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Scoperti per la prima volta 2 buchi neri vicini: rivedere la teoria generale?

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2012 16:31
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05/10/2012 16:31



Nel cuore dell'ammasso stellare M22 gli astronomi della Michigan State University hanno scoperto due buchi neri. Guidati da Jay Strader professore di fisica e astronomia, i ricercatori avevano focalizzato la loro attenzione su un cluster chiamato Messier 22, un ammasso globulare formato da centinaia di migliaia di stelle che si trovano a circa 10mila anni luce dalla Terra.




Utilizzando immagini osservate per la prima in onde radio, Strader e il suo team è rimasto sorpresi nel trovare non uno ma due buchi neri. Quando i buchi neri vivono in un tale ambiente, si presume che solo uno sopravviverà. La teoria generale vuole infatti che quando i buchi neri si formano in un cluster, in un ammasso di stelle, tendono a cadere verso il centro. Allora iniziano una violenta “danza gravitazionale” in cui tutto viene gettato senza tanti complimenti nel cluster. Tutti tranne un buco nero. Come hanno fatto allora a coesistere due buchi neri dentro M22?

"Ci dovrebbe essere un solo superstite possibile", ha detto Strader. Ma la scoperta di due buchi neri invece di uno in questo ammasso globulare cambia decisamente il quadro. E la spiegazione secondo lo studioso è solo una: "Il fatto che ne abbiamo scoperti due in questo cluster suggerisce che la teoria non è corretta”.

I due buchi neri comunque non sono di grandi dimensioni. La loro massa stellare è circa 10-20 volte quella del Sole, non intermedia come speravano gli autori del ritrovamento, già fin troppo fortunati per essere stati testimoni di un evento mai accaduto prima d'ora, che stravolge le conoscenze e i modelli considerati attendibili sull'evoluzione di questi densi sistemi stellari.

Una teoria è che i buchi neri stessi gradualmente si siano espansi nelle parti centrali del cluster, riducendo la densità e quindi il tasso al quale un buco nero possa espellere l'altro attraverso questa 'danza gravitazionale'. Ciò significa che all'interno di un ammasso possono coesistere da cinque a un centinaio di buchi neri.

“Le osservazioni radio future con il Very Large Telescope Array ci aiuterà a conoscere il destino ultimo dei buchi neri negli ammassi globulari", ha detto Laura Chomiuk, co-autore dello studio”

La ricerca è stata pubblicata su Nature.
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