il 2015 dovrebbe vedere il primo test e il 2018 l’entrata in servizio del nuovo veicolo euro-russo.

La Russia si farebbe carico della parte pressurizzata, mentre l’Europa fornirebbe il sistema propulsivo, basato su quello dell’ATV (Automated Transfer Vehicle). In effetti, quest’ultimo sarebbe perfettamente in grado di spingere un veicolo spaziale di massa notevole verso la ISS, avendo una capacità di circa nove tonnellate per un’orbita bassa. Inoltre, i quattro motori che spingono l’ATV e i relativi serbatoi sono disposti lateralmente al modulo propulsivo, il cui cuore è quindi attualmente un cilindro vuoto; grazie a questa felice opzione ingegneristica, il modulo propulsivo può dunque ospitare o un sistema di rientro di piccoli payload, allo studio, o un sistema di propulsione aggiuntivo, in grado di spingere una navetta in orbita di trasferimento lunare.

Intervenendo oggi ad una tavola rotonda su “European Space Programs of the Near Future” organizzata a Roma dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza, il direttore generale dell’ESA, Jean-Jacques Dordain non ha dato ulteriori informazioni, parlando però chiaramente della necessità e dell’intenzione di dare un nuovo impulso ai voli umani e rendere l’Europa autonoma in questo campo. «Cosa faremo nei prossimi 10 anni? Alcuni programmi sono in via di sviluppo, ma molto è da decidere. Non siamo al livello degli altri nel volo spaziale umano, che invece ha un impatto straordinario sia sulla gente comune che sulla storia dell’umanità. Per questo mi auguro di vederlo crescere nei programmi dell’ESA». Riguardo la cooperazione, che sarebbe tra l’altro alla base della navetta euro-russa, Dordain ha chiarito che «la cooperazione internazionale è una necessità, anche se è difficile».

«Dal 1972 - ha detto il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Giovanni Bignami - nessun uomo si è più spinto al di là dell’orbita terrestre e solo 24 delle centinaia di astronauti che sono andati nello spazio ha raggiunto l’orbita lunare. È tempo di riflettere su tutto questo. Dobbiamo sviluppare in Europa le capacità di portare uomini in orbita. È il tempo giusto per il Vecchio Continente di impegnarsi nell’esplorazione umana, dopo i successi ottenuti in quella robotica. Del resto, è la capacità di portare uomini in orbita la prova finale se si è o no una grande potenza spaziale».

Se tutti sembrano d’accordo sul fatto che l’Europa debba raggiungere l’autonomia di lancio anche nel settore del volo pilotato, non tutti sono però sono convinti che una navetta congiunta euro-russa sia l’opzione migliore da un punto di vista tecnico e di opportunità. Da un punto di vista tecnico, si fa notare che un’astronave è un sistema complesso che deve garantire la massima affidabilità e la massima leggerezza possibile, un obiettivo che è più facile raggiungere se si lavora da soli invece che a più mani. Da un punto di vista di opportunità, la storia dell’astronautica ha insegnato che è un grave errore fare affidamento su un solo sistema di trasporto, due al massimo: basti pensare alla crisi dello shuttle che ha rischiato di mandare in fumo l’intero progetto della stazione spaziale, essendo i moduli realizzati per essere trasportati solo con il traghetto spaziale americano.

L’inadeguatezza di avere solo un tipo di capsula a disposizione si ripresenterà quando lo shuttle sarà messo a terra e da utilizzare rimarrà solo la Soyuz, che proprio in queste ultime missioni ha mostrato di avere problemi al rientro che ne potrebbero fermare l’utilizzo per un certo periodo di tempo. Se, quindi, da un lato per l’Europa e per la Russia è una grande opportunità lavorare mettendo assieme i soldi dell’una e le competenze e l’esperienza dell’altra, sarebbe più conveniente avere due veicoli diversi a disposizione, per garantirsi un accesso allo spazio senza interruzioni in caso di problemi ad uno dei due sistemi.
da :dedalonews
(nelle immagini, fonte ESA e Roskosmos, un modello del Clipper e il raffronto con una Soyuz)


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20/05/2008 01:05

Ne ho viste parecchie di queste nuove navette spaziali in progetto, ma nessuna sembra riuscire a coprire tutte le aspettative della NASA.

Un progetto simile è stato sviluppato anche dalla Boeing, è l'X-40 o X40-A è un velivolo sperimentale destinato al volo spaziale ed il rientro a terra.
E' una versione più piccola dell'X-37 costruito per lo stesso fine. Una volta messo in quota può volare ed atterrare autonomamente in modo da essere riutilizzato per voli successivi. Il progetto è sviluppato dalla NASA in collaborazione con la Boeing.
Un prototipo dell'X-40A ha eseguito, con successo 7 voli di test tra il 2000 ed il 2001 che ne hanno confermato la stabilità aerodinamica. Il volo finale è stato effettuato il 17 maggio 2001.
Per ora è solo un UAV, ma sembra l'unica opzione per sostituire lo SpaceShuttle tra qualche anno! [SM=g27822]



AURORA PILOT


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20/05/2008 12:08

Dalla sua forma alquanto tozza e dalle piccole appendici alari da l'impressione di minor portanza dello Shuttle;poi,io non ci capisco niente di avionica e roba simile,ma l'impressione che da è questa!
La forma dello Shuttle e molto piu' armonica ed equilibrata nelle sue dimensioni.
[Modificato da (richard) 20/05/2008 12:10]
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Utente Master
20/05/2008 20:21

Si capisco ciò che dici (richard), però questo è solo un modellino in scala eh!
Per quanto riguarda le semiali direi che non gli servono molto larghe o lunghe in quanto via via che la velocità aumenta la portanza aumenta e quindi dovendo questo vettore rientrare dallo spazio a "tutto fouco" di portanza e stabilità ne ha a volontà!
Basti pensare all'F-104 Starfighter...molto veloce e con delle mini semiali.

AURORA PILOT
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20/05/2008 22:21

poi lo scafo della fusoliera mi sembra più ampio del solito..e penso che anche quello contribuisca notevolmente alla portanza..quando si trova dentro l'atmosfera..
infatti una volta fuori dall'atmosfare non penso abbia senso parlare di portanza perchè non viaggia piu in un fluido a pressione qual'è l'aria, ma nel vuoto..
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Utente Master
20/05/2008 23:25

Re:
AURORA PILOT, 20/05/2008 20.21:

Si capisco ciò che dici (richard), però questo è solo un modellino in scala eh!
Per quanto riguarda le semiali direi che non gli servono molto larghe o lunghe in quanto via via che la velocità aumenta la portanza aumenta e quindi dovendo questo vettore rientrare dallo spazio a "tutto fouco" di portanza e stabilità ne ha a volontà!
Basti pensare all'F-104 Starfighter...molto veloce e con delle mini semiali.
AURORA PILOT



Infatti l'F-104 Starfighter era chiamato la "bara volante" proprio perche' ne cadeva uno ogni tanto!
Non credo che siano state delle coincidenze ripetitive i loro crashs! [SM=x708816]
[Modificato da (richard) 20/05/2008 23:25]
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Utente Master
20/05/2008 23:39

[SM=x708822] già proprio così (richard)!

Per quanto riguarda "lo scafo della fusoliera mi sembra più ampio del solito" come dice jole88 non contribuisce assolutamente alla portanza.
La portanza è data da una variazione di pressione su una superficie, sulle ali l'aria che passa sopra va più veloce di quella di sotto e crea portanza grazie a questa differenza di pressione.
La fusoliera non crea portanza ma solo resistenza!
Comunque è solo un fatto che si può ammirare nell'atmosfera e non nello spazio come dici tu. [SM=g27811]

AURORA PILOT
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