Un giorno, che sia per curiosità o che sia per necessità, l’umanità dovrà lasciare la Terra e tentare di colonizzare un nuovo pianeta. Certo, dovremo considerare diversi fattori di una certa rilevanza prima di iniziare un viaggio del genere. In particolare bisognerà definire il numero di persone necessarie a non estinguerci strada facendo.
Uno studio del 2002 afferma che basterebbero soltanto 150 persone. Secondo una nuova analisi effettuata da John Moore dell’Università della Florida sarebbe più realistico un numero compreso tra le 10.000 e le 40.000 unità.
Alfa Centauri, il sistema solare più vicino a noi, è situato a circa quattro anni luce dalla terra. Con le attuali tecnologie sarebbero necessarie migliaia di anni prima di raggiungere il primo pianeta. Ciò significa che avremmo bisogno di una nave spaziale in cui possano avvicendarsi diverse generazioni prima di giungere a destinazione.
Non solo, ma il drappello di coloni dovrebbe anche essere parecchio nutrito. Se infatti da un punto di vista pratico 150 persone sarebbero sufficienti a gestire tutta la logistica necessaria al nuovo avamposto, un numero così basso di persone non fornirebbe abbastanza diversità genetica da evitare l’aumento sensibile di malattie ereditarie.
Seconda ragione? Bisogna prendere atto del fatto che alcune catastrofi sono inevitabili. Potrebbero esserci malattie, guasti meccanici, rapimenti dovuti ad alieni e chissà cos’altro. Un alto numero di persone, distribuito su diverse navicelle spaziali, potrebbe essere l’accorgimento strategico per evitare l’estinzione totale della specie.
Grazie ad un algoritmo complesso, i risultati hanno mostrato che con circa 40.000 persone è possibile preservare al 100% la diversità genertica ma anche che con 10.000 persone la diversità genetica rimane ad un livello accettabile.
[Fonte: Gizmodo.fr]