Il suo nome in greco significa “paura”, e forse è proprio per questo che Phobos, la più grande delle due lune marziane, rimane sempre attaccata al suo “papà”, il Pianeta Rosso. Orbita infatti a meno di 6000 chilometri dalla superficie di Marte, stabilendo un singolare primato: di tutti i satelliti naturali presenti nel Sistema Solare, è quello più vicino al proprio pianeta. In questa foto appare in realtà un po’ ammaccato: ecco il cratere Stickney – dal cognome della moglie di Asaph Hall, l’astronomo americano che scoprì Phobos e Deimos, l’altra luna di Marte – che si estende per ben 9 chilometri sulla superficie del satellite. Un buco enorme, se pensiamo che il diametro di Phobos misura circa 22 chilometri.
Secondo gli astronomi, l’impatto che diede origine a questo cratere fu così devastante che l’intero corpo celeste rischiò di sgretolarsi.
Fonte:focus.it
AURORA PILOT
[Modificato da AURORA PILOT 10/05/2008 04:50]