Secondo me si dovrebbe partire dai primi tre libri:
"dai mondi invisibili", "oltre l'illusione", "per un mondo migliore" e terminare con "conosci te stesso". Gli altri sono compendi che ripetono cose già dette o integrano brani di "seconda scelta" se così si può dire, o sono prontuari di "informazioni".
La lettura non è facile per lo meno per me non lo è stata. Li ho letti tutti 2 o 3 volte perchè VOLEVO capire. E alla fine penso che qualcosa ho capito.
Se avessi capito tutto però, oggi sarei credente e così non è.
I concetti denominati "non contemporaneità dei sentire", "teoria dei fotogrammi", "la fusione dei sentire equipollenti" e altri, mettono a dura prova la mente se si vuole davvero comprenderli.
Se non lo si vuole, saranno uno dei motivi dell'abbandono della lettura.
Un altro scoglio grande è imparare a osservare la realtà di tutti i giorni, in modo che l'interpretazione che se ne fa, non tradisca le proprietà fondamentali che un Dio dovrebbe avere - e che a dire dei "maestri" in effetti ha.
Ovvero eternità, perfezione, immanenza, trascendenza, onniscenza, immutabilità, assolutezza, eccetera tenendo però anche conto del fatto che Dio non è un essere ma è "essere"; noi immaginiamo che se venissimo portati in una stanza nella quale (paradossalmente) ci fosse Dio, noi vedremmo Dio; secondo i "maestri" invece Dio è il massimo stato di coscienza; solo chi raggiunge quello stato di coscienza, percepisce Dio.
Quindi:
chiunque sente di esistere, percepisce la qualità di Dio chiamata "esistenza"
chiunque vive, percepisce la qualità di Dio chiamata "vita"
chiunque ama, percepisce la qualità di Dio chiamata "amore"
chiunque pensa, percepisce la qualità di Dio chiamata "pensiero"
e così via, ovviamente in scala ridotta in maniera proporzionata al grado di coscianza dell'essere vivente.
Ma ribadisco che lo strumento per effettuare il cambiamento è il conosci te stesso.
Attraverso la costante attenzione dei moti interiori che dominano l'individuo, è possibile osservare l'attività dell'io egoistico il quale è quasi sempre l'unico responsabile delle azioni che la persona compie, spesso inconsciamente.
E' uno strumento che mostra a te stesso chi sei veramente, spesso sorprendendoti in senso negativo. Ma conoscere sè stessi è importante.
Con "l'esercizio" quotidiano presto ogni moto interiore sarebbe svelato e l'individuo agirebbe da allora in poi solo guidato dall'altruismo assoluto, dal vero sè che non è l'anima ma è la scintilla divina, la vera ed unica parte immortale; solo allora arriverebbe la liberazione e l'individuo smetterebbe di continuare a morire e reincarnarsi.
Chiedo scusa per le caxxate che ho scritto ma ho fatto un pò un sunto del concetto più importante (spero gradito).
Aggiungo che se nel praticare il conoscere sè stessi si provasse soddisfazione, sarebbe solo il segnale che in realtà è ancora l'io egoistico a guidare e a compiacersi.
Il vero conosci te stesso va praticato imparziale e distaccato.
Ciao. Bella discussione privata.
[Modificato da Hybrid1973 03/10/2016 00:33]