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La Via Lattea, una galassia cannibale

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2008 19:06
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17/04/2008 19:06




In questa immagine sono indicate sette delle otto galassie nane scoperte recentemente. Molto probabilmente si tratta degli ultimi componenti di una famiglia di galassie di piccole dimensioni che sono state “cannibalizzate” dalla Via Lattea e le cui stelle hanno contribuito alla formazione dell’alone della nostra Galassia

La Via Lattea fa parte del cosiddetto Gruppo Locale, un insieme che conta più di 30 galassie e il cui diametro è di circa 10 milioni di anni luce. Il centro di questo ammasso è localizzato tra la Via Lattea e la Galassia di Andromeda(distante 2,2 milioni di anni luce), entrambe galassie a spirale, che sono anche i due componenti maggiori di questo complesso. Il Gruppo Locale fa parte del Superammasso della Vergine, il quale è dominato dall' ammasso omonimo.

La Via Lattea è una tipica galassia a spirale formata da centinaia di miliardi di stelle e le sue regioni circostanti con il passare del tempo appaiono sempre più popolate da galassie nane, sottoposte all’influenza della sua forza gravitazionale, che sono costituite da un numero di stelle compreso tra alcuni milioni e diversi miliardi. Sinora le galassie satelliti note erano 11 - di queste le più famose e di maggiori dimensioni sono la Grande e la Piccola Nube di Magellano -, ma recentemente è stata annunciata la scoperta di altri otto piccoli complessi stellari, di cui almeno sette sono legati alla Via Lattea. Queste nuove compagne della nostra Galassia hanno delle proprietà fuori dal comune. Sono infatti di dimensioni inferiori alle galassie nane satelliti già conosciute e la loro struttura è tale da far pensare che siano in procinto di disgregarsi sotto l’azione delle potenti forze mareali della Via Lattea. Addirittura, una di queste, Ursa Major II, sembra già essersi frantumata in numerosi pezzi.

Le attuali teorie concordano sul fatto che la maggior parte delle stelle che formano l’alone che avvolge il disco della nostra Galassia in un lontano passato appartenevano a galassie nane che, attratte dal campo gravitazionale della Via Lattea, si sono dissolte mescolando le stelle di cui erano formate con quelle della compagna maggiore. Le galassie satelliti da poco scoperte, che con ogni probabilità sono state spogliate da una buona parte delle stelle che le formavano, fanno pensare ai resti di un banchetto galattico iniziato miliardi di anni fa e che adesso sembra essere giunto alle sue fasi conclusive.

Il cosiddetto “cannibalismo galattico” è un fenomeno noto da tempo e osservato, oltre che nei risultati delle simulazioni al computer dell’evoluzione degli ammassi, anche nelle immagini di molti ammassi galattici. Non si tratta comunque di un evento violento, in quanto i tempi di evoluzione di tali fenomeni sono estremamente lunghi e più che di collisione tra galassie sarebbe forse più corretto parlare di lentissimo rimescolamento.

Le nuove galassie nane sono state individuate nel corso del programma SDSS (Sloan Digital Sky Survey), uno dei più ambiziosi progetti dell’astronomia moderna, che ha come obiettivo principale quello di scandagliare a fondo più di un quarto di cielo ed effettuare la mappa tridimensionale di circa un milione di galassie e quasar. A questo progetto è dedicato un telescopio di 2,5 metri di apertura, dotato di strumenti di ultima generazione, presso l’Osservatorio di Apache Point nel Nuovo Messico (USA) e un’equipe internazionale formata da oltre 300 astronomi e ingegneri appartenenti a 25 Istituti.focus.it

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