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Vita aliena nell'universo: siamo in ritardo per la festa?

Ultimo Aggiornamento: 14/11/2012 00:33
13/11/2012 11:03

Fonte: www.ufoonline.it/2012/11/12/vita-aliena-nell-universo-siamo-in-ritardo-per-l...

Viviamo in un universo che è vecchio o giovane? Lasciando da parte la possibilità che facciamo in realtà parte di un Multiverso, una vasta assemblea di Universi, e concentrandosi solo sulle galassie che possiamo osservare, questa sembra una domanda sciocca. L'universo (o la nostra parte del Multiverso in ogni caso) esiste da circa 13,7 miliardi di anni. Questo è il tempo necessario per riavvolgere l'espansione delle galassie e trovarle di nuovo nello stesso posto durante il Big Bang. 13 Miliardi di anni sono un periodo piuttosto lungo.

Michael Hanlon giornalista scientifico britannico, spiega come e perchè il nostro tempo potrebbe essere quello peggiore per trovare la vita aliena. Una lucida analisi che vi riassumiamo e traduciamo in esclusiva.



Hanlon scrive:
Tredici miliardi di anni sono tre volte l'età della Terra, per esempio. Probabilmente il doppio degli anni della nostra galassia - entrambi gli oggetti di grande antichità. Eppure molti cosmologi si sono chiesti se ci sono stati dei momenti importanti, come delle doglie del parto, durante tutti questi anni o se il periodo di vita del cosmo è stato ed è tutto uguale. L'Università del Michigan e il cosmologo Fred Adams ha chiamato 'Era stelliferous', il momento in cui lo spazio era ancora ricco di abbondanti forniture di idrogeno, condizione in cui la gran delle stelle possonono nascere e morire.
Un nuovo rapporto, evidenziato nella rivista Wired , suggerisce che più del 90% delle stelle che dovrebbero esistere si sono già formate e che, in termini stellari la Golden Age dell'Universo è già passata. Gli astronomi nel Regno Unito, le Hawaii e il Cile hanno utilizzato potenti telescopi per analizzare il cielo notturno e hanno concluso che la maggior parte delle stelle esistenti si sono formate tra 9 e 11 miliardi di anni fa. Ciò indica che la formazione stellare è caduta in basso improvvisamente, e che in futuro scenderà ancora di più.
Che cosa significa? Molte cose, non tutte evidenti. Prima di tutto, se la formazione stellare ha subito un rallentamento questo dovrebbe avere implicazioni per la probabilità di vita aliena. Uno dei fattori della famosa equazione di Drake è il tasso di formazione stellare e se questo è in declino allora possiamo dire che la probabilità che l'universo in futuro sarà più favorevole alla vita sarà sempre più basso. Forse la ragione per cui non abbiamo rilevato alcuna presenza aliena concreta (o loro la nostra) è che sono tutti morti da tempo. Siamo semplicemente arrivati in ritardo alla festa, per scoprire poi che sono tutti andati! Un pensiero deprimente.
Ma non è tutto così semplice come sembra. Non tutte le stelle sono uguali. Gran parte delle grandi stelle che esistevano nei primi giorni dell'universo erano probabilmente inadatte per la vita. Le stelle più luminose vivono solo pochi milioni di anni, tanto per cominciare. La vita sulla Terra ha avuto almeno mezzo miliardo di anni, più probabilmente un miliardo, per andare avanti e altri tre miliardi di anni per formare qualcosa di veramente interessante. Si ha bisogno di una lunga gestazione e di stabilità per consentire i tempi epici richiesti dall'evoluzione.
Il Sole, stella di Classe G, che probabilmente durerà circa 10 miliardi di anni (ora è a metà della sua vita), è un esempio di una stella interessante. Ancor di più lo sono la Classe M 'nane rosse'. Alcune di queste, che costituiscono circa i tre quarti di tutte le stelle, saranno ancora in giro per un trilione di anni - dureranno cioè più di un centinaio di volte il Sole.
Poi c'è la questione metallicità. Quello che gli astronomi chiamano «metalli» sono in realtà elementi con parte di idrogeno ed elio - cose come il silicio, carbonio e ferro - gli elementi costitutivi dei pianeti e di tutti i corpi celesti. Le Stelle in formazione oggi sono stelle di seconda o terza generazione, formate dalle ceneri di precedenti generazioni stellari. Le fornaci termonucleari nel cuore di ogni stella sono responsabili della creazioni di questi metalli, e mentre l'Universo primordiale era pieno di nuove stelle, era probabilmente povero di pianeti. L'età d'oro della formazione dei pianeti potrebbe ancora trovarsi davanti a no,i anche se l'età d'oro della formazione stellare è alle nostre spalle.
Insomma bisogna arrivare nel tempo giusto. Potrebbe essere perché siamo in ritardo per la festa (come la nuova ricerca suggerisce). Potrebbe essere che al contrario ci siamo arrivati troppo presto (le grandi civiltà intergalattiche esisteranno solo tra trilioni di anni). Oppure ci può essere una spiegazione più strana e preoccupante. Strana, perché per ciò che sappiamo, supporre che siamo gli unici sembra essere un non-senso (non c'è una singola sostanza sulla Terra che non può essere trovata nella galassia più lontana, non c'è niente di unico in noi e nella materia di cui il nostro pianeta sono fatti, nulla di unico nel Sole e niente di unico in ogni altra cosa nel nostro ambiente cosmico, per quanto ne sappiamo).
Preoccupante perché una Terra unica (o anche una Terra infinitamente rara), significa che il nostro dovere di gestione di quello che potrebbe essere l'unico avamposto della sensibilità nella totalità del cosmo potrebbe diventare una responsabilità terribile. Pensavo che con migliori telescopi e migliori computer si sarebbe presto ottenuto un segnale, come il SETI sperava. Ma stiamo cominciando a chiederci se siamo in tempo per la festa o se al contrario la festa è finita.
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