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[Rubrica] Oltre l'illusione della realtà

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2013 10:52
19/05/2013 18:07

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[Modificato da UniversalMan 19/05/2013 20:14]
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Utente Senior
19/05/2013 21:51

Molto affascinante come idea, di che si tratta?
Oltre il font, abbiamo la tavola Ouija, il pentacolo ed il drago, si tratteranno temi di magia ed alchimia?
Per completare cercando di guardare oltre gli orizzonti della realtà avrei aggiunto il dna o una sequenza digitale...
Travandoci proiettati in un periodo saturo di informazioni mi auguro solo che non vengano trattati temi new age.
[Modificato da Osccillator23 19/05/2013 21:56]
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19/05/2013 21:55

Piace anche a me, questa rubrica!!!
Leggerò, molto volentieri. [SM=g2806959]
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Utente Senior
19/05/2013 22:12

Sembra di aver capito che si tratta di una nuova rubrica aperta da Sheenky sul tema della realtà.
Auguramdomi di non aver frainteso, sperando di essere gradito, per incominciare da zero, innaugurerei questa agenda con un film integrale dell' artista Franco Battiato tratto dal tubo.
Niente è come sembra del 2007.
Un esperienza mistica adattata ai giorni nostri, molto simbolica e ricca di contenuti.
Inoltre abbiamo la partecipazione di Alejandro Jodorowsy..
Buona visione.
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Utente Illuminato
19/05/2013 22:49

Il titolo dice tutto e niente. Aspettiamo di vedere a me l'occulto non mi tange ma tutto ciò che è paranormale o mistico invece si.
19/05/2013 22:58

Per rispondere brevemente alle domande fatte, questa è una rubrica che tratterà temi di esoterismo, parapsicologia, medianità, sciamanesimo, alchimia, gnosi, reincarnazione, quegli argomenti che attraverso la nuova scienza (fisica quantistica, ecc) possono aiutare a capire che la realtà potrebbe non essere come abbiamo sempre creduto, ecc...
Insomma, tutti quei temi che varcano determinati confini.
Di norma non uso parlare di argomenti new age, perchè non mi piace per niente, ma su certi argomenti a volte potrebbero esserci alcuni riferimenti.
In ogni caso, basta che mi rimproveriate [SM=g8320]
[SM=g1950677]
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Utente Esperto
20/05/2013 08:04

Ottimi argomenti da approfondire,spero che la rubrica,venga approvata,
ne sappiamo ben poco su cosa è reale o no,quello che percepiamo attraverso i sensi è il risultato di una elaborazione cerebrale,affrontare questi fenomeni dal punto di vista scientifico è
molto interessante [SM=g1950677]
20/05/2013 11:30

Partiamo con un po di definizioni intanto...
20/05/2013 11:35

ESOTERISMO

Fonte: it.wikipedia.org/wiki/Esoterismo

Esoterismo è un termine generale per indicare le dottrine di carattere segreto i cui insegnamenti sono riservati agli iniziati, ai quali è affidata la possibilità della rivelazione della verità occulta, del significato nascosto.

Etimologia e senso comune del termine
"Esoterico" deriva dal greco εσωτερικός (esotericos), che è l’insieme delle parole εσώτερος (esoteros) “interno” e εἰκός (eikos) “è naturale” (locuz.). Da cui gli studi esoterici sono gli studi sulla natura interna dell’uomo che riguardano quelle scienze che portano, attraverso l’introspezione, alla riscoperta di noi stessi, alla conoscenza della nostra "natura interna", di Dio (della Verità).
Esoterismo è un termine oggi abusato, ma di uso comune, per indicare prassi magiche, riti di cartomanzia, calcoli cabalisti e altre forme di superstizione, cioè credenze di natura irrazionale.



Esoterismo è anche sinonimo di nascosto, occulto, in quanto scienze esoteriche come l’alchimia (che doveva trasformare il piombo, ciò che è negativo, in oro, in ciò che è positivo, nell’uomo per fargli riscoprire la sua “natura interna”) dovevano nascondersi, rendersi occulte usando allegorie, per non subire le reazioni della Chiesa (unica detentrice della Verità e della parola di Dio).

Definizione accademica di esoterismo
Nel 1992 Antoine Faivre, titolare della cattedra di "Storia delle correnti esoteriche nell'Europa moderna e contemporanea" all'EPHE di Parigi, ha proposto la prima definizione storico-religiosa della nozione di esoterismo. Secondo Faivre, il quale metodologicamente circoscrive la sua analisi all'ambito delle correnti moderne e contemporanee dell'Occidente, è esoterica ogni dottrina e forma di pensiero che si basi sui quattro principi seguenti:

1. l'esistenza di una corrispondenza analogica tra il microcosmo e il macrocosmo (l'essere umano e l'universo sono l'uno il riflesso dell'altro);

2. l'idea di una natura viva, animata;

3. la nozione di esseri angelici, di mediatori tra l'uomo e Dio, ovvero di una serie di livelli cosmici intermedi tra la materia e lo spirito puro;

4. il principio della trasmutazione interiore.

A questi quattro principi fondamentali vanno aggiunti i due seguenti, considerati complementari:

5. la pratica della confluenza delle fonti dottrinali;

6. il principio della trasmissione iniziatica.

È evidente che a tali criteri corrispondono le maggiori espressioni di quello che comunemente viene chiamato "esoterismo" occidentale, quali l'alchimia, la cabala, l'ermetismo, la teosofia. I criteri di Faivre però lasciano fuori dalla nozione di esoterismo la maggior parte delle correnti new age e neopagane, come pure le tradizioni massoniche e le tante correnti mistiche minoritarie, occidentali ed orientali, che hanno contribuito a fondare l'esoterismo contemporaneo. Per tale motivo (cioè per il fatto che tali criteri siano poco "comprensivi"), la criteriologia di Faivre è stata criticata da altri storici delle religioni, per esempio Kocku von Stuckrad. Ciò nonostante, essa resta un punto di riferimento centrale per tutti coloro che si interessano seriamente di esoterismo e vogliono studiare quest'ultimo dal punto di vista storico-religioso.

Definizioni non scientifiche
Ogni autore di letteratura esoterica è detentore di una propria definizione del termine "esoterismo" (termine di coniazione piuttosto recente, dato che appare per la prima volta in una lingua moderna, il francese, nel 1828). Ognuno di essi identifica l'esoterismo con una nozione particolare, dilatandone o restringendone il campo semantico a seconda delle proprie esigenze.
Per Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), fondatrice della Società Teosofica (1875), l'esoterismo è una "Dottrina Segreta", una sintesi di tutte le filosofie, di tutte le religioni, capace di svelare gli arcani dell'Universo e dell'Assoluto.
Per Rudolf Steiner (1862-1925), fondatore dell'antroposofia, l'esoterismo è una "scienza spirituale", un'investigazione dei mondi soprasensibili attraverso le facoltà della chiaroveggenza.
Per René Guénon (1886-1951) l'esoterismo è innanzitutto la "Tradizione Primordiale", ossia una dottrina metafisica universale la cui trasmissione si effettua soprattutto attraverso il linguaggio dei simboli. Secondo Guénon il contenuto di tale dottrina metafisica è reperibile, sebbene in forma alterata, nelle varie tradizioni religiose della storia, e più precisamente nel loro versante "esoterico" (la cabala per l'ebraismo, il taoismo per la religione cinese, il sufismo per l'Islam).
Per Omraam Mikhaël Aïvanhov (1900-1986) lo scopo dell'esoterismo o scienza iniziatica è quello di insegnarci a trasformare i nostri desideri inferiori e di entrare in comunicazione con il mondo divino per perfezionarci e aiutare tutta l’umanità. Secondo Aïvanhov, certe scienze quali l'alchimia, la magia, l'astrologia e la Cabala sono di difficile approccio e per capirle bene è consigliabile iniziare a studiarle nell'uomo, nelle sue attività quotidiane. Nel cibo troviamo l'alchimia, nella respirazione l'astrologia, nella parola e nel gesto la magia e nel pensiero la Cabala. Lo studio dell'esoterismo, precisa questo autore, non può essere separato dalla vita quotidiana.

L'esoterismo occidentale e la ricerca accademica
È a partire dal secondo dopoguerra che gli storici delle religioni iniziano a prendere in esame i diversi ambiti della tradizione esoterica occidentale, fino ad allora ignorata dalla ricerca accademica.
Vengono così forniti contributi scientifici di rilievo, grazie ai quali si inizia ad apprezzare l'importanza quantitativa e qualitativa del corpus esoterico occidentale. Tra i maggiori artefici di questa svolta si devono menzionare Mircea Eliade per l'alchimia e lo sciamanesimo (Le Chamanisme et les techniques archaïques de l'extase, Paris, 1950; Forgerons et alchimistes, 1956), Gershom Scholem per la cabala ebraica (Major Trends in Jewish Mysticism, 1941), François Secret per la cabala cristiana (Les Kabbalistes chrétiens de la Renaissance, 1964), Frances Yates per l'ermetismo e il neoplatonismo del Rinascimento (Giordano Bruno and the Hermetic Tradition, 1964; The Occult Philosophy in the Elizabethan Age, 1979), Alexandre Koyré per la mistica e la teosofia tedesche (Mystiques, spirituels, alchimistes du XVIe siècle allemand, 1970), Charles Puech per lo gnosticismo e il manicheismo.
Tale fioritura di studi rese necessaria la creazione di una disciplina scientifica nuova, che si facesse carico di studiare l'esoterismo occidentale in quanto fenomeno storico-religioso a sé stante.
L'impulso alla costituzione di tale disciplina fu dato a Parigi, all'Ecole Pratique des Hautes Etudes, da François Secret, titolare fin dal 1964 della cattedra di “Storia dell’esoterismo cristiano”. A Secret successe nel 1979 Antoine Faivre, sotto la cui direzione la cattedra mutò nome, prendendo il titolo di “Storia delle correnti esoteriche e mistiche nell’Europa moderna e contemporanea”.[2]
Nel 2002, con l’arrivo all’EPHE di Jean-Pierre Brach, il termine “mistiche” fu soppresso, e l’esoterismo divenne l’unico oggetto di studio della disciplina, i cui quadri concettuali portanti erano stati precedentemente definiti da Faivre in alcune importanti pubblicazioni. La fecondità di tale indagine scientifica è confermata dalla creazione di numerose cattedre in altri paesi, tra cui quella di Amsterdam (1999) e quella di Exeter in Inghilterra (2006).
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Utente Esperto
20/05/2013 11:41

Il logo è fighissimo, seguirò la rubrica già solo per quello [SM=g2201348]
20/05/2013 11:49

PARAPSICOLOGIA

Fonte: it.wikipedia.org/wiki/Parapsicologia

La parapsicologia (più raramente detta metapsichica) è la disciplina che si propone di studiare con metodi scientifici tre categorie di fenomeni anomali: poteri psichici, interazione tra mente e materia e sopravvivenza alla morte. La parapsicologia non è lo studio di ogni fenomeno paranormale, nonostante si occupi di dimensioni e di fenomeni inerenti a processi estranei alle comuni e note leggi fisiche e alle esperienze sensoriali, ma comunque attribuibili alla psiche dell'uomo. Alcune organizzazioni, come l'Associazione Parapsicologica (Parapsychological Association, Inc.), sostengono l'esistenza di talune forme di abilità psichiche paranormali in base ai risultati dei loro test.



La comunità scientifica tuttavia non ritiene provata l'esistenza di fenomeni paranormali. Oggetto di critica sono sia i metodi utilizzati negli studi, sia i risultati ottenuti. La comunità scientifica ed accademica è unanimemente schierata nel considerare la parapsicologia una pseudoscienza vista la mancanza, in più di un secolo di ricerche, di alcun tipo di prova oggettivamente verificabile circa l'esistenza di abilità paranormali.

Storia
Il termine parapsicologia fu coniato intorno al 1889 dallo psicologo Max Dessoir. Il termine fu poi adottato da J.B.Rhine nel 1930 in luogo di "ricerca psichica" al fine di indicare un significativo discostamento dalle metodologie di laboratorio allora utilizzate. Il termine deriva dal greco παρά (para) e psicologia. I parapsicologi indicano i fenomeni psichici oggetto della loro ricerca con il termine "Psi", termine che intende essere descrittivo senza che vi sia sotteso un meccanismo.

Gli albori
Nel 1882 venne fondata a Londra la Society for Psychical Research (SPR). La istituzione di tale società fu il primo passo che gli scienziati fecero per organizzarsi al fine di investigare i fenomeni paranormali. I primi associati furono filosofi, studenti, scienziati, educatori e politici come Henry Sidgwick, Arthur Balfour, William Crookes, Rufus Osgood Mason and Charles Richet. L'SPR distinse i propri studi in diverse aree: telepatia, ipnosi, fenomeni di Reichenbach, esperienze di apparazioni, e gli aspetti psichici dello spiritismo. Uno dei primi lavori svolti dall'SPR fu il "censimento delle allucinazioni" volto a ricercare esperienze di apparizioni e allucinazioni in persone sane prive di problemi psichici. Tale ricerca fu il primo tentativo di dare una valutazione statistica dei fenomeni paranormali; la successiva pubblicazione del rapporto, nel 1886, Phantasms of the Living costituisce ancora oggi un fonte importante per la ricerca parapsicologica. L'SPR divenne un modello per altre associazioni simili che sorsero in altri paese europei e negli Stati Uniti d'America verso la fine del XIX secolo. Nel 1885 a New York City nacque l'American Society for Psychical Research (ASPR) soprattutto grazie al supporto dello psicologo William James.
Oggi sia la SPR che la ASPR continuano le loro ricerche su fenomeni psi. Il fine della SPR è dichiarato in ogni numero del proprio giornale: esaminare senza pregiudizio e con spirito scientifico quelle facoltà dell'uomo, reali o supposte, che appaiono inespicabili a qualsiasi ricognizione generale.

L'era di Rhine
Nel 1911 la Stanford University divenne il primo istituto accademico negli Stati Uniti a studiare la percezione extrasensoriale (ESP) e la psicocinesi in laboratorio. I lavori erano guidati dallo psicologo John Edgar Coover. Nel 1930 la Duke University divenne la seconda maggiore università a indagare criticamente i presunti fenomeni ESP e la psicocinesi. Sotto la guida dello psicologo William McDougall e con l'aiuto di altri come Karl Zener, Joseph B. Rhine, and Louisa E. Rhine e utilizzando dei volontari scelti tra gli studenti, il laboratorio divenne operativo. Al contrario del tradizionale approccio della ricerca psichica che generalmente richiedeva "prove qualitative" per i fenomeni paranormali, gli esperimenti alla Duke University puntarono alla ricerca "quantitativa", usando un approccio statistico con le carte Zener e i dadi. Conseguenza di questi esperimenti alla Duke fu che tale tipo di metodo fu adottato in larga parte del mondo da chi indagava i fenomeni paranormali.
Il libro pubblicato da Rhine, New Frontiers of the Mind (1937), fece conoscere al mondo le risultanze dei lavori svolti nel laboratorio. Nel suo libro Rhine utilizzava largamente la parola "parapsicologia" per descrivere le ricerche condotte alla Duke. Rhine inoltre fondò un autonomo laboratorio di parapsicologia all'interno della Duke e iniziò a pubblicare il Journal of Parapsychology del quale era coeditore McDougall.
Gli esperimenti alla Duke attirarono molte critiche dagli psicologi che si tacciarono tali studi di mancare di prove circa l'esistenza dell'ESP. Rhine e i suoi colleghi cercarono di indirizzare queste critiche verso nuovi esperimenti, articoli e libri e riassunse le critiche e le sue risposte al riguardo in un libro: Extra-Sensory Perception After Sixty Years. Il consiglio direttivo della Duke University ebbe nel tempo sempre meno interesse verso la parapsicologia, e dopo il pensionamento di Rhine nel 1965, ogni collegamento tra ricerca parapsicologica e l'università venne meno. In seguito Rhine diede vita alla Foundation for Research on the Nature of Man (FRNM) e all'Institute for Parapsychology per continuare i lavori svolti nel laboratorio della Duke. Nel 1995, centenario della nascita di Rhine, l'FRNM fu rinominato Rhine Research Center che ha come scopo quello di implementare la condizione umana creando una consapevolezza scientifica su quelle abilità e capacità sensitive che sembrano trascendere gli ordinari limiti dello spazio e del tempo.

La fondazione dell'Associazione Parapsicologica
L'Associazione Parapsicologica (PA) fu creata a Durham in North Carolina il 19 giugno del 1957. La sua istituzione fu proposta da J. B. Rhine in un workshop sulla parapsicologia tenuto nel laboratorio della Duke University. Il fine dell'associazione, così come descritto nello statuto, è "promuovere la parapsicologia a scienza, diffondere la conoscenza di essa e integrare le scoperte con quelle compiute in altri campi scientifici".
Sotto la direzione di Margaret Mead, l'associazione fece grandi passi in avanti nel campo della parapsicologia e nel 1969 divenne affiliata della American Association for the Advancement of Science (AAAS), la più grande associazione scientifica del mondo. Nel 1979 il fisico John A. Wheeler affermò che la parapsicologia è una pseudoscienza e che quindi l'affiliazione all'AAAS andava riconsiderata[22]. Tuttavia la richiesta di Wheeler non ebbe successo. Oggi, l'Associazione Parapsicologica conta 300 aderenti tra associati e affiliati e mantiene la sua affiliazione all'AAAS. Il convegno annuale dell'AAAS prevede un forum dove i parapsicologi possono presentare le proprie ricerche agli scienziati di altre aree e portare avanti la parapsicologia nell'attività di lobbismo sulle linee di condotta nazionali relative alla scienza.

Gli anni settanta e l'incremento delle ricerche
L'affiliazione della Parapsychological Association all'American Association for the Advancement of Science unitamente alla generale apertura verso i fenomeni psichici e all'occulto segno gli anni settanta come il decennio caratterizzato dall'incremento delle ricerche nel campo parapsicologico. In questi anni venne fondate altre importanti organizzazioni: l'Academy of Religion and Psychical Research, l'Institute of Noetic Sciences (1973), la International Kirlian Research Association (1975), e il Princeton Engineering Anomalies Research Laboratory (1979). Il lavoro sulla parapsicologia fu altresì svolto nello Stanford Research Institute (SRI). Gli stessi scopi della ricerca parapsicologica furono ampliati. Lo psichiatra Ian Stevenson condusse gran parte delle proprie discusse ricerche sulla reincarnazione durante questi anni. Lo psicologo Thelma Moss impiego molto del suo tempo nello studio dell'effetto Kirlian nel laboratorio parapsicologico di UCLA. L'influenza di maestri spirituali provenienti dall'Asia e le loro affermazioni sui poteri prodotti dalla meditazione, spinse la ricerca verso gli "stati alterati della coscienza". Il direttore dell'American Society for Psychical Research, Karlis Osis, condusse esperimenti sulle esperienze extracorporee e sui segnali astrali. Il fisico Russell Targ coniò il termine "visualizzazione remota" (remote viewing) per utilizzarlo nelle sue ricerche psi nel 1974.
In quegli anni anche gli accademici che non si occupavano di parapsicologia sembravano ottimisti sulle ricerche che si stavano conducendo. Nel 1979 un sondaggio tra più di 1100 professori universitari negli Stati Uniti mise in luce come solo il 2% degli psicologi ritenesse la percezione extrasensoriale impossibile. Una più alta percentuale (34%) riteneva che i fenomeni ESP fossero già provati o che comunque fosse possibile provarli. In un'altra area di studio la percentuale fu perfino più alta: il 55% di coloro che si occupavano di scienze naturali, il 66% di coloro che si occupavano di scienze sociali (esclusi gli psicologi) e il 77% degli insegnanti d'arte e di materie umanistiche riteneva che fosse utile compiere ricerche sull'ESP. I sondaggi sul paranormale continuarono attraverso gli anni settanta sino agli inizi degli anni ottanta. Proprio all'inizio degli anni ottanta la Parapsychological Association affermò di avere ricercatori affiliati in più di trenta Stati. Inoltre, analoghe ricerche erano condotte da ricercatori non affiliati alla PA nell'Europa dell'est e in Unione Sovietica.

La parapsicologia oggi
Dagli anni settanta in poi la considerazione per le ricerche parapsicologiche è andata via via scemando. Le prime ricerche furono considerate inconcludenti e i parapsicologi si trovarono di fronte la forte opposizione dei loro colleghi accademici. Alcuni effetti che sembravano essere paranormali, ad esempio l'effetto Kirlian, scomparvero quando furono testati sotto stretto controllo, lasciando quindi queste ricerche ad un punto morto. Molti laboratori di ricerca statunitensi furono chiusi, citando come ragione la mancanza di accettazione da parte della scienza e lasciando così la ricerca parapsicologica confinata nelle istituzioni private finanziate con fondi privati. Dopo ventotto anni di ricerche il Princeton Engineering Anomalies Research Laboratory ha chiuso i propri laboratori nel 2007.
Due università negli Stati Uniti hanno ancora dei laboratori per la parapsicologia: il dipartimento per gli studi percettivi, che è una unità del dipartimento di medicina psichiatrica dell'università della Virginia, studia la possibilità di una permanenza del conscio dopo la morte del corpo; il laboratorio Veritas dell'Università dell'Arizona conduce ricerche sui medium. Varie istituzioni private, incluso l'Institute of Noetic Sciences, conducono e promuovono la ricerca parapsicologica. La Gran Bretagna è leader in Europa nella ricerca parapsicologica con privati che hanno fondato laboratori all'interno della Università di Edimburgo, della Universita di Northampton, e della Liverpool Hope University, ed anche in diverse altre[25]. Le ricerche parapsicologiche inoltre hanno trovato incremento anche in alcune sub-discipline della psicologia. Un esempio ne è la psicologia transpersonale che si propone di studiare gli aspetti trascendenti o spirituali della mente umana e anomalie psicologiche, analizzando credenze paranormali ed esperienze soggettive anomale con i tradizionali strumenti della psicologia.

Ricerche
La parapsicologia studia un certo numero di apparenti fenomeni paranormali, tra i quali:

- Telepatia: il trasferimento di informazioni o sensazioni attraverso il pensiero tra gli individui non ricorrendo ai classici cinque sensi.

- Percezione extrasensoriale (ESP): percezioni che non possono essere attribuite ai cinque sensi

- Chiaroveggenza: capacità di acquisire conoscenze di eventi, luoghi o oggetti, che possono essere lontani (nel tempo o nello spazio) oppure nascosti, attraverso una presunta percezione extrasensoriale

- Psicocinesi: l'abilità della mente di influenzare la materia, il tempo o l'energia

- Reincarnazione: rinascita dell'anima in nuovo corpo dopo la morte

La Parapsychological Association sottolinea come il campo d'interesse non abbraccia tutti i fenomeni paranormali e così anche non si interessa di astrologia, UFO, vampiri, alchimia o stregoneria.
I parapsicologi impiegano una moltitudine di approcci nelle loro ricerche che includono approcci qualitativi come la tradizionale psicologia ma anche metodologie quantitative empiriche. I loro studi più contestati utilizzano la meta-analisi per esaminare prove statistiche dei fenomeni paranormali.

Esperimenti Ganzfeld
Gli esperimenti Ganzfeld (in tedesco significa "intero campo") sono una tecnica usata per testare le presunte capacità telepatiche di un soggetto. La tecnica fu sviluppata per mettere velocemente in silenzio il "rumore mentale" utilizzando una leggera copertura che nascondesse l'ambiente alla vista e all'udito. L'isolamento del senso della vista è solitamente ottenuto creando una luce rossa soffusa. L'udito è invece bloccato con "rumore bianco" o suoni similari. Il soggetto inoltre è di solito seduto con la schiena reclinata in una posizione confortevole per minimizzare il senso del tatto.
In un tipico esperimento ganzfeld, il "mittente" e il "ricevente" sono isolati. Al mittente è mostrato un video o immagini e gli viene chiesto di inviarle mentalmente al ricevente. A questi, mentre si trova nello stato "ganzfeld", viene chiesto di parlare a voce alta dei propri processi mentali, incluso le immagini, i pensieri e ciò che sente; alla fine del periodo di "invio", tipicamente lungo dai venti ai quaranta minuti, il ricevente viene tirato fuori dallo stato ganzfeld e gli vengono mostrate quattro immagini o dei video, uno solo dei quali è quello visualizzato dal mittente. Il ricevente prova quindi a indicare quella giusta utilizzando le percezioni avute durante l'isolamento. Secondo i parapsicologi Dean Radin, Charles Honorton, e Daryl Bem i risultati dell'esperimento condotti complessivamente in più di tremila sessioni da due dozzine di ricercatori nel mondo indicherebbe che l'immagine corretta è individuata più spesso di quanto ci si aspetterebbe in base al caso. L'affermazione fatta dai parapsicologi su tali dati che sono da loro stati definiti statisticamente significativi ha innescato un acceso dibattito sulle riviste di psicologia su come interpretare correttamente i dati. Nel 1999, Milton e Wiseman hanno pubblicato un articolo che sottolineava la non replicabilità dei risultati di Bem e Honorton.

Psicocinesi e generazione casuale di numeri
L'avvento della potente e poco costosa elettronica e dei computer ha permesso la creazione di esperimenti pienamente automatizzati al fine di studiare l'interazione tra mente e materia. Nella maggior parte di questi esperimenti un generatore casuale di numeri (RNG), basato su rumori elettronici o radioattivi, produce un flusso di dati che sono registrati e analizzati dal software di un computer. Un individuo prova ad alterare con la mente la distribuzione dei numeri. Tale tecnica è stata usata sia per testare la psicocinesi su individui che su più ampi gruppi di persone. La maggior parte della meta-analisi dell'RNG sono state pubblicate ogni cinque anni, sin dal 1986, sulla rivista Foundations of Physics. Robert G. Jahn, fondatore del Princeton Engineering Anomalies Research (PEAR) e la collega Brenda Dunne affermano che la dimensione dei risultati è piuttosto piccola ma hanno una significatività statistica se considerati nel tempo e in relazione al tipo di esperimento. Le più recenti meta-analisi sono state pubblicate nel Psychological Bulletin unitamente a molti commenti critici. Tale meta-analisi era composta da 380 studi, con dei risultati che avevano una significatività statistica anche se molto piccola e comunque spiegabile con la publication bias cioè la tendenza dei ricercatori a attribuire un diverso valore ai risultati positivi rispetto ai risultati negativi.

Critiche
Molti analisti ritengono che l'intero corpo di prove in favore della parapsicologia sia di scarsa qualità e raccolte in assenza di un adeguato controllo. Secondo questa visione, l'intero campo della parapsicologia non ha prodotto nessun risultato concludente. Essi fanno riferimento alle frodi, agli studi deficitari, a un pensiero "magico", al bias cognitivo per spiegare i risultati prodotti dalla parapsicologia. Gli scettici notano inoltre che il desiderio della gente di credere nel paranormale comporta l'ignorare i forti elementi che provano che esso non esiste. La realtà dei fenomeni studiati dalla parapsicologia e la scientificità della ricerca stessa sono oggetto di disputa tra studiosi e ricercatori indipendenti. Nel 1988 la U.S. National Academy of Sciences pubblicò un rapporto che concludeva "non c'è alcuna giustificazione scientifica emersa dalle ricerche condotte in oltre 130 anni circa l'esistenza di fenomeni paranormali", tuttavia, nello stesso rapporto si raccomanda di monitorare alcuni ricerche come quelle sulla psicocinesi per possibili futuri sviluppi. Gli studi al Princeton Engineering Anomalies Research Lab (il cui monitoraggio era raccomandato dal rapporto sopra citato) si sono da allora conclusi fallendo nell'ottenere un responso positivo dalla comunità scientifica nonostante. Nel 2008 uno studio che utilizzava la risonanza magnetica funzionale mostrò come non ci fosse alcun individuabile effetto psi. In aggiunta a questo, i metodi usati dai parapsicologi sono considerati dai critici, e tra questi anche da coloro che hanno scritto gli standard scientifici per il California State Board of Education, pseudoscientifici.
Alcuni critiche più specifiche rilevano che i parapsicologi non hanno chiaramente definito l'oggetto del fenomeno, non danno una semplice ripetibilità dell'esperimento che possa dimostrare, a richiesta, gli effetti psi e neanche una teoria fondamentale che spieghi il passaggio paranormale di informazioni. James E. Alcock, professore di psicologia alla York University affermò che pochi dei risultati degli esperimenti parapsicologici hanno suggerito ricerche interdisciplinari nei principali campi scientifici come nella fisica o nella biologia. Alcock sostiene che la parapsicologia rimane una scienza isolata la cui validità è discutibile e nella sua interezza non è qualificabile come "scientifica".

Le frodi
Nella storia della ricerca parapsicologica ci sono stati casi di vere e proprie frodi. Gli esperimenti Soal-Goldney del 1941-43 (che attestavano abilità precognitive) per lungo tempo furono guardati come i migliori esperimenti nel campo per i controlli indipendenti e i testimoni volti a prevenire la frodi. Tuttavia molti anni dopo, i sospetti di imbroglio furono confermati quando le prove statistiche, scoperte e pubblicate da altri parapsicologi, indicarono che il Dott. Soal aveva imbrogliato alterando i dati originali.
Walter J. Levy, direttore di un istituto di parapsicologia, riportò una serie di successi nel campo ESP che poggiavano sulla manipolazione, controllata da un computer, di soggetti non umani come uova e ratti. I suoi esperimenti mostrarono dei risultati positivi molto alti. Poiché gli esperimenti non coinvolgevano soggetti umani e poiché il processo di test era per lo più automatizzato, tali risultati non subirono le critiche circa l'observer-expectancy effect evitando così i rilievi sull'influenza che le aspettative del soggetto possono avere sul risultato. Tuttavia i ricercatori che seguirono Levy si insospettirono circa il metodo usato. Riscontrarono che Levy aveva interferito con le macchine che registravano i dati, creando manualmente stringhe di risultati positivi. Rhine licenziò quindi Levy e rese pubblica la frode in numerosi articoli.
Molti spiritisti e medium usano l'imbroglio e molti di loro sono stati smascherati già dai primi ricercatori nel campo come Richard Hodgson e Harry Price. Negli anni venti l'illusionista Harry Houdini disse che ricercatori e osservatori non avevano ancora creato procedure sperimentali tali da evitare le frodi. Nel 1979 l'illusionista e debunker James Randi realizzò una truffa-trappola conosciuta come Progetto Alpha nel quale Randi inviò, sotto copertura, due giovani illusionisti al McDonnell Laboratory for Psychical Research con lo specifico fine di mostrare quanto inadeguati fossero i metodi sperimentali ivi usati e quanto presente fosse la tendenza a "credere" di chi si occupa di parapsicologia.

Le critiche dei risultati sperimentali
Sebbene alcuni analisti critici ritengano scientifico lo studio parapsicologico, non sono convinti dei risultati sperimentali. Affermano infatti che i successi dei risultati sperimentali sono da imputare a cattive procedure, ricercatori scarsamente preparati o metodi deficitari. Ad esempio i dati prodotti dal laboratorio del PEAR sono stati criticati da ricercatori come la professoressa di statistica Jessica Utts e lo psicologo Ray Hyman.
Ci sono tuttavia delle eccezioni, come ad esempio la dichiarazione congiunta della stessa Jessica Utts e del nobel per la fisica B.D.Josephson, in cui si afferma che l'esistenza dei fenomeni PSI è stata sperimentalmente provata.
Taluni critici affermano che i risultati positivi riportati dai parapsicologi vadano attribuiti all'effetto di selezione, la maggiore meta-analisi dei risultati è stata pubblicata nel Psychological Bulletin, unitamente a una serie di commentari critici volti a escludere un bias nella pubblicazione. Per i critici come Victor J. Stenger i parapsicologi fanno un cattivo uso delle meta-analisi al fine di creare l'errata impressione di una significatività statistica dei risultati.

La mancanza di carattere cumulativo
Una critica mossa da Ray Hyman concerne quello che lui chiama "carattere cumulativo" che caratterizza la scienza. Da Newton ad oggi la fisica è molto cambiata, evolvendo sui dati precedenti; ciò non toglie, tuttavia, che l'esperimento di Newton sia ancora valido e replicabile. Validità e replicabilità che invece mancano al campo di ricerca della parapsicologia dove i precedenti esperimenti vengono scartati e ne vengono ideati di nuovi: «negli anni trenta sostenevano che erano gli esperimenti di indovinamento delle carte condotti da J. B. Rhine a provare la realtà della ESP. La generazione successiva abbandonò gli esperimenti di Rhine, ritenendoli metodologicamente troppo viziati, ed esaltò come prova delle facoltà telepatiche il lavoro di Soal-Goldney. La generazione successiva dovette abbandonare anche i risultati di Soal quando Betty Markwick (1978) dimostrò in modo convincente che Soal aveva alterato artificialmente i suoi dati. Oggi nessuno considera più le sorelle Creery, Smith e Blackburn, gli esperimenti di Rhine o quelli di Soal come valide prove dell'esistenza di facoltà paranormali>>.
20/05/2013 11:50

Re:
Roswellino, 20/05/2013 11:41:

Il logo è fighissimo, seguirò la rubrica già solo per quello [SM=g2201348]




Verissimo!
Non so chi sia l'ideatore, ma i complimenti sono d'obbligo!
[SM=g1420767]
20/05/2013 11:57

GNOSI (GNOSTICISMO)

Fonte: it.wikipedia.org/wiki/Gnosticismo

Lo gnosticismo è un movimento filosofico-religioso, molto articolato, la cui massima diffusione si ebbe tra il II e il IV secolo dell'era cristiana. Il termine gnosticismo deriva dalla parola greca gnósis (γνῶσις), «conoscenza». Una definizione piuttosto parziale del movimento basata sull'etimologia della parola può essere: "dottrina della salvezza tramite la conoscenza". Mentre il giudaismo sostiene che l'anima raggiunge la salvezza attraverso l'osservanza delle 613 mitzvòt e il cristianesimo sostiene che l'anima raggiunge la salvezza dalla dannazione eterna per Grazia principalmente mediante la Fede e la Carità, per lo gnosticismo invece la salvezza dell'anima dipende da una forma di conoscenza superiore e illuminata (gnosi) dell'uomo, del mondo e dell'universo, frutto del vissuto personale e di un percorso di ricerca della Verità. Gli gnostici erano "persone che sapevano", e la loro conoscenza li costituiva in una classe di esseri superiori, il cui status presente e futuro era sostanzialmente diverso da quello di coloro che, per qualsiasi ragione, non sapevano.



Una definizione più completa di gnosticismo potrebbe essere:

"nome collettivo indicante un gran numero di sette panteistico - idealistiche fortemente diverse tra loro che fiorirono da poco prima dell'Era cristiana fino al V secolo e che, prendendo in prestito la fraseologia ed alcuni dei dogmi delle principali religioni contemporanee, specialmente del cristianesimo, sostenevano che la materia fosse un deterioramento dello spirito e l'intero universo una depravazione della Divinità, ed insegnavano che il fine ultimo di ogni essere era il superamento della bassezza della materia ed il ritorno allo spirito Genitore; tale ritorno, sostenevano, era stato facilitato dall'apparizione di alcuni Salvatori inviati da Dio."

Per quanto insoddisfacente possa sembrare questa definizione, l'oscurità, la molteplicità, e la confusione dei sistemi gnostici permette difficilmente di formularne un'altra.
Tratto comune per molte correnti gnostiche è la distinzione che essi operavano tra il vero Dio inconoscibile (Primo Eone) e il malvagio Dio minore Yahweh (anche noto come Yaldabaoth, Samael e Demiurgo), di cui gli gnostici disprezzavano le leggi e l'universo materiale da lui creato per imprigionare le anime degli uomini.

Origini e storia
Le origini dello gnosticismo sono state per lungo tempo oggetto di controversia e sono tuttora un interessante soggetto di ricerca. Più queste origini vengono studiate, più sembra che le sue radici affondino in epoca precristiana. Mentre in precedenza lo gnosticismo veniva considerato soprattutto una delle eresie del Cristianesimo, ora sembra, in modo inequivocabile, che le prime tracce di sistemi gnostici possano essere trovate già alcuni secoli prima dell'era cristiana. Al quinto Congresso degli Orientalisti (Berlino 1882) Kessler fece notare il collegamento tra gnosis e religione babilonese, non la religione originale della Babilonia, ma la religione sincretistica che si sviluppò dopo la conquista della regione da parte di Ciro il Grande. Sette anni più tardi (1889) F.W. Brandt pubblicò il suo "Mandäische Religion" in cui descriveva la religione mandea. In tale opera l'autore dimostrò che questa religione è una forma così chiara di gnosticismo da essere prova che lo gnosticismo è esistito indipendentemente, ed anteriormente al Cristianesimo.
Molti studiosi, invece, hanno ricercato la fonte delle teorie gnostiche nel mondo ellenistico e, specialmente, nella città di Alessandria d'Egitto. Nel 1880 Joel cercò di provare che l'origine di tutte le teorie gnostiche risiedeva in Platone. Anche se la tesi su Platone può essere considerata come una forzatura, l'influenza greca sulla nascita e sullo sviluppo dello gnosticismo non può essere negata. In ogni caso, che il pensiero alessandrino abbia avuto qualche influenza almeno nello sviluppo dello gnosticismo cristiano è dimostrato dal fatto che la maggior parte della letteratura gnostica di cui siamo in possesso arriva da fonti egiziane (copte).
Anche se le origini dello gnosticismo sono ancora avvolte nell'oscurità, molta luce è stata fatta sulla questione grazie al lavoro combinato di molti studiosi. Lo gnosticismo, a prima vista, può apparire un mero sincretismo di tutti i sistemi religiosi dell'antichità (religioni misteriche, astrologia magica persiana, zoroastrismo, ermetismo, Kabbalah, filosofie ellenistiche, giudaismo alessandrino, Cristianesimo dei primi secoli), ma, in realtà, ha una radice profonda, che ha assimilato in ogni substrato culturale ciò di cui aveva bisogno per la sua vita e per la sua crescita: il motivo portante di questa corrente di pensiero è il pessimismo filosofico e religioso. Gli gnostici, ad onor del vero, presero in prestito quasi completamente la loro terminologia dalle religioni esistenti, ma la usarono solamente per illustrare la loro grande idea del male insito nell'esistenza ed il dovere di fuggirlo con l'aiuto di incantesimi e di un Salvatore sovrumano. Qualunque cosa abbiano preso in prestito dalle altre religioni, sicuramente non fu il pessimismo. Questo pessimismo assoluto, questo piangere l'esistenza dell'intero universo come una corruzione ed una calamità, con un'insistente preghiera di essere liberati dal corpo tramite la morte e la speranza che potremmo attraverso delle parole magiche, se solo le conoscessimo, sopprimere gli effetti del corso di questa "maledetta" esistenza, sono il fondamento di ogni pensiero gnostico.
Quando Ciro il Grande entrò a Babilonia nel 539 a.C., si incontrarono due grandi scuole di pensiero e iniziò il sincretismo religioso. Il pensiero persiano cominciò a mescolarsi con l'antica civiltà babilonese. L'idea della lotta titanica tra bene e male, che pervade l'universo in eterno, è l'idea da cui deriva il Mazdeismo, o dualismo persiano. Questo, e l'immaginata esistenza di innumerevoli spiriti intermedi, angeli e demoni, fu la spinta che fece superare le idee del Semitismo. D'altra parte la fiducia incrollabile nell'astrologia e la convinzione che il sistema planetario aveva un'influenza totale sugli affari di questo mondo si sviluppò proprio tra i Caldei. La grandezza dei Sette (la Luna, Mercurio, Venere, Marte, il Sole, Giove, e Saturno), il sacro Hebdomad, simboleggiato per millenni dalle torri di Babilonia, non fu sminuito. In verità, essi cessarono di essere adorati come divinità, ma rimasero come arconti e dynameis, regole e poteri, la cui forza quasi irresistibile contrastava l'uomo. Furono trasformati da dei a devas, spiriti cattivi. La religione degli invasori e quella degli invasi si fusero in un compromesso: ogni anima, nella sua ascesa verso il buon Dio e la luce infinita dell'Ogdoad, doveva combattere contro l'avversa influenza del dio o degli dei dell'Hebdomad. Questa ascesa dell'anima attraverso le sfere planetarie fino al paradiso cominciò ad essere concepita come una lotta con poteri avversi, e divenne la prima e predominante linea dello gnosticismo.
La seconda grande linea del pensiero gnostico fu la magia, il potere ex opere operato di nomi, suoni, gesti ed azioni. Queste formule magiche, che provocavano risate e disgusto ai non iniziati, non sono corruzioni più tarde della filosofia gnostica, ma una parte essenziale dello gnosticismo e furono osservate in tutte le forme di gnosticismo cristiano. Nessuna gnosis era completa senza la conoscenza delle formule che, una volta pronunciate, permettevano l'annullamento dei poteri ostili. Lo gnosticismo entrò in contatto col giudaismo abbastanza presto. Considerando le forti, ben organizzate, ed estremamente colte colonie ebree nella valle dell'Eufrate, questo primo contatto col giudaismo è perfettamente naturale. Forse l'idea gnostica di un Redentore deriva proprio dalle speranze Messianiche ebree. Ma, fin dall'inizio, la concezione gnostica del Salvatore è più sovrumana di quella del giudaismo; il loro Manda d'Haye, o Soter, è una manifestazione immediata della Divinità, un Re della Luce, un Æon (Eone). Quando lo gnosticismo entrò in contatto con il Cristianesimo, il che dovrebbe essere accaduto quasi immediatamente, esso si gettò con una strana rapidità sulle forme di pensiero cristiane, prese in prestito la sua terminologia, riconobbe Gesù come Salvatore del mondo, simulò i suoi sacramenti, pretese di essere una rivelazione esoterica di Cristo e dei Suoi Apostoli, sommerse il mondo con Vangeli apocrifi, Atti ed Apocalissi, per provare le sue tesi. Man mano che il Cristianesimo si sviluppava, lo gnosticismo cercava di spacciarsi per l'unica vera forma di Cristianesimo, non idoneo per la volgare folla, ma sviluppato per i dotati e gli eletti. Per tale motivo i primi Padri dedicarono tutte le loro energie a combatterlo. Sebbene lo spirito dello gnosticismo sia del tutto alieno rispetto a quello del Cristianesimo, sembrava a coloro che lo guardavano superficialmente solo una modifica o addirittura un raffinamento di quello cristiano.
La gnosi ebbe come centri di maggiore fioritura soprattutto Alessandria d'Egitto e Roma. Un particolare impulso ebbe, negli ultimi secoli, in Siria ed in Egitto, grazie alla sua diffusione in ambienti monastici, attraverso le numerose correnti ascetiche. Lo gnosticismo, comunque, ebbe i suoi rappresentanti più noti nei primi secoli dopo Cristo, con prominenti insegnanti come Marcione, Valentino e Basilide. Altri gnostici noti furono Cerinto, Carpocrate e Simon Mago con tutta la sua scuola. Anche quando la corrente principale e centralizzata della Chiesa Cattolica Romana divenne il corpo cristiano dominante e iniziò a sopprimere le idee cristiane alternative e il paganesimo, lo gnosticismo non svanì senza lasciar traccia, anche se Sant'Ireneo di Lione, Tertulliano e San Giustino Martire rimasero le uniche fonti di conoscenza fino al 1945, anno in cui furono scoperte nei pressi del villaggio di al-Qasr 44 opere gnostiche.
Una delle conclusioni che si ricavano da Sant'Ireneo di Lione, dove per la prima volta appare il termine «gnostico», è che esistono tanti tipi di gnosticismo quante le persone che lo proclamano con una certa autorità.
Le idee gnostiche continuarono a riaffiorare a intervalli regolari, come dimostra l'apparizione di movimenti quali i Catari, i Bogomili e i Pauliciani. Non si rilevano continuità tra lo gnosticismo e l'eresia catara medievale, sebbene ci siano notevoli affinità. Allo stesso modo i gruppi neo-gnostici del XIX secolo non possono vantare alcuna continuità con lo gnosticismo delle origini, tanto che spesso modificano, più o meno consapevolmente, le dottrine originarie. Ma esiste anche una setta di gnostici, che, isolandosi geograficamente, è giunta fino a noi in forma molto pura: i Mandei dell'Iraq meridionale. Infine da segnalare come lo gnosticismo, seppure permeato apparentemente di ideologie di numerose religioni, assomigli come concezioni di base ai Veda dell'antica India. Il parallelo più evidente sta nel nome, infatti la parola "Veda" sta per "Conoscenza", proprio come la parola "gnosi". Le cosiddette "parole magiche", all'interno della cultura vedica, descritta dai profani come "induismo", sono rappresentati da mantra espressi in lingua sanscrita, una lingua particolarmente profonda e dal forte potere vibrazionale. La cultura vedica ha origine migliaia di anni fa e la sua prima comparsa nella storia avviene quando i popoli Arii occuparono parte dell'India, trasmettendogli queste culture indoeuropee. Tale cultura considera anch'essa il corpo come una prigione di cui liberarsi per spezzare il ciclo del Samsara (ciclo nascite e morti) e raggiungere il Moksha (ascensione al piano trascendentale) attraverso la realizzazione spirituale. Tale raggiungimento è possibile tramite regole di buon comportamento, chiamate principi regolatori (descritti molto bene dall'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, e l'utilizzo di numerose pratiche tra cui anche particolari mantra, capaci, sempre secondo la cultura vedica, di ripulire il corpo grossolano (corpo fisico) e quello sottile (mente e intelligenza) attraverso la recitazione e l'ascolto di vibrazioni vocali particolari. Tutte queste pratiche devozionali sono volte a pregare l'Unico Dio affinché li liberi dalla miserevole condizione di esseri incarnati nella materia. Tramite questa analisi è interessante vedere come nella storia si siano susseguite, a intervalli, numerose tradizioni che avevano questo tipo di concezione di cui l'esempio più eclatante è forse quello dei Catari, anche loro influenzati pesantemente dallo gnosticismo. Nel 1208 contro di loro, definiti dai cattolici come "buoni cristiani" ma definiti dalla Chiesa cattolica come eretici, fu indetta da Innocenzo III la crociata contro gli albigesi, scontro che assunse i contorni dell'olocausto che terminò solo nel 1244, con la caduta della roccaforte catara di Montsegur.

Culto e etica
Ogni setta predicava una propria variante del credo gnostico e quindi praticava un proprio culto. Alcune sette respingevano completamente i sacramenti, mentre altre accettavano quali strumenti di conoscenza solo il battesimo e l'Eucaristia, affiancandoli ad altri riti che, per mezzo di inni e formule magiche, dovevano propiziare l'ascesa al regno spirituale del principio divino imprigionato nel corpo materiale.
Da un punto di vista etico, lo gnosticismo oscillava fra il rigore ed il lassismo: se, infatti, la valutazione negativa della materia e del corpo spingeva alcuni gruppi ad astenersi anche dal matrimonio e dalla procreazione, fino ad arrivare all'ascetismo più rigoroso (Saturnino), la convinzione che l'anima fosse assolutamente estranea al mondo materiale portava altre correnti a giudicare in termini relativistici ogni atto connesso con il corpo (Basilide, Carpocrate, Barbelognostici, Fibioniti, Cainiti).

Eredità dello gnosticismo
Benché la rilevanza del pensiero gnostico cominci a declinare a partire dal IV secolo, esistono tuttavia tracce della persistenza di tali concezioni nella storia del pensiero religioso e filosofico occidentale fino ai giorni nostri. Già nel Medioevo, comunità come quelle dei manichei, degli albigesi, e dei bogomili, abbracciarono le concezioni dualistiche sviluppate dallo gnosticismo, così come nel caso dei Mandei, una comunità religiosa tuttora attiva in Iraq e Iran, i caratteri gnostici sono molto evidenti.
Più tardi ripresero il modello gnostico l'alchimia e l'astrologia rinascimentale, scienze esoteriche che si nutrivano delle pubblicazioni di letterati come Marsilio Ficino (1433 - 1499), che nel 1463 tradusse il Corpus Hermeticum, una raccolta di scritti sapienziali di epoca ellenistica, attribuiti a Ermes Trismegisto.

Influenze dello gnosticismo sul pensiero moderno
In epoca contemporanea, a fianco di movimenti elitari che si richiamano alle correnti gnostiche del passato, non mancano tentativi di identificare caratteri gnostici in correnti di pensiero moderne: così nel nichilismo ed esistenzialismo con la mancanza di significato dell'esistenza terrena. Occorre precisare che lo gnosticismo, come filone di pensiero, attraversa tutta la storia della filosofia e che riemerge periodicamente con movimenti di pensiero, ortodossi ed eterodossi (secondo la Chiesa ufficiale). L'Ottocento, in particolare, vede la nascita di diversi movimenti di tipo religioso o parareligioso che si richiamano dichiaratamente allo gnosticismo antico. Fra essi, a puro titolo di esempio, la teosofia. La scoperta, nel 1945 dei Codici di Nag Hammadi ha dato nuova forza a molti di questi movimenti, con diversi filoni di pensiero.

Gnosticismo e psicoanalisi
Carl Gustav Jung studiò a lungo il pensiero gnostico, affiancando ad esso le sue conoscenze di psicologia. È possibile riscontrare tracce delle dottrine gnostiche in opere letterarie contemporanee.

Gnosticismo e Cristianesimo
In generale gli gnostici tendevano ad identificare il Dio veterotestamentario con la potenza inferiore del malvagio Demiurgo, creatore di tutto il mondo materiale, mentre il Dio neotestamentario con l'Eone perfetto ed eterno, il generatore degli eoni Cristo e Sophia, incarnati sulla Terra rispettivamente come Gesù e Maria Maddalena. Dalla concezione docetista insita in gran parte delle religioni gnostiche, deriverebbe poi il rifiuto della resurrezione del corpo di Gesù, poiché dopo la sua morte, egli sarebbe tornato sulla Terra solo nella sua forma divina, liberato dal corpo materiale. Inoltre, nel periodo tra la Resurrezione e l'Ascensione, periodo considerato dagli gnostici ben più esteso dei canonici quaranta giorni, avrebbe impartito solo a pochi dei suoi discepoli una sorta di insegnamento segreto(di tale insegnamento tratta l'apocrifo Pistis Sophia). Tale insegnamento, parallelamente alla dottrina della Chiesa, fondata sulla predicazione pubblica del Cristo, venne tramandato per via occulta a beneficio di pochi eletti, escludendo, così, la gerarchia della Chiesa. Inoltre, aspetto fondamentale, la salvezza doveva giungere attraverso esperienze personali e non attraverso lo studio dei testi canonici. Tutte queste convinzioni contrastavano fortemente con l'ortodossia del cattolicesimo che andava formandosi in quei primi secoli. Fu quindi inevitabile che le dottrine gnostiche, che in un primo tempo si erano diffuse anche all'interno della Chiesa, incontrassero l'opposizione delle comunità cristiane e fossero considerate come eretiche. Ciò portò il movimento gnostico ad un rapido declino, anche se, specialmente in Medio Oriente, alcuni aspetti dello gnosticismo (come l'aspetto ascetico) divennero parte integrante del patrimonio della Chiesa Cristiana.

Visione gnostica della creazione
Gran parte delle religioni cristiano-gnostiche teorizzavano che da Dio Primo Eone fossero state generate più coppie di eoni composte sempre da un eone maschile e uno femminile. Dio e gli eoni nel loro complesso formavano il Pleroma.
Gli eoni, in molti sistemi gnostici, rappresentano le varie emanazioni del Dio primo, noto anche come l'Uno, la Monade, Aion Teleos (l'Eone Perfetto), Bythos (greco per Profondità), Proarkhe (greco per Prima dell'Inizio), Arkhe (greco per Inizio). Questo primo essere è anch'esso un eone e contiene in sé un altro essere noto come Ennoia (greco per Pensiero), o Charis (greco per Grazia), o Sige (greco per Silenzio). L'essere perfetto, in seguito, concepisce il secondo ed il terzo eone: il maschio Caen (greco per Potere) e la femmina Akhana (Verità, Amore).
Quando un eone chiamato Sophia emanò senza il suo eone partner, il risultato fu il Demiurgo, o mezzo-creatore (nei testi gnostici a volte chiamato Yalda Baoth, o Rex Mundi per i Catari), una creatura che non sarebbe mai dovuta esistere. Questa creatura non apparteneva al pleroma, e l'Uno emanò due eoni, Cristo e Sophia, ovvero lo Spirito Santo, per salvare l'umanità dal Demiurgo. Cristo prese poi la forma della creatura umana Gesù in modo da poter insegnare all'umanità la via per raggiungere la gnosi: il ritorno al pleroma.
Anche il Vangelo di Giuda, recentemente scoperto, tradotto e poi acquistato dalla National Geographic Society menziona gli eoni e parla degli insegnamenti di Gesù al loro riguardo. In un passo di tale Vangelo, Gesù deride i discepoli che pregano l'entità che loro credono essere il vero Dio, ma che è in realtà il malvagio Demiurgo.
Gli gnostici ofiti, o naaseni veneravano il serpente, perché, come narrato nella Genesi (3,1), era stato mandato da Sophia (o era lei stessa nelle sue sembianze) per indurre gli uomini a nutrirsi del frutto della conoscenza, al fine di infondere in loro la gnosis di cui avevano bisogno per svegliarsi dagli inganni del malvagio Demiurgo ed evolversi a Dio.
20/05/2013 13:01

SCIAMANESIMO

Fonte: it.wikipedia.org/wiki/Sciamanesimo

Sciamanesimo, in antropologia culturale, è un termine che indica l'insieme delle credenze ed il modo di vivere e di vedere il mondo, di società animiste non alfabetizzate, imperniato intorno ad una particolare figura di guaritore-saggio ed alla sua attività magico-religiosa: lo sciamano.
Lo sciamanesimo si riferisce a una vasta gamma di credenze e pratiche tradizionali che comprende la capacità di diagnosticare e curare malattie, nonché tutti i possibili problemi della comunità e del singolo, dal come procurarsi il cibo al come sbarazzarsi dei nemici. Ciò attraverso l'asserita capacità dello sciamano di "viaggiare" in stato di trance nel mondo degli spiriti e di utilizzare i loro poteri. È questa la principale caratteristica dello sciamano che lo contraddistingue da altre forme di guaritore.



Lo sciamanesimo è un'antichissima pratica transculturale che presenta caratteri distintivi ben precisi e comuni, all'interno di una struttura flessibile, capace cioè di adattarsi a diverse culture e religioni.

Etimologia
Secondo svariati dizionari etimologici, la parola sciamano (per la prima volta attestata nel 1698) sarebbe entrata nell'italiano dall'inglese shaman, questo (attraverso lingue slave e germaniche) dal tunguso šaman, a sua volta dal pali samana, derivato dal sanscrito sramana che significa "monaco". Da notare la radice indoeuropea sa- legata al verbo "sapere" e mánu con significato di uomo.

La figura dello sciamano
La figura dello sciamano nasce nelle società primitive con lo scopo di risolvere problematiche di base per la sopravvivenza di qualsiasi società, ovvero:

- salute

- riproduzione

- sussistenza

Secondo queste società primitive, in ultima istanza, erano gli spiriti ultraterreni a determinare la sorte e gli avvenimenti terreni; ogni problema poteva perciò essere risolto solo da qualcuno che avesse la capacità ed i mezzi per entrare in contatto con tali spiriti, affrontando un "viaggio" ultraterreno nel loro mondo, trovando lì la soluzione ai problemi. Questo è lo sciamano, un "ponte" tra il mondo terreno e quello ultraterreno. Secondo la cultura sciamanica, non si può diventare sciamani per scelta o per semplice iniziazione, ma si deve ricevere una "chiamata" da parte degli "spiriti" e a questa chiamata non si può rispondere negativamente. Detto ciò, è comunque possibile che alcune culture prevedano un qualche tipo di iniziazione per lo sciamano. Per chi la riceve, la "chiamata" è spesso un dramma: essa ne sconvolge la vita e ne mina seriamente la stabilità e l'integrità fisico-psichiche; il chiamato ne farebbe volentieri a meno. Tuttavia, il non accettare, sempre secondo la tradizione sciamanica, avrebbe conseguenze molto più gravi, che potrebbero portarlo fino alla follia ed alla morte.
Generalmente nello sciamanesimo classico, gli sciamani sono di sesso maschile, ma esistono anche sciamani di sesso femminile ed il loro numero aumenta man mano che ci si avvicina ai gruppi sedentari, soprattutto nelle società agricole e contadine (p. es. Uzbeki e Tagiki, ma anche Estremo Oriente e Sudest asiatico). Il loro ruolo però è generalmente più marginale rispetto a quello degli sciamani maschi perché, sempre secondo la tradizione sciamanica, il "viaggio" dello sciamano di sesso maschile sarebbe di ben più ampio respiro, avrebbe un raggio d'azione molto più vasto e la sua azione sarebbe molto più potente. Le sciamane (dove esistono) sarebbero invece generalmente più "specializzate" in quelle cure che prevedono l'uso dell'erboristeria.
Lo sciamano, diversamente da quanto succede per il sacerdote o il re, non deriva da un'istituzione, ma ha base empirica, possiede facoltà innate o trasmesse e, a differenza invece dello stregone-medico, ha un comportamento di carattere estatico, in trance è ponte fra le energie spirituali e quelle terrene, un canale della volontà divina e delle forze della natura che mette a disposizione dell'umanità attraverso l'amore e la comprensione. Durante l'estasi si impadronisce di lui una forza (che può essere concepita sia dinamicamente come impersonale, sia animisticamente come spirito o demone): con questo aiuto lo sciamano influisce sulla vita dei compagni. Il legame fra lo sciamano e il potere che lo invade è molto stretto, perde la sua personalità e diventa temporaneamente l'"altro". Sciamani dell'America settentrionale e della Groenlandia portano maschere proprio per sottolineare questo significato. Non sempre tutto questo viene sentito come un dono ma anche temuto come la morte, per la sua potenza. Alcune culture sciamaniche fanno risalire le loro origini alle donne, per esempio lo sciamanesimo che opera tramite l'aquila oppure in Cile, dove le sciamane Mapuche da 25.000 anni praticano guarigioni seguendo la luna. Addirittura presso i Ciukci dell'Asia settentrionale o i Daiaki delle coste della Malesia, lo sciamano si "trasforma" a volte in donna e come tale si sposa.
Gli Sciamani sono protettori della mitologia dei raccoglitori – cacciatori (la cui vita era basata sull'economia di sussistenza, sulla predizione e sul rapporto diretto con la natura) con un ruolo fondamentale sull'evoluzione delle società di cui facevano parte. Le regole fondamentali della pratica sciamanica sono il rispetto dell'individualità e della libertà di ogni singolo individuo; divieto per lo sciamano è nuocere a sé e agli altri, mancare di rispetto alla Madre Terra e a qualsiasi espressione di vita, nonché ricevere compensi in denaro. Aspetto significativo della "cura" nella credenza sciamanica è che la guarigione è sia fisica che psichica.
Parte della psichiatria moderna attribuisce le eventuali guarigioni ad ipnosi o autoipnotismo o anche ad ipnotismo collettivo. Gli strumenti musicali, per esempio, con il frastuono violento che spesso accompagna queste pratiche, "strappano" il guaritore ed il paziente dalla loro solita esistenza, con funzione terapeutica.

Diffusione
Lo sciamanesimo, originariamente legato alle culture di cacciatori-raccoglitori, appare diffuso quasi ovunque nel mondo, dall'Australia alle Americhe con caratteristiche comuni. Lo sciamanesimo è presente nel continente africano sotto diversi aspetti e forme e spesso usato a scopo di lucro ai danni della popolazione molto povera e credente.
, né presso le società di coltivatori di Melanesia e Nuova Guinea e neppure nelle zone delle grandi civiltà dell'antichità, come quella cinese, le grandi civiltà del Mediterraneo, quelle mesoamericane e andine. Presso le grandi civiltà è possibile che sia originariamente esistito, ma che poi sia stato rimosso. In Africa raramente si utilizza il termine "sciamanesimo" per identificare gli "operatori" del mondo magico. Secondo Eliade lo sciamano è colui che controlla gli spiriti e che, attraverso il “viaggio” visita il regno dell’Oltremondo. Al contrario la possessione presente nei riruali africani rende l’uomo controllato dagli spiriti che, proprio al contrario della pratica sciamanica, vengono loro a visitare gli uomini. Nonostante quanto detto, non è facile individuare una netta differenza tra possessione e pratiche sciamaniche Gilbert Rouget afferma che la classificazione di Eliade è troppo rigida e esistono tutta una serie di casi intermedi. Secondo Shefferman anche se lo sciamano domina gli spiriti essi spesso parlano per bocca dello sciamano, danzano con il suo corpo e, in molte tradizioni ne fanno addirittura cambiare sembianze in animale. Del resto, ricorda Richard Noll lo sciamano prima di essere tale, nelle tradizioni tunguse è un “malato”, ovvero un posseduto dagli spiriti. Nelle pratiche africane, proprio come nelle tradizioni sciamaniche, gli spiriti sono “chiamati” dalle danze, dal suono di tamburi, da canti, incensi e libagioni. Dunque forme di sciamanesimo possono essere considerate presenti anche nel Vecchio Continente. Sepolture in caverne del nord dell'Iraq, a Shanidar, datate 150.000 anni fa, come petroglifi di 7000 anni fa del Nord America, recano tracce di riti sciamanici. Particolarmente radicato appare invece in Asia, specialmente in Siberia, dove non c'è è stata la minima la sovrapposizione di altre culture; lo sciamanesimo siberiano è pertanto considerato dagli studiosi quello classico, il meno "contaminato" da altre culture. Sappiamo che lo Stretto di Bering, spesso ghiacciato, era l'itinerario seguito dai cacciatori del paleolitico (homo sapiens sapiens) per penetrare nel continente americano; dal sud-est dell'Asia penetrano fino in Australia, 53.000 anni prima della nostra era e gli attuali aborigeni sono i diretti discendenti.
Pratiche sciamaniche si ritrovano quasi ovunque: presso i Ciukci, gli Inuit, gli Yupik, i Samoiedi, i Cumani, i Tartari e i Mongoli, i Buriati, i Daigate del Borneo, in Oceania, nel Sud-Est Asiatico, in India, Tibet, Giappone e nel continente americano ma si hanno anche forme più "raffinate" come presso gli Yoag Indiani, oppure i Berserkr germanici che infuriano durante le battaglie o addirittura gli eroi invasati dallo spirito di Jahvè nell'antico Testamento (Gedeone e Saul che è poi messo fra i profeti). Riti sciamanici avevano continuato ad essere praticati nel corso della storia in Cina: la loro presenza è confermata dalle fonti storiche Han, secondo cui numerosi sciamani che abitavano il territorio cinese nel III secolo a.C. erano invitati dagli imperatori per la costruzione di altari e templi nella capitale. Nonostante l'ostilità dei funzionari di corte essi mantennero un ruolo importante per oltre un millennio fino all'emanazione di un editto del 1023 che rimandava gli sciamani nelle loro province d'origine, decretando l'abbattimento dei loro altari; in un'epoca in cui lo stato si era ormai completamente confucianizzato lo sciamanesimo venne abolito dalla corte, continuando però ad essere praticato a livello popolare fino ai giorni nostri, seppur con una estensione molto minore. Gli indigeni della Nuova Guinea, sotto l'effetto di alcune sostanze psichedeliche, erano convinti di entrare in contatto con i parenti defunti: il problema che sorgeva era che un morto tornato tra i vivi cambiava il proprio carattere, così da buono sarebbe potuto divenire cattivo e viceversa; questo cambiamento era alla base dei riti funerari, tesi a prevenirlo o ad assecondarlo. I Roro della Nuova Guinea inscenavano una strana cerimonia per richiamare al villaggio gli spiriti dei morti, considerandoli loro alleati.
Esistono diverse teorie per spiegare la diffusione quasi globale dello sciamanesimo, le principali sono:

- La cosiddetta teoria diffusionista, ipotizza che il fenomeno, nato presso un popolo, si sia diffuso da un popolo all'altro, da un luogo all'altro.

- La teoria della derivazione da una fonte comune, ipotizza cioè che ogni popolazione abbia attinto alla stessa fonte.

- La cosiddetta teoria strutturalista, ipotizza che il fenomeno sia sorto contemporaneamente in vari luoghi e presso varie popolazioni perché innato nella struttura mentale umana.

Probabilmente (come spesso accade) il giusto sta nel mezzo e cioè che tutte e tre le teorie sono valide e non incompatibili, quindi si possono integrare tra loro.

Elementi fondamentali caratterizzanti
Secondo l'antropologia ufficiale, gli elementi fondamentali caratterizzanti dello sciamano, comuni a tutti i luoghi ove la credenza sciamanica si sia diffusa e pressoché identici dall'Australia alle Americhe, all'Asia, sono:

1. La chiamata sciamanica. Lo sciamano, prima di diventare sciamano, asserisce di ricevere una "chiamata" da parte degli "spiriti", alla quale non può rifiutarsi di rispondere positivamente.

2. Il viaggio sciamanico. Un "viaggio" mentale, onirico nel "mondo degli spiriti", che lo sciamano compie alla propria investitura e successivamente, con modalità differenti (a volte anche per mezzo di allucinogeni), ad ogni suo intervento volto a risolvere problemi propri, della comunità o di singoli. Le fasi caratteristiche del "viaggio" sono:

- trance (stato psichico alterato che in alcuni casi viene raggiunto tramite l'uso di allucinogeni e che permane per tutta la durata del "viaggio"),

- metamorfosi, lo sciamano si trasforma (durante il viaggio, quindi in sogno) nell'animale che lo protegge e da cui deriva il proprio potere.

- combattimento (compie durante il viaggio combattimenti contro gli spiriti ed altri sciamani).

- ritorno (lo sciamano "rientra" dal "viaggio" con la soluzione al problema)

3. Anargirismo, ovvero il divieto per lo sciamano di ricevere compensi in denaro (pena la perdita del potere sciamanico).

"Sciamani di plastica"
l movimento New Age si è di recente sincreticamente appropriato di idee prese dallo sciamanesimo, come anche di credenze e pratiche di religioni orientali e di una gran varietà di culture indigene. Esistono pure, in circoli esoterici ed occultistici, legati anche a movimenti neopagani del Nord Europa, altri tentativi moderni di reinvenzione dello sciamanesimo.
Come negli altri casi, anche nel caso dello sciamanesimo, le culture che praticano originariamente queste tradizioni, molto spesso condannano il movimento New Age e gli altri movimenti per l'uso non corretto, superficiale e frainteso che fanno delle loro pratiche tradizionali e dei termini; e li chiamano, in senso dispregiativo, "sciamani di plastica" esattamente come riportato anche da una proclamazione avvenuta il 9 Marzo 2003 del capo indiano Lakota, Arvol Looking Horse relativamente appunto al binomio pensiero indiano e new age dove per pensiero indiano si intende cultura e spiritualità.
Tutto ciò ha poco a che fare con lo studio antropologico culturale dello Sciamanesimo e viene chiamato nel suo insieme sinteticamente Neosciamanesimo.
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Utente Master
20/05/2013 13:15

Nell'augurarti un in bocca al lupo per la rubrica e complimentarmi con te, vorrei puntualizzare un concetto che purtroppo Wikipedia prende sottotono.


Esoterismo è un termine oggi abusato, ma di uso comune, per indicare prassi magiche, riti di cartomanzia, calcoli cabalisti e altre forme di superstizione, cioè credenze di natura irrazionale.



Dire che il termine è abusato è un eufemismo, bisognerebbe sfogliare il dizionario dello slang urbano per trovare termini idonei.

Per Esoterismo si intende una dottrina o più dottrine di carattere segreto iniziatico trasmesse oralmente o in forma simbolica o scritta spesso criptica, comprensibili esclusivamente a chi a conoscenza delle chiavi di interpretazione (Iniziazione).

Il termine è stato stravolto da ciarlatani e culture underground che lo hanno accomunato a cialtronate intrise di new-age, derive Wicca e quant'altro sia servito ad alimentare determinati business o ad aumentare le file di proseliti.

Troviamo il termine accomunato a pratiche non tradizionali che non hanno nessun fondamento negli insegnamenti millenari, ma ricordano bensì i fantasy stile Harry Potter.

L'Esoterismo può essere diviso in due sezioni: una dove il segreto è segreto anche agli iniziati,e uno dove è palesato solo a questi.

L'esoterismo contiene culture come la Magia (da non confondere con le derive stile Harry Potter), l'Alchimia, la Cabbala, pratiche spirituali a sfondo mistico religioso, lo Gnosticismo, l'Ermetismo.

Spesso il sapere viene trasferito da Maestro ad allievo, altre volte assistiamo ad un'ambiente settario e neo-religioso, come nel caso della Massoneria, dei Rosa Croce, dell'Antroposofia, della Teosofia, del Martinismo.

Consiglio la lettura di questo articolo dal quale estrapolo la visione di J.M. Riviere che in "Storia delle dottrine esoteriche collega l’origine del termine al verbo greco eisoteo, che significa far entrare, quindi “aprire una porta, offrire agli uomini la possibilità di penetrare nell'interiore attraverso l'esteriore; simbolicamente, è rivelare una verità nascosta, un senso occulto."

Il significato dell'Esoterismo

Di Mauro Colla

www.riflessioni.it/lettereonline/esoterismo.htm

Consiglio anche l'approfondimento della visione critico-scientifica di Carl Gustav Jung.



[Modificato da eone nero 20/05/2013 13:17]
20/05/2013 13:17

ALCHIMIA

Fonte: it.wikipedia.org/wiki/Alchimia

L'alchimia è un antico sistema filosofico esoterico che si espresse attraverso il linguaggio di svariate discipline, come la chimica, la fisica, l'astrologia, la metallurgia e la medicina, lasciando numerose tracce nella storia dell'arte. Il pensiero alchemico è altresì considerato da molti il precursore della chimica moderna prima della nascita del metodo scientifico.
Diversi sono i grandi obiettivi che si proponevano gli alchimisti:

- conquistare l'onniscienza

- creare la panacea universale, un rimedio cioè per curare tutte le malattie, per generare e prolungare indefinitamente la vita

- la trasmutazione delle sostanze e dei metalli.

- la ricerca della pietra filosofale.

In realtà, però, nessun alchimista ha mai dichiarato quali fossero le finalità dell'alchimia: secondo alcuni lo scopo era mistico e l'esercizio di un filosofia (scienza, in termini moderni) era propedeutico al raggiungimento di uno stato metafisico di conoscenza.



Per una interpretazione più grossolana e popolare, la creazione della pietra filosofale, sostanza di tipo etereo, era considerata il fine dell'alchimia, ma anche qui il termine sembra più metaforico che reale.
L'alchimia, oltre ad essere una disciplina fisica e chimica, implicava un'esperienza di crescita o, meglio, un processo di liberazione spirituale dell'operatore. In quest'ottica la scienza alchemica viene a rappresentare una conoscenza metafisica e filosofica, assumendo connotati mistici e soteriologici, nel senso che i processi e i simboli alchemici, oltre al significato materiale, relativo alla trasformazione fisica, possiedono un significato interiore, relativo allo sviluppo spirituale].
Ad esempio, la comune interpretazione che vede nel piombo e nell'oro nient'altro che i corrispettivi materiali è da considerarsi un equivoco assolutamente riduttivo.
Il termine alchimia deriva dall'arabo al-kimiyah, al-kimiyà o al-khimiyah (الكيمياء o الخيمياء), composto dell'articolo al- e della parola kimiyà che significa "chimica" e che a sua volta, sembrerebbe discendere dal termine greco khymeia (χυμεία) che significa "fondere", "colare insieme", "saldare", "allegare", ecc. (da khumatos, "che è stato colato, un lingotto"). Un'altra etimologia collega la parola con Al Kemi, che significa "l'arte egizia", dato che gli antichi Egiziani chiamavano la loro terra Kemi ed erano considerati potenti maghi in tutto il mondo antico. Il vocabolo potrebbe anche derivare da kim-iya, termine cinese che significa "succo per fare l'oro".

Introduzione
L’alchimia è una scienza esoterica il cui primo fine era trasformare il piombo, ovvero ciò che è negativo, in oro, ovvero ciò che è positivo nell’uomo, per fargli riscoprire la sua vera “natura interna”, il proprio Dio. Gli alchimisti dovevano nascondersi, rendersi occulti usando allegorie, per non per subire le reazioni della chiesa.
Per comprendere l'alchimia, bisogna considerare come la conversione di una sostanza in un'altra, che formò la base della metallurgia fin dal suo apparire verso la fine del Neolitico, appariva, in una cultura senza alcuna conoscenza formale di fisica o chimica, come un'opera magica. Nei tempi remoti, una fisica priva di una componente metafisica sarebbe stata parziale ed incompleta al pari di una metafisica sprovvista di manifestazione fisica. Pertanto, per gli alchimisti non vi fu ragione alcuna di separare la dimensione materiale da quella simbolica o filosofica.
La trasmutazione dei metalli di base in oro (ad esempio con la pietra filosofale o grande elisir o quintessenza o pietra dei filosofi o tintura rossa) simboleggia un tentativo di arrivare alla perfezione e superare gli ultimi confini dell'esistenza. Gli alchimisti credevano che l'intero universo stesse tendendo verso uno stato di perfezione, e l'oro, per la sua intrinseca natura di incorruttibilità, era considerato la sostanza che più si avvicinava alla perfezione. Era anche logico pensare che riuscendo a svelare il segreto dell'immutabilità dell'oro si sarebbe ottenuta la chiave per vincere le malattie ed il decadimento organico; da ciò l'intrecciarsi di tematiche chimiche, spirituali ed astrologiche che furono caratteristiche dell'alchimia medievale.
La scienza dell'alchimia ebbe inoltre una notevole evoluzione nel tempo, iniziando quasi come un'appendice metallurgico-medicinale della religione, maturando in un ricco coacervo di studi, trasformandosi nel misticismo ed alla fine fornendo alcune delle fondamentali conoscenze empiriche nel campo della chimica e della medicina moderne.
Fino al XVIII secolo, l'alchimia era considerata una scienza seria in Europa; per esempio, Isaac Newton dedicò molto più tempo allo studio dell'alchimia piuttosto che a quello dell'ottica o della fisica per le quali divenne famoso. Tuttavia Newton mantenne sempre un notevole riserbo intorno ai suoi studi alchemici, e non pubblicò mai opere sull'argomento. Fu l'economista John Maynard Keynes che nel 1936 rese pubblici manoscritti newtoniani sull'alchimia, dei quali era entrato in possesso ad un'asta.
Altri eminenti alchimisti del mondo occidentale furono Ruggero Bacone, il Parmigianino, Thomas Browne, e non ultimo Cagliostro. Si interessarono di alchimia anche San Tommaso d'Aquino e Giordano Bruno.
Il declino dell'alchimia iniziò nel XVIII secolo con la nascita della chimica moderna, che fornì una più precisa e concreta struttura per comprendere le trasmutazioni della materia, e la medicina, con un nuovo grande disegno dell'universo basato sul materialismo razionale.
La storia dell'alchimia è diventata un prolifico campo per speculazioni accademiche. Via via che l'ermetico linguaggio degli alchimisti andava gradatamente decifrato, gli storici hanno cominciato a trovare connessioni intellettuali tra quella disciplina ed altre componenti della storia culturale occidentale, come le società mistiche, del tipo di quella dei Rosacroce, la stregoneria e naturalmente l'evoluzione della scienza e della filosofia.

Processo alchemico
L'opus alchemicum per ottenere la pietra filosofale avveniva mediante sette procedimenti, divisi in quattro operazioni, Putrefazione, Calcinazione, Distillazione e Sublimazione, e tre fasi, Soluzione, Coagulazione e Tintura.
Attraverso queste operazioni la "materia prima", mescolata con lo zolfo ed il mercurio e scaldata nella fornace (atanor), si trasformerebbe gradualmente, passando attraverso vari stadi, contraddistinti dal colore assunto dalla materia durante la trasmutazione.
Il numero di queste fasi, variabile da tre a dodici a seconda degli autori di trattati alchimistici, è legato al significato magico dei numeri.
I tre stadi fondamentali sono:

- Nigredo o opera al nero, in cui la materia si dissolve, putrefacendosi;

- Albedo o opera al bianco, durante la quale la sostanza si purifica, sublimandosi;

- Rubedo o opera al rosso, che rappresenta lo stadio in cui si ricompone, fissandosi;

Il concetto di sulphur et mercurius
Si tratta, letteralmente, di "zolfo e mercurio", cioè, nel linguaggio simbolico dell'alchimia, di due essenze primordiali visti nel quadro di un sistema dualistico che ritiene qualsiasi materiale come miscela di questi due componenti, vale a dire di un elemento "in combustione" (zolfo) e di uno "volatile" (mercurio), dotati di gradi diversi di purezza e in un diverso rapporto di mescolanza tra loro. Da Paracelso (1493-1541) venne poi aggiunto un terzo elemento, il sal (il sale), che doveva costituire la tangibilità: quando il legno è in combustione, la fiamma prende origine dal sulphur, il mercurius trapassa in evaporazione, mentre il sal ne è la cenere residua.

Simboli alchemici
L'universo alchemico è pervaso di simboli, che, intrecciandosi in mutue relazioni, permeano le varie operazioni e gli ingredienti costitutivi del processo per ottenere la pietra filosofale.
Così per esempio l'oro e l'argento acquisiscono nell'iconografia alchemica i tratti simbolici del Sole e della Luna, della luce e delle tenebre e del principio maschile e femminile, che si uniscono (sizigia) nella coniunctio oppositorum della Grande Opera (Rebis).

Simboli astrologici
Gli elementi cosmici avevano grande importanza non solo per la loro influenza sui processi alchemici, ma anche per il parallelismo che li legava agli elementi naturali, in base alla credenza che "ciò che sta in basso è come ciò che sta in alto".
Tradizionalmente, ognuno dei sette corpi celesti del sistema solare conosciuti dagli antichi era associato con un determinato metallo.
La lista del dominio dei corpi celesti sui metalli è la seguente:

- Il Sole governa l'Oro

- La Luna è connessa con l'Argento

- Mercurio, Mercurio

- Venere, Rame

- Marte, Ferro

- Giove, Stagno

- Saturno, Piombo

Sia i metalli che i corpi celesti erano in relazione con l'anatomia umana e le sette viscere dell'uomo.

Simboli animali
Nelle illustrazioni dei trattati medievali e di epoca rinascimentale compaiono spesso figure animali e fantastiche. I tre principali stadi attraverso i quali la materia si trasformava, la nigredo, l'albedo e la rubedo erano rispettivamente simboleggiati dal corvo, dal cigno e dalla fenice.
Quest'ultima, per la sua capacità di rinascere dalle proprie ceneri, incarna il principio del "nulla si crea e nulla si distrugge", tema centrale della speculazione alchimistica.
Inoltre, era sempre la fenice a deporre l'uovo cosmico, che a sua volta raffigurava il contenitore in cui era posta la sostanza da trasformare.
Anche il serpente ouroboros, che si mangia la coda, ricorre spesso nelle raffigurazioni delle opere alchemiche, in quanto simbolo della ciclicità del tempo e dell'"Uno il Tutto" ("En to Pan").

Storia
L'alchimia abbraccia alcune tradizioni filosofiche che si sono propagate per quattro millenni e tre continenti, e la loro generale inclinazione per un linguaggio criptico e simbolico rende difficile tracciare le loro mutue influenze e relazioni.
Si possono distinguere almeno due grandi canali, che sembrano essere in gran parte indipendenti, almeno nelle tappe più remote: l'alchimia orientale, attiva in Cina e nella zona della sua influenza culturale, e l'alchimia occidentale, il cui centro nei millenni è slittato tra Egitto, Grecia, Roma, il mondo islamico ed alla fine l'Europa. L'alchimia cinese fu strettamente connessa al Taoismo, mentre quella occidentale sviluppò un proprio sistema filosofico, connesso solo superficialmente con le maggiori religioni occidentali. Se queste due tipologie abbiano avuto una comune origine e fino a che punto si siano influenzate l'una con l'altra è tuttora oggetto di questione.

Alchimia cinese
Mentre quella occidentale fu più concentrata sulla trasmutazione dei metalli, l'alchimia cinese ebbe una maggiore connessione con la medicina. La pietra filosofale degli alchimisti europei può essere comparata con l'elisir dell'immortalità cercato dagli alchimisti cinesi. Comunque, da un punto di vista ermetico, questi due interessi non erano separati e la pietra dei filosofi era spesso equiparata all'elisir di lunga vita.
La Cina appare il centro di una tradizione alchemica molto antica, risalente forse al IV-III secolo a.C., ma documentata con sicurezza per la prima volta nel Ts'an T'ung Ch'i, scritto verso il 142 a.C. da Wei Po-Yang, sotto forma di commentario all'I-Ching, Libro delle Mutazioni. In questa opera, classico del Canone taoista, l'autore afferma che i contenuti del Libro delle Mutazioni, delle dottrine taoiste e dei procedimenti alchemici siano variazioni di un'unica materia sotto il travestimento di nomi diversi. Egli fonda il processo alchemico sulle dottrine dei cinque stati di mutamento, erroneamente chiamati "elementi" (acqua, fuoco, legno, metallo e terra) e dei due contrari (yin e yang): di questi due, il primo è associato alla luna ed il secondo al sole, e dalla loro dinamica si originano gli elementi. Ogni elemento combinato con yang differirebbe da quello combinato con yin, nel senso che il primo è attivo e maschile, il secondo passivo e femminile. Il testo, di non facile interpretazione, per le sue interferenze con dottrine cosmologiche e magiche, presenta una concezione evolutiva dei metalli e il loro trasferimento su piani non sperimentali, ora psichici, ora cosmici. Nel IV secolo l'alchimia ha un nuovo grande maestro in Ko Hung, detto Pao-p'u-tzu, che aggiunge alle tecniche indicate alcuni particolari metodi taoisti destinati alla conquista dell'immortalità. Questo fu l'avvio per una sempre più stretta connessione con forme taoiste di medicina tradizionale cinese ed una ricca fioritura di opere fino al XIII secolo.
Le scuole di alchimia cinese, pur avendo come obiettivo comune la ricerca dell'immortalità, si differenziavano per i metodi di ricerca:

- Gli alchimisti della scuola esterna si occupavano prevalentemente della ricerca dell'elisir di lunga vita attraverso la produzione di rimedi, elisir e pillole dell'immortalità, le cui componenti erano in gran parte sostanze vegetali e in misura minore sostanze animali e minerali.

- Gli alchimisti della scuola interna, invece, ricercavano l'immortalità attraverso l'utilizzo di pratiche fisiche e mentali che provocassero una trasmutazione del corpo, consentendo al praticante di vivere indefinitamente. Il corpo stesso del praticante veniva concepito come un laboratorio alchemico e l'elisir di lunga vita scaturiva teoricamente dalla distillazione di sostanze corporee, prodotte attraverso l'utilizzo delle funzioni vitali (respirazione, circolazione, funzionamento endocrino, etc..) che venivano guidate dall'alchimista.

La medicina tradizionale cinese ha ereditato dall'alchimia esterna le basi di farmacologia tradizionale e dall'alchimia interna la parte relativa al qi gong ed alle ginnastiche mediche. In queste discipline molti dei termini utilizzati sono di chiara derivazione alchemica.

Alchimia indiana
L’alchimia giocò un ruolo di spicco fin dalle origini del pensiero indiano. Gianluca Magi nota come:

« L’idea di uccidere i metalli vivi per farli rinascere nobili, metafora del tentativo esoterico di trasmutazione spirituale dell’Io che viene ucciso per far rinascere il Sé della coscienza pura, è presente in India fin dall’età vedica.Ciò per dire che l’alchimia indiana, Rasayā na ovvero il «Veicolo mercuriale», non fu né una scienza empirica né una proto-chimica, bensì una scienza soteriologica per fare del corpo e della mente il proprio laboratorio, per sperimentare un altro piano di realtà in cui si diventa pietre filosofali, ovvero pietre vive. [...] Molto probabilmente gli esperimenti dell’alchimia tradizionale condussero alla scoperta di molti fenomeni chimici, ma agli inizi non ne parlò perché erano considerati di secondaria importanza: il fine reale era la trasmutazione interiore dell’uomo, la sua rinascita e Liberazione. La stessa trasmutazione del mercurio in oro è del tutto marginale rispetto a ciò che l’alchimista indiano chiama la condizione di vita senza morte (amṛtattva) (da cui deriva il greco 'ambrosia', il cibo degli dèi che rende immortali), lo stato del liberato in vita, jīvanmukta. »
(Gianluca Magi. 'Uscite dal sogno della veglia. Viaggio attraverso le filosofie indiane della Liberazione, Edizioni della Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa, Rimini 2008, p. 67.)

A questa prima fase soteriologica del pensiero alchemico indiano, ne seguì una seconda – descritta da al-Biruni, scienziato e viaggiatore persiano dell'XI secolo –, dovuta all’influsso musulmano, che portò a numerose scoperte chimiche importanti. Poi, a partire dal XIV secolo:

« gli alchimisti indiani iniziarono quasi esclusivamente a dedicarsi alla preparazione di medicine metalliche o minerali. Ciò che in precedenza era un’operazione d’introversione che dava valore solo ai risultati raggiunti attraverso il coinvolgimento personale (alchimia), cedeva il passo necessariamente a un atteggiamento di estroversione che implicava l’impegno a rimanere il più possibile distaccato dall’esperimento per conseguire risultati oggettivi (atteggiamento scientifico) »
(Gianluca Magi, op. cit., p. 68.)

Il padre dell'alchimia indiana è considerato Śrīman Nāgārjuna (XIII secolo),, figura semileggendaria, ritenuto l'autore di alcuni testi alchemici quali il trattato di magia Kakṣapuṭa Tantra, quello sul mercurio Rasendramangalam e il Susruta Samhita. Il migliore esempio di un testo basato su questa scienza è il Vaishashik Darshana di Kanad (vissuto intorno al 600), che descrisse una teoria atomica circa un secolo prima di Democrito.

Alchimia nell'antico Egitto
Gli alchimisti occidentali generalmente fanno risalire l'origine della loro arte all'antico Egitto. Metallurgia e misticismo erano inesorabilmente legati insieme nel mondo antico, in cui una cosa come la trasformazione dell'oro grezzo in un metallo scintillante doveva sembrare un atto governato da regole misteriose.
La città di Alessandria in Egitto fu un centro di conoscenza alchemica, e conservò la propria preminenza fino al declino della cultura egiziana antica. Sfortunatamente non esistono documenti originali egizi sull'alchimia. Questi scritti, qualora fossero esistiti, andarono perduti nell'incendio della Biblioteca di Alessandria, nel 391. L'alchimia egiziana è per lo più conosciuta attraverso le opere di antichi filosofi greci, sopravvissute solamente in traduzioni islamiche.
La leggenda vuole che il fondatore dell'alchimia egiziana fosse il dio Thot, chiamato Ermes-Thoth o Ermes il tre volte grande (Ermes Trismegisto) dai Greci. Secondo la leggenda il dio avrebbe scritto i quarantadue libri della conoscenza, che avrebbero coperto tutti i campi dello scibile, fra cui anche l'alchimia. Il simbolo di Ermes era il caduceo, che divenne uno dei principali simboli alchemici. La Tavola di Smeraldo di Ermes Trismegistus, che è nota solamente attraverso traduzioni greche ed arabe, è generalmente considerata la base per la pratica e la filosofia alchemica occidentale.

Alchimia greco-alessandrina
Le dottrine alchimistiche della scuola greca passarono attraverso tre fasi evolutive: l'alchimia come tecnica, cioè l'arte prechimica degli artigiani egizi, l'alchimia come filosofia ed infine quella religiosa. I Greci si appropriarono delle dottrine ermetiche degli Egiziani, mescolandole, nell'ambiente sincretistico della cultura alessandrina, con le filosofie del Pitagorismo e della scuola ionica e successivamente dello Gnosticismo. La filosofia pitagorica consiste essenzialmente nella credenza che i numeri governino l'universo e che siano l'essenza di tutte le cose, dal suono alle forme.
Il pensiero della scuola ionica era basato sulla ricerca di un principio unico e originario per tutti i fenomeni naturali; questa filosofia, i cui esponenti principali furono Talete ed Anassimandro, fu poi sviluppata da Platone ed Aristotele, le cui opere finirono per diventare parte integrante dell'alchimia. Si delinea, come base della nuova scienza, la nozione di una materia prima che forma l'universo, e che può essere spiegata solamente attraverso attente esplorazioni filosofiche. Un concetto molto importante, introdotto in quel tempo da Empedocle, è che tutte le cose nell'universo erano formate solamente da quattro elementi: terra, aria, acqua e fuoco. A questi elementi Aristotele aggiunge l'etere, la materia di cui sono formati i cieli e che viene denominata quintessenza. La terza fase si differenzia dalla precedente di speculazione filosofica per le caratteristiche di una religione esoterica, per l'abbondanza di rituali misteriosi e per il linguaggio. Nei primi secoli dell'età imperiale, in età ellenistica, si sviluppò una letteratura di carattere filosofico-soteriologico-religiosa, di vario carattere, accomunata dalla pretesa rivelazione da parte del dio Thot-Ermete, da cui il nome di letteratura ermetica. Il supporto dottrinale di questa letteratura è una forma di metafisica che si rifà al Neoplatonismo ed al Neopitagorismo.
Nel II secolo sarebbero stati scritti anche gli Oracoli caldaici, dei quali sono pervenuti solo frammenti, che presentano molte analogie con gli scritti ermetici. In questo momento storico, quindi, si sarebbe operata una fusione tra il patrimonio filosofico greco e la gnosi ermetica, nella quale la grande opera assume connotati di tecnica tesa alla realizzazione in senso interiore e cosmico.
Tra gli alchimisti ellenistici vanno citati la figura storica-leggendaria di Maria l'ebrea e quelle di Bolo di Mende e Zosimo di Panopoli, il primo autore che abbia scritto opere alchemiche in modo sistematico e firmando la propria creazione.

Alchimia nel mondo islamico
La distruzione del Serapeo e della Biblioteca di Alessandria segnò la fine del centro culturale greco, spostando il processo dello sviluppo alchemico verso il Vicino Oriente. L'alchimia islamica è molto meglio conosciuta perché meglio documentata e molti dei testi antichi giunti sino a noi si sono preservati come traduzioni islamiche.
Alchimisti islamici come al-Razî(in latino Rasis o Rhazes) diedero un contributo fondamentale alle scoperte chimiche, come la tecnica della distillazione, e ai loro esperimenti si devono l'acido muriatico (l'antico nome dell'acido cloridrico), l'acido solforico e l'acido nitrico, oltre alla soda (al-natrun) e potassio (al-qali), da cui derivano i nomi internazionali di sodio e potassio, Natrium e Kalium. L'apporto di nomenclatura alchimistica a tutta la posteriore cultura occidentale è di origine araba: termini arabi sono infatti alchimia, atanor (fornace), azoth (forma corrotta da al-zawq, 'mercurio'), alcool (da al-kohl, indicante una polvere per il trucco ricavata dall' 'antimonio'), elisir (da al-iksīr, "pietra" filosofale) e alambicco. La scoperta che l'acqua regia, un composto di acido nitrico e muriatico, potesse dissolvere il metallo nobile - l'oro - accese l'immaginazione degli alchimisti per il millennio a venire.
I filosofi islamici diedero anche grandi contributi all'ermetismo alchemico. Al riguardo la più grande e influente figura è probabilmente Jâbir ibn Hayyân (in arabo جابر إبن حيان, il Geber o Geberus dei Latini). Questo importante alchimista, nato agli inizi dell'VIII secolo, fu il primo, a quanto sembra, ad aver analizzato gli elementi secondo le quattro qualità base di caldo, freddo, secco e umido. Jâbir ipotizzò che, siccome in ogni metallo due di queste qualità erano interne e due esterne, mescolando le qualità di un metallo, si sarebbe ottenuto un altro metallo. La grande serie di scritti che gli vengono attribuiti esercitò un'enorme influenza sulle correnti alchimistiche europee.

Alchimia nell'Europa medievale
Dopo essere caduta alquanto in disuso durante l'alto Medioevo, l'Occidente riprende contatto con la tradizione alchemica greca attraverso gli Arabi. L'incontro tra la cultura alchemica araba ed il mondo latino avviene per la prima volta in Spagna, probabilmente ad opera di Gerberto di Aurillac, che più tardi divenne Papa Silvestro II, (morto nel 1003). Nel XII secolo va ricordata la figura del più importante dei traduttori di opere arabe, Gerardo da Cremona, che interpretò Averroè, tradusse l'Almagesto, e forse alcune opere di Razes e Geberus.
Il rientro vero e proprio dell'alchimia in Europa viene in genere fatto risalire al 1144, quando Roberto di Chester tradusse dall'arabo il Liber de compositione alchimiae, un libro dai forti connotati iniziatici, mistici e esoterici, nel quale un saggio, Morieno, erede del sapere di Ermete Trismegisto, insegna al Re Calid.
Il materiale alchimistico dei testi arabi verrà rielaborato durante tutto il XIII secolo. Alberto Magno (1193-1280) affronta la tematica alchemica nel De mirabilibus mundi e nel Liber de Alchemia di incerta attribuzione. A Tommaso d'Aquino (1225-1274) vengono attribuiti alcuni opuscoli alchemici, nei quali è dichiarata la possibilità della produzione dell'oro e dell'argento.
Il primo vero alchimista dell'Europa medievale deve essere considerato Roger Bacon (1241-1294) un Francescano che esplorò i campi dell'ottica e della linguistica oltre agli studi alchemici. Le sue opere, il Breve Breviarium, il Tractatus trium verborum e lo Speculum Alchimiae, oltre ai numerosi pseudo-epigrafi a lui attribuiti, furono utilizzate dagli alchimisti dal XV al XIX secolo.
Alla fine del XIII secolo l'alchimia si sviluppò in un sistema strutturato di credenze, grazie anche all'opera di Arnaldo da Villanova (ca. 1240-ca. 1312), con il suo Rosarium Philosophorum, e soprattutto con Raimondo Lullo (1235-1315), che divenne presto una leggenda per la sua presunta abilità alchemica.
Nel XIV secolo l'alchimia ebbe una flessione a causa dell'editto di Papa Giovanni XXII (Spondent Pariter) che vietava la pratica alchemica, fatto che scoraggiò gli alchimisti appartenenti alla Chiesa dal continuare gli esperimenti.
L'alchimia fu comunque tenuta viva da uomini come Nicholas Flamel, il quale è degno di nota solamente perché fu uno dei pochi alchimisti a scrivere in questi tempi travagliati. Flamel visse dal 1330 al 1419 e sarebbe servito da archetipo per la fase successiva della pratica alchemica. Il suo unico interesse per l'alchimia ruotava intorno alla ricerca della pietra filosofale; in anni di paziente lavoro riuscì a tradurre il mitico Libro di Abramo l'ebreo, che avrebbe acquistato nel 1357, e che gli avrebbe rivelato i segreti per la costruzione della pietra dei filosofi. Leggenda vuole che abbia raggiunto l'immortalità insieme alla moglie Perenelle.
Nell'alto Medioevo gli alchimisti si concentrarono nella ricerca dell'elisir della giovinezza e della pietra filosofale, credendo che fossero entità separate. In quel periodo molti di loro interpretavano la purificazione dell'anima in connessione con la trasmutazione del piombo in oro (nella quale credevano che il mercurio giocasse un ruolo cruciale). Questi individui erano visti come maghi e incantatori da molti, e furono spesso perseguitati per le loro pratiche.

Alchimia nel Rinascimento e nell'età moderna
Nel contesto delle idee del Cinquecento è impossibile delimitare una disciplina scientifica dall'altra, come anche tracciare molte linee di separazione tra il complesso delle scienze da un lato e la riflessione speculativa e magico-astrologica dall'altro. In questo periodo magia e medicina, alchimia e scienze naturali e addirittura astrologia e astronomia operano in una sorta di simbiosi, legate le une alle altre in modo spesso inestricabile.
Agli inizi del XVI secolo uno dei maggiori interpreti di questo coacervo di discipline scientifiche fu il medico, astrologo, filosofo e alchimista Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim, 1486-1535. Costui credeva di essere un mago e di essere capace di evocare gli spiriti. La sua influenza fu di modesta entità, ma come Flamel, produsse opere, fra le quali il De occulta philosophia, alle quali fecero riferimento tutti gli alchimisti posteriori. Ancora come Flamel fece molto per cambiare l'alchimia da una filosofia mistica ad una magia occultista. Inoltre mantenne vive le filosofie degli antichi alchimisti, che includevano scienza sperimentale, numerologia, ecc., aggiungendovi la teoria magica, che rinforzava l'idea di alchimia come credenza occultista.
Il nome più importante di questo periodo è, senza dubbio, Paracelso, (Theophrastus Bombastus von Hohenheim, 1493-1541), il quale diede una nuova forma all'alchimia, spazzando via un certo occultismo che si era accumulato negli anni e promuovendo l'utilizzo di osservazioni empiriche ed esperimenti tesi a comprendere il corpo umano. Rigettò le tradizioni gnostiche e le teorie magiche, pur mantenendo molto delle filosofie ermetiche, neoplatoniche e pitagoriche. In particolare si concentrò sullo sviluppo medicinale dell'alchimia, ponendo ai margini della dottrina la ricerca metallurgica sui metalli preziosi.
Per Paracelso l'alchimia era la scienza della trasformazione dei metalli reperibili in natura per produrre composti utili per l'umanità. La iatrochimica di Paracelso era basata sulla teoria che il corpo umano fosse un sistema chimico nel quale giocano un ruolo fondamentale i due tradizionali principi degli alchimisti, e cioè lo zolfo ed il mercurio, ai quali lo scienziato ne aggiunse un terzo: il sale. Paracelso era convinto che l'origine delle malattie fosse da ricercare nello squilibrio di questi principi chimici e non dalla disarmonia degli umori, come pensavano i galenici. Quindi, secondo lui, la salute poteva essere ristabilita utilizzando rimedi di natura minerale e non di natura organica.
È in questo periodo che viene pubblicata la prima storia dell'alchimia, nel 1561 a Parigi. L'autore è Robert Duval.
Anche molti artisti, come per esempio il Parmigianino, e persino personalità politiche del periodo si interessarono all'alchimia. Tra questi: Caterina Sforza, Francesco I de' Medici, nel cui studiolo di Palazzo Vecchio fece dipingere allegorie alchimistiche da Giovanni Stradano, e Cosimo I de' Medici.
In Inghilterra, l'alchimia nel XVI secolo è spesso associata al dottor John Dee (1527-1608), meglio conosciuto per il suo ruolo di astrologo, crittografo ed in generale "consulente scientifico" della regina Elisabetta I d'Inghilterra. Dee si interessò anche di alchimia tanto da scrivere un libro sull'argomento (Monas Hieroglyphica, 1564) influenzato dalla Cabala.

Il declino dell'alchimia occidentale
Il declino dell'alchimia in Occidente fu causato dalla nascita della scienza moderna con i suoi richiami a rigorose sperimentazioni scientifiche ed al concetto di materialismo.
Nel XVII secolo Robert Boyle (1627-1691) diede l'avvio al metodo scientifico nelle investigazioni chimiche, alla base di un nuovo approccio alla comprensione della trasformazione della materia, che di fatto rivelò la futilità delle ricerche alchemiche della pietra filosofale.
Anche gli enormi passi avanti compiuti dalla medicina nel periodo seguente la iatrochimica di Paracelso, supportati dagli sviluppi paralleli della chimica organica, diedero un duro colpo alle speranze dell'alchimia di reperire elisir miracolosi, mostrando l'inefficacia se non la tossicità dei suoi rimedi.
Ridotta ad astruso sistema filosofico, distante dalle pressanti faccende del mondo moderno, l'Ars magna subì il fato comune ad altre discipline esoteriche quali l'astrologia e la cabala; esclusa dagli studi universitari, l'alchimia venne banalizzata, ridotta ai suoi procedimenti materiali, e messa al bando dagli scienziati quale epitome della superstizione.
A livello popolare, tuttavia, l'alchimista era ancora considerato come il depositario di grandi saperi arcani. Facendo leva sulla credulità popolare, molti imbroglioni si attribuirono titoli di guaritore e per dimostrare effettive capacità produssero manuali manoscritti che imitavano, nel gergo e nelle illustrazioni, i trattati di famosi autori alchemici (in tal modo, nacquero anche i cosiddetti "erbari dei falsi alchimisti" che solo di recente hanno iniziato ad essere analizzati in modo attento dagli studiosi).
Dopo aver goduto per millenni di un grande prestigio intellettuale e materiale, l'alchimia scomparve in tal modo dalla gran parte del pensiero occidentale, per tornare, però, ad essere approfondita nelle opere di pensatori come lo psicanalista Carl Gustav Jung, oppure di insigni studiosi di occultismo come Julius Evola o Giuliano Kremmerz.

Influenza culturale nella psicoanalisi
Il simbolismo alchemico è stato occasionalmente utilizzato nel XX secolo dagli psicoanalisti, uno dei quali, Jung, ha riesaminato la teoria ed il simbolismo alchemico ed ha iniziato a mettere in luce il significato intrinseco del lavoro alchemico come ricerca spirituale.
L'esposizione junghiana della teoria dei rapporti intercorrenti tra alchimia ed inconscio si trova in varie sue opere che abbracciano un arco di tempo che va dai primi anni 1940 a praticamente fino alla sua morte avvenuta nel 1961:

- Psicologia e alchimia (1944)

- Psicologia del transfert (1946)[46]

- Saggi sull'alchimia (1948)

- Mysterium Coniunctionis (1956).

La tesi dello psicanalista svizzero consiste nell'identificazione delle analogie esistenti tra i processi alchemici e quelli legati alla sfera dell'immaginazione ed in particolare a quella onirica.
Secondo Jung, le fasi attraverso le quali avverrebbe l'opus alchemicum avrebbero una corrispondenza nel processo di individuazione, inteso come consapevolezza della propria individualità e scoperta dell'essere interiore. Mentre l'alchimia non sarebbe altro che la proiezione (psicologia) nel mondo materiale degli archetipi dell'inconscio collettivo, il procedimento per ottenere la pietra filosofale rappresenterebbe l'itinerario psichico che conduce alla coscienza di sé ed alla liberazione dell'io dai conflitti interiori. La legittimità di tale interpretazione è però discutibile, in quanto appare molto distante, se non addirittura opposta, rispetto ai presupposti e agli scopi del percorso alchemico così come presentato dalla tradizione.
20/05/2013 13:24

Re:
eone nero, 20/05/2013 13:15:

Nell'augurarti un in bocca al lupo per la rubrica e complimentarmi con te, vorrei puntualizzare un concetto che purtroppo Wikipedia prende sottotono.




Grazie carissimo!
Hai fatto bene a precisare.
Purtroppo wikipedia alla fine è quello che è...
Ma come inizio non è affatto male.
Poi con i vari articoli futuri chiunque avrà un'idea più chiara (o forse ancora più complicata [SM=x2976657]).
[SM=g1950690]

Voglio poi precisare che ho iniziato ad interessarmi a questi temi, proprio grazie ad eone.
Mi hanno sempre affascinato queste tematiche, ma sapendo bene quanta immondizia si trova su internet e nella vita di tutti i giorni non sapevo mai da dove iniziare. E proprio per "magia" un giorno ho conosciuto eone, che mi ha dato gli "strumenti" per iniziare a studiare in maniera seria questi argomenti.
Quindi, amico mio...grazie di cuore!
[SM=g2201355]

E sei il benvenuto qui!
Quindi non farti problemi a postare nozioni interessanti a riguardo, anche se so che su questi argomenti sei riluttante a parlarne "alla leggera".
[SM=g1950677]
20/05/2013 13:41

LA CABALA

Fonte: it.wikipedia.org/wiki/Cabala

La cabala, qabbaláh, kabbalah o cabbala è il termine usato per indicare quegli insegnamenti "esoterici" e "mistici" propri dell'ebraismo già diffusi a partire dal XII secolo, in un suo significato più ampio esso intende quei movimenti esoterici sorti in ambito ebraico con la fine del periodo del Secondo Tempio. In ebraico Qabbaláh (ebr. קבלה) è l'atto di ricevere, la tradizione (la parola ebraica designa anche la ricevuta, ad esempio in una transazione commerciale, e la funzione di ingresso del sabato, la maggiore festa ebraica); secondo questi insegnamenti essa rappresenta il livello più elevato e profondo dell'ebreo poi manifesto nel metodo d'interpretazione esegetica ebraica della Torah definito in ebraico Sod, segreto. La Cabala, secondo i suoi cultori, venne trasmessa da Dio anche ad Adamo e ad Abramo.



La cabala ebraica non va confusa con la cabala o le cabale di tradizione occidentale, anche se queste sono ad essa direttamente ispirate.

Aspetti del pensiero cabalistico ebraico
La Cabala non si discosta dagli insegnamenti tradizionali ebraici e dalla pratica della Torah, di cui ne sarebbe l'espressione "interna" come l'anima in rapporto al corpo e lo studio della Torah rispetto alle Mitzvot: essa è quindi parte integrante della religione ebraica. Gershom Scholem pur sottolineandone la tipicità ebraica ha notato gli elementi comuni e le connessioni storiche tra questo misticismo e quello greco e cristiano.
Base del pensiero cabalistico è la Bibbia ebraica o Tanakh (acronimo per "Torah, Profeti, Scritti"). La secolare esegesi del Tanakh, già contenuta nella halakháh (Mizvot e presentazione della casistica giuridica), nella haggadáh (sotto forma narrativa), nei due Talmudím, il babilonese e il gerosolimitano, e nei molti midrashím, aveva ormai da secoli posto l'interpretazione del testo sacro al centro della vita dell'Israelita.
Si fa risalire l'inizio della diffusione della visione cabbalistica alla pubblicazione del libro Zohar (splendore), pubblicato intorno al XIII secolo ma, secondo la tradizione ebraica, scritto da Rabbi Shimon bar Yohai nel II secolo, o al precedente Sépher Yetziràh (Libro della formazione) attribuito ad Abramo che però è, secondo alcuni, un'opera più esegetica che filosofica; la più importante diffusione del pensiero della Cabala anche tra il popolo sorge con il Chassidismo inizialmente grazie al Besht.
Nell'era messianica essa è facilmente a disposizione di tutto il popolo d'Israele.

Testi principali

- Sefer ha-Bahir

- Séfer ha-Zóhar

- Séfer yetziráh

Il Talmud e la Cabala
In quanto aspetto segreto e profondo della Torah, sono abbondanti i riferimenti alla Cabala anche nel Talmud e negli stessi testi del canone ebraico risalenti ai rabbini del Talmud, opera degli stessi. La Grande Assemblea era infatti composta da profeti e rabbini la cui sapienza era anche quella della Cabala.

Origine profetica della Cabala
La Cabala deve essere considerata rivelazione divina della verità più profonda della Torah tramite spirito profetico o attraverso la saggezza con la concessione del Ruach haQodesh; non si tratta quindi di sola deduzione logica, passibile di errore, è infatti verità eterna come parola divina della Torah: fuoco nero su fuoco bianco. Si ritiene infatti che ogni aspetto della Torah sia stato rivelato anche a Mosè sul monte Sinai. Ancora confermata la sua sapienza nell'esperienza mistica profetica consapevole; la parte dello Zohar sulle porte sante degli Heikhalot rappresenta il raggiungimento delle porte d'intelligenza anche per lo Zaddiq Rabbi Shimon bar Yohai.

La Cabala e le corone d'intelligenza per le donne
Sebbene il Talmud affermi che le donne hanno ricevuto da Dio una corona spirituale d'intelligenza quantitativamente superiore a quella degli uomini, esse non concepiscono i pensieri della Cabala, perfino nel caso delle profetesse come furono anche le Matriarche del popolo d'Israele: le donne possono comprendere la Torah secondo il livello d'interpretazione letterale, Pshat. Anche gli uomini hanno ricevuto corone spirituali d'intelligenza.
Anche i bambini non possono comprendere la Qabbalah.

Sephirah
Il fulcro dell'elaborazione delle dottrine mistiche riguardanti l'aspetto segreto del creato è un'opera composta verosimilmente in Éretz Yisraél nel VI o VII secolo ma secondo la Tradizione ebraica scritto da Avraham, il Sépher Yetziráh. Nel Sépher Yetziràh, che tratta delle forze segrete del cosmo, si trova la prima menzione di un termine che diventerà centrale nella successiva speculazione: la nozione di sephiráh.
Letteralmente sephirah o sefiráh (plur. sephiroth o sefirót) significa "calcolo, numerazione". Nel Sépher Yetziràh il termine acquisisce un significato più ampio: le Sephiroth sono ipostasi o manifestazioni allusive dell'energia divina. Gli autori cabalistici amano paragonare le sephiroth a zaffiri, partendo da un'assonanza dei due termini.
Tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII fa la sua comparsa una vasta letteratura mistica già ben organizzata sulla dottrina delle sephiroth; queste si possono definire gradi per mezzo dei quali Dio agisce nel creato. Praticamente tutti i mistici affermano che esse sono in numero di dieci.

I nomi delle Sephiroth
Le Sephiroth hanno anche dei nomi propri: Keter (corona), la più alta e più vicina a Dio; Binah (scienza o conoscenza) e Chokhmah o Hokmah o Chochmah (saggezza) a un livello inferiore; Ghevurah o Gheburáh (forza) e Khessed, Chessed o Héssed (misericordia o pietà) al terzo livello; Tiferet (bellezza) al quarto; Hod (gloria) e Nezakh (eternità o vittoria) al quinto; Yessod (fondamento o fondazione) al sesto; Malkhut (regno), la più prossima all'uomo. Questi sono i nomi più frequentemente usati. A volte Ghevurah viene chiamata Din (giudizio) o Pachad (paura), Chessed può essere chiamata Ghedulláh (grandezza), Tiferet Rakhamím (misericordia).
Le sephirot vengono rappresentate secondo uno schema detto "Albero della vita". Inoltre esiste anche una "undicesima" (anche se impropriamente detta) Sephirah: Daat, che si colloca tra Binah, Chokhmah e Chessed e rappresenta il divario tra l'Uomo e Dio.

L'albero della vita
Nel diagramma dell'albero della vita al centro si trova la colonna dell'equilibrio che da Keter, attraverso Tiferet e Yessod, raggiunge Malkhut. A Destra e sinistra di Keter si dipartono altre due colonne: quella della Grazia, attraverso Khokhmah, Chessed e Nezakh; quella della severità risalendo attraverso Hod, Ghevurah e Binah.

Le 32 vie
Le 10 Sephiroth sono collegate fra di loro da 22 sentieri, associati alle lettere dell'alfabeto ebraico. In vari autori sono presentate varie maniere di associazione. La più diffusa fa partire la alef da Keter in direzione di Chokhmah e si conclude con la tav che sta fra Yessod e Malkhut. I 22 sentieri e le dieci Sephiroth insieme formano le 32 vie di cui parla il Sépher Yetziráh.

Altre rappresentazioni delle Sephiroth
In alcuni manoscritti rinascimentali del Cinquecento, il diagramma delle Sephiroth, in quanto emanazione divina, si moltiplica a sua volta indefinitamente. Questa raffigurazione si trova nel testo "Otzrot chayyim (I tesori della vita)" di Chayyim Vital.

I cinque mondi
All'inizio del XIV secolo si cominciarono a diffondere le teorie dei Quattro Mondi ((in ebraico: עולמות) Olamot/Olamos, sing. Olam עולם) del creato: 'Atzilút (mondo dell'emanazione), Beri'ah (mondo della creazione), Yetzirah (mondo delle forme) e 'Asiyah (mondo della produzione o della fabbricazione). Si conoscono ora anche come i Cinque Mondi dato che si conta la fase precedente, Adam Kadmon, che viene aggiunta alle quattro categorie, descritte come regni spirituali della Cabala, nella catena discendente dell'Esistenza, della Creazione e dell'atto creativo di Dio: il Seder hishtalshelus (ebraico: סדר השתלשלות) che implica "l'ordine di sviluppo" o "ordine evolutivo" della Creazione Universale, quindi nel significato letterale "il processo di concatenamento".
I cinque nomi indicano il variare del tipo di influsso delle Sephiroth - il quinto mondo primordiale, Adam Kadmon, è spesso escluso a causa della sua trascendenza e ci si riferisce quindi solo ai Quattro Mondi successivi. La componente materiale aumenta man mano che ci si allontana dall'Emanatore.
Tutte le dieci Sefirot possono essere conosciute e studiate in ciascuno dei 4 Mondi ed anche nella concezione dell'Adam Qadmon.

Corrispondenze
Anche se non visibili agli occhi le sefirot sono percepite dal mistico che si eleva dalle inferiori alle superne attraverso la contemplazione e lo studio delle corrispondenze cosmiche: p.es. ad Avraham può essere associata Ghedullah, a Isacco Ghevurah, a Giacobbe Tiferet. Tutte le componenti del cosmo hanno le loro corrispondenze: Tiferet è il sole, Yessod la luna, Malkhut la terra, e così via.
Anche i XXII sentieri vengono associati alle lettere dell'alfabeto ebraico, ai segni zodiacali, pianeti e elementi, ecc. L'esistenza di queste associazioni risale alla gnosi e a una visione spirituale e santa dell'universo in cui ogni parte è collegata ad un'altra.
Ciò che non è conoscibile è quello che sta oltre la sefirah più alta, cioè l'Altissimo che, essendo incommensurabile, non può venir percepito dall'uomo.

Emanazioni
Si pone il problema di come possa Dio, un ente infinito, quello che anche Isacco il Cieco chiamò l'Ein Sof (non-fine), emanare aspetti di sé in un mondo finito.
Secondo Mosè Cordovero Dio si "contrasse" per poter emanare la sua energia nel Chalal per la formazione successiva del mondo creato al fine di avere un Luogo in Basso in cui abitare per "mostrare la Sua gloria alle genti". La contrazione di Dio (tzimtzum) è al centro della speculazione di Isaac Luria.
In conseguenza dell'emanazione, secondo Luria, si crearono dei vasi per contenere l'energia divina. I vasi superni, i più forti, resistettero bene alla pressione della luce ma gli inferiori si ruppero e dispersero l'energia. I frammenti dei vasi rotti contengono ancora particelle di luce: queste sono spesso miste alle Qelipòth (gusci), le forze del male.

La Cabala dei nomi
La parola ebraica tzeraf indica sia la trasmutazione alchemica sia l'interscambio delle lettere dell'alfabeto. Gli esegeti ebrei erano abituati a permutare le lettere del Tanach per scoprire significati reconditi e più veri.
Per esempio la permutazione numerica è un metodo della ghimatréyah o ghematriah. Ogni lettera dell'alfabeto ebraico indica un numero; dunque ciascuna parola della Bibbia ha un proprio valore numerico, somma dei valori numerici delle lettere che la compongono. Una parola si può confrontare con un'altra dello stesso valore numerico.
Per esempio:

AChaD in ebraico significa "unità" ed è uguale a 13 (A = 1 + Ch = 8 + D = 4).
Anche la parola "Amore", Ahavah ha lo stesso numero (A=1, H=5, V=2, H=5).
In questa maniera come in un'equazione si può dire che:
AChaD = AHVH

L'arte del notariqón permette di scoprire parole nascoste dentro altre parole (le lettere di una parola come rivelazione di altre parole). L'atbásh consiste nello scambio alfabetico, ad esempio la prima lettera dell'alfabeto con l'ultima, la seconda con la penultima, ecc.

L'alchimia cabalistica
Già nel Séfer ha-Zóhar si trovano spunti alchemici legati al simbolismo delle sefirot e dei metalli. I sette tipi di oro menzionati nella tradizione diventano una metafora delle sette sefirot inferiori, mentre Binah è chiamata "l'oro superno".
L'anonimo trattato di alchimia Esh metzaréf (Il fuoco del fonditore) ebbe notevole diffusione, tanto che non ci è giunto nell'originale ebraico ma in traduzioni latine.

La Cabala rifiuta ogni forma di magia e di stregoneria
« non c'è magia in/contro Giacobbe »
Secondo la tradizione ebraica, nel Talmud come nella Cabala, la magia riguarda il lato dell'impurità infatti è spesso associata a manifestazioni di distruzione: secondo la Cabala, anche per questo, Dio ha posto la magia come atto da cui non bisogna essere tentati, ulteriore parametro per gli individui delle Nazioni dinanzi al libero arbitrio.
Figure bibliche ad essa legate sono Labano ed il suo discendente il profeta Balaam; grazie all'intervento divino essi non poterono imporsi, il primo contro Giacobbe ed il secondo contro il popolo ebraico.
La Cabala ritiene che chi usò la magia se ne servì per ottenere cose in dati momenti non realizzabili.
Anche i miracoli non riguardano la magia ma sempre l'intervento divino: si ricordi infatti l'opposizione divina dei miracoli di Mosè ed Aronne ai maghi egizi.
I riferimenti del Talmud alla magia o alla stregoneria sono prevalentemente interpretati secondo il livello Sod, quindi secondo il metodo della Cabala, ma questo non presuppone che lo stesso Talmud e la Cabala ne accettino la pratica o le teorie infatti una delle punizioni per alcuni tipi di magia e di stregoneria è la perdita della propria parte nel Mondo futuro.
Gli amuleti, quando validi e citati anche nel Talmud, non esprimono magia o stregonerie ma preghiere e Tiqqunim.

Esponenti della Cabala
Diversi gli approcci alla Cabala e ciò secondo l'attitudine di chi vi ci si avvicini. Le differenze variano anche perché essa può essere confrontata con tutti i testi della tradizione canonica ebraica: in quanto anima della Torah, di essa sono molte le idee fondamentali diffuse ampiamente nel popolo d'Israele tra gli accademici, gli ebrei osservanti o coinvolti nella Teshuvah, gli studiosi religiosi definiti Mequbbalim o nella sapienza del Mekaven, livello più alto del Mequbbal, tra i rabbini, spesso con doti mistiche, ed infine tra gli Ebrei mistici stessi; queste ultime due categorie presentano uomini con una maggiore predisposizione alla percezione intellettuale ed all'esperienza mistica spesso associate alla manifestazione di miracoli.
Gli stessi profeti del popolo d'Israele hanno sempre avuto familiarità con la parte più interna e segreta della Torah e dello stretto rapporto con Dio, non mancando infatti testi mistici ascritti a loro; inoltre i testi profetici del canone ebraico esprimono pienamente l'attitudine mistica degli stessi.

Teorie storico-fenomenologiche sulla Cabala in Occidente
La Tradizione della Qabbalah riverbera nel genere letterario dell'apocalittica. Prima di giungere in età neo-testamentaria e trovare il famoso Libro dell'Apocalisse (che chiude la Bibbia nella forma in cui la conoscono i moderni), si dovranno ricordare testi fondamentali di questa tradizione tra cui i libri apocrifi (non inclusi nel canone biblico) di Enoch e il canonico Libro del profeta Ezechiele (il cui primo capitolo è la base della dottrina della Merkavah), scritto al tempo dell'uscita dalla cattività in Babilonia e la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme. Gli scavi archeologici di Qumran e Nag Hammâdi hanno rivelato quanto fosse viva questa tradizione e quanti altri scritti l'abbiano arricchita prima di svanire con la distruzione del secondo Tempio e la Diaspora. Nel Medioevo, questa tradizione tornò visibile mediante la pubblicazione (soprattutto in Spagna, ad opera degli Ebrei Sefarditi) di scritti come il Bahir (Libro della Chiarezza) e lo Zohar (Libro dello Splendore), che furono le basi della penetrazione della Qabbalah nel pensiero occidentale. Tuttavia, l'espulsione degli ebrei dalla Spagna ad opera di re Ferdinando il Cattolico eclissò nuovamente questa tradizione, che riparò a Saféd, in Galilea. Qui attecchirono nuove importantissime opere, tra le quali svetta Etz Chaim "L'Albero della Vita", in cui sono riportati gli insegnamenti di Isaac Luria, che aprì la Qabbalah al pensiero moderno. Dagli insegnamenti di Isaac Luria derivò la dottrina di Nathan di Gaza, che individuò in Shabbatai Tzevi, un ebreo di Izmir, il nuovo Messia che avrebbe dovuto riportare gli ebrei della diaspora in Israele. Su questa operazione investirono ingenti risorse molti ebrei europei, soprattutto i banchieri d'Olanda e Germania; tuttavia non andò a buon fine e, addirittura, Shabbetai Tzevi si convertì all'Islam. Questo paradosso fu accolto come necessità di comprendere la Diaspora. La conversione forzata al cattolicesimo che avevano dovuto subire gli ebrei d'Europa si apriva adesso anche all'Islam (trovando nella dottrina Sufi l'equivalente analogo della Qabbalah). In ogni caso, la dottrina di Isaac Luria (che contiene elementi di interpretazione della trasmigrazione delle anime e del significato profondo della vita), venne importata in Europa – soprattutto da Jakob Frank – e in Germania, dove divenne riferimento dottrinale di alcuni ambienti massonici presso i quali l'Ordine degli Illuminati aveva influenza. Soprattutto a questa connessione si deve il distacco di alcune ruote massoniche dall'alveo tradizionale occidentale del cristianesimo esoterico per entrare nella dimensione pienamente cabalistica. Per via dei contatti tra ambienti tedeschi e inglesi (precisamente: tra Theodor Reuss e William Wynn Westcott), dobbiamo considerare come la dottrina della Qabbalah abbia fatto il suo ingresso nel moderno mondo occidentale per mezzo della controtradizione della Golden Dawn.

Critiche alla Cabala
Fra i problemi, direttamente o indirettamene presenti nella speculazione della Cabala ebraica, sta anche quello sull'origine del male, in cui si concepisce il male come una qualità di Dio o, come avviene nell'idealismo di Hegel, che il negativo entra nella costituzione stessa dell'Assoluto e che l'Assoluto ne ha quindi bisogno per essere quello che è.

Interesse attuale per la Cabala
Escludendo dottrine false o con argomentazioni e concezioni deviate, immorali o peccaminose, l'interesse di oggi per la Cabala e l'Ebraismo in genere di molta parte dell'umanità, come mai successo nella storia passata, sembra la realizzazione di molte profezie ebraiche non potendo negare molte opinioni ebraiche contrarie all'avvicinamento alla Cabala, ad esempio non vissuta unitamente alla volontà di compiere ed osservare le Mitzvot secondo una sincera Teshuvah; non si possono altresì negare le profezie sullo spirito che nell'era messianica investe molti ebrei e persino alcuni dei loro servi ed ancora l'insegnamento profetico sulla competenza in Halakhah e nei metodi di interpretazione della Torah, nell'era messianica presente in tutti gli ebrei, prima o dopo: viene profetato infatti che nell'era messianica nessun ebreo ha bisogno di direttive di Maestri (ma non può stare senza essi e senza la loro guida) perché, come citato poc'anzi, ognuno è esperto nella Legge. Secondo altre opinioni lo studio della Cabala risulta attraente e illuminante anche per la stessa osservanza delle Mitzvot e per l'amore di Dio e della Torah, seppur con i limiti concessi: esse accettano infatti che l'anima viene illuminata e brilla di salvezza tramite tale studio finanche preparata per l'era messianica completa e per il Mondo futuro.
Resta quindi innegabile l'impossibilità di comprendere o concepire i concetti e le idee mistiche ebraiche per la maggioranza dell'umanità nonché il divieto di trasmetterne oralmente i principi a chi non preparato interiormente e spiritualmente.
Quanto all'avvicinamento di coloro che non appartengono al popolo ebraico o non Gher, è possibile la comprensione "letterale" dei testi e degli insegnamenti "Sinai-tici" - anche su livelli differenti per la totalità del popolo ebraico essi furono inizialmente trasmessi per intero appunto anche poi Mosè che fu comunque anche Profeta ebreo e Zaddiq di elevati livelli - e rabbinici (cfr anche Ebraismo rabbinico) o di alcuni di essi: tale livello esegetico è definito Pshat in ebraico e, pur se considerato livello "semplice", esso non è raggiungibile da tutti.
Mosè Cordovero ammonì (Or Ne'erav: La Luce gradita, edito anche in italiano) contro coloro che non hanno fede o non credono nell'esistenza della Qabbalah ebraica.
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Utente Esperto
20/05/2013 14:23

Ottimo Sheenky!!!!Complimenti per la tua Rubrica e l interventi del
prof Eone,approfondirò le mie conoscienze.Grazie.
20/05/2013 14:59

Di niente!
[SM=g6811]
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