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Ucraina Russia: una guerra nel cuore dell'Europa ?

Ultimo Aggiornamento: 14/03/2015 14:13
08/02/2015 14:45

Re: Re: Re:


Dis.Pater, 08/02/2015 13:47:

Già..Però essendo membro del consiglio di sicurezza può mettere il veto alle sanzioni, anche su se stessa, mi sembra una contraddizione.



beh in realtà lo Statuto delle Nazioni Unite prevede all'art 27 che qualsiasi "membro sia parte di una controversa internazionale deve astenersi dal voto"

www.onuitalia.it/nu/statuto/cap5.html

in tal caso quindi essendo la Russia parte di questa controversia, essa non può decidere per l'applicazione di tali sanzioni [SM=g8320]



ma anche se avesse potuto, l'Ue avrebbe potuto ugualmente sanzionare la Russia senza per forza dare esecuzione a un atto di diritto internazionale (quale è la Carta dell'ONU), che in teoria nella gerarchia delle fonti prevale, cioè ha più potere, di un trattato europeo. Cioé avrebbe potuto farlo anche senza il parere favorevole dell'ONU e in totale autonomia. La normativa che dá all'UE il potere di agire in tal senso è nei trattati comunitari, ora non ricordo quali, cmq sicuramente al titolo che tratta le disposizioni in materia di politica estera e sicurezza comune.

Quindi diciamo che potere di veto o no, la Russia avrebbe ugualmente subito queste sanzioni. Perché è chiaro che se ti comporti come un dittatore imperialista (al pari di Hitler o di chiunque altro tiranno che la storia ricordi), la legge non può non punirti. Se non ti punisce è perché c'è una lacuna legislativa che va immediatamente colmata. [SM=g8320]
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Utente Esperto
08/02/2015 18:09

Tira una brutta aria soprattutto da parte di Putin, mi sa tanto che la guerra lui la vuole fare a tutti i costi, ma non lo può dire. la sta già facendo i filorussi non li arma mica mia Zia.
In tutto questo gli Stati Uniti sono completamente tagliati fuori, Obama ormai ha rotto la politica interventista di Bush e la butta sul diplomatico e sulle sanzioni.


Dis.Pater, 08/02/2015 13:47:

kinaido, 07/02/2015 16:18:



Secondo me si. Se non sbaglio le sanzioni sono previste dall'ONU quando uno Stato viola la normativa internazionale su una determinata materia.

Quindi siccome la Russia sta condizionando il diritto del popolo ucraino a decidere del suo futuro in totale autonomia e indipendenza, è giusto infliggere queste sanzioni. A maggior ragione perché la Russia è un membro permanente dell'ONU, e dovrebbe essere la prima a rispettare il diritto internazionale...






Già..Però essendo membro del consiglio di sicurezza può mettere il veto alle sanzioni, anche su se stessa, mi sembra una contraddizione.
Quello che mi fa incazzare è che a mediare ci sono andati la Francia e la Germania, in base a chissà quale diritto internazionale, mentre la Mogherini Alto rappresentante per la politica estera fa la bella statuina. Qualcuno ha dato mandato alla Germania e alla Francia di fare le veci di 500 milioni di europei. Non me ne sono accorto.



La geopolitica europea la decidono gli Stati Nazione. La Mogherini non conta nulla, pensi che la Merkel si faccia dettare l'agenda da una rampante 40 enne che vuole "cambiare verso"?
Un vero stato la politica estera se la crea da solo, in quello si vede la differenza tra le grandi potenze e gli staterelli.

La Francia sostanzialmente ha il pil e gli abitanti dell'italia, ma ha nel profondo lo status di superpotenza, non ha mai rinunciato ad un'interventismo nelle sue colonie, nella politica esterna e nei consessi internazionali. L'italia ha un profilo diverso, remissivo e complessato. Sono storie costruite in secoli di storia, il trattato di Lisbona non ha modificato niente.
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Utente Veterano
08/02/2015 18:27

premetto che sono europeista convinto.
In questo caso però non do ragione all'occidente.
L'Ucraina aveva un governo eletto democraticamente ed era filo russo.
E' stato sovvertito da un colpo di stato iniziato con manifestazione di piazza guidate da provocatoridi dubbia origine.
La parte est del paese è abitata da popolazioni russe, perchè queste persone non hanno il diritto di autodeterminazione?
La sola soluzione accettabile è che il paese venga diviso in due, ormai è impossibile tenere insieme dei nemici.
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Utente Master
09/02/2015 16:25

Parto dalle premesse di giambo.
Nel senso che se lui è europoista convinto, io sono americanista convinto (si dice americanista? meglio filo-americano...eheh)

Ma questa situazione è complicata:
come per le primavere arabe, sembra che anche nella rivoluzione ucraina gli Stati Uniti hanno messo lo zampino. Janucovyc, filo-russo, era stato eletto democraticamente. Le proteste dalla popolazione nazionalista che voleva l'Ucraina più vicina all'Unione Europea lo hanno costretto a fuggire, e al suo posto ora siede Porosenko, che guarda caso ha firmato l'accordo di associazione tra Ucraina e UE e vuole l'Ucraina nella NATO.

La Russia è preoccupata dell'espansione della NATO vero est, giustamente. E non vuole perdere la sua influenza sul grande stato dell'Ucraina. Ma è colpa sua, della sua storia, perchè l'Unione Sovietica ha lasciato i suoi stati satelliti in pessime condizioni, spingendoli ad avvicinarsi all'Europa e agli USA. I russi hanno così visto sorgere basi militari americane sempre più vicino ai propri confini.

Comunque insieme alle manifestazioni dei nazionalisti si sono sempre svolte quelle dei filorussi, fomentate da Putin.
La Crimea è diventata oramai russa: il referendum è venuto a seguito di una vera e propria invasione di soldati in uniform senza stemmi e riconoscimenti, ma armati di tutto punto con armi e mezzi russi.
E' oramai chiaro che erano soldati russi che si trovavano li in veste non ufficiale, per "aiutare i loro concittadini russi in terra straniera e proteggerli dalla minaccia dell'Occidente", e mercenari.
Lo stesso è accaduto nelle regioni di Donetsk, Luhansk e Kharkiv, nell'est dell'Ucraina, che si sono proclamate indipendenti da Kiev.
Ma se per la Crimea non è stato sparato un solo colpo (gli Ucraini si sono ritirati senza combattare, considerandola fin dall'inizio già persa), nelle regioni continentali la cosa è andata diversamente.

L'esercito ucraino, mal equipaggiato e addestrato, ha combattuto e lo sta facendo tutt'ora. Molti carri armati e velivoli ucraini sono inutilizzabili o quasi da buttare perchè negli ultimi anni non c'erano fondi per eseguire la manutenzione. I ribelli filorussi vengono invece continuamente riforniti dalla Russia con viveri, munizioni, nuove armi e mezzi.

Come la vedo io, per Kiev è impossibile riprendersi quelle regioni. L'unica soluzione è lasciarle ai russi.
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Utente Esperto
10/02/2015 18:37

So che in questo caso l'umorismo è un po fuori luogo, ma oggi mentre leggevo sulle pagine del fatto questo:










..avevo capito che avevano mandato Antonio Razzi in ucraina...poveri loro! [SM=g1420769] [SM=g1420769]
[Modificato da uando 10/02/2015 18:39]
11/02/2015 10:40

fino adesso ancora non ho letto qual é stato veramente il ruolo della Russia in tutto ció. Perché se non lo diciamo sembra quasi che possa avere le sue ragioni a comportarsi cosí. Diciamolo una volta per tutte, che per impedire all'ucraina di firmare quegli accordi con l'Ue la Russia l'ha sistematicamente minacciata di privarla delle forniture più essenziali, dal gas alla revisione di ogni tipo di accordo tra i due paesi. Con una conseguenza economica che per l'ucraina sarebbe stata disastrosa. Altro che default...

Questo é un atteggiamento che usavano le potenze imperialiste europee di 200 anni fa. Ricattare un popolo per nulla, privandolo della sua libertá.

quindi é questo il tassello che manca per ricostruire il quadro, e va messo prima del colpo di stato in ucraina e dopo la dichiarazione del governo ucraino di voler stringere accordi con l'europa.

La Russia ancora é rimasta alla geopolitica dell'ex Unione Sovietica, dove tutto l'est era sotto il suo controllo e pensava di poter mantenere una situazione tale per sempre. Non mi sorprende un collegamento col passato, d'altronde quello che sta facendo oggi la Russia in Ucraina l'ha giá fatto in Ungheria nel '56 e a Praga nel '68. E furono azioni condannate da tutto il mondo. Quello che invece oggi mi stupisce é che le stesse situazioni non vengono più condannate all'unanimità dalle persone perché c'é gente che le sostiene, e vedono in Putin un uomo con le palle in grado di fare quello che i leader occidentali non riescono più a fare: mantenere il rispetto delle regole! Solo che Putin non é uno con le palle, é uno senza testa, che é diverso...e lo dicono pure studi americani che ha seri problemi psicologici
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Utente Esperto
11/02/2015 14:33

Più che la Russia...Putin. Ha dato alla Russia una nuova spinta imperialista che aveva dimenticato e adesso punta alla nuova influenza egemonica sul vecchio blocco sovietico. In Ucraina sta facendo leva sull'autodeterminazione dei popoli in barba a ogni soluzione condivisa dalla popolazione. Il suo scopo è rendere il Paese ingovernabile in preda a una guerra civile e intervenire sulle macerie. Aveva già utilizzato l'alibi dell’autodeterminazione per l’intervento in Crimea e riportarlo alla Federazione russa. Ora non basta più, ha visto l'Europa inerme e punta al bersaglio grosso. Quella in Ucraina può essere l'inizio di una guerra europea, se gli Stati Uniti armano l'Ucraina ci sarà un vero casino mondiale, con i miliziani russi contro la Nato. Voglio vedere allora come riusciremo ad uscirne.
La diplomazia va bene fino ad un certo punto, poi diventa autolesionismo.
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Utente Master
11/02/2015 14:59

Mentre gli scontri tra soldati ucraini e filorussi continuano, oggi c'è il vertice a Minsk, in Bielorussia.
Da una parte ci sono Hollande, la Merkel e Poroshenko; dall'altra Putin e il padrone di casa, il presidente bielorusso Lukashenko.

Per chi non conoscesse quest'ultimo, dico solo che è considerato dagli USA e da molti altri paesi occidentali come "l'ultimo tiranno e dittatore dell'Europa".
Lukashenko governa la Bielorussia dal lontano 1994 ( ha cambiato la Costituzione per essere eletto per la terza volta consecutiva e le ultime elezioni non sembrano essere state molto "corrette"), limita la libertà di stampa e di parola, ed è il più fedele alleato europeo di Mosca.

www.dittatori.it/lukashenko.htm


Qui l'articolo dell'Ansa sul vertice odierno:
www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2015/02/07/ucraina-merkel-e-incerto-che-i-colloqui-abbiano-avuto-successo_3f94603d-39a1-4cc7-b2db-beb7bcbcb...
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Utente Esperto
11/02/2015 21:08

Ci sono anche gli interessi dei capi autoproclamati delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, che ci vogliono lucrare qualcosa. Non è che il colpo di stato ucraino dei fascistoidi fosse stato più regolare. Putin è un bastardo ma non è tonto, non vuole andare contro l'Europa, vuole solo tenere la Nato lontana dai suoi confini.
11/02/2015 21:23

Re:
Dis.Pater, 11/02/2015 21:08:

vuole solo tenere la Nato lontana dai suoi confini.



in pratica vuole occupare la crimea e annetterla, ma allo stesso tempo vuole anche rimanere impunito pur avendo violato una normativa internazionale.


dalle mie parti si dice "volere la botte piena e la moglie imbriaca"

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Utente Master
12/02/2015 16:10

Il vertice a Minsk è durato la bellezza di 13 ore.
Si è arrivati ad un accordo.
Verrà innanzitutto introdotto un cessate il fuoco.


Nell’est dell’Ucraina verrà introdotto un cessate il fuoco dalla mezzanotte del 15 febbraio. Lo hanno annunciato i leader di Russia e Ucraina. Al termine dei colloqui a Minsk, ai quali hanno partecipato anche i capi di stato di Francia e Germania, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato: “Abbiamo trovato un accordo sui punti principali”. Il presidente francese François Hollande ha detto che si è trattato di un “accordo serio”, ma che restano ancora delle questioni sospese.
Un portavoce del governo tedesco ha aggiunto che è stata anche raggiunta l’intesa sul ritiro delle armi pesanti dal fronte ucraino.

Bbc


Ecco nel dettaglio cosa prevede questo nuovo accordo.


I leader di Ucraina, Russia, Germania e Francia al termine del vertice di Minsk, in Bielorussia, hanno trovato un accordo per rilanciare il processo di pace in Ucraina. Il patto è stato firmato anche dai separatisti filorussi.

L’intesa ricalca quella firmata a settembre a Minsk e prevede tredici punti:
1 Cessate il fuoco tra esercito ucraino e separatisti filorussi a partire dalla mezzanotte del 15 febbraio.
2 Ritiro dell’artiglieria pesante dal fronte per creare una zona di sicurezza di almeno 50 chilometri. Il ritiro dovrà partire il 17 febbraio ed essere concluso entro 14 giorni: sarà supervisionato dall’Osce e dal gruppo di contatto, formato da diplomatici russi e ucraini, rappresentanti dell’Osce e dei separatisti filorussi.
3 Verifica efficace sul cessate il fuoco e sul ritiro delle armi subito dopo il ritiro dell’Osce, usando tutti i mezzi necessari, compresi satelliti, droni e sistemi radar.
4 Apertura di un dialogo sulle elezioni nell’est dell’Ucraina e sull’assetto del governo locale nelle province di Donetsk e Luhansk.
5 Approvazione di indulti e amnistie nei confronti delle persone coinvolte nei combattimenti a Donetsk e Luhansk.
6 Liberazione di tutti i prigionieri nelle mani dell’esercito ucraino e dei separatisti filorussi.
7 Distribuzione degli aiuti umanitari sulla base delle leggi internazionali.
8 Ripristino delle relazioni economiche e fiscali tra Kiev e l’est del paese (pagamento delle pensioni, tasse, pagamento delle bollette).
9 La ripresa da parte del governo di Kiev del pieno controllo del confine tra Ucraina e Russia entro la fine del 2015.
10 Ritiro di tutti i gruppi armati, mercenari e armi straniere sul territorio ucraino. Disarmo di tutti i gruppi armati illegali.
11 Riforma costituzionale in Ucraina, con l’entrata in vigore di una nuova costituzione entro la fine del 2015. Autonomie speciali alle regioni di Donetsk e Luhansk.
12 Le leggi temporanee sull’autonomia delle regioni dell’est e la modalità delle elezioni dovranno essere discusse con i rappresentanti delle regioni di Donetsk e Luhansk. Le elezioni si terranno nel rispetto delle indicazioni dell’Osce.
13 Intensificazione delle attività del gruppo di contatto, per far rispettare gli aspetti rilevanti dell’accordo di Minsk.

Non tutti i leader hanno accolto positivamente il nuovo accordo. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato che “ora c’è una piccola speranza”, ma ha aggiunto che “non si fa illusioni” e che “c’è molto lavoro da fare”.

Tra le questioni in sospeso resta lo status della cittadina di Debaltseve, un piccolo centro sotto il controllo dell’esercito di Kiev e circondato dai ribelli, dove nei giorni scorsi si sono intensificati i combattimenti.


Kyiv Post, Ria Novosti, Bbc

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Utente Illuminato
13/02/2015 15:01

La cancelliera Merkel dopo aver distrutto la Grecia adesso ci prova con l'ucraina. [SM=g3061177] Le autonomie speciali nel giro di un paio d'anni diventaranno russe. Tanto che gliene frega alla Germania, loro si sono riuniti nel 1989, e i costi li ha pagati l'unione europea compresa l'italia. [SM=g3061176] A loro abbiamo abbonato il debito pubblico dopo la seconda guerra mondiale e chi ha pagato? sempre noi. La germania è una nazione che fa default ogni 50 anni e a pagare sono gli europei, tra i default provoca le guerre mondiali e nel mezzo comanda gli altri stati, quando non ne uccide la popolazione!! Europa Über Alles [SM=g8243]
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Utente Master
13/02/2015 15:29

Intanto in attesa della tregua entrambi gli schieramenti ci stanno dando giù di brutto.
Sia ucraini che filorussi stanno cercando di conquistare più chilomentri possibili prima dell'entrata in vigore del cessate il fuoco.
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Utente Master
15/02/2015 14:59

La tregua sembra tenere.
Gli ucraini hanno detto che i filorussi hanno sparato qualche colpo d'artiglieria; i filorussi hanno affermato che gli ucraini hanno sparato per primi e loro hanno solamente risposto al fuoco.

www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/02/15/ucraina-tregua-osservata-in-generale-10-attacchi-a-debaltsevo_2578ae7a-7092-4a58-ad2a-63d6e3a60...

In questo video vediamo alcuni soldati ucraini mentre giocano a calcio dopo l'entrata in vigore della tregua.

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Utente Master
19/02/2015 16:45

Alla faccia della tregua...


Debaltsevo, la disfatta ucraina.
In mano russa il nodo strategico.

Per Poroshenko è stata «una ritirata ordinata». In realtà è stata una fuga scomposta e disperata. La controffensiva per riconquistare la città era partita nel luglio 2014.

Il gruppo di soldati sta separato dal resto della truppa dei secessionisti filorussi. Hanno visi asiatici, zigomi alti, occhi a mandorla. «Sono siberiani che vengono dalla steppa. I nostri alleati russi migliori», dice sorridente un miliziano. Si notano facilmente proprio di fronte all’ultimo posto di blocco due chilometri prima della linea dei combattimenti alle periferie della città assediata di Debaltsevo, presso il villaggio devastato di Ugligorsk. Soprattutto, le loro uniformi appaiono migliori di quelle ordinarie, ottimi stivali caldi, imbracciano fucili da cecchini ben oliati con lunghi cannocchiali montati e mitra leggeri a tracolla, tutti hanno la radio al petto.
«Truppe speciali russe, non parlano con nessuno, hanno un loro comando autonomo», azzarda un collega della stampa tedesca che sa il russo. Potrebbe essere. Proviamo ad avvicinarci. Ma veniamo fermati dal gesto perentorio di un loro ufficiale. «No foto!», grida in russo. Poco dopo riusciremo a filmarne rapidamente alcuni, ma il grosso è già ripartito verso la linea del fuoco.



Sono stati loro gli elementi determinanti per la vittoria del fronte filorusso a Debaltsevo? Sono loro che adesso sono ben trincerati nella stazione ferroviaria, controllano i palazzi più alti e stanno terminando di «ripulire» la zona urbana dagli ultimi centri di resistenza dei soldati ucraini leali a Kiev? Non possiamo dire con certezza, ma la domanda è più che legittima e supportata da forti evidenze sul campo. Quello che appare invece ovvio è che gli ucraini hanno subito una delle sconfitte più gravi dall’inizio dei combattimenti l’anno scorso.
Tra meno di una settimana ricorrerà il primo anniversario della defenestrazione a Kiev del presidente filorusso Viktor Yanukovich. Per lui, Vladimir Putin e i loro alleati nell’Ucraina orientale non poteva essere festeggiato in modo migliore. Debaltsevo segna la loro riscossa, lava l’offesa della rivoluzione filoccidentale di piazza Maidan. Non importa che arrivi solo al quarto giorno dell’inizio della supposta messa in pratica degli accordi per il cessate il fuoco tanto faticosamente raggiunto, anche grazie alla mediazione dell’Unione Europea. Qui, a differenza del resto dei circa 500 chilometri di fronte, non si è mai cessato di combattere. E i tentativi del nuovo presidente ucraino Petro Poroshenko di presentarla come una «ritirata strategica, ben ordinata», visti dal campo, suonano vuoti e patetici.

In verità, è stata una rotta caotica, una fuga scomposta e disperata di unità spossate, affamate, demoralizzate, con le munizioni ridotte al lumicino. Tutto questo era già evidente cinque giorni fa, quando a tutti gli effetti i filorussi avevano chiuso il cerchio di fuoco dell’assedio e bloccato le strade che collegavano l’enclave di Debaltsevo con le linee di rifornimento ucraine a nord-ovest.
Ad Artemivsk e Vuhlehirsk, le cittadine più prossime alla sacca controllate da Kiev, da ieri mattina arrivano in ordine sparso gruppetti di uomini sporchi, le facce nere di fuliggine, desiderosi di riposo. Tanti sono fuggiti per chilometri e chilometri a piedi nella campagna senza alcun collegamento con i comandi. Alcuni camion ancora funzionanti trascinano altri fuori uso. È la Caporetto degli ucraini occidentali. Raccontano che negli ultimi giorni sono rimasti nascosti nei loro bunker tra le macerie senza poter neppure uscire per i bisogni corporali. Freddo e sporcizia. Alcuni confessano che non sono riusciti ad accedere alle cucine da campo e sono stati i pochi abitanti rimasti nelle cantine delle case danneggiate a portare loro tè caldo e cibo.

Una delle poche notizie confortanti è che probabilmente il numero delle vittime civili o militari è molto minore di quanto paventato negli ultimi giorni. Per motivi opposti, le due propagande tendevano rispettivamente a denunciare «migliaia di morti e feriti». Un capitano dell’esercito ucraino venerdì scorso di fronte all’ospedale di Vuhlehirsk ci aveva detto che «centinaia e centinaia di morti, magari oltre 3 mila» restavano insepolti. Ma ieri i portavoce militari di Kiev hanno parlato di «ventidue morti negli ultimi giorni» tra i loro soldati. I feriti sarebbero meno di 200. Resta confuso il numero dei prigionieri. In un primo tempo a Donetsk si ipotizzavano sino a 8 mila nemici intrappolati. Ora Kiev parla di una ritirata di 2 mila uomini. E i filorussi segnalano di averne chiusi 153 nelle loro carceri. Secondo Poroshenko, l’80 per cento dei suoi effettivi è ora fuori dalla sacca.
La battaglia vista ieri nelle sue battute finali dal lato dei filorussi aveva la fragranza dolce del trionfo. Percorrendo tratturi tra il fango e la neve gelata, scavati fondi dal passaggio di carri armati e camion pesanti, abbiamo superato tutte le postazioni dove eravamo stati fermati nei giorni scorsi. Più ci si avvicina alla città contesa e più le distruzioni sono massicce. Una stazione di benzina carbonizzata, edifici sventrati, muri segnati da giorni e giorni di mitragliate. Si è combattuto metro dopo metro.

Impressionano i giganteschi complessi industriali, le acciaierie, i pozzi minerari, i silos del petrolchimico, le ragnatele di linee dell’alta tensione, i dedali di tubi ferrosi dei vecchi gasdotti, tutti seriamente danneggiati dalle bombe. Questo era il polmone industriale del gigante sovietico. Le sue fabbriche sembrano adesso vere cattedrali nel deserto, desuete, nere e arrugginite. Ma non è difficile comprendere la loro valenza per un nostalgico dell’ex Urss come Putin. «Per i fascisti di Kiev la sorte è stata segnata tra il 10 e l’11 febbraio, quando abbiamo tagliato tutte le loro vie di collegamento», dice Piotr, 30 anni, comandante del battaglione «Diesel».
Quando arriviamo a Ugligorsk il rumore della battaglia si fa molto vicino. La strada è bloccata da barricate di terra e macerie di cemento. I miliziani da qui fanno avanzare solo le auto delle radio e televisioni russe. Transitano scortati quelli di Russia Today. Più tardi in rete trasmetteranno le immagini dei filorussi che piantano la loro bandiera sugli edifici più alti di Debaltsevo «liberata».
Tra le casupole qui attorno, quasi tutte abbandonate se non per un pugno di vecchi, bivaccano le teste di cuoio incaricate della spallata finale. Su di un foglio di carta segnano la mappa della loro avanzata nel cuore della città, passando per il villaggio di Svetlodansk. «Ma non avreste dovuto rispettare il cessate il fuoco?», chiediamo. «A Debaltsevo gli accordi non valgono. Questa è la nostra patria», rispondono.


Fonte: Corriere della sera.it
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Utente Esperto
21/02/2015 12:44

Qua la situazione degenera, vediamo però se gli USA avranno davvero il coraggio (o pazzia?) di inviare davvero questi armamenti. Intanto..


"Russia minaccia per i Paesi Baltici", scontro Londra-Mosca. Jet russi intercettati in Cornovaglia

Ira del Cremlino: "Reagiremo a dichiarazioni che vanno al di là dell'etica diplomatica". Presidente ucraino chiede caschi blu in Donbass, contrari i separatisti. Kiev denuncia: nel mirino dei filorussi Mariupol. Conference call Putin-Merkel-Hollande-Poroshenko: rafforzare tregua siglata a Minsk

LONDRA - Torna ad alzarsi la tensione tra la Russia e l'Occidente mentre in Ucraina il cessate il fuoco concordato a Minsk fatica a trovare applicazione.

Scontro Russia-Gb. Questa volta è la Gran Bretagna a lanciare un duplice allarme: il ministero della Difesa di Londra ha riferito che ieri sera jet dell'esercito britannico hanno intercettato e affiancato due caccia russi a largo delle coste della Cornovaglia. Gli aerei della Raf hanno scortato i velivoli russi fuori dai cieli britannici. Non è la prima volta che i caccia russi sconfinano nei cieli del nord Europa: lo scorso 29 ottobre l'Alleanza atlantica aveva comunicato di aver intercettato 26 jet russi sui cieli europei e aveva denunciato l'aumento dell'attività dell'aviazione militare russa sui cieli del Mar Baltico e del Mar Nero. "Mosca vuole attirare l'attenzione coi propri aerei militari" ha detto il premier inglese David Cameron.

Poco prima però il capo della diplomazia inglese Michael Fallon era tornato a parlare di un possibile tentativo russo di destabilizzare Estonia, Lituania e Lettonia: i paesi Baltici da mesi sono in allarme per la politica estera di Mosca considerata "aggressiva". Si tratta di "un pericolo reale ed attuale" per Fallon che teme che Mosca utilizzi nei paesi del Baltico "la stessa tattica" aggressiva usata in Ucraina. La preoccupazione di Londra, ha spiegato il ministro della Difesa britannico, è che la Russia "possa fare pressione sui paesi Baltici", membri della Nato, per mettere alla prova l'Alleanza Atlantica. Ormai non siamo più in una situazione di "guerra fredda", ha aggiunto Fallon. "Quando ci sono carri armati che attraversano il confine dell'Ucraina, i jet che attraversano la Manica e i sottomarini nel Mare del Nord, la guerra è già abbastanza calda", ha aggiunto il capo del Foreign Office. Dura la reazione di Mosca che parla di atteggiamento che "va al di là dell'etica diplomatica". Parole di Aleksandr Lukashevich, portavoce del ministero degli Esteri russo, che ha aggiunto: "Penso che troveremo il modo di reagire alle dichiarazioni fatte dal signor ministro", ha aggiunto. Poi ha ricordato che "le attività della Nato vicino al confine con la Russia sono una minaccia diretta per la sicurezza nazionale della Federazione russa".

Conference call con i leader di Russia-Germania-Francia-Ucraina. Intanto in Ucraina orientale si continua a combattere nonostante la tregua siglata a Minsk la settimana scorsa. Oggi i leader di Russia, Ucraina, Francia e Germania hanno denunciato la violazione del cessate il fuoco nel corso di una conference call. "I quattro leader hanno chiesto la realizzazione del pacchetto completo di misure concordate a Minsk il 12 febbraio", ha riferito l'Eliseo, compreso un cessate il fuoco totale, il ritiro degli armamenti pesanti e il rilascio dei prigionieri. Proprio su quest'ultimo punto il presidente ucraino Petro Poroshenko ha chiesto un impegno diretto di Vladimir Putin.

Il presidente ucraino: "Caschi blu in Donbass". Fa discutere la proposta del Capo dello Stato ucraino Petro Poroshenko che ha chiesto il dispiegamento di peacekeeper dell'Onu nell'est ucraino per assicurare la tregua prevista dagli accordi di Minsk. L'appello, approvato dal Consiglio di sicurezza ucraino, è stato bocciato oggi da Denis Pushilin, negoziatore dei ribelli, secondo cui l'iniziativa viola gli stessi accordi di Minsk. Anche Mosca ha manifestato la sua disapprovazione per la proposta ucraina.

Ieri i soldati di Kiev hanno lasciato il centro strategico di Debaltsevo, dove ora sventola la bandiera della Novorossia, dopo aver resistito per una settimana senza viveri e munizioni, circordati dalle truppe russe. Per loro, dunque, è stato un sollievo l'ordine impartito da Poroshenko di abbandonare le postazioni occupate lo scorso giugno. L'occupazione da parte delle truppe filorusse è stata condannata da Ue e Stati Uniti: "E' chiaro che Mosca e i separatisti russi nell'est dell'Ucraina non stanno rispettando i termini dell'accordo di Minsk", ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest. La Germania ha definito l'offensiva dei separatisti filorussi su Debaltsevo un "grave colpo" alle speranze di pace e "una pesante violazione" del recente accordo per la tregua.

Secondo un rappresentante dell'autoproclamata repubblica di Donetsk negli scontri per la conquista di Debaltsevo sono stati uccisi 3.088 soldati ucraini. Diversi i dati forniti da Kiev, che ieri aveva ammesso solo la perdita di 22 soldati, di cui sei durante "il ritiro programma e organizzato" delle unità da Debaltsevo, attualmente completato al 90%. Oggi invece l'esercito ucraino parla di 90 soldati fatti prigionieri a Debaltsevo, mentre resta ignota la sorte di altri 82 militari: secondo la stessa fonte, durante il ritiro delle truppe da Debaltsevo sono morti 13 soldati, mentre 157 sono rimasti feriti.

Secondo Kiev, dopo Debaltsevo, nel mirino dei separatisti c'è il porto di Mariupol sul mar d'Azov: l'esercito ucraino ha comunicato che i ribelli avrebbero utilizzato armi, artiglieria e carri armati per attaccare le forze ucraine in 46 diverse occasioni anche verso la strategica città portuale. Intanto il colosso russo Gazprom ha reso noto di aver iniziato la fornitura diretta di gas all'est dell'Ucraina, controllato dai ribelli, dopo che Kiev l'aveva improvvisamente interrotta.

www.repubblica.it/esteri/2015/02/19/news/ucraina_poroshenko_chiede_intervento_caschi_blu_ribelli_contrari-10...

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Utente Esperto
21/02/2015 18:38

Diplomatico ucraino: Kiev si prepara ad una guerra su vasta scala con la Russia

Il vice ministro degli Esteri dell'Ucraina Vadim Pristayko ha dichiarato di prepararsi ad una "guerra totale" con la Russia e chiede al Canada, dove fino allo scorso autunno è stato ambasciatore, di fornire armi letali ed addestrare l'esercito ucraino.

Il diplomatico ucraino lo ha affermato in un'intervista con la radio canadese CBC.
Vadim Pristayko fino allo scorso autunno è stato l'ambasciatore dell'Ucraina in Canada.

italian.ruvr.ru/news/2015_02_21/Diplomatico-ucraino-Kiev-si-prepara-ad-una-guerra-su-vasta-scala-con-la-Russ...
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Utente Illuminato
21/02/2015 18:41

Finisce male [SM=x2976660] , Putin è convinto di poter fare quello che vuole. Obama ha fatto diventare gli Usa inermi di fronte a tutti i sopprusi del mondo comunista e islamico. L'europa è sola e non ha un esercito per difendere i suoi confini, se salta l'ucraina è l'inizio della fine.
[Modificato da F.Pernigotti 21/02/2015 18:42]
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Utente Esperto
22/02/2015 00:40

Gli USA devono lasciare l'Ucraina, ma credono che Mosca riuscirà a starsene buona ancora per molto? Chiaro che si vuole accerchiare la Russia, per avere un punto strategico di vantaggio in caso di conflitto. Il rischio è troppo grosso, non solo perché la Russia è la Russia, ma ha anche le spalle protette da Iran e Cina.
[Modificato da Ale-95 22/02/2015 00:41]
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Utente Esperto
22/02/2015 16:05

Generale Gb avverte: la NATO deve essere pronta ad una massiccia invasione russa

Le forze della NATO devono prepararsi ad un attacco su larga scala in Europa orientale da parte delle forze russe contro un membro dell'Alleanza Atlantica, ha dichiarato il vice comandante delle forze congiunte della NATO in Europa Adrian Bradshaw, intervenendo al British Royal United Services Institute sugli studi di Difesa, scrive il Financial Times.

Secondo il generale britannico Bradshaw, la Russia può intraprendere tali azioni aggressive, sperando di cogliere di sorpresa la NATO o rivendicando qualsiasi territorio.

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Sa tanto di casus belli.
[Modificato da Ale-95 22/02/2015 16:06]
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