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Le esperienze di Premorte

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2014 22:37
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Utente Illuminato
17/09/2005 20:51

Che cos’è l’NDE?
L’NDE, dalle iniziali dell’espressione inglese Near Death Experience, esperienza in prossimità della morte, è un particolare ricordo di una strana esperienza psichica che sembra essere stata vissuta durante una fase in cui si è corso un grave rischio di morire. Questo ricordo affiora in genere spontaneo alla mente di persone che hanno avuto gravi crisi vitali, con perdita totale della coscienza e sospensione delle funzioni vitali dell’organismo; e può presentarsi sia immediatamente dopo il superamento della crisi, al recupero della coscienza, sia qualche tempo più tardi. Non si conoscono fattori particolari che sembrano stimolare la comparsa di queste memorie; talvolta si è riusciti a “recuperare” un ricordo analogo alle NDE usando l’ipnosi su persone che, pur avendo avuto una crisi con perdita di coscienza e rischio di vita, affermavano di non ricordare nulla di particolare in riferimento al periodo critico.

Che cosa ricordano le persone che sono uscite da una crisi quasi-mortale?
I contenuti e le strutture dei ricordi riferiti ai momenti di assenza di coscienza sono piuttosto vari. Tentando una schematizzazione, sulla base di centinaia di racconti, si è delineata in termini generali un’NDE-tipo, lungo le cui linee sembrano collocarsi le singole esperienze individuali. Non bisogna dimenticare, comunque, che si tratta di un modello “astratto”, costruito dall’insieme di molteplici testimonianze diverse, e che ogni NDE è in realtà molto o poco diversa da ogni altra; nella maggior parte, inoltre, le NDE si compongono soltanto di alcuni degli elementi che figurano nel modello generale di riferimento. L’NDE-tipo, dunque, si svolge comprendendo questi elementi:

una prima fase di “perdita” del corpo. La coscienza sembra continuare a vivere esercitando le sue proprietà peculiari (percezione, ricordo, analisi e valutazione degli eventi), ma si percepisce di colpo lontana, o comunque autonoma, dal corpo. In queste condizioni può “trovarsi” vicino al corpo, che percepisce (vede) inanimato e magari contornato da persone; oppure può essere completamente estraniata dal corpo fisico, del quale non sa più niente né si preoccupa più;
se la coscienza “percepisce” il corpo, può rimanere accanto (o vicino) ad esso per tutto il tempo che dura la crisi vitale e seguirne le vicende (eventuali tentativi di salvataggio e rianimazione, trasporto, sistemazione, circostanze che accadono nei suoi pressi). In questo caso, nel momento in cui il corpo recupera le sue funzioni vitali, la coscienza si sente "rientrare" e le cose riprendono il loro corso normale. Altre volte l’esperienza può continuare nella maniera seguente (e quello che segue è un tipo di NDE che può anche presentarsi così fin dall'inizio, senza le fasi precedenti);
la coscienza, priva di corpo materiale e indifferente ad esso, si sposta lungo un tunnel buio, in fondo al quale percepisce una luce. Il processo di “spostamento” viene descritto talora come un “volo”, come un “esser trasportati”, un “galleggiamento”, un “sollevamento”, ma sempre come un viaggio in direzione della luce;
durante lo spostamento nel tunnel, o in una fase successiva, può prodursi una sorta di rassegna di ricordi relativi all'intera vita passata dell'individuo: a questo effetto è stato dato nome di "visione panoramica", per sottolineare che si tratta di una specie di "osservazione" dall'esterno dell'intero "panorama" delle vicende della vita;
giunta al termine del tunnel, la coscienza percepisce una luce sfolgorante, che sembra abbracciare ogni cosa. La luce è spesso connotata da tonalità affettive di segno positivo, quali “bontà”, “amore”, “serenità”, “pace”;
entrata nella dimensione di luce, la coscienza può rimanere sola, e in questo caso ha modo di osservare l'ambiente in cui si trova (spesso scorge panorami campestri, prati e fiori), oppure incontra esseri splendenti e luminosi, che possono essere di natura umana (defunti, per lo più parenti e amici) o sovrumana (angeli, divinità). Con questi esseri può scambiare una comunicazione, durante la quale capisce meglio dove si trova, qual è il destino futuro delle anime e qual è il senso della vita terrena;
dopo qualche momento la coscienza viene avvertita (dagli esseri luminosi incontrati, o da una "sensazione" interiore) che deve tornare a vivere e riprendere il suo posto nella dimensione terrena. L'istante successivo a questo avvertimento rientra nel corpo, assumendo di colpo tutte le percezioni e le sensazioni coerenti con la situazione del corpo (collocazione in uno spazio definito, dolore, sensazioni fisiologiche di fame o sete, difficoltà di movimenti muscolari, e così via.
una volta riacquistate le normali facoltà psichiche e fisiche, la persona "ricorda" l'esperienza passata e la attribuisce ai momenti in cui il suo corpo era privo di vitalità. Il ricordo è talmente vivido che non si modifica in maniera sostanziale al passare del tempo.

Quali sono le cause delle NDE?
Ad essere precisi, sono NDE soltanto le esperienze che vengono ricordate dopo essersi ripresi da una crisi quasi-mortale, con sospensione delle funzioni vitali dell’organismo (battito cardiaco, respirazione, etc.) e perdita della ordinaria coscienza di veglia. Queste crisi possono essere dovute a cause traumatiche (incidenti stradali, cadute da grandi altezze, annegamenti, ferite da armi da fuoco, tentato suicidio, etc.), a crisi intra-operatorie (cioè problemi sorti durante un intervento chirurgico), a disturbi iatrogeni (intossicazione da farmaci), ad abuso di sostanze attive (droghe, alcol), a processi patologici (malattie). A volte possono prodursi anche per cause “fisiologiche”, come il parto. Analizzando le varie NDE riferite dai testimoni ci si è però accorti che esistono situazioni in cui non si corre oggettivamente nessun pericolo di vita, ma che la persona vive in maniera traumatica, con la convinzione di stare per morire: svenimenti, uso di droghe allucinogene, traumi psicologici intensi (spaventi estremi) ed eventi (sia positivi che negativi) che prendono di sorpresa.

Quante persone hanno NDE?
Secondo un calcolo effettuato in seguito a un’inchiesta dell’Istituto Gallup, nei soli Stati Uniti sarebbero almeno 13 milioni le persone che hanno avuto un’NDE da adulte. Se a questo numero si aggiungono anche i casi che sembrano accadere ai bambini troppo piccoli per raccontarle, il numero di coloro che hanno NDE potrebbe avvicinarsi a quasi 15 milioni. Facendo un raffronto, a parità di popolazione, più o meno altrettante persone con NDE potrebbero trovarsi in Europa. Comunque queste sono “proiezioni”, calcolate a partire da piccoli gruppi di intervistati. In verità non c’è a tutt’oggi una stima realistica. Si può dire, comunque, che di tutti quelli che superano una crisi quasi-mortale, con apparente sospensione delle funzioni vitali, un terzo circa ricorda un’NDE dalla struttura più o meno complessa. Non tutte queste persone, però, le raccontano: anzi, quelle che le raccontano sono decisamente una minoranza.

Anche i bambini hanno NDE?
Sì, sembra che anche i bambini possano avere esperienze simili alle NDE degli adulti. Per i piccoli che sono in grado di parlare e di raccontare attendibilmente le loro esperienze soggettive (dai 5-6-7 anni in poi), ponendo domande opportune si riesce a farsi riferire ricordi in gran parte simili a quelli delle classiche NDE. Per i bambini più piccoli, spesso ci si deve accontentare di “dedurre” l’esistenza di NDE da elementi indiretti (disegni, incubi notturni, accenni a cose non esistenti nell’esperienza ordinaria, come ad esempio “persone luminose” etc.), o ci si deve affidare ai ricordi che, una volta cresciute, queste persone dicono di avere in riferimento a crisi attraversate quando erano molto piccole. Un elemento delle NDE che sembra sempre mancare in tutte le esperienze accadute ai bambini è la “visione panoramica” della loro vita: secondo alcuni studiosi, i bambini piccoli non avrebbero ancora i concetti di passato e di storia personale, e quindi mancherebbero loro gli elementi fondamentali per avere queste esperienze (o per riconoscerle qualora si presentassero loro spontaneamente).

Se una persona ha un’NDE durante una crisi quasi-mortale, ha NDE anche nelle successive crisi dello stesso tipo che potrebbe avere nella sua vita?
Talvolta questo accade, ma nel complesso si riscontra una grande variabilità soggettiva, sotto questo aspetto. Alcuni individui incorsi, durante la loro vita, in più situazioni quasi-mortali (anche di natura analoga: es. crisi intra-operatorie) ricordano NDE associate a ciascuna di queste occasioni; altri invece sono sicuri di averle avute soltanto una o poche volte, non sempre. Bisogna aggiungere che nei casi in cui si verificano più NDE nella stessa persona, in momenti differenti, le esperienze possono essere diverse tra loro.

Tutte le situazioni di morte apparente sono associate a NDE?
No. E questo vale sia a livello di singolo individuo che per la totalità delle persone. Per la storia del singolo individuo, ciò significa che a volte si hanno NDE e a volte no; per l’insieme della gente, significa che dopo situazioni analoghe (ad esempio un principio di annegamento o un coma) qualcuno ha un’NDE, qualcuno non ricorda assolutamente niente. Bisogna comunque tenere presente che in teoria, tutti potrebbero avere NDE ma solo qualcuno ricordarle. Non potendo conoscere “dal di dentro” le esperienze soggettive delle altre persone, e in special modo quelle avute in stato alterato di coscienza, non si può far altro che affidarsi alle dichiarazioni e ai racconti, che - nella migliore delle ipotesi - sono solo ciò che la gente ricorda. E si sa che non sempre si ricorda tutto.

Le NDE sono sempre associate a stati di morte apparente?
In realtà no. A volte esperienze del tutto simili alle NDE si producono anche in condizioni che non comportano nessun rischio di vita: uno svenimento, una caduta mentre si inciampa camminando, una forte emozione, l'effetto di sostanze allucinogene. In questi casi non sarebbe corretto parlare di NDE, e se lo si fa è solo per la mancanza di altri termini accettati. Bisogna aggiungere due specificazioni a ciò: (a) che in queste altre circostanze, quando si ha la sola sensazione di “distacco dal corpo”, si può parlare di OBE (Out of Body Experience, esperienza fuori dal corpo); (b) che le “NDE” senza rischio reale di vita spesso sorgono spontaneamente quando “si ha l’impressione” di stare per morire o di avere un grosso trauma. È sulla base di ciò che si ritiene che più che il processo di morte vero e proprio, quello che può scatenare l’NDE è la “percezione soggettiva” della morte.

Chi ha un’NDE? E perché non tutti ce l’hanno?
Non si sa perché, nelle stesse condizioni di crisi, alcune persone abbiano (o ricordino) NDE e altre no. Quello che è certo è che hanno NDE persone di ogni sesso ed età, di qualunque religione, ideologia politica e carattere, cultura e attività professionale. Teoricamente si può pensare che in uno stato di crisi vitale tutti abbiano NDE, ma che solo alcuni le ricordino, una volta superata la crisi. Convinti di ciò, alcuni studiosi hanno cercato di stimolare con vari sistemi, tra cui l’ipnosi, la memoria di chi non ricorda NDE.

Che significato hanno le NDE?
Non esiste una risposta valida a una simile domanda, e questo è il motivo per cui sono ancora molto diffuse opinioni alternative e diverse sulle NDE. Secondo alcuni studiosi, che prediligono un'interpretazione “spiritualistica” delle NDE, queste esperienze sarebbero più o meno quel che appaiono, cioè (a) distacchi dal corpo di una componente immateriale, capace di esistere indipendentemente dall’organismo umano, (b) viaggi in dimensioni trascendentali caratterizzate da pace e serenità; (c) “visioni” di ciò che sarà lo stato degli esseri umani dopo la morte del corpo. Secondo una diversa prospettiva, le NDE sono elaborazioni visionarie prodotte dai processi biochimici e fisiologici del tessuto cerebrale sottoposto a un trauma acuto, elaborazioni che si basano sugli elementi psichici già presenti nella mente umana: non diversamente da quanto avviene con i sogni, con le visioni ipnagogiche e ipnopompiche (all’addormentamento e al risveglio), con le allucinazioni da droghe o da farmaci, con le visioni che possono prodursi durante la meditazione, l'estasi o particolari cerimonie rituali (musica e danza protratte nel tempo).

Le NDE sono dimostrazioni di una vita o di una realtà spirituale successiva alla morte?
Secondo alcuni “interpreti” le NDE sono davvero anticipazioni, visioni dello stato trascendentale che aspetta l’uomo dopo la morte del corpo. Secondo altri studiosi le NDE non rivelano assolutamente niente riguardo un eventuale stato post-mortem sia perché si svolgono mentre si è ben al di qua del limite della morte (lo dimostra il fatto che la crisi vitale viene superata, mentre la morte è per definizione irrevocabile), sia perché prenderebbero forma dai contenuti psichici e dai meccanismi biochimici e fisiologici del tessuto cerebrale.

Bisogna essere religiosi per avere NDE?
No. Hanno avuto NDE, più o meno “complete”, anche persone che non erano affatto religiose o che non credevano alla sopravvivenza o in un’esistenza spirituale. E a volte l’NDE ha cambiato le loro opinioni, altre volte ha rafforzato le loro convinzioni contrarie alla religione. Si può dire che, in linea generale, le NDE sono indipendenti dalle convinzioni religiose di chi ricorda queste esperienze. Il fatto che spesso a raccontarle siano individui di grande fede è dovuto alla circostanza che le persone religiose sono più numerose di chi non crede, e che quelle religiose sono più disposte a riferire esperienze che sembrano avere connotati “spirituali”. Chi non crede spesso si sente in imbarazzo a dichiarare cose che sembrano contraddire le sue convinzioni.

Come spiega la scienza le NDE?
La produzione di immagini, sensazioni e stati emotivi è un'attività primaria normale del cervello e si esplica attraverso meccanismi biochimici e neurologici abbastanza ben noti. Gli stessi meccanismi possono attivarsi anche in momenti di grave crisi vitale, contrassegnate da alterazioni profonde delle condizioni neurofisiologiche dell'individuo. Quello che non è ancora chiaro, in un'ottica scientifica, è: il momento in cui si formerebbero le NDE; i motivi per i quali queste esperienze in genere non "escono dai binari" (cioè seguono più o meno sempre lo stesso "percorso"); perché avrebbero caratteri simili anche quando le crisi quasi-mortali che le scatenano sono molto diverse; perché alcune persone hanno NDE e le ricordano, mentre altre no.

Che cosa succede alle persone che hanno avuto NDE? E’ vero che cambiano vita?
Apparentemente, la totalità delle persone che ricordano un'NDE, superata la crisi e riprese le occupazioni normali, mostrano un atteggiamento verso la vita sostanzialmente cambiato: esprimono una vitalità e una partecipazione alle cose assai più intense di prima, condividono maggiormente la sorte delle altre persone, si prodigano in molte attività sociali e umanitarie e così via. A loro stesso parere, questa diversa voglia di vivere scaturirebbe proprio dalle NDE, che li avrebbe portati a considerare sotto un'altra prospettiva la vita, da vivere appieno, senza "sprechi" o tiepidezze.. È da segnalare, comunque, che gli stessi cambiamenti di atteggiamento e di comportamento si riscontrano in molte delle persone che superano una grave crisi vitale senza avere alcuna NDE.

In che modo considerano la morte del corpo quelli che hanno avuto un’NDE?
Come un evento inevitabile ma non da temere, in quanto il "dopo-morte" si prospetta loro con gli stessi caratteri di pace e serenità conosciuti nell'NDE. La morte ai loro occhi è un semplice passaggio verso una dimensione di benessere totale, per cui non c'è alcun motivo per averne paura. È importante aggiungere che, malgrado ciò, nessuno di coloro che hanno avuto NDE desidera morire o cerca di procurarsi la morte: tutti nutrono una tranquilla convinzione che questo "traguardo" arriverà comunque, al momento opportuno. La perdita di ogni timore della morte dopo un'NDE, e l'impegno per vivere più appieno la vita, è comune anche a coloro che non sono religiosi e non credono alla sopravvivenza alla morte del corpo.
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Utente Veterano
26/09/2005 17:25

Ho sempre creduto a una vita dopo la morte. Ma questa storia della grande luce, i propri cari con il vestito bianco........bho non lo so la vedo molto effetto cinema espanso [SM=g27834]
Io quindi pur rimanendo affascinato tengo a credere a un'altro tipo di esperienza[SM=g27822] [SM=g27820]
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Utente Matricola
18/10/2005 09:35

C'è un bellissimo libro sull'aldilà e sulle esperienze di premorte: L'aldilà esiste scritto da Manuela Pompas ed edito dalla Sperlign & Kupfer Editori.

Lo consiglio, è molto suggestivo e scritto davvero bene [SM=g27811]
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Utente Master
31/05/2006 15:25

Credo che esista il tunnel come un primo approcio con quello che ci aspetta dopo...beh sicuramente giocherà molto l'aspetto umano per identificare determinate cose con una certa fisicità ma ciò non toglie che troppe sono le persone che abbiano vissuto le stesse cose... [SM=g27832]


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Utente Illuminato
22/07/2006 04:59

Altri pareri? Mi piacerebbe intavolare una discussione su questo argomento lo trovo affascinante, a me personalmente mette i brivdi [SM=g27817]
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Utente Matricola
03/08/2006 11:45

effettivamente pensandoci bene hai ragione.Però allo stesso tempo è molto affascinante.
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Utente Praticante
31/08/2006 01:21

Raga io sto leggendo "Come uscire fuori dal corpo", è un libro completo che tratta l'argomento a 360°, e nella prima parte che sto leggendo si parla proprio di premorte e tanti avvenimenti strani che non sapevo spiegare hanno trovato una risposta.
Magari alla fine della lettura (ancora ce ne vuole) riuscirò a vedere qualcuno o qualcosa in questi mondi invisibili che ci circondano.....ammesso che esistano.
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Utente Praticante
24/01/2007 15:23

Il tunnel è il Canale che permette la nostra Anima di spostarsi dal Mondo materiale a un'altra dimensione, quella Celeste.
La Luce che si trova in fondo è proprio l'altra dimensione che è fatta di colori vivissimi e bellissimi.Chi ci accoglie sono proprio i nostri cari...e chi se no?Vi piacerebbe che vi accogliessero dei perfetti sconosciuti?
Dio è immensamente buono e cerca per noi ogni possibile fonte di gioia,quindi alle porte di questa nuova dimensione ci accoglieranno i nostri cari che amiamo di più e che ci hanno lasciati tempo prima.
Verremo condotti in un luogo dove rivedremo le scene di tutta la nostra vita e veluteremo ciò che abbiamo fatto e quello che non abbiamo fatto.
Sì, perchè prima di nascere abbiamo stabilito un percorso,abbiamo definito delle tappe e delle cose che avremmo dovuto fare per imparare e accrescere la nostra anima.
Questa dimensione non possiamo nemmeno immaginarla per la sua bellezza e la sua Pace,dentro di noi crediamo che un Mondo meraviglioso e felice non esista e invece è proprio lì da dove veniamo,ma che in fondo nell'inconscio conosciamo benissimo.
Un abbraccio a tutti [SM=g27822]
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Utente Matricola
26/01/2007 15:00

Spazzando il campo dalle credenze personali, dalla fede e dalla religione e affrontando la questione con piglio scientifico c'è da dire che allo stato attuale non è possibile dire che le persone che sono state dichiarate morte lo fossero veramente.
Di norma si utilizza il rilevamento dell'attivita cerebrale per decretare una persona in vita o meno. In molti casi di attività cerebrale nulla e quindi con l'individuo clinicamente morto si sono poi avuti casi di risveglio, il che pone in dubbio la tecnica di rilevazione dell'attività cerebrale.
Ciò detto non è difficile passare allo step successivo ovvero che molti casi di morte dichiarata in realtà non fossero tali e che il paziente era comunque vivo seppure in uno stato di profonda catalessi tale da generare visioni (sogni?) di varia natura.

Personalmente sono anni che cerco la prova che qualcosa esista dopo. Non potete immaginare quanto ciò rassenererebbe la mia vita e il futuro. Altro che brividi!. [SM=g27817]
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Utente Junior
12/03/2007 14:36

no
la vita dopo la morte? personalmente non ci credo... perchè noi umani siamo solo delle enormi masse di molecole una legata all'altra... in noi non risiede una anima... ma un cervello molto evoluto che ci da la capacità di pensare... agire... e comunicare con altri esseri viventi... niente vita dopo la morte... solo una duratura decomposizione del nostro corpo... [SM=x708807]
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Utente Praticante
22/03/2007 16:20

Io personalmente credo alla vita dopo la morte..non credo affatto di essere solo un ammasso di molecole [SM=g27812] (magari buttate li a caso e toh! è uscita una persona).Basti pensare alla perfezione che rappresenta una donna incinta,una vita dentro la vita,un cuore pulsante dentro un cuore pulsante,no macchè molecole e molecole!Magari non intesa come "vita" terrestre, ma come espansione dell'anima in un emisfero che non è quello che conosciamo,con il nostro bagaglio di coscienza e spiritualità.Raga sarò troppo sognatrice?forse si ma sai che tristezza il contrario!Poi ho avuto delle..ehm.."esperienze" [SM=g27834] un po stranine che mi hanno convinto di questo..ma magari ve le racconto un'altra volta [SM=g27819]
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Utente Illuminato
22/03/2007 21:31

Dai racconta, io sono curioso [SM=g27822]
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Utente Praticante
24/03/2007 22:52

Re:

Scritto da: Demirel81 22/03/2007 21.31
Dai racconta, io sono curioso [SM=g27822]


ok...ero fidanzata da poco con il ragazzo che ora è mio marito,frequentavo da qualche giorno casa sua ma sapevo ben poco della sua storia familiare,ero solo a conoscenza del fatto che in un tragico incidente il fratello di mio marito,di soli 16 anni era morto affogando nelle acque di Torsanlorenzo(Rm).Lui non riusciva mai a parlarmi del fratello(che chiameremo semplicemete F.),era succeso da 3 anni ma ancora erano tutti molto scossi(pensate che la mamma apparecchiava d'istinto ancora per il povero fratello)ed io non insistevo nel fare domande per non urtare la sensibilità di nessuno.Fatto sta che un pomeriggio,dopo pranzo,sono andata in camera per fare un riposino...apro la porta e nella stanza ci sono 4 letti(4 erano i fratelli)di cui 1 a castello,e senza sapere chi fossero i leggittimi propietari ho deciso di appisolarmi nel letto inferiore di quello a castello.Appisolarmi si fa per dire,mi sono sdraiata sul fianco sx,frontale al muro e davo le spalle alla porta della stanza,dopo qualche minuto sento bussare alla porta ma non riesco a girarmi perchè in dormiveglia(credo)sento entrare nella stanza qualcuno e subito penso al mio ragazzo e mi dico" Vorrà vedere se va tutto bene",e intorpidita non mi volto,quando sento una mano sulla spalla dx che fa per girarmi ma io forzo e sento un graffio (era estate ed indossavo una canottiera),allora mi giro sul lato dx per rimproverare il mio ragazzo della poca delicatezza e mi trovo davanti il povero fratello che mi guarda sorridente.Io non avevo paura,anzi,solo che non capivo..se era un sogno o no,lui si abbassa verso di me e mi da un bacio sulla guancia dx e uno sulla guancia sx,mi risorride e si volta andandosene verso la porta.Io ancora intorpidita mi alzo e decido di seguirlo,ma è sparito, allora vado in bagno,faccio per accendere la luce,ma l'interruttore non funziona e quando chiudo la porta ,dietro di essa sbuca un anatroccolo nero e un coniglietto che appena mi vedono trotterellano verso il corridoio andando fuori nel cortile.A questo punto mi sveglio davvero,sono nel letto,sul fianco sx..che non capisco che diamine è successo.Mi alzo vado in bagno,guardo l'interruttore col terrore che non funzioni neanche stavolta e invece toh! la luce si accende..che sospiro di sollievo..la spalla dx mi pizzica un po'..mi specchio e vedo un graffio!o cacchio ma allora non sognavo e allora scappo fuori dal mio ragazzo come un'isterica!Gli racconto il sogno davanti a mia suocera che improvvisamente scoppia a piangere..
1-quello era il letto di F.
2-i baci che mi ha dato sono stati interpretati come messaggio di benvenuta in famiglia
3-l'interruttore del bagno era solito incastrarlo F. per fare gli scherzi ai fratelli
4-F. a scuola lo chiamavano "l'anatroccolo" perchè essendo nell'età dello sviluppo la sua voce era a tratti da bambino e a tratti da uomo stonando a volte come il verso di un'anatroccolo.
Il graffio l'ho interpretato come il modo per farmi capire che lui c'era davvero, e quella ne era la prova.
Che dire..il succo è che l'anima continua a vivere..altrochè ammasso di molecole!
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Utente Veterano
25/03/2007 09:00

Aiuto mi hai fatto venire i brividi, questa non è un'esperienza di premorte però, è proprio una visione spiritica. Io credo a queste cose, penso che esistano diverse dimensioni, e noi quando passiamo a miglior vita forse ci "traferiamo" verso un nuovo mondo fatto di spirito e non di corpo. Le coincidenze che racconti sono la prova che probabilmente quello che hai visto era reale. Certo io avrei un paura la notte [SM=g27825] E non ti è più riapparso?
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Utente Praticante
26/03/2007 09:57

Re:

Scritto da: Apophis99942 25/03/2007 9.00
Aiuto mi hai fatto venire i brividi, questa non è un'esperienza di premorte però, è proprio una visione spiritica. Io credo a queste cose, penso che esistano diverse dimensioni, e noi quando passiamo a miglior vita forse ci "traferiamo" verso un nuovo mondo fatto di spirito e non di corpo. Le coincidenze che racconti sono la prova che probabilmente quello che hai visto era reale. Certo io avrei un paura la notte [SM=g27825] E non ti è più riapparso?


Purtroppo no,dico purtroppo xchè in quella esperienza non ho avuto paura nel momento della visione, anzi il volto di F. era tranquillo e sormione e infondeva addirittura un senso di pace,pensa che era addirittura un po' più paffutello delle foto in cui l'ho sempre visto..come per farmi capire che lui stava bene.Col tempo ripensandoci ho capito che lui mi ha come"usata" come strumento di comunicazione con la sua famiglia,visto che erano tutti troppo addolorati,non se ne facevano una ragione,io ero quella "oggettiva e lucida" della situazione e forse all'epoca "pura".Per pura intendo non influenzata dai racconti della mamma,dei fratelli,non so come spiegarti..o forse ero solo più "credibile"nel senso che se fosse apparso ad uno dei fratelli,nessuno lo avrebbe poi detto in famiglia,sono certa di questo,avrebbero avuto paura di fare del male ulteriore alla mamma.Io non l'ho inteso cosi' e forse ho agito nell'unico modo in cui F. voleva che agissi.Sono sicura che lui è sempre presente nella vita della famiglia che ad oggi è diventata anche la Mia famiglia e il suo ruolo è quello di Angelo custode.
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Utente Praticante
28/04/2007 10:54

come hai fatto a nn avere paura???
Io mi sarei suicidato dopo una visione del genere...
Insomma, vedere un angelo nn è una cosa da tutti i giorni... [SM=x708802]
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29/04/2007 09:53

Re:

Scritto da: Ufo77 28/04/2007 10.54
come hai fatto a nn avere paura???
Io mi sarei suicidato dopo una visione del genere...
Insomma, vedere un angelo nn è una cosa da tutti i giorni... [SM=x708802]


infatti è stata fino ad ora l'unica "visione" ma probabilmente sei influenzato dai film,dove mentre lì li chiamano fantasmi,io li chiamo angeli e cosa è più bello di ricevere un bacio innocente da un angelo?anzi spero proprio che quell'angelo venga a trovarmi ancora!ma credo che ormai il suo compito l'abbia assolto.Per non cadere nel off topic vorrei testimoniare un caso di visione "premorte".Sul letto che si pensava di morte di mia nonna,mentre si credeva lei stesse in agonia,lei chiamava la madre(cosa normalissima si dice)che nonna diceva trovarsi in un fascio di luce che la aspettava dietro una cancellata.Fatto sta che non è morta quel giorno,ma nei giorni successivi.Ora non credo possa definirsi propriamente un caso di premorte perchè poverina non ha avuto quella lucidità e la possibilità di raccontarci perchè poi ci ha lasciato,ma comunque un fatto apparentemente inspiegabile e che sicuramente i medici e gli scienziati spiegherebbero come delirio.Io non ci credo,perchè ne ho visti molti di parenti passare a miglior vita e questa storia del cancello e del fascio di luce non è nuova..e non credo che in quei momenti delle anime in pena possano trovare la costanza di ripetere ciò che hanno sentito...anche perchè non riconoscono nemmeno i figli!
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01/05/2007 05:41

Si solito le persone che hanno queste esperienze hanno una sensibilità più pronunciata rispetto ad altre. Poi quando le racconti alcuni non riescono a crederci, ma l'importante è averle vissute ed esserne consapevoli. [SM=g27822]
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15/02/2014 22:37

è un articolo molto interessante e mi fa riflettere. spero di essere chiara: ad esempio, come fanno queste persone a "vedere", se gli occhi sono connessi al corpo? esiste quindi una capacità visiva che va oltre quella corporea?
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