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Il mito dei canali di Marte e l'inganno dell'astronomo Schiaparelli

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2014 01:20
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Utente Master
22/04/2014 17:40

Purtroppo "qualcuno" sta mettendo di nuovo in giro altre amenità sul fantomatici cunicoli marziani e su alcuni canali che sarebbero stati scoperti sul pianeta rosso.

Quando si fa notare che oggi questi canali non ci sono più, nel senso che sono ridimensionati da una visione di insieme più ampia e precisa, qualcuno ribatte "Ma magari in passato c'era una civiltà e ora non più [SM=g2854186] ", ignorando che le grandezze temporali di sviluppo e morte di una specie intelligente non sono nell'ordine dei secoli, semmai dei milioni di anni. Insomma se c'erano prima dovevano esserci anche adesso.


A proposito vi metto un articolo di qualche anno fa del Corriere che spiega bene come ebbe inizio questo mito, che nessuno cavalca più tranne qualche irriducibile. [SM=g2201354]

www.corriere.it/Rubriche/Astronomia/marteagosto/appro-2.shtml

Le prime osservazioni sistematiche di Marte al telescopio risalgono al Seicento, quando il fisico olandese Christiaan Huygens disegnò una mappa del pianeta. Ma è nella seconda metà dell'Ottocento, grazie agli studi dell'italiano Giovanni Virginio Schiaparelli, che furono individuate le fondamentali strutture superficiali del pianeta e studiate alcune particolarità della sua climatologia, quali le calotte polari che si estendono e si ritraggono secondo le stagioni, i sistemi di nuvole, e le tempeste di sabbia che sconvolgono per mesi ampie regioni del pianeta.

Con una serie di assidue osservazioni condotte nell'arco di un decennio, dal 1877 al 1888, dall'Osservatorio astronomico di Brera a Milano, Schiaparelli individuò alcune strutture che definì "terre" e "mari". Si trattava di una terminologia impropria, perché su Marte, al pari che sulla Luna, non c'è acqua allo stato liquido. Negli anni più recenti, grazie alle sonde automatiche che hanno fotografato il pianeta da vicino, sono stati raccolti indizi a favore dell'esistenza di acqua sotto forma di ghiacci e permafrost.





Ritornando a Schiaparelli, l'astronomo ritenne anche di aver visto un'intricata rete di linee scure che collegavano i mari fra loro attraversando le terre e paragonò queste linee ai canali naturali di un arcipelago. Quando parlò per la prima volta di canali marziani, Schiaparelli non pensava che queste strutture potessero essere opera di creature intelligenti. Ma l'articolo scientifico con cui dava notizia della scoperta ("Osservazioni astronomiche e fisiche sull'asse di rotazione e sulla topografia del pianeta Marte", Roma 1878), ebbe una vasta eco in tutto il mondo, anche fuori degli ambienti scientifici. Fu pubblicato anche in lingua inglese e la parola canali, anziché con l'equivalente "channels", fu tradotta con il termine "canals", che in lingua anglosassone indica un canale di origine artificiale. Da quel momento, per molte persone, la presunta scoperta dei canali di Marte equivalse alla prova dell'esistenza di una civiltà evoluta che aveva realizzato quelle opere.


Alcuni studiosi dalla fantasia molto vivace ipotizzarono l'esistenza di marziani che, alle prese con problemi di siccità, avevano realizzato opere mastodontiche per il trasporto dell'acqua dalle zone polari a quelle equatoriali. Fra i più convinti sostenitori di queste teorie vi furono l'astronomo francese Camille Flammarion (1842-1925) e quello americano Percival Lowell (1855-1916), il quale costruì un osservatorio astronomico a Flagstaff, in Arizona, con l'intento di studiare Marte.
Negli anni successivi, con il moltiplicarsi delle osservazioni e l'accrescersi della potenza dei telescopi, apparve chiaro che i canali di Marte, e una moltitudine di altre strutture geometriche osservate da Schiaparelli, Lowell e altri, erano delle illusioni ottiche. Infatti, variando le condizioni di osservazione, la turbolenza dell'atmosfera e l'apertura dello strumento, esse mutavano di forma.

Nei primi due decenni del secolo 1900, pur continuando la polemica tra canalisti e anticanalisti, le fotografie astronomiche di Marte realizzate in varie lunghezze d'onda dimostrarono che, sulle lastre, i canali non comparivano. La polemica sui canali poté dirsi definitivamente chiusa nel 1965, quando la sonda spaziale automatica americana Mariner 4 inviò per la prima volta una serie di foto ravvicinate del pianeta, nelle quali il paesaggio marziano non solo non mostrava traccia né di acqua né di canali, ma addirittura si presentava arido, privo di vita, con un'atmosfera rarefatta e con zone intensamente ricoperte di crateri. Insomma, molto più simile alla Luna che alla Terra. Le successive e più dettagliate immagini riprese dalle sonde automatiche poste in orbita attorno al pianeta hanno confermato l'inesistenza dei canali osservato dagli astronomi della fine dell'800.

Ai giorni nostri il termine "canali di Marte" è stato ripreso dalla letteratura scientifica, ma questa volta per indicare dei lunghi solchi sulla superficie, che nulla hanno a che vedere con le illusioni ottiche di Schiaparelli, e sulla cui natura stanno indagando gli studiosi di geomorfologia planetaria nel tentativo di capire se sono stati provocati da antichi corsi d'acqua oggi scomparsi, oppure da flussi di materiale lavico superficiale.

Articolo integrale nel catalogo digitale

Osservazioni astronomiche e fisiche sull'asse di rotazione e sulla topografia del pianeta Marte fatte nella Reale specola in Milano ... Memoria [1- del socio G. V. Schiaparelli.

Main Author: Schiaparelli, G. V. 1835-1910.
Language(s): Italian
Published: Roma, 1878-
Subjects: Mars (Planet)

[Modificato da UniversalMan 22/04/2014 17:46]
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Utente Illuminato
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22/04/2014 20:45

Per il suo tempo Schiaparelli è stato un grande , ma è il caso di aggiornare il catalogo delle lenti [SM=g1950691]

La vita sul pianeta Marte si può scaricare anche gratis [SM=g3734446]
Sia su amazon che facendo una rapida ricerca in Internet


www.amazon.it/vita-sul-pianeta-Marte-Vaporteppa-ebook/dp/B0...

Oppure direttamente da qui

www.liberliber.it/mediateca/libri/s/schiaparelli/la_vita_sul_pianeta_marte/pdf/la_v...

Siamo proprio in un'altra epoca, i suoi studi potevano essere all'avanguardia per l'epoca, che lo spaccino ancora ora è ridicolo. [SM=x2976646]

Quoto due passaggi

Le due carte annesse sono state fatte appunto con istrumenti della forza che ho detto. L'emisfero australe, il quale a causa dell'inclinato asse di Marte suole presentarsi meglio alla nostra vista nelle grandi opposizioni, che nelle altre, è stato rilevato principalmente negli anni 1877-1879, con un telescopio di 22 centimetri d'apertura. Ma per l'emisfero boreale, che si presenta in prospettiva conveniente soltanto nelle opposizioni meno favorevoli, si è potuto negli anni 1888 e 1890 approfittare di un istrumento molto più grande, il cui vetro obbiettivo ha 49 centimetri di diametro, e permette di spingere l'amplificazione di Marte fino a 500 e 650.

E poi:

Non senza qualche interesse vedrà il lettore rappresentato nell'annessa pagina quest'ultimo istrumento, il più potente che sia uscito delle officine di Germania. La sua collocazione a Brera fu decretata dal Re e dal Parlamento nel 1878; ogni volta che lo consideriamo esso richiama a noi la memoria di quell'uomo non facilmente dimenticabile, che fu Quintino Sella, ai cui uffici la Specola di Milano deve questo suo principale ornamento. La lente obbiettiva, lavorata in Monaco da Merz successore di Fraunhofer, ha 49 centimetri di diametro nella parte libera; la macchina che porta il telescopio e permette di dirigere con tutta facilità in cinque minuti la gran mole verso qualunque plaga del cielo, è un vero prodigio della meccanica moderna e fu lavorata in Amburgo dai fratelli Repsold. La sua parte mobile (che son parecchie tonnellate di metallo) può essere mossa dalla pressione di un dito ed aggiustato su qualunque astro colla stessa esattezza che si potrebbe ottenere per il più delicato microscopio. Un meccanismo d'orologio la porta in giro insieme al cielo intorno all'asse del mondo, per guisa, che diretto il telescopio ad un astro, segue di questo la rivoluzione diurna, e l'astro appare immobile nel campo telescopico per tutto il tempo che si vuole. I molti organi sussidiari, che si veggono nella parte inferiore del tubo a portata dell'osservatore, servono alle diverse specie di operazioni, che con questo strumento si devono compiere.
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Utente Esperto
22/04/2014 21:14

Una grande cydonia cento anni prima.
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Utente Illuminato
23/04/2014 01:20

Ma ancora nel 2014 qualcuno spaccia queste storie per prove di antiche civiltà marziane ??? Internatelo, se è fratini, urzi o chiunque. Stiamo parlando di fine 800, non era nato neache adasmki.... poveri noi.
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