Risorse: Regolamento | Assistenza e Aiuto | Comunicazioni generali   Condividi:    
Visita il sito Ufoonline.it 
per ulteriori notizie, immagini e commenti.

Archivio + Ricerca + Opinioni + Tag + Speciali + Vostri avvistamenti 

Ricerca per anno di tutti gli articoli2010 - 2011 - 2012 - 2013 - 2014  TAG articoli archiviati sul sito:

Ufo | Marte | Scienza | Misteri | CropCircles | CoverUp | Seti | Astronomia | UfoinTv | Criptozoologia  

2012 | Sole | Interviste | Editoriali | Neo | Religione | Avvistamenti | Storia | Analisi | Luna 

Abductions | Droni | Astrobiologia | Paleoastronautica | Disastri | Complottismo | Terra


 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Geoingegneria, spargere nell’aria particelle di biossido di titanio per ridurre il riscaldamento globale

Ultimo Aggiornamento: 01/06/2012 17:39
OFFLINE
Post: 3.331
Registrato il: 24/02/2012
Sesso: Maschile
[IMG]http://oi65.tinypic.com/2hq8bb5.jpg[/IMG]
Utente Master
01/06/2012 17:39

Secondo una ricerca di geoingegneria, spargere nell’aria particelle di biossido di titanio potrebbe contribuire a ridurre il riscaldamento globale.



Creare un filtro solare per un intero pianeta: è l’ambizioso progetto di un gruppo di geoingegneri per combattere gli effetti del riscaldamento globale.

Il progetto prevede l’utilizzo di palloni aerostatici per disperdere nell’alta atmosfera milioni di tonnellate di biossido di titanio – una sostanza chimica atossica normalmente utilizzata nei prodotti solari così come nelle pitture, negli inchiostri e perfino nel cibo.

Una volta nell’atmosfera, le particelle si diffonderebbero attorno al pianeta e rifletterebbero nello spazio parte dei raggi solari.

Secondo l’ingegnere chimico Peter Davidson, responsabile del progetto, basterebbero circa tre milioni di tonnellate di biossido di titanio, sparso a formare uno strato spesso un milionesimo di millimetro, per disinnescare gli effetti del riscaldamento globale causato dal raddoppio nell’atmosfera odierna dei livelli di biossido di carbonio (anidride carbonica).

L’idea è nata in seguito all’eruzione del 1991 del Monte Pinatubo nelle Filippine, racconta Davidson, direttore della società di consulenza inglese Davidson Technology.

L’eruzione immise nella stratosfera 20 milioni di tonnellate di anidride solforosa, la quale formò una



sottile nebbiolina di acido solforico che ridusse le temperature globali di circa mezzo grado centigrado per due anni.

L’acido solforico però danneggia lo strato di ozono e può innescare siccità, in quanto assorbe e disperde la luce, abbassando le temperature e arrivando perfino a interrompere la circolazione nella stratosfera, dice Davidson. Il biossido di titanio invece è sette volte più efficace nel disperdere la luce, il che significa che ne basta molto meno per raggiungere l’effetto desiderato, e di conseguenza, “l’impatto sulla circolazione atmosferica sarà decisamente minore”.

Pompa il titanio

Il progetto di Davidson prevede il pompaggio di una soluzione contenente biossido di titanio nel cielo con l’uso di tubi flessibili trasportati a bordo di palloni, privi di equipaggio, che volerebbero a circa 20.000 metri di altitudine. Un “ugello ipersonico” spargerebbe la soluzione sotto forma di particelle minute nell’alta atmosfera terrestre.

I palloni verrebbero lanciati da navi o da isole situate in regioni equatoriali dove le tempeste sono rare, in modo da ridurre il rischio che fulmini o forti venti danneggino i palloni stessi, spiega Davidson.

Progetti simili, che prevedono lo spargimento di particelle nell’atmosfera, sono già stati proposti in passato da altri, ma la novità del progetto di Davidson è l’uso del biossido di titanio e dei palloni, una soluzione più economica rispetto a quelle proposte in precedenza e che prevedevano l’uso di aerei o razzi, spiega Rob Jackson, che insegna Scienze Ambientali alla Duke University del North Carolina.

In ogni sistema di dispersione di particelle, aggiunge Jackson (che non è coinvolto nel progetto), “la spesa maggiore consiste nel fare arrivare la sostanza chimica nella stratosfera”.

In ogni caso, se si dovesse mettere in atto un progetto simile, quel progetto dovrà poi restare attivo finché le concentrazioni di gas serra come il biossido di carbonio rimangono alte. “Dovremmo continuare a farlo finché i tassi di concentrazione di CO2 diventano negative”, dice Jackson. E se consideriamo il tasso di riduzione attuale dei gas serra, “potremmo andare avanti per secoli”.

Il capoprogetto Davidson stima che il sistema di dispersione con i palloni potrebbe costare tra gli 800 e i 950 milioni di dollari l’anno, oltre ai 2-3 miliardi l’anno per il biossido di titanio.

Quali sono i rischi per l’ambiente?

Davidson precisa che i rischi ambientali legati alla dispersione del titanio nell’atmosfera sarebbero minimi. “Sono stati effettuati molti test di esposizione alle polveri di biossido di titanio”, ha dichiarato il ricercatore. “Che io sappia, non esistono prove di pericoli per la salute. Con queste concentrazioni minime, è improbabile che vi siano problemi”.

Ciononostante, la storia ci insegna che “ogni volta che abbiamo diffuso sostanze chimiche nell’atmosfera, siamo rimasti sorpresi dalle reazioni chimiche che ne sono risultate”, replica Jackson. I clorofuorocarburi, o CFC, sono l’esempio più lampante, aggiunge. Sostanze chimiche usatissime come refrigeranti e propellenti per gli spray nel XX secolo che si sono diffusi nell’atmosfera terrestre.

Infatti, i CFC sono stati banditi proprio a causa del loro effetto dannoso – e del tutto imprevisto – sullo strato di ozono della nostra atmosfera.

Una polizza di assicurazione per l’umanità

Sia Davidson sia Jackson convengono che probabilmente saranno necessari alcuni decenni prima che si possa pensare di attuare in sicurezza un progetto del genere. “A mio parere, non dovremmo farlo finché non ne sapremo molto ma molto di più”, dice Jackson. “Anzi, probabilmente non dovremmo farlo e basta”.

Alcuni studiosi sono preoccupati del fatto che soluzioni di tipo geoingegneristico come questo del biossido di titanio possano farci dimenticare il vero problema: e cioè l’aumento delle emissioni di gas serra. “Se i politici intravedono un scappatoia facile non avranno più voglia di impegnarsi per ridurre le emissioni”, dice Jackson.

Davidson ribatte però che l’umanità ha bisogno di una “polizza d’assicurazione” contro gli effetti catastrofici del riscaldamento globale. “Saremmo poco lungimiranti se non svolgessimo adesso ricerche su un sistema che potrebbe rivelarsi sicuro”.

Di Ker Than

Fonte: www.nationalgeographic.it/scienza/2012/05/31/news/filtro_solare_al_titanio_per_la_terra-...


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:04. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

Ufoonline.it offre i suoi contenuti nella nuova Fan Page di Facebook, un modo semplice e comodo per essere informati in tempo reale su tutti gli aggiornamenti della community direttamente nel tuo profilo del celebre Social Network. Se ti iscrivi gratuitamente, puoi interagire con noi ed essere informato rapidamente sulle ultime notizie ma anche su discussioni, articoli, e iniziative.